David J. Engelsma
“Il Quale … ci ha traslato nel regno del Suo Amato Figlio” (Colossesi 1:13).
Identificare la chiesa col regno di Dio aggiunge qualcosa alla nostra comprensione della chiesa. Conoscendo se stessa come il regno Messianico di Dio, la chiesa si comporterà di conseguenza. Concependo la chiesa di cui essi sono membri come il regno di Cristo, i credenti e i loro figli penseranno a se stessi come cittadini e si comporteranno in un modo appropriato a questo regno.
La chiesa non è soltanto il corpo di Cristo, che vive dal suo capo e cresce nel suo capo.
La chiesa non è soltanto la sposa di Cristo, che conosce l’amore di suo marito, che dà se stessa a Lui, e si sottomette alla Sua volontà.
La chiesa è anche un regno nel mondo. La chiesa è il regno di Dio. La chiesa è il regno Messianico di Dio, l’adempimento dell’Israele dell’Antico Testamento, la realizzazione del Salmo 72, Amos 9, e tutte le altre profezie dell’Antico Testamento riguardanti il regno glorioso, potente, prosperoso, e pacifico di Dio nel Messia.
Governo Regale
Quale sia la luce che ciò spande sull’ecclesiologia (la dottrina della chiesa), in che modo ciò influenza la vita e l’opera della chiesa, e forma la vita di ogni membro della chiesa, sono i soggetti che hanno bisogno di essere sviluppati nel nostro mezzo. Ciò non è dire che non è stato fatto niente da parte delle chiese Riformate per sviluppare le implicazioni della verità che la chiesa è il regno. Specialmente nell’area del governo della chiesa, le chiese Presbiteriane e Riformate hanno applicato la realtà del regno alla vita della chiesa. La chiesa prende la forma di un’organizzazione. Questa organizzazione ha un governo. La chiesa non funziona semplicemente come un corpo vivente per mezzo delle segrete operazioni dello Spirito in essa dimorante. Non vive semplicemente per l’ardente amore che una sposa prova per il suo amato marito. Cristo esercita la Sua regalità attraverso un corpo di anziani, che Egli chiama nel santo ufficio. Questi uomini sono governanti nella chiesa. Essi amministrano la Parola del re.
Il Re Gesù governa anche la vita necessariamente federata (pattale) e l’opera condivisa delle congregazioni in una denominazione. Egli governa attraverso le assemblee (classe e sinodo, o presbiterio e assemblea generale), che sono vincolate ad un ordine di chiesa adottato, una specie di “costituzione” del regno (e, quindi, che non deve essere continuamente rabberciato, o mutato ogni poche decadi!), che regola la vita e l’opera della denominazione secondo la Sacra Scrittura. Cristo è re della denominazione di chiese fedeli. Il regno Messianico si estende alla denominazione di chiese fedeli.
Le chiese Presbiteriane e Riformate hanno preso con massima serietà la regalità di Cristo per quanto riguarda il governo della chiesa. Esse sono state convinte che in gioco nelle controversie riguardanti il corretto governo della chiesa vi è il regno di Dio. La convinzione Riformata che, per quanto riguarda il governo della chiesa, la chiesa è il regno di Dio, ha prodotto martiri. Al tempo della Riforma, schiere di migliaia di Cristiani Riformati sono morti sotto le mani della Chiesa Cattolica Romana e i suoi alleati politici, in Olanda, Francia, ed altri paesi, per essersi rifiutati di sottomettersi all’autorità gerarchica del papa. Nel diciassettesimo secolo, molti Presbiteriani scozzesi sono morti perché non permisero al re di Inghilterra e al suo arcivescovo di introdursi nel governo presbiteriano della chiesa Presbiteriana in Scozia.
Il punto, per questi santi, era come dicono i Presbiteriani scozzesi: “i diritti della corona del re Gesù.” Il punto era i diritti della corona del re Gesù nella chiesa. Il punto era la chiesa in quanto regno di Dio.
L’importanza che il governo della chiesa ha, in quanto aspetto del regno di Dio, nel pensiero delle chiese Riformate è apparente nell’Articolo 28 dell’Ordine di Chiesa delle Chiese Protestanti Riformate. Anche se l’articolo riconosce che il concistoro può reclamare la protezione delle autorità per il possedimento della loro proprietà e la pace e l’ordine dei loro incontri, avverte che il concistoro “non può mai permettere che il governo regale di Cristo sopra la Sua chiesa sia minimamente usurpato.”
Questo avvertimento è tempestivo. Gli stati anticristiani, totalitari, considerano la chiesa come l’ultima e più pericolosa minaccia al loro potere assoluto. Essi cercano di riportare la chiesa all’ordine, e così assorbirla nel regno di Satana, tentandola o terrorizzandola a sottomettersi alla volontà signorile dello stato piuttosto che alla volontà del Signore Gesù. Il giorno non è molto lontano nell’Occidente nominalmente Cristiano in cui il governo civile pretenderà che la chiesa dia “uguali diritti” alle donne decretando la loro ordinazione agli uffici speciali e che la chiesa cessi i suoi “crimini di odio” nel condannare l’omosessualità e nel disciplinare omosessuali impenitenti. La penalità, come indica l’Articolo 28 dell’Ordine di Chiesa delle CPR, sarà la confisca della proprietà della chiesa e la rottura della pace e dell’ordine dei suoi incontri.
Il punto in questione sarà il regno di Dio.
La chiesa è una nazione, o regno (I Pietro 2:9). Essa è una nazione sovrana. Essa non permette alcuna ingerenza nel suo governo da parte di qualsiasi altro regno, o nazione. Permettere all’autorità, o a qualche principe terreno, da parte di un concistoro o un sinodo, di prevalere sull’autorità di Cristo nella congregazione o denominazione è tradimento. Le chiese tedesche furono colpevoli di questo negli anni ’30 e ’40 del 1900, quando esse permisero vigliaccamente ad Hitler di governare nelle chiese. Esse abbassarono la bandiera del regno di Dio ed issarono la bandiera del Terzo Reich. Le chiese nel Concilio Mondiale delle Chiese hanno similmente capitolato alle tirannie Comuniste.
Concepire la Chiesa in Quanto Regno
Ma la verità che la Chiesa è il regno di Dio ha applicazione su molto di più che solo il governo della chiesa. L’intera dottrina della chiesa può e deve essere vista alla luce del regno di Dio. Che la chiesa sia il regno ha implicazioni su ogni aspetto della sua vita ed opera. Secondo me ciò non è stato sufficientemente sviluppato nel nostro mezzo. Noi abbiamo sviluppato la dottrina della chiesa quale corpo e sposa di Cristo. Abbiamo sviluppato la verità del patto e la sua relazione alla chiesa. Ma per quanto riguarda il regno di Dio, in particolare la relazione del regno e la chiesa, siamo mancanti.
I teologi Riformati hanno provato che la chiesa è l’adempimento, la realtà neotestamentaria, dell’Israele dell’Antico Testamento. L’opera di O. T. Allis, Profezia e la Chiesa, viene immediatamente alla mente. Dunque, i teologi hanno provato che la chiesa è il regno. E le persone Riformate comprendono questo. Esse non stanno sognando il “sogno giudaico,” di un futuro regno carnale di Giudei in Palestina (dispensazionalismo premilleniale), o un futuro regno terrestre di Presbiteriani che hanno ed esercitano potere politico assoluto in Nord America e perfino su tutto il mondo (Ricostruzionismo Cristiano postmilleniale).
Ma i teologi Riformati non hanno sviluppato in modo completo, alla luce della Sacra Scrittura, a cosa assomiglia la chiesa nel regno milleniale di Dio. Essi non hanno lasciato splendere la luce del regno su ogni aspetto dell’esistenza della chiesa ed ogni dettaglio della sua attività ed opera. Il risultato è che in qualche misura la chiesa stessa non vive nella coscienza che essa è il regno di Dio, il glorioso, potente, prosperoso, pacifico regno di Dio in Gesù Cristo, il regno del Salmo 72. In qualche misura, la chiesa stessa non opera nella vivente coscienza che la sua opera è l’aggressivo mantenimento ed estensione di se stessa nel mondo per mezzo del regno del Padre di Gesù Cristo, la venuta del regno della seconda petizione della preghiera modello. In qualche misura, la chiesa non combatte le sue battaglie nella coscienza che essa è l’esercito di Dio Onnipotente, “terribile come un’armata con bandiere” (Canzone di Salomone 6:4), la realtà dell’armata di Davide coi suoi potenti uomini.
I nostri ministri dovrebbero fare un tale studio della chiesa quale il regno. Un modo di farlo è predicare dal Catechismo di Heidelberg dal punto di vista del regno di Dio con speciale enfasi sulla natura di regno della chiesa.
Può ben essere che la popolarità degli errori milleniali che stanno affliggendo le chiese Protestanti da 200 anni è in parte dovuta alla debolezza della chiesa sulla dottrina del regno. Entrambe le forme di millenialismo, postmillenialismo come premillenialismo, non sono tanto un falso insegnamento riguardante le ultime cose quanto piuttosto riguardante il regno Messianico di Dio. Spesso, l’insorgere di errori dottrinali nella chiesa è indicativo del fallimento da parte della chiesa di afferrare o di fare giustizia alla verità che è in questione.
Qualsiasi sia la causa della popolarità degli errori milleniali, il proposito di Dio per essi in quanto seri errori dottrinali, false dottrine, è che essi fanno sì che la Sua chiesa esamini più completamente, e sviluppi più pienamente, e confessi più chiaramente la verità che questi errori sovvertono, ovvero la verità del regno.
