Michael Kimmitt
(Traduzione italiana di: Francesco De Lucia)
Introduzione
Questo opuscolo espone la posizione Riformata sul battesimo. E’ una versione edita di materiale che originalmente è apparso sul “British Reformed Journal” numeri 6-10, 14 e 15. E’ essenzialmente uno studio biblico, anche se ho tratto spunti da un numero di commentatori e teologi. Invece di basare la mia posizione su pochi “testi prova”, ho cercato di considerare ogni occorrenza in cui compaiono le cinque parole correlate al battesimo nel Nuovo Testamento.
Sarebbe assurdo per qualsiasi Protestante avocare a sé infallibilità. Siamo creature cadute, e questo ha conseguenze sulle nostre menti come su ogni altra cosa. Se il lettore dovesse notare qualcosa che mi è sfuggita in questa trattazione è pregato di farmelo sapere. Qualsiasi aggiunta, commento o correzione è sempre benvenuta; e se le critiche non sono mai molto ben accette, possono, tuttavia, essere in alto grado necessarie. Noi dovremmo sempre essere disposti ad essere come i Bereani che investigavano le Scritture per vedere se le cose che Paolo predicava erano vere.
Plas Gwyn
Trelawnyd
Agosto 1997
Indice
I Battesimi di Giovanni
Il Battesimo nel resto dei Vangeli
Il Battesimo negli Atti degli Apostoli
Il Battesimo nelle Epistole e nell’Apocalisse
Battesimo
“Perché Cristo non mi ha mandato a battezzare, ma a predicare il vangelo …”
Introduzione
La Teologia Sistematica è quella disciplina che, ricavando informazioni fornite dalla Teologia Biblica, Esegetica e Storica, cerca di intrecciarle in un tutto comprensivo di ognuna d’esse, per poi essere applicata in Teologia Pratica. Potremmo paragonarla ad un enorme albero che cresce sul basamento della Scrittura. Il tronco è la Teologia propriamente detta, cioè quanto impariamo su Dio; e quindi le ramificazioni principali sono in genere: l’Antropologia, la dottrina dell’uomo, la Cristologia, la dottrina di Cristo, la Soteriologia, la dottrina della salvezza, l’Ecclesiologia, la dottrina della chiesa, e l’Escatologia, la dottrina della fine dei tempi.
La branchia che a noi qui interessa è quella che riguarda la chiesa, e si divide in ulteriori varie ramificazioni: Idea, Attributi, Governo, ecc. Quella che vogliamo analizzare riguarda i Mezzi di Grazia, la quale a sua volta si suddivide in Preghiera, Predicazione e Sacramenti. L’ultima sottosezione di essa, quella dei Sacramenti, si divide ulteriormente in Battesimo e Cena del Signore, e noi considereremo il primo di questi due.
Ora, il proposito di questa introduzione abbastanza complicata è quello di cercare di inculcare un senso di proporzione nella materia che andremo a trattare. Paragonandola al tutto, ci accorgiamo di stare trattando una materia che può considerarsi minore. La citazione di Paolo, all’inizio di questo articolo, è motivo di triste perplessità per i Sacramentalisti. E’ davvero interessante notare che del gruppo di parole usate riguardo alla dottrina del battesimo ci sono soltanto venti riferimenti nelle Epistole e nell’Apocalisse, cinque dei quali si trovano in I Corinzi che abbiamo già citato, e di cui almeno altri cinque non trattano affatto il battesimo!
In breve, questo soggetto non occupa nella Scrittura il posto che troppo spesso ha nei nostri dibattiti ecclesiastici. Un’ampia denominazione lo considera così importante da permettere divisioni e la proliferazione di chiese battiste. E così, recentemente, abbiamo assistito all’assurdo spettacolo di un Presidente dell’Unione Battista, che da un lato negava la dottrina fondamentale della divinità di Cristo, mentre dall’altra sosteneva presumibilmente la posizione che solo l’immersione rende valido il battesimo.
In ogni caso ci si accorgerà spesso che il problema di ciò che costituisce il battesimo rivela un’ intero complesso teologico ad esso correlato, e per questo naturalmente vi sono importanti conseguenze pratiche. Una persona in età giovanile, ad esempio, allevata in una chiesa Riformata, va all’università, trova che solo la chiesa locale evangelica battista predica un vangelo preciso, ma è esposta a critiche sulla pratica dell’ “aspergere gli infanti” ed è persuasa da un certo tipo di tendenziosa esegesi a farsi ribattezzare per immersione.
E così, a rischio di cadere semplicemente nella medesima trappola di esagerarne il posto che occupa in teologia, elevandolo al di sopra di quello che occupa nella Scrittura, cerchiamo di presentare la posizione riformata, e biblica, sul Battesimo. Al presente scrittore ciò sembra possa essere convenientemente fatto presentando la dottrina in termini di: Significato, Modo, e Soggetti del Battesimo.
Il Significato del Battesimo
“Andate dunque, e fate discepoli … battezzandoli …” Matteo 28:19.
“Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.” Marco 1:8.
Una varietà di significati è associata al battesimo nella Scrittura e nelle Confessioni Riformate. In ogni caso, per i nostri propositi sarà sufficiente concentrarci su tre di essi.
Primo, esso è associato, in modo auto-evidente, sia nella Scrittura che nella pratica, alla professione del Cristianesimo. Ciò è asserito nel primo dei testi sopra menzionati. Un Cristiano è uno che è stato battezzato nel nome della Trinità, ed incidentalmente quelli che non sono stati mai battezzati non hanno diritto a questo nome. Naturalmente, molto del Cristianesimo professato non ha quasi nessuna base, o è dottrinalmente molto discutibile. Nonostante questo, ciò che divide il mondo cristiano da quello musulmano o indù è questo: le persone interessate sono state battezzate. Io suggerisco anche che ciò ci conduce all’importante punto pratico che, quando noi approcciamo persone battezzate, facciamo così sulla base della loro professione di fede, mentre cerchiamo di spiegare loro “la via di Dio più accuratamente.”
Rivolgendoci al secondo testo sopra citato, notiamo che anche se c’è un solo battesimo, Efesini 4, tuttavia nell’insegnamento di Giovanni ci sono presentati due aspetti d’esso, che potremmo chiamare il “rituale” ed il “reale.” Il primo si riferisce all’attività fisica a cui il discepolo è sottoposto: il rituale; il secondo alla “realtà” che il rituale indica. E’ importante avere in mente entrambi questi concetti, perché fallire nel fare una distinzione tra essi può condurci ad attribuire ad un aspetto una Scrittura che in realtà si riferisce all’altro.
Secondo, la Scrittura associa il battesimo ad un detergente. Proprio come mettiamo a lavare un capo sporco, così l’uso dell’acqua in questo caso indica una pulitura, e, con abbastanza chiarezza, la ripulitura dai nostri peccati, naturalmente non intesa ex opere operato (cioè attraverso il mero rito battesimale) ma riconoscendo che questo è quanto avviene nella conversione. E così vediamo persone che vanno a Giovanni Battista, ed erano “battezzate da lui nel Giordano, confessando i loro peccati.” Allo stesso modo troviamo Anania che dice a Paolo: “Alzati e sii battezzato, e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore.”
Terzo, quanto è più importante, il Battesimo raffigura la nostra unione con Cristo. Questo è il punto che si trova alla base della seconda parte del nostro testo, che parla del “Battesimo con lo Spirito Santo.” Ciò è ben illustrato in I Corinzi 12:13: “Ora noi tutti siamo stati battezzati con uno Spirito nel medesimo corpo, sia Giudei che Greci, sia schiavi che liberi, e siamo stati tutti abbeverati con un medesimo Spirito.”
Obiezioni
A questo punto dobbiamo cercare di trattare due obiezioni. I Carismatici ed i Pentecostali in modo generale, contenderanno che il testo di Giovanni il Battista indica un processo in due stadi o fasi: prima la conversione, simbolizzata dal battesimo in acqua, e poi una seconda e susseguente fase, quella del “Battesimo con lo Spirito!” In ogni caso è chiaro che non c’è supporto per questa visione nelle Epistole, ed anzi il contrario di essa è affermato in I Corinzi 12, appena citato. Nel caso di Cornelio e dei suoi parenti ed amici, noi vediamo che la parola è predicata, lo Spirito Santo converte, ed essi sono quindi battezzati con acqua. Abbiamo qui entrambi: il rituale esterno e la realtà interna.
