Ron Hanko
Cos’è la giustificazione? Tristemente, vi sono pochi oggi che sanno cosa significa questa parola, e ancora meno sono quelli che conoscono la beatitudine dei giustificati, anche se la dottrina della giustificazione è uno dei fondamentali della fede Cristiana.
Per comprendere cosa sia la giustificazione dovremmo sapere, primo, che il suo sinonimo è giustizia. Essere giustificati ed essere giusti sono la stessissima cosa.
Secondo, dovremmo capire che la giustificazione è un termine legale. Nella giustificazione abbiamo a che fare con Dio come Giudice (Ebrei 4:13). La giustificazione è una sentenza del Giudice supremo, sentenza alla quale non c’è appello (Giobbe 40:8).
Terzo, la giustificazione quindi include il nostro status legale (condizione, stato): il nostro star davanti alla legge e davanti a Dio (Salmo 130:3). Questo status o condizione legale determina se godremo di certi diritti e privilegi, o se saremo puniti.
Quando un giudice emette una sentenza vi sono soltanto due possibili “condizioni:” colpevole o innocente, ingiusto o giusto. Nella giustificazione dei peccatori, Dio come Giudice li dichiara innocenti di qualsiasi misfatto o crimine (Numeri 23:21; II Corinzi 5:19).
La meraviglia della giustificazione è che i peccatori sono trovati innocenti da Dio. I giustificati hanno commesso e commettono ogni sorta di peccato, e commettono i loro peccati contro il Giudice Stesso (Salmo 51:4; Romani 5:18, 21).
La sentenza con la quale Dio li giustifica è come le leggi dei Medi e dei Persiani: non può essere alterata, perché Dio non cambia. Tuttavia Dio non mente nell’emettere una tale sentenza a loro riguardo (Numero 23:19). La sua sentenza è vera e giusta.
Ciò vuol dire che il peccatore non può essere giustificato e trovato innocente davanti a Dio a motivo della sua propria dignità o opere (Romani 3:28; Romani 4:6). La causa della giustificazione—e vi deve essere una causa—è la perfetta ubbidienza di Gesù Cristo e la Sua sofferenza e morte.
Gesù si trova in funzione di sostituto per coloro che il Padre Gli ha dato. La Sua sofferenza e morte sono la punizione per i loro peccati (Isaia 53:5), e per la Sua perfetta ubbidienza Egli fa restituzione, “ristorando ciò che egli non portò via” (Salmo 69:4).
Si pensi ad un ladro che deve espiare per il suo crimine, non soltanto essendo punito, ma ripagando quanto è stato rubato. Cristo non soltanto soffre la punizione per i nostri crimini, ma ripaga anche Dio del debito di ubbidire in un modo che Lo glorifichi, debito che noi non abbiamo pagato.
Cristo fa tutto questo per i Suoi. La Sua ubbidienza, sofferenza, e morte, sono messe sul loro “conto,” o, come dice la Scrittura, sono “imputate” loro (II Corinzi 5:19), così che davanti a Dio è come se non avessero mai peccato o commesso veri e propri peccati.
Che cosa meravigliosa è, quindi, essere giustificati. Niente può essere paragonato al conoscere che “non vi è nessuna condanna” per noi davanti a Dio. Tutte le altre benedizioni e privilegi, ed il loro godimento, dipendono da questo. Come dice Paolo: “Io ho sofferto la perdita di tutte le cose, e le ritengo nient’altro che escrementi, che così possa guadagnare Cristo, ed essere trovato in lui, non avendo la mia propria giustizia, che è dalla legge, ma quella che è attraverso la fede di Cristo, la giustizia che è da Dio per fede” (Filippesi 3:8-9).
(“Justification,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 197-198)