Ron Hanko
Nel parlare dell’attività della fede, noi crediamo che la fede includa conoscere. Vi è sempre stato chi desidera separare la fede dalla conoscenza e concepire la fede come “cieca” accettazione o fiducia. Ciò è cosa comune specialmente ai giorni nostri.
Il Cattolicesimo Romano ha sempre insegnato che fede e conoscenza possono essere separate, specialmente nel suo insegnamento riguardante la fede implicita (fede senza alcun contenuto intellettuale). Questa, secondo Roma, è la fede di molte o della maggior parte delle persone comuni che non ricoprono uffici ecclesiastici.
Anche il modernismo e la neo-ortodossia insegnano questo, come anche i carismatici ed altri movimenti antiintellettuali. Essi in realtà non negano che la fede includa conoscenza, ma separano fede e conoscenza col denigrare e parlare sprezzantemente della dottrina e dell’insegnamento.
Tristemente, questa inclinazione si trova anche tra alcuni teologi ed insegnanti Riformati. Anche loro non negano esplicitamente che la fede sia conoscenza, ma alla fine questo è ciò che fanno, tuttavia, quando promuovono paradossi e contraddizioni come parte della loro teologia. Queste sono le persone che dicono che Dio ama tutti gli uomini nella predicazione del vangelo ma che non ama tutti gli uomini nell’elezione; che Egli vuole salvare tutti gli uomini secondo la Sua volontà rivelata ma non vuole salvare tutti gli uomini secondo la Sua volontà segreta; e che Egli offre la salvezza in modo sincero a tutti, e tuttavia non ha determinato di dare a tutti la fede. Un tal modo di parlare è irrazionale ed antiintellettuale. Nessuno può capire tali contraddizioni. Esse possono soltanto essere accettate implicitamente, e la fede quindi diviene un salto nel buio, non qualcosa che ha a che fare con la conoscenza!
Questa opposizione alla conoscenza e alla dottrina è contraria anche alla Scrittura. In Giovanni 17:3 Gesu’ definisce la fede salvifica come “conoscere” Dio e Gesu’ Cristo che Dio ha mandato. Questa conoscenza, Gesu’ dice, è vita eterna, non meramente confidare, ma conoscere.
In II Timoteo 1:12 Paolo parla della sua fede come “persuasione,” ma egli dice che egli è persuaso perchè prima egli conosce. In verità, è imposibile essere persuasi che Gesu’ Cristo è in grado di preservarci a meno che non conosciamo prima che Egli è l’unigenito Figlio di Dio, Colui che viene nella carne, che soffrì e morì sulla croce per i nostri peccati.
Non possiamo disprezzare la conoscenza. Da se stessa essa non reca profitto, deve esservi anche fiducia. Ma la Scrittura rende chiaro che la conoscenza è tuttavia una buona cosa. In II Corinzi 4:6-7 “la luce della conoscenza della gloria di Dio nel volto di Gesu’ Cristo” è chiamata il nostro tesoro (vedasi anche Luca 1:77; Efesini 1:17; Efesini 4:13; Filippesi 3:8; Colossesi 2:3; II Pietro 1:2-3). Non vi è fiducia nel non conoscere.
La fede senza conoscenza è veramente un salto nel buio. Ma Dio non è nelle tenebre. Egli dimora nella luce. Nè il nostro Signore Gesu’ Cristo deve essere trovato mediante un salto nel buio. Egli è la Luce del Mondo, e per credere in Lui dobbiamo venire alla luce. Quella luce è la luce della conoscenza della gloria di Dio nel volto di Gesu’ Cristo (II Corinzi 4:6).
(“Faith and Knowledge,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 194-195)