Aspetti della Chiesa in Quanto Regno
Senza cercare di essere esaustivi, suggerisco che concepire e presentare la chiesa come regno sarà fruttuoso per altri insegnamenti che sono grandiosi in se stessi e di cui vi è urgente bisogno nelle chiese Riformate di oggi. Se la chiesa è il regno, Gesù Cristo è l’assoluto sovrano della chiesa. Il capo della chiesa è re. In quanto sovrano, Lui soltanto stabilisce, mantiene e perfeziona il regno. In quando sovrano, Egli soltanto fa e preserva i cittadini. In quanto sovrano, Egli soltanto determina la vita ed il comportamento di chiesa e membro individuale. In una buona ed antiquata monarchia, la vita del reame e la vita di ogni cittadino sono semplicemente una questione di essere governati. Ciò che il reame potrebbe gradire e cosa potrebbe volere il cittadino è irrilevante. La volontà del re è tutto. Ed il re della chiesa è Dio eterno nella carne. “Dove è la parola di un re, lì è il potere, e chi può dirgli: ‘Che fai’?” (Ecclesiaste 8:4).
Se la chiesa è il regno, vi è e deve esservi disciplina. Coloro che sono flagrantemente ed impenitentemente ribelli e disubbidienti devono essere scomunicati. Non vi è posto nel regno per loro. Lasciarli rimanere lì sarebbe mettere a rischio il regno. Ma vi deve essere anche ordine, adorazione prescritta, corretta, una sola fede, un modo di vita definito per tutti i cittadini, cooperazione tra i cittadini, rispetto per i costumi e le tradizioni, e la preparazione dei giovani a riverire il re, amare il regno e vivere la vita del regno.
Che disordine la vita di molte chiese al giorno d’oggi! Crassi e pubblici peccatori sono i cittadini che le conducono. I membri credono e fanno ciò che gli piace. Molti non frequentano nemmeno in modo regolare e diligente i servizi di adorazione nel Giorno del Signore. E la chiesa lo tollera! Che regno! Le chiese assomigliano ad Israele al tempo dei giudici, quando ognuno faceva ciò che era giusto ai suoi occhi, perchè non vi era re in Israele.
Se la chiesa è il regno, la chiesa deve essere condotta dall’urgenza di espandere il territorio, di far pressione con le pretese del re in modo più ampio, di aizzare le bandiere del regno di Dio su tutte le nazioni. Queste sono le missioni e la testimonianza della chiesa, ma sono missioni di regno. Ciò fa una differenza, perché preserva le missione dal diventare uno sforzo sentimentale di salvare anime per Gesù, che invariabilmente corrompe il messaggio negli interessi di ottenere più anime e così risulta in nessuna anima. Una chiesa che conosce se stessa come il regno di Dio sarà motivata a glorificare Dio nelle missioni. Questa chiesa non annacquerà il messaggio del vangelo della gloria della grazia di Dio in Gesù Cristo, molto meno metterà insieme un nuovo messaggio che risponde più ai gusti del tempo e della cultura contemporanea.
Le missioni di regno non trascureranno, poi, quell’aspetto del Grande Mandato che è ampiamente ignorato oggi: “insegnando loro ad osservare tutte le cose che Io vi ho comandato” (Matteo 28:20). Entrare nel regno deve essere seguito da una vita nel regno di ubbidienza a tutti i comandamenti di Cristo.
Se la chiesa è il regno, essa deve conoscere se stessa come una forza combattiva, un’armata che confronta i nemici, demolisce le fortezze, e perfino che distrugge i nemici. I regni sono in guerra nella storia. Tanto quanto nell’Antico Testamento, il regno di Cristo nel tempo del nuovo patto è mandato da Dio a fare battaglia contro le schiere di diavoli, le chiese apostate, e il mondo dei reprobi, empi uomini e donne. “Il Signore alla tua destra colpirà re nel giorno della sua ira. Egli giudicherà tra i pagani, egli riempirà i luoghi di corpi morti, egli ferità i capi di molti paesi” (Salmo 110:5-6).
Quanto è deplorato e rigettato tutto questo in gran parte delle chiese oggi! Quanto in pericolo di essere perduto oggi perfino nelle chiese più fedeli! Amore, tolleranza, amicizia, dolcezza, ed essere gentili sono i soli attributi della chiesa! Il risultato è che il regno delle tenebre, “le porte dell’inferno,” si stanno rivoltando contro queste chiese indifese con un attacco spirituale.
Ma che diremo se la chiesa è il regno di Dio, la realtà neotestamentaria del regno guerreggiante di Davide, il regno il cui re è il re dei re di Rivelazione 19:11 e a seguire? In che modo questo farà una differenza nel pulpito, nelle decisioni del concistoro e nel sinodo, nelle letture e negli scritti dei professori di teologia, e nella testimonianza dei membri?