Un argomento più persuasivo sembra provenire dai Battisti che affermano, quotando August Strong: “La verità centrale raffigurata dal battesimo è la morte e risurrezione di Cristo, e la nostra propria morte e risurrezione, in quanto ad essa connesse.” E’ chiaro che egli congiunge questo con l’idea che solo l’immersione esprime questo adeguatamente.
A ciò si può rispondere, in primo luogo, che la verità della morte di Cristo è sicuramente raffigurata nella Cena del Signore, e in secondo luogo che la Sua risurrezione è celebrata in ogni chiesa cristiana col fatto che ci incontriamo ogni domenica, il giorno della Sua risurrezione, che ha rimpiazzato l’antico sabato ebraico.
Inevitabilmente, si fa riferimento a Romani 6: “seppelliti con Lui nel battesimo nella morte,” ma il punto è che qui Paolo non stava discutendo il battesimo in quanto tale. Egli sta cercando di confutare l’argomento antinomiano contro una libera giustificazione, e per fare questo enfatizza il fatto che siamo seppelliti, risuscitati, piantati, crocifissi con Lui, in breve: che siamo uniti a Cristo. Ciò che è qui in vista non è l’acqua del battesimo, ma l’azione dello Spirito Santo che ci ha posti in unione col nostro benedetto Redentore. In un passaggio parallelo, Colossesi 2, siamo detti essere stati circoncisi con lui. E’ chiaro quindi che non sono gli aspetti fisici, ma quelli spirituali ad essere posti sotto la nostra attenzione. Enfatizzare un aspetto a discapito del significato generale è esegesi povera, ma comune.
Inoltre, siamo facilmente ingannati dall’esperienza che forse abbiamo di seppellimenti in cui la bara è calata nella tomba scavata nel terreno, e quindi la promessa della risurrezione si configurerebbe come l’uscire dal terreno; ma il nostro Signore fu posto in una tomba in un giardino, presumibilmente su una mensola. Non c’era niente che corrispondeva all’immagine dell’immersione battista.
Nel concludere questa discussione sul Significato del Battesimo desidero attirare l’attenzione sul modo in cui l’opera dello Spirito è rappresentata. Egli è detto essersi “posato su ognuno,” essere “caduto su,” essere stato “sparso su,” ecc. Il significato di queste rappresentazioni apparirà in seguito.
Il Modo del Battesimo
“Or in quei giorni venne Giovanni Battista, che predicava nel deserto della Giudea … Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la regione adiacente il Giordano accorrevano a lui, ed erano battezzati da lui nel Giordano, confessando i loro peccati.” Matteo 3:1, 5, 6
Introduzione
Nella sezione precedente è stato suggerito che la posizione riformata e biblica potrebbe essere molto convenientemente trattata in termini di Significato, Modo e Soggetti del Battesimo. Avendo introdotto il soggetto in modo generale, ed avendo trattato il primo punto, ora consideriamo il secondo e controverso punto.
E’ un fatto curioso che il Nuovo Testamento non ci dice come era amministrato il battesimo! Dopo tutto, a quel tempo ognuno lo sapeva per esperienza. Ma questo fatto dovrebbe allertarci a farci comprendere: primo, la sua relativamente poca importanza, e secondo, il fatto che questo soggetto possa preoccuparci molto suggerisce che riguardo a questo non abbiamo la mente di Cristo. Egli ci ha resi liberi (alleluia!), e noi dovremmo essere molto cauti riguardo a qualsiasi tendenza a ritornare sotto un giogo di schiavitù.
Dopo tutto, un rito che deve essere amministrato a giovani ed anziani, a persone in salute, malate, o in extremis, nei deserti, ai tropici, nella tundra e all’Artico, come in climi temperati, può difficilmente essere vincolato soltanto ad un solo modo d’amministrazione!
Infatti noi potremmo semplicemente concludere le nostre considerazioni qui, e sospetto che, qualora lo facessimo realmente, saremmo in sintonia col pensiero del Nuovo Testamento, non fosse per il fatto che, non solo chiese battiste, ma un crescente numero di chiese evangeliche, persistono nell’asserire che solo l’immersione totale (vestiti e usualmente all’indietro!) costituisce il battesimo. Prendiamo un esempio dalla letteratura sottomano pubblicata ultimamente: “L’amministrazione del battesimo … sarà per totale immersione nell’acqua, Matteo 3:5, 6, 13, 16, Giovanni 3:32, Atti 8:38, 39, Romani 6:3, 4.”
Va senza dire che i testi-prova non provano il punto, ma di ciò parleremo tra non molto.
Come deve essere risolta dunque la questione? Chiaramente, la risposta è nella Scrittura ispirata, che è “utile a insegnare, a convincere, a correggere e a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni buona opera.”
L’approccio usato è stato quello scientifico: ottenere tutte le informazioni disponibili e poi costruire una teologia che rende giustizia a tutti i dati. Per questo scopo ogni testo che fa menzione del battesimo nel Nuovo Testamento è stato esaminato e classificato.1 Ciò sembra condurre a conclusioni abbastanza chiare, e io posso soltanto incoraggiare chiunque che si desse pensiero intorno a questo argomento, di seguire lo stesso percorso. Quanto segue è semplicemente un sommario.
Battesimo e suoi affini
Ci sono cinque parole nel Nuovo Testamento riguardanti il battesimo e può essere d’aiuto a questo punto semplicemente farne una lista:
baptίzw ………………………… Baptìzo …………………… Battezzare …………………….. 80
bάptisma ………………………. Bàptisma …………………. Battesimo ……………………… 22
baptismόV …………………….. Baptismòs ………………… Lavaggio ……………………….. 4
baptistήV ……………………… Baptistès …………………. Battezzatore° ……………………14
bάptw …………………………… Bàpto …………………… Immergere o Tingere …………… 3
°ad es. Giovanni il Battista
Nella prima colonna c’è la parola greca che è poi traslitterata nella seconda; la terza colonna ci fornisce la traduzione, e la colonna finale il numero approssimativo in cui è usata nel Nuovo Testamento. Non è necessario conoscere il greco per essere in grado di vedere che in molti casi le parole sono semplicemente trasportate nel nostro linguaggio. Nella provvidenza di Dio i traduttori della versione latina semplicemente usarono le parole originali che sono state poi a loro volta italianizzate nelle nostre versioni.
I Battesimi di Giovanni
Quando pensiamo all’opera di Giovanni il Battezzatore, forse viene quasi spontaneo immaginarlo, anche a motivo delle fotografie di attività missionarie, come un’ austera figura in piedi nel Giordano, con forse quattro o cinque figure di fronte a lui che aspettano di essere immerse. In ogni caso io suggerisco che abbiamo bisogno di chiederci due cose:
Quante persone battezzò Giovanni?
Quanto durò il suo ministero?
Potremmo avvertire di non saperlo, ma in ogni caso possiamo almeno fare qualche stima.
Leggendo le narrative del Vangelo ciò che scopriamo è che sotto il ministero di Giovanni si sta verificando un grande risveglio religioso. farisei, sadducei, esattori di tasse e soldati, come anche le persone comuni, sono tutti mossi dalla sua predicazione, e vanno a lui per essere battezzati. A quel tempo, la popolazione di Gerusalemme è stimata essere tra 200.000 e 250.000 persone. Nelle società agricole forse solo qualcosa come il 10% non è impegnata in attività agricole, e così quando leggiamo di “Gerusalemme, tutta la Giudea, e tutta la regione circostante al Giordano” ciò può suggerirci una popolazione di circa 2 milioni di persone. Concedendo che la parola “tutta” non si riferisce ad ogni singolo individuo, tuttavia possiamo legittimamente stimare che la risposta alla nostra prima domanda sia: intorno ad 1 milione di persone.
Ora, noi sappiamo che Giovanni era sei mesi più grande del nostro Signore e da Luca 3:23 che Gesù aveva circa trent’anni quando iniziò il Suo ministero; Giovanni, a quel tempo, aveva circa la stessa età, che sembra fosse l’età comune per l’inizio del ministero di un sacerdote. Dopo un certo periodo Cristo viene per essere battezzato e quindi entra nel Suo ministero. Giovanni quindi diminuisce, è imprigionato e finalmente eseguito a morte. La sua opera probabilmente non durò più di un anno.
Torniamo ora indietro al Giordano e a quella serie di figure. Supponiamo che invece di quattro o cinque figure sia presente una continua fila di persone. Quanto ci vorrà per immergere ognuno di loro? Forse un minuto? Dopo 50 minuti si adagia sulla riva, si riposa per qualche minuto e ritorna al suo lavoro. Dopo quattro ore ne ha immersi 200, ed è completamente esausto. Poi ricomincia il giorno seguente, e dopo 5 giorni ne ha battezzati 1000. Ce ne sono ancora 999.000! Quanto a lungo vogliamo supporre che carne e sangue possono sostenere una tale attività?
Non potremmo a questo punto ascoltare qualche Scrittura? “Purificami con issopo, e sarò mondo; lavami, e sarò più bianco della neve.” “Spanderò quindi su di voi acqua pura e sarete puri.” Che bisogno c’è di eccitarsi così tanto per questa immersione? Quanto è appropriato che uno che proviene da una linea sacerdotale usasse quelle aspersioni e quei lavaggi in uso nell’Antico Testamento che puntano tutte avanti al “togliere via i peccati del mondo!”
La matematica è una scienza meravigliosa, è l’unica scienza esatta che abbiamo. Noi la applichiamo ai dati di due millenni, ed essa dimostra incontrovertibilmente che qualsiasi cosa gli scrittori del vangelo volessero dire quando parlarono del battesimo di Giovanni non potettero voler dire immersione. Né vi è alcuna ragione per cui dovessero. Se un piccolo pezzo di pane ed un sorso di vino possono rappresentare la Cena del Signore, perché un’aspersione d’acqua non può rappresentare la nostra purificazione dal peccato nel Battesimo?
Obiezioni
Anche se ciò sembra abbastanza chiaro, forse alcuni avranno alcune obiezioni a questa interpretazione. Lo scrittore riesce a pensarne quattro, e può essere utile semplicemente considerarle.
1. Giovanni è detto battezzare “nel Giordano.” Questo non implica immersione? Non necessariamente. Potrebbe essere per immersione, ma un’ antico disegno di un battesimo, ad esempio, mostra una persona che si trova nell’acqua e l’amministratore che versa acqua sul suo capo da un contenitore. Questo sarebbe egualmente coerente con l’espressione “nel fiume.”
2. Nell’espressione: “Io vi battezzo con acqua, ma Lui vi battezzerà con lo Spirito Santo” essi dicono che la parola greca “en” dovrebbe essere tradotta “in” invece di “con.” Questa infatti è la traduzione della versione italiana Protestante “Nuova Riveduta,” mentre nelle versioni “Diodati,” “Luzzi” e “Nuova Diodati” è tradotto con “con.” Ciò è interessante perché si trova al cuore della discussione. Ciò che è veramente in questione nell’argomento non è la quantità d’acqua, ma come essa è applicata. L’acqua è versata o aspersa sulla persona, che è coerente con la traduzione “con,” o la persona è immersa nell’acqua, che è coerente con la traduzione “in?“
Le preposizioni greche sono ingannevoli, anche per l’esperto. Uno sguardo ad una concordanza greca mostra che la normale traduzione è “in” ma si trova anche “con,“ come anche “tra, a, presso, per mezzo di,“ ecc. Un buon esempio dell’uso di “con” si trova in I Corinzi 4:21, dove Paolo usa l’espressione “en rάbdw
“ che è tradotta “con la verga” e dove “in” sarebbe abbastanza inappropriato. La traduzione “con acqua” per “en ύdati” sembra filare abbastanza liscia. La correttezza di questa traduzione è rafforzata dal fatto che nell’espressione parallela del vangelo di Luca, il greco “en” è omesso. Questo dunque richiede il dativo “con.” Un’ulteriore considerazione è che la traduzione “nello Spirito Santo,” sembra essere in un certo contrasto con quello che sta veramente accadendo. Noi non siamo immersi in Lui! Egli è sparso su noi. Per queste tre ragioni sembra appropriato rigettare la traduzione “in” ed usare “con” come fanno tre delle nostre italiane e Protestanti traduzioni.
3. Sicuramente, però, dirà qualcuno, tutto questo è al di là del punto: qualsiasi cosa tu voglia argomentare, noi abbiamo un esempio proprio nel caso del nostro Signore. Il Suo battesimo fu per immersione. Bene, preso a parte, come un testo a sè, ciò potrebbe essere. Non c’è niente nella narrativa in sè che ce lo faccia escludere, ma, d’altra parte, non c’è nemmeno alcuna cosa in essa, presa a parte, che implica che deve essere stato così. Anche se il Battesimo del nostro Signore è menzionato in tutti e quattro i vangeli, solo due ne danno una descrizione diretta. In Matteo leggiamo: “E Gesù, appena fu battezzato uscì fuori dall’acqua,” ed in Marco: “come usciva dall’acqua.” Una volta ancora ci troviamo davanti alle difficoltà delle proposizioni greche. In Matteo la parola usata è “apo .” Essa può significare “da” o “via da,” ma non “fuori da” come tutte le versioni italiane Protestanti traducono nel caso di Matteo. In Marco la parola è “ek” che significa “fuori da” o “da.” Mettendo insieme entrambi i racconti quello che sembra esserci detto è che il nostro Signore “venne dall’” acqua. Se Lui e Giovanni il Battista avessero fatto qualche passo nel Giordano, vi fossero entrati mettendovi piede, e Giovanni avesse preso dell’acqua e l’avesse versata sul capo del nostro Signore e poi fossero entrambi venuti via dall’acqua, tutti i fatti per come descritti nel racconto biblico sarebbero ancora presenti intatti. Alla luce di quanto abbiamo detto precedentemente l’immersione ci sembra molto improbabile.
4. Un’ulteriore obiezione merita la nostra considerazione. Il fatto che Giovanni battezzava nel Giordano, e più tardi “in Enon, vicino a Salim, perché là c’era abbondanza di acqua”
indica che il modo corretto è l’immersione? Beh, no! La Giudea era un’area relativamente brulla messa a confronto con la Galilea. Senza dubbio i paesi ed i villaggi avevano risorse d’acqua, ma in misura limitata, forse abbastanza per se stessi e per viaggiatori di passaggio, e ciò tranne che in tempi di siccità, I Re 17; ma queste risorse erano abbastanza inadeguate per il massiccio numero di viaggiatori che venivano in risposta alla predicazione di Giovanni. Il cibo poteva essere portato, ma, a parte che per i bisogni battesimali, ci voleva abbondanza d’acqua per i viaggiatori e gli animali. Infatti il riferimento a “molte acque” nel greco è “ύdata pόlla,“ che Thayer traduce con “molte sorgenti o fontane.” Ora, è perfettamente fattibile abbeverare uomini e bestie in un posto di sorgenti, e battezzare una moltitudine per versamento o aspersione. Sarebbe di singolare difficoltà immergere anche una persone in quelle sorgenti di cui ci dice lo scrittore!
E’ interessante che il racconto di Giovanni 3 aggiunge un dato informativo, perché leggiamo il verso 25: “Sorse allora una discussione da parte dei discepoli di Giovanni con i Giudei intorno alla purificazione.” Chiaramente ciò è collegato ai riferimenti al Battesimo, quattro in cinque versi. Ma come erano effettuate le purificazioni giudaiche? “Spruzzando:” Levitico 14:6, 7, Numeri 8:7; 19:11-13. Fino ad ora, quindi, supportando la posizione immersionista, ad un attento esame di Giovanni 3 ci troveremmo in una direzione completamente opposta a quella suggerita dalla Scrittura.
Conclusione
Abbiamo esaminato le circostanze che circondano l’attività di Giovanni e ci siamo assicurati che è precisamente quella che ci sarebbe aspettati da un sacerdote che eseguiva purificazioni sotto la Vecchia Dispensazione. Ciò si trova perfettamente con il largo numero di persone che veniva, e niente nelle possibili obiezioni è incoerente con l’interpretazione che questi battesimi erano effettuati per versamento e/o aspersione. Ogni cosa, inoltre, grida che non avrebbero potuto essere stati effettuati per immersione.
Il Battesimo nel resto dei Vangeli
Introduzione
Quando ci rivolgiamo al resto dei Vangeli per vedere cosa si può imparare sul modo del battesimo, siamo immediatamente messi a confronto con due grandi testi alla fine del Vangelo di Matteo e di Marco.
Matteo 28:19 dice: “Andate dunque, e fate discepoli di tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.”
Poi abbiamo Marco 16:16: “chi ha creduto ed è stato battezzato, sarà salvato …”
Da questi testi impariamo che un cristiano può essere definito come uno che crede, è un discepolo, ed è stato battezzato. Tuttavia, niente è detto del modo, e quindi dobbiamo rivolgerci ad altre Scritture per scoprire che l’acqua ha a che fare con esso, perché in questi testi non è neppure menzionata.
Figurazione
Ci sono un numero di ulteriori riferimenti minori al battesimo e a Giovanni il Battista che non aggiungono niente di significativo alla nostra ricerca, ma in Marco 10:38 il nostro Signore domanda: “Potete voi bere il calice che io berrò ed essere battezzati del battesimo di cui io sono battezzato?” Chiaramente il riferimento è figurativo ed ha in vista le Sue sofferenze prossime. Ora potremmo dire che il nostro Signore fu immerso nella difficoltà ma sarebbe ugualmente possibile sostituire a questa resa: fu sopraffatto da. Si deve essere molto audaci, comunque, per cercare di derivare il giusto modo battesimale da questo passaggio. In realtà il fatto che la parola qui è usata figurativamente è sicuramente un avvertimento riguardo al fatto che il suo significato è molto più ampio di quanto alcuni fratelli suppongono.
Marco 7
In ogni caso ci sono due ulteriori passaggi nei Vangeli che fanno luce sull’argomento, ma che potrebbero prontamente essere omessi dal lettore italiano, in quanto le parole greche originali presenti in questi passaggi non sono tradotte “battezzare.” Esse fanno parte del ritualismo farisaico, e la prima sezione rilevante si trova in Marco 7:4:
“e, quando tornano dalla piazza, non mangiano senza prima essersi purificati. Ci sono molte altre cose, che sono tenuti ad osservare per tradizione: lavatura di coppe, di brocche, di vasi di rame e di letti.”
C’è qualche variazione testuale ma io ho enfatizzato purificati e lavatura perché la parola greca originale da cui provengono queste due traduzioni è battezzare. (Sia baptίzw che baptismόV sono qui impiegati nell’originale greco.)
Che significa questo? E’ probabile che, nel ritornare dal mercato, gli acquirenti si immergessero immediatamente in acqua? Essi non avevano le nostre attrezzature igieniche o acqua corrente, e normalmente l’acqua sarebbe stata faticosamente portata nella casa in appositi vasi. Ma anche se non ci fossero state grandi difficoltà per quanto riguardava coppe, brocche, e contenitori di rame, sarebbe stato fattibile immergere i letti? Due volte nel contesto del passaggio considerato si fa riferimento alla “tradizione degli anziani.” Nel Libro di Levitico ci sono disposizioni per la purificazione cerimoniale in connessione con varie faccende. Il Fariseismo ci aveva poi costruito sopra, una fallacia comune, alla quale siamo tutti proni anche ora, e vi aveva apportato aggiunte. Presumibilmente quanto Marco sta spiegando ai suoi lettori è che certi lavaggi cerimoniali erano praticati probabilmente per aspersione, e questo nel greco è chiamato battezzare!
Luca 11
Il secondo passaggio è in Luca 11:37, 38, dove un Fariseo aveva invitato il nostro Signore a pranzo:
“Ed egli entrò e si mise a tavola. Il fariseo notò questo e si meravigliò che non si fosse lavato prima del pranzo.”
Nel greco la parola lavato è battezzato. Ora, è probabile che il nostro Signore e gli altri ospiti si erano stati immersi, in contenitori separati, perché altrimenti l’acqua sarebbe stata immediatamente considerata contaminata, prima di prendere parte al pasto? Beh, i traduttori di certo non la pensano così! La traduzione inglese di Young, la “Literal Translation,” ovvero “Traduzione Letterale,” traduce correttamente con “battezzare,” ma tutte le traduzioni italiane, e molte altre inglesi, traducono con la parola “lavare,” o sue variazioni. Quindi noi abbiamo il consenso di molti studiosi di greco che la parola battezzare qui significa semplicemente lavare!
Obiezione
E’ interessante notare come Carson nella sua opera sul battesimo esponga quella che noi consideriamo un’obiezione alla nostra tesi. Se noi leggiamo ciò che argomenta sul passaggio di Luca sopra considerato, esso equivale sostanzialmente a questo: “Battesimo significa immersione, quindi il nostro Signore deve essersi immerso.” E’ salutare vedere come una mente tanto intelligente e ben informata possa impugnare il coltello dalla parte sbagliata. Siccome egli crede che battesimo significa immersione, e nient’altro che immersione, allora quello è quanto deve significare quel passaggio, non importa quanto possa essere improbabile. Ma ciò è mancare completamente il punto. Ciò che stiamo cercando di fare in questa serie non è prendere la nostra definizione da un dizionario e di imporla ciecamente al significato di ogni testo biblico, ma di andare attraverso l’intero Nuovo Testamento ed elaborare dalle reali circostanze in cui sono usati termini relativi al battesimo il significato inteso dagli scrittori che hanno usato quei termini. I dizionari, per quanto siano di indubbio valore per la ricerca del significato di una parola, sono autorità puramente secondarie, e possono aver bisogno di essere cambiati alla luce di ulteriori ricerche ed investigazioni nell’uso reale di una particolare parola.
Giovanni 2
Ulteriore luce sul precedente accaduto di Luca 2 è fatta dal racconto che abbiamo del matrimonio a Cana di Galilea in Giovanni 2. Qui noi leggiamo di “sei recipienti di pietra, usati per la purificazione dei Giudei, che contenevano due o tre misure ciascuno” probabilmente una quantità che può andare dai 77 ai 113 litri. La normale procedura sarebbe stata quella di mettere dell’acqua da un vaso in un contenitore, così che il contenuto non ne veniva contaminato, e poi versato sulle mani, e possibilmente sui piedi, dell’ospite. Vi erano elaborati rituali in connessione alla purificazione, a cui è fatto suggerimento in tutti e tre i racconti. Così non c’è dubbio che, nel racconto di Luca 11, i Farisei si aspettavano dal nostro Signore che Lui si fosse lavato le mani, o che avesse permesso che Gli fossero lavate le mani, prima di mangiare.
In ogni caso, forse, dovremmo chiederci se fosse stato possibile immergersi in tali contenitori. Sicuramente non in uno di tali dimensioni. Facciamo di nuovo ricorso alla matematica. Considerando la massima quantità possibile, e riconoscendo che i vasi non sono completamente pieni, probabilmente possiamo supporre un massimo di 135 litri. Siccome ci sono 28,3 litri al piede cubico,2 abbiamo una capacità di 0,14 m
³ che può essere contenuta in un vaso cilindrico di 38 cm di diametro e 122 di altezza. Presumibilmente i vasi reali erano più larghi nel mezzo e più stretti verso l’estremità superiore, e chiaramente in quanto tali non erano adeguati per l’immersione. Per quest’ultima sarebbe stato necessario avere un vaso molto più ampio.
Conclusione
Possiamo quindi fare un breve sommario di questa parte del nostro studio dicendo che nei due o tre casi dove è menzionato il battesimo, può essere dedotto che questa parola è usata in termini di versare, spargere, aspergere, o lavare, e non può ragionevolmente riferirsi all’immersione. Questo naturalmente è del tutto coerente con i risultati degli studi precedenti.
Il Battesimo negli Atti degli Apostoli
Introduzione
All’inizio del libro degli Atti ci troviamo immediatamente di fronte ad una ripetizione della promessa che in varie forme compare in tutti e quattro i Vangeli:
“Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo.”
Questa continua ripetizione serve sicuramente a ricordarci che ciò che è importante riguardo al Battesimo non è il segno esterno, ma la realtà interna alla quale il segno fa riferimento. Noi possiamo essere battezzati per aspersione, effusione, per singola o trina immersione o in varie combinazioni, ma se di noi non è vero che: “noi tutti siamo stati battezzati in uno Spirito nel medesimo corpo…,” sarebbe bene per noi che non fossimo mai nati. Ciò che conta non è il rituale, ma la realtà a cui il rituale fa riferimento. Un infelice aspetto della Caduta è che tendiamo prontamente al rituale!
Vediamo questo tra alcuni ebrei cristiani nella loro enfasi sulla circoncisione; lo vediamo tra i greci ortodossi e cattolici romani nella loro enfasi nell’includere vari rituali nell’adorazione, lo vediamo tra quelli che fanno della religione il rispettare il Natale e Pasqua e Venerdì Santo, ecc., e che insistono su certi vestiti ed abiti religiosi, e per questo noi li chiamiamo Ritualisti. E dobbiamo temere il fatto che vi siano alcuni che insistono su un solo modo particolare di Battesimo, perché l’eresia dei Galati è sempre con noi!3
Naturalmente mi rendo conto che l’ultimo gruppo risponderà semplicemente: “Battesimo significa immersione e nient’altro che immersione, noi stiamo semplicemente ubbidendo al comandamento del Signore.” Ma è il proposito di questa investigazione vedere se è così. Certamente il nostro esame finora punta in una direzione esattamente opposta.
Il Giorno di Pentecoste, 2:38, 41
Lo Spirito Santo era venuto sugli Apostoli, e, come risultato della predicazione di Pietro, qualcosa come tremila persone avevano ricevuto la sua parola e furono battezzati nello stesso giorno. Ci sono due aspetti che ci interessano. Primo, se ciò fosse stato fatto per immersione allora ognuno dei dodici Apostoli dovette avere a che fare con qualcosa come 250 persone. Assumendo che ci voglia un minuto per ognuno di loro, ciò ci conduce a cinque ore, pause eventuali escluse (confronta i precedenti calcoli relativi a Giovanni Battista), non male come giornata di lavoro!
L’improbabilità di ciò è minore se confrontata col secondo aspetto, e cioè che era pressoché impossibile ottenere la quantità d’acqua necessaria. Gerusalemme, a differenza di molte città più grandi, non è situata presso un fiume. L’edizione del 1962 del New Bible Dictionary (Nuovo Dizionario Biblico) afferma che a quei tempi il rifornimento d’acqua era faccenda problematica. Anche in questo paese, dove l’acqua abbonda e le facilità sanitarie sono eccellenti, chiunque sia familiare con Chiese Battiste sarà a conoscenza dell’estensiva pianificazione di cui c’è spesso bisogno per effettuare anche una singola immersione. Il candidato può aver bisogno di viaggiare molto, a volte. Aneddoti e alcuna letteratura ci offrono una lista di sforzi eroici per spostarsi e riempire taniche, e cose del genere. E tuttavia noi vediamo che nel Giorno di Pentecoste, nella stagione secca dell’anno, dove molte case facevano riferimento a cisterne riempite con la pioggia della stagione e dove non c’era un largo o esteso corso d’acqua, gli Apostoli non sembrano mostrare alcuna difficoltà nel battezzare qualcosa come tremila persone. Beh, facendolo per aspersione, o anche versando dell’acqua sul capo, non ci sarebbe stato alcuno dei problemi sopra accennati.
E’ inevitabile che non possiamo essere a conoscenza di tutte le possibilità, ma anche se una riserva estensiva fosse stata disponibile, è probabile che una popolazione ostile avrebbe sopportato un’estensiva contaminazione delle loro risorse d’acqua dove si erano immersi tremila individui, o che gli ultimi candidati abbiano accettato di essere immersi in una piscina così inquinata? Noi vorremmo giusto chiedere: qual è il metodo più probabile? Non ho mai visto il giorno di Pentecoste citato come testo prova per l’immersione, e non ne sono affatto sorpreso!
I Samaritani, 8:12, 13, 16
Da questo passaggio non impariamo niente in modo diretto, ma vale la pena notare che, primo: “uomini e donne si fecero battezzare.” Secondo, il modo in cui si riceve lo Spirito Santo è indicata dall’affermazione: “perché non era ancora disceso su alcuno di loro.”
L’Eunuco Etiope, 8:36, 38, 39
Questo passaggio è quasi invariabilmente citato dai Battisti come un testo che prova la loro posizione:
“ed ambedue, Filippo e l’eunuco, discesero nell’acqua, ed egli lo battezzò. Quando uscirono dall’acqua …”
Ora, questo è precisamente il racconto che potremmo dare di un battesimo per immersione, anche se non prova che lo fosse! Esaminiamo le circostanze un po’ più da vicino. Primo, notiamo che le Scritture richiamano la nostra attenzione, al verso 26, specificamente al fatto che, riferendosi alla strada: “essa è deserta.” Secondo, noi leggiamo che essi avevano incontrato “un luogo con dell’acqua.” Non ci è detto quanta. Potrebbe essere stata acqua che scorreva lungo una pietra, o una sorgente nel deserto, o una piccola o ampia piscina. Che fosse una quantità sufficiente per immergere qualcuno è una pura congettura. Può essere detto che “l’eunuco discese nell’acqua” ma ciò non prova l’immersione perché lo stesso è detto esattamente di Filippo, e dunque se prova l’immersione per l’uno lo deve provare di entrambi, perché il linguaggio usato è esattamente lo stesso per entrambi! E, come se ciò rendesse la questione chiara, il passaggio dice: “quando uscirono dall’acqua” enfatizzando che ciò che era vero per l’eunuco era vero anche per Filippo. Se infatti l’acqua era una piccola piscina o anche una sorgente, ed essi avessero entrambi fatto qualche passo in essa, e Filippo avesse preso un po’ d’acqua nella sua mano e l’avesse versata o aspersa sull’eunuco, tutto ciò che è detto nel racconto sarebbe allo stesso modo preservato intatto. Lo stesso sarebbe vero se fosse stato un semplice rigagnolo su una parete rocciosa che Filippo usò. E ciò perché anche se la più usuale traduzione della parola greca “
εi σ” è “in, dentro” può anche significare semplicemente “a” o anche altre cose, a secondo del contesto; similmente, la parola “εk /εξ” tradotta “fuori da” potrebbe anche essere semplicemente “da.” Forse è significativo osservare che, anche se c’è un modo perfettamente adatto in greco per esprimere senza ambiguità il senso di “dentro” e “fuori da”, lo Spirito Santo non lo ha adottato.
La verità è che i Battisti cominciano presupponendo “immersione” e poi semplicemente ce la leggono nel passaggio e lo usano come testo-prova, che, naturalmente, è cadere nella trappola logica di argomentare in modo circolare.
Saulo, 9:18 insieme a 22:16
Ecco un breve estratto dal racconto del battesimo di Paolo da Tarso:
“…poi si alzò e fu battezzato.”
Dobbiamo ricordarci un po’ delle circostanze. Mentre era sulla via per Damasco, Saulo fu confrontato e convertito dal Signore risorto. Essendo entrato in città cieco, egli rimase tre giorni senza cibo o bevanda, e quindi Anania giunse presso di lui e riacquistò la vista. Dopo di ciò il racconto ci dice semplicemente che: 1. Si alzò. 2. Fu battezzato. 3. Quando ebbe preso cibo fu fortificato.
Una semplice lettura della narrativa, senza preconcetti, suggerisce che, essendosi alzato, Paolo fu battezzato da Anania in piedi, presumibilmente per aspersione o versando dell’acqua sul capo in situ, e quindi prese cibo. E’ in qualche modo probabile che nella sua debole condizione Anania lo abbia portato a qualche bagno pubblico, se pure ne esisteva qualcuno, o fuori della città al fiume Abana o Parpar, e dopo aver cercato un punto adatto lo immerse prima che avesse avuto l’opportunità di rompere il suo digiuno? Quali sono le probabilità che questa sia stata la reale sequenza degli eventi?
Il Battesimo di Cornelio, i suoi parenti ed i suoi amici intimi, 10:44, 47, 48
Pietro, essendo stato mandato presso questo centurione Gentile, era impegnato nel predicare a quel gruppo, quando:
“…lo Spirito Santo scese su tutti coloro che udivano la parola.”
Quelli che erano giunti lì insieme a Pietro erano meravigliati:
“…che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso anche sui gentili.”
E fu allora che Pietro fece un’ovvia domanda:
“Può alcuno vietare l’acqua, perché siano battezzati costoro che hanno ricevuto lo Spirito Santo proprio come noi? Così egli comandò che fossero battezzati nel nome del Signore Gesù.”
Una lettura naturale di questo passaggio è: quell’acqua fu quindi portata in casa e che il gruppo fu battezzato, o per versamento o aspersione. Questa interpretazione è rafforzata dalla difesa delle sue azioni che Pietro offre in Atti 11:15, 16:
“Avevo appena cominciato a parlare quando lo Spirito Santo discese su di loro, come era sceso al principio su di noi. Mi ricordai allora della parola del Signore che diceva: “Giovanni ha battezzato con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo.”
Essi avevano constatato per esperienza che lo Spirito Santo “discese” o fu “sparso,” o “asperso” su quel gruppo di persone. E così per analogia, ovviamente, noi ci possiamo con ogni probabilità aspettare che il battesimo con acqua seguisse un modo simile, essendo esso il segno e la raffigurazione esteriore di quella realtà spirituale.
Lidia e la sua famiglia, 16:14, 15
Durante l’attività missionaria di Paolo e del suo gruppo essi giunsero a Filippi. Qui sono registrati due battesimi.
Nel primo, in giorno di sabato Paolo aveva predicato in un luogo di preghiera lungo la riva di un fiume. La sequenza di eventi riportati è questa:
1. Tra gli adoratori c’era una certa Lidia, una venditrice di porpora di Tiatira.
2. Il Signore aprì il suo cuore così che lei prestasse attenzione alla parola di Dio.
3. Quindi fu “battezzata con la sua famiglia…”
4. Costrinse poi Paolo e il suo gruppo a rimanere a casa sua.
Le implicazioni sono così ben espresse da un altro scrittore che ci avvarremo di alcune sue parole. E’ probabile “che questa rispettabile signora orientale di buona posizione fu immersa, in un luogo pubblico, da un uomo che non aveva mai visto prima? Una tale cose sarebbe una flagrante violazione dei costumi e degli usi dell’Est, dove le donne sono sempre state riservate per consuetudine. E Paolo … non era un uomo tale da far violenza a questi sentimenti di delicatezza … Non c’è alcun’ombra di dubbio che Lidia non fu immersa.”
Basta soltanto provare a visualizzare Paolo, Lidia e la sua famiglia, grondanti d’acqua che ritornano in città, per accorgersi della follia della contenzione che il Battesimo è per “immersione e nient’altro che immersione.”
Il Carceriere di Filippi e la sua famiglia, 16:33, 34
Il secondo avvenimento in Filippi ha a che fare con l’imprigionamento di Paolo e Sila. I fatti probabilmente ci sono molto familiari. Intorno alla mezzanotte ci fu un terremoto, e il carceriere svegliandosi dal sonno teme che i prigionieri siano fuggiti e sta per uccidersi quando Paolo interviene e l’uomo quindi si salva. Quindi:
“Ed egli li prese in quella stessa ora della notte e lavò loro le piaghe. E lui e tutti i suoi furono subito battezzati. Condottili quindi in casa sua, apparecchiò loro la tavola …”
La storia ci dice che il carceriere prese dell’acqua per lavare le loro ferite. Quindi immediatamente lui e tutta la sua famiglia furono battezzati. Logicamente l’acqua per fare questo fu presa dalla stessa cisterna o pozzo che serviva per la prigione. E’ probabile che la prigione possedesse anche un serbatoio in cui lui e la sua famiglia potessero essere immersi? Ancora meno probabile è il fatto che, avendo chiuso a chiave gli altri prigionieri, l’intero gruppo procedette nelle prime ore del mattino verso il fiume locale e che lì furono immersi, particolarmente alla luce del commento di Paolo al verso 37. Una volta ancora ogni probabilità indica che questi battesimi furono eseguiti per effusione o aspersione, particolarmente a causa del fatto che essi erano compiuti tra la lavanda delle ferite e dei piedi ed il pasto.
Crispo e la sua famiglia, 18:8. I discepoli di Efeso, 19:1-7
In questi due riferimenti non c’è niente di immediatamente rilevante alla nostra ricerca sul significato della parola battesimo. Noi possiamo notare che proprio come questo libro è iniziato con un riferimento alla connessione tra essere battezzato con acqua e essere battezzato con lo Spirito Santo, così gli ultimi riferimenti al soggetto, a parte il riferimento che riguarda la conversione di Paolo, di nuovo collegano le due cose insieme:
“Udito questo, furono battezzati nel nome del Signore Gesù. E, quando Paolo impose loro le mani, lo Spirito Santo scese su di loro…”
Conclusioni
Abbiamo considerato virtualmente ogni riferimento al Battesimo nel libro degli Atti. Nel cercare di delucidare il modo abbiamo considerato un passaggio dove l’immersione può essere stata possibile, quello dell’eunuco etiope. Ma di certo quel passaggio non prova che il battesimo fu effettuato per immersione, e, a parte le implicazioni degli altri passaggi, alcune circostanze incidentali suggeriscono che non lo fu. In ogni altro caso dove c’è abbastanza informazione per tirare delle conclusioni, considerando con onestà ogni evidenza, le implicazioni indicano che il versamento o l’aspersione erano i soli probabili, o in alcuni casi possibili, modi.
E questo, naturalmente, è interamente in linea con le conclusioni a cui siamo giunti da uno studio dei Vangeli, e in realtà col significato del battesimo stesso. Non ci resta che terminare con quanto può essere dedotto sul modo del battesimo dalle Epistole e dall’Apocalisse.
Il Battesimo nelle Epistole e nell’Apocalisse
Introduzione
Quando ci rivolgiamo alle Epistole del Nuovo Testamento troviamo in modo più o meno esteso il trattamento di soggetti come la Sicurezza della salvezza, gli Uffici Ecclesiastici, il Vangelo, l’Immoralità, Israele, il Giudizio, la Giustificazione, la Legge, il Legalismo, il Matrimonio e il Divorzio, la Risurrezione, la Seconda Venuta, il Settarismo, il Peccato, i Doni Spirituali, lo Stato, Soggetti lasciati alla discrezione personale, ecc. Anche il soggetto delle Vedove occupa 14 versi in I Timoteo, qualcosa come il 12% dell’epistola.
Per contrasto, le parole baptίzw, bάptisma, baptismόV si trovano solo 19 volte nelle epistole, tre volte in Romani, 10 in I Corinzi, una volta in Galati, Efesini, Colossesi e I Pietro, e due volte in Ebrei. bάptw si trova una sola volta in Apocalisse. Cercheremmo in vano qualche altro esteso trattamento del soggetto, i riferimenti sono principalmente incidentali alle discussioni principali.
Ora paragoniamo questo a virtualmente ogni Confessione di Fede. Sarebbe impensabile che il soggetto non sia discusso, spesso ampiamente. In una Chiesa Battista è possibile trovare volantini in cui, per spiegare il loro nome, uno spazio sostanziale è dedicato a spiegare che solo gli adulti sono battezzati in base alla loro professione di fede e che il battesimo è per immersione! Tutto questo è abbastanza estraneo al Nuovo Testamento. Anche nelle Pastorali, dove sicuramente avremmo potuto aspettarcelo, c’è solo un riferimento accidentale in Tito 3:5.
Abbiamo già sottolineato che nel Nuovo Testamento questo soggetto semplicemente non occupa il posto che invece occupa nelle nostre discussioni, e qualcuno potrebbe percepire che questa serie estesa di articoli già trasgredisca quel bilancio, non fosse altro che per il fatto che una difesa della posizione biblica e riformata ci è imposta da coloro che così tanto pertinacemente ci esortano a considerare che ciò di cui siamo convinti a riguardo sia non biblico.
Con queste considerazioni in mente esaminiamo quanto può essere dedotto dai testi stessi.
Romani 6:3, 4
Forse è comprensibile che quelli che già hanno una posizione immersionista leggano in questi versi una conferma d’essa, e quindi li citino, come infatti fanno regolarmente, come testi-prova per l’immersione. E certamente quando noi troviamo uno studente non Battista della statura del vescovo Lightfoot che cita il verso 4 come un’ “immagine del battesimo” dovremmo fermarci un attimo. In ogni caso, non troppo, perché, se abbiamo seguito fino in fondo la logica della posizione che finora abbiamo delineato, noi non dovremmo avere tali presupposti. Diamo quindi un’occhiata più attenta al passaggio. I seguenti punti dovrebbero essere tenuti presente:
1. L’Apostolo qui non sta trattando il Battesimo in quanto tale, ma l’obiezione antinomiana che invariabilmente è incontrata ogni volta che la dottrina della giustificazione per sola fede è esposta propriamente.
2. Sarebbe piuttosto bizzarro aver bisogno di basare un argomento che dimostra un modo particolare del battesimo su un riferimento incidentale che tratta completamente un altro soggetto. Perché l’essenziale confutazione della posizione antinomiana è che noi siamo uniti a Cristo.
3. E’ questa unione del credente con Cristo che è il punto essenziale che Paolo è impegnato ad esporre – non solo battezzati e seppelliti ma anche crocifissi e uniti, o innestati – e le ultime due fasi non fanno alcun riferimento al battesimo in acqua. La parola tradotta al verso 5 con “uniti,” o “innestati” nella Diodati, ci dà l’idea di essere innestati in Lui, un’unione molto intima. Una completa esposizione del passaggio si estenderebbe ben oltre i confini di un articolo, ed il lettore interessato può fare riferimento, tra gli altri, a John Murray nel suo Commentario ai Romani, o al suo volume sul Battesimo, oppure a Martin Lloyd Jones, anche se per quest’ultimo avrei alcune riserve riguardo alla sua interpretazione di I Corinzi 12:13.
C’è comunque una considerazione puramente pratica che dovrebbe essere tenuta a mente, ed è la seguente: noi siamo semplicemente sviati dalla nostra esperienza di seppellimenti nel vedere una connessione tra questi e la pratica immersionista. Il seppellimento del nostro Signore non fu un andare giù in una tomba scavata. Piuttosto fu una “tumulazione.” Una volta che si afferra questo tutta la forza apparente nel passaggio semplicemente scompare.
I Corinzi 1:13-17
Questo passaggio, anche se contiene sei dei nostri venti testi, non aggiunge niente alla nostra comprensione del modo del Battesimo.
I Corinzi 10:2
Parlando dell’uscita dall’Egitto degli Israeliti, Paolo scrive: “tutti furono battezzati in Mosè nella nuvola e nel mare…” Questo passaggio ha evocato esegesi piuttosto strane. Gill, in difesa della sua credenza che battesimo significa sempre immersione, visualizza gli Israeliti che passano attraverso il Mar Rosso con l’acqua che si trova su entrambi i loro lati e la nuvola sulla loro testa come una figura dell’immersione. Altri si sono chiesti se il Salmo 68:9: “Tu hai riversato un’abbondante pioggia o DIO…” che si riferisce al deserto, non potrebbe essere applicato presumibilmente al battesimo per aspersione! Ma la verità sicuramente è che proprio come Romani 6 tratta la nostra unione con Cristo, così tutto ciò che il testo ci sta dicendo è che questi sono uniti a Mosè, essi sono gli uomini di Mosè. Incidentalmente l’intera moltitudine fu battezzata, uomini, donne, e bambini.
I Corinzi 12:13
Questo testo si riferisce al Battesimo con lo Spirito Santo, la realtà che è simbolizzata dall’acqua del battesimo.
I Corinzi 15:29
Comprendere cosa vogliano dire questi due riferimenti potrebbe aggiungere qualcosa alla nostra comprensione del Significato e possibilmente dei Soggetti del Battesimo. Non aggiunge niente alla nostra comprensione del Modo.
Galati 3:27
Questo testo probabilmente si riferisce a quello che noi abbiamo chiamato il battesimo ‘reale’, non al battesimo con acqua. In altre parole, al battesimo con lo Spirito Santo a cui abbiamo appena fatto riferimento. Non aggiunge niente alla nostra comprensione del modo del battesimo con acqua.
Efesini 4:5
Questo verso si trova in un passaggio dedicato al soggetto e all’importanza dell’Unità Cristiana. Ci è ricordato che c’è “Un Signore, una Fede, un Battesimo.” Tuttavia è noto che il battesimo è un argomento di divisione! Sembrerebbe dunque che questo verso deve far riferimento al battesimo “reale,” e non a qualsiasi particolare modo associato al rituale.
Colossesi 2:11, 12
Il verso 12 è parallelo a Romani 6:4. In ogni caso il verso precedente introduce un addizionale punto di informazione, perché ci dice che: “nel quale siete anche stati circoncisi…” Ora chiaramente qui non si sta parlando della circoncisione fisica, ma anzi il passaggio aggiunge: “di una circoncisione, fatta senza mano d’uomo.” Ciò conferma l’opinione precedentemente espressa che ciò che è in vista è la nostra unione con Cristo effettuata dallo Spirito Santo, e non affatto il battesimo d’acqua. Questa è quindi un ulteriore ragione per rigettare ogni avventizia connessione con l’immersione.
Ebrei 6:2, 9:10
Il primo passaggio parla della “dottrina dei battesimi…” e il secondo di “di varie abluzioni.”
In greco è: baptismόV-baptismòs. Le altre occorrenze sono Marco 7:4, 8, passaggi che parlano di “lavatura di coppe, di brocche, di vasi di rame e di letti…,” che noi abbiamo già considerato. Questi riferimenti sembrano far riferimento tutti ai modi veterotestamentari di purificazione simbolica del peccato, e il lettore attento avrà notato che la pulitura è effettuata attraverso varie aspersioni e lavaggi: Levitico 14:6, 7, Numeri 8:7, 19:11-13, Salmo 51:7, Ezechiele 36:25-27.4 Che questo è quanto è in vista sembra essere confermato dagli esempi fornitici in Ebrei 9:13, 19, 21: “aspersi sopra i contaminati … asperse il libro stesso e tutto il popolo … Parimenti con quel sangue egli asperse …”
Ora, una distinzione può essere fatta tra queste due parole greche quasi sinonime bάptisma e baptismόV: La prima si riferisce al battesimo cristiano, l’altra alle purificazioni dell’Antico Testamento, ma l’implicazione ovvia è che entrambi erano effettuati per aspersione o con lavaggi.
I Pietro 3:21
Questo verso si riferisce al battesimo con lo Spirito Santo, non a quello con acqua.
Apocalisse 19:13
La parola greca è bάptw. Essa si trova anche in Luca 16:24 e Giovanni 13:26, ed è tradotta “intrisa” o “intinto”. Ecco che finalmente sembriamo avere un esempio di immersione! Ma quando cerchiamo dei riferimenti paralleli in Isaia 63:3, 4, proprio il passaggio dal quale l’immagine fu poi ripresa nel Nuovo Testamento, leggiamo: “Il loro sangue è spruzzato sulle mie vesti e ho macchiato tutti i miei abiti …” Quanto Giovanni vide nella sua visione in Apocalisse sono le vesti di Cristo spruzzate col sangue dei Suoi nemici, e la parola che egli usò per descrivere questo è bάptw, la parola che è la radice dalla quale abbiamo le altre quattro parole considerato in questo studio, e il cui significato abbiamo cercato di capire.5
Discussione
I. Ho considerato ogni testo nel Nuovo Testamento che usa la parola battesimo in una delle sue cinque forme greche. Molti testi sono stati discussi, ma i 14 riferimenti a baptistήV, cioè Giovanni Battista, sono generalmente incidentali e quindi per lo più omessi.
Ora, se prendiamo carta e penna e disegniamo tre colonne, chiamando la prima Immersione Certa, la seconda Immersione Possibile o Probabile, e la terza Immersione Impossibile o Improbabile, possiamo, a parte i riferimenti che sono figurativi, inserirvi ogni testo analizzato. Nemmeno un singolo testo va nella prima colonna, Immersione certa! Nella seconda possono andarvi i riferimenti al battesimo del nostro Signore, dell’eunuco etiope e Apocalisse 19:13, le vesti intinte di sangue.6 Virtualmente tutti gli altri riferimenti vanno a finire nella colonna Immersione Impossibile o Improbabile.
Io credo che questi risultati parlino da soli, ed io incoraggerei chiunque che si sta dando pena di chiarire questo soggetto di ripetere l’esercizio da se stesso. Parlando con tutta franchezza, se la Scrittura avesse voluto farci sapere che l’immersione e solo l’immersione costituisce il Battesimo Cristiano, perché in nessun singolo caso l’immersione è certa? E perché in così tanti casi una semplice lettura conduce alla probabile conclusione che l’immersione non c’entra niente?
II. Perché allora la diffusissima ed irriflessiva adozione delle vedute battiste nelle Chiese Evangeliche? Beh, probabilmente la parola “irriflessiva” costituisce la somma delle risposte! Si consulta un dizionario greco, esso fornisce il significato di “intingere” o “sommergere,” uno sguardo veloce al Nuovo Testamento suggerisce che i battesimi di Giovanni, quello di Filippo e quello dell’eunuco etiope furono per immersione, e, per finire, un fraintendimento di Romani 6 completa l’illusione.
La nostra esperienza ci dice che la terra è piatta, che il sono sorge ad est e che gira intorno alla terra verso ovest, e che se tu bruci qualcosa essa perde peso. Ma i fatti non ci danno le soluzioni, e dobbiamo imparare che invece la terra è in realtà basilarmente una sfera e che il moto apparente del sole è causato dalla rotazione della terra. Solo con accurate bilance si potè scoprire la falsità della teoria del flogisto. Non c’è assolutamente niente di sbagliato nel formulare un’ipotesi riguardo ad una situazione, a patto che poi è controllata e rivista alla luce di tutti i fatti.7 L’ipotesi battista argomenta dal particolare al generale, una fallacia logica, e non considera ogni aspetto per poi giungere ad una conclusione basata su di essi. Perché se può essere mostrato che in un singolo caso il battesimo non significa immersione, allora l’intero argomento crolla.
Infatti abbiamo mostrato sopra che non c’è un singolo caso certo di immersione nel Nuovo Testamento e che la probabilità negli altri casi è che il battesimo era amministrato per aspersione o versamento. Invitiamo i nostri fratelli battisti a prendere ogni caso del Nuovo Testamento e mostrare che ogni esempio registrato insegna, o probabilmente insegna, l’immersione, e se questo non può essere fatto, e naturalmente noi siamo convinti che non può esserlo, li invitiamo ad abbandonare le loro divisioni scismatiche e ritornare alla fede riformata.
III. Ma ci sono ulteriori punti che confermano la nostra posizione e che devono essere esposti. C’è infatti un triplice aspetto che riguarda il battesimo.
Primo, dietro a questo soggetto c’è lo sfondo delle purificazioni del Vecchio Testamento illustrato nel battesimo di piatti e vasi, ecc., in Marco 7; nel non essersi lavato o battezzato in Luca 11 da parte del nostro Signore; nella disputa tra i discepoli di Giovanni e gli Ebrei “intorno alla purificazione,” e infine nei riferimenti ai battesimi in Ebrei. Ora tutti questi battesimi o purificazioni erano chiaramente effettuati per versamento, aspersione, o lavaggio.
Secondo, come abbiamo visto, c’è una forte probabilità che molti battesimi nel Nuovo Testamento erano effettuati per versamento o aspersione, e come abbiamo mostrato non c’è niente nelle parole stesse che implichi che l’immersione fu mai praticata.
Terzo, questi battesimi d’acqua indicavano o significavano il reale battesimo, il nostro innesto nel corpo di Cristo per mezzo della rigenerazione, il battesimo con lo Spirito Santo. E come ci è rappresentato? Ecco una selezione di espressioni usate per descriverlo: “si posò su ognuno di loro,” “non era ancora disceso su alcuno di loro,” “lo Spirito Santo discese su tutti quelli che udivano la parola,” “lo Spirito Santo discese su di loro, come su noi al principio,” “lo Spirito Santo venne su di loro…” Il punto che è sicuramente enfatizzato in ogni caso è che il battesimo “reale” non è raffigurato come un’ immersione nello Spirito Santo, ma come una discesa su, un cadere su dall’alto, come nel battesimo per aspersione o versamento.
Ognuno di questi tre aspetti è congruo agli altri due. I lavaggi, le aspersioni e i versamenti dell’Antico testamento puntano a quelli del Nuovo nel battesimo e infine alla grande realtà della caduta dello Spirito Santo sui credenti (oltre che al sangue di Cristo con cui siamo “aspersi,” I Pietro 1:2). E ci è ricordato nelle Scritture che un cordone formato da tre parti difficilmente può essere spezzato. Si sostituisca l’immersione nel secondo di essi e l’intera raffigurazione che abbiamo del battesimo svanisce.
IV. Abbiamo prima sottolineato che ciò che l’immersione richiede praticamente avrebbe creato molti problemi che ci sono familiari, come anche il bisogno di costruire o avere appositi battisteri. Inoltre vi sono problemi medici. Almeno un ministro ha messo in risalto il fatto di essere stato malato per giorni dopo aver battezzato per immersione un ampio numero di persone, e C. H. Spurgeon nei suoi ultimi anni delegò l’operazione a qualcun altro, perchè la sua salute non gli permetteva di poter continuare. Quanto è strano avere un’ordinanza ministeriale che il ministro non può eseguire.
Si è sentito di un missionario Anglicano in Kenya che insisteva nel battezzare i convertiti per immersione e che contrasse la bilarzia,8 e così non potè continuare la sua carriera, oltre che aver rischiato la morte. In altri casi delle persone sono annegate quando i battesimi sono stati effettuati in mare. Potremmo aggiungere altro, ma preferiamo fermarci qui.
V. Questa considerazione conduce piuttosto naturalmente a quella finale. L’adorazione del Vecchio Testamento con i suoi tipi ed ombre e sacrifici deve essere stata estremamente faticosa. Ma il nostro Signore dice alla donna samaritana: “l’ora viene che né su questo monte, né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quel che non conoscete; noi adoriamo quel che conosciamo; perché la salvezza viene dai Giudei. Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede.” Negli Atti e nelle Epistole possiamo identificare gli elementi di questa adorazione. Era condotta “con riverenza e santo timore” nel Giorno del Signore e consisteva di:
1. Lettura delle Scritture.
2. Lode, nel canto dei Salmi.
3. Preghiera.
4. Predicazione della Parola.
5. Benedizione. A questa erano aggiunti i due Sacramenti:
6. Battesimo, e
7. Cena del Signore.
Questa adorazione neo-testamentaria estremamente semplice non richiedeva nessun tempio, e nemmeno una sinagoga. Piuttosto regolarmente la Scrittura parla di “una chiesa in casa.” Anche due o tre riuniti insieme avevano la promessa della presenza di Dio. Il capo della casa o un anziano per ministrare, qualche copia delle Scritture (almeno una), un po’ d’acqua, un po’ di pane e vino, e non occorreva nient’altro. Case d’incontro potettero venire più tardi e furono ovviamente più convenienti dove erano coinvolti grandi numeri. Ma ci sono attualmente, in aree di persecuzione, e senza dubbio potranno esserci nel futuro, particolarmente dove non è disponibile alcuna adorazione riformata, grandi vantaggi in tale semplicità.
Ma in base alle premesse battiste tutto questo è distorto! C’è bisogno di molta acqua, larghi ed ampi contenitori, e, come tutti coloro che ne hanno fatto esperienza sanno, non poca attività. Questo vi sembra assomigliare più alla semplicità dell’adorazione del Nuovo Testamento, o a qualche distorsione farisaica che si è introdotta più tardi distorcendo il modo primitivo e biblico?
Conclusione
Noi riposiamo nella nostra posizione, e crediamo che sia inespugnabile. Rimane solo da considerare i Soggetti del Battesimo nella sezione conclusiva.
I Soggetti del Battesimo
Introduzione
Uno dei vantaggi dello scrivere qualcosa sulla Fede Riformata è che non ci si deve sforzare di tirare l’acqua al proprio mulino. E’ improbabile che, dopo qualche secolo, una seria alterazione debba essere fatta, anche se, chiaramente, può verificarsi il bisogno di aggiustamenti o chiarificazioni