Ron Hanko
Il giudizio finale è l’evento che conclude la storia di questo mondo presente ed introduce il regno eterno di Cristo. La Scrittura, quindi, ha molto da dire a riguardo del giorno del giudizio.
Questo giudizio, siccome è un unico giorno ed un unico evento, sarà universale. Tutti gli uomini, gli angeli, e i diavoli, appariranno davanti a Dio per ricevere da Lui la redarguizione della grazia o dell’ingiustizia, e la riceveranno nel corpo in cui sono vissuti ed hanno agito ingiustamente o giustamente.
L’universalità del giudizio è chiaramente insegnata nella Scrittura. Tutti saranno giudicati (Matteo 16:27; Matteo 25:31-32; Giovanni 5:28-29; Romani 2:5-6; II Corinzi 5:10; Apocalisse 20:11-14; Apocalisse 22:12). Se vi sono alcune eccezioni esse sono la bestia, il falso profeta, ed il diavolo, che sembra siano gettati nel lago di fuoco senza giudizio, perché la loro malvagità è già pienamente manifesta (Apocalisse 19:20; Apocalisse 20:10).
Questo giudizio sarà secondo le opere (I Corinzi 3:13-15; I Pietro 1:17; Apocalisse 2:23; Apocalisse 20:12-13), anche se non a motivo delle opere. Se fosse a motivo delle opere, ciò renderebbe il merito la base del giudizio, e su quella base nessuno potrebbe sostenerlo. Nel giudizio le opere di ogni persona mostreranno se è in Cristo o meno. Le sue opere saranno la prova o della sua giustificazione davanti a Dio (Giacomo 2:14-20) o della sua ingiustizia e demerito.
Secondo quelle opere, quindi, ognuno riceverà una redarguizione appropriata—o di opere, che sarà dannazione eterna, o di grazia, che sarà vita eterna (Matteo 16:27; Romani 4:4; Apocalisse 22:12). Questa redarguizione rivelerà la giustizia di Dio nella condanna e dannazione degli empi e la grandezza della Sua grazia al Suo popolo.
Questo giudizio e redarguizione è l’opera di Cristo. A Lui il Padre ha dato tutto il giudizio (Giovanni 5:26-27; Apocalisse 22:12-13). Ciò è necessario, poiché tutti, giusti ed empi, devono essere giudicati in relazione a Cristo. E’ Lui che gli empi hanno crocifisso e ucciso (Ebrei 6:4-6; Apocalisse 1:7). E’ Lui che ha provveduto una giustizia giustificante per i Suoi.
A Lui appartiene il libro della vita. Quel libro (Luca 10:20) garantisce la salvezza di coloro che il Padre ha dato a Cristo. E’ da quel libro che qualcuno riceve non quanto ha meritato, ma grazia su grazia.
Per il credente, quindi, il giorno del giudizio non è un giorno di terrore, ma l’oggetto della sua speranza e desiderio. Nonostante il fatto che anche lui deve essere giudicato, la sua fiducia è in Cristo e nella giustizia di Cristo.
Di certo vi è grande speranza per i credenti nel giudizio. Cristo, che è il loro Signore, il loro Fratello Maggiore, e il loro Redentore, sarà Colui che siede come loro Giudice, e quando essi appaiono in giudizio, appariranno come persone che sono in Lui: risuscitate e glorificate con Lui. Il fatto che la risurrezione precede il giudizio significa che quando i credenti appariranno davanti alla sede giudiziale di Cristo, saranno già simili a Lui (I Giovanni 3:2). I loro vili corpi saranno stati già mutati a somiglianza del Suo glorioso corpo (Filippesi 3:21). Quale conforto e quale base per la nostra speranza! Noi confidiamo che sia anche la tua.
(“The Judgment,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 326-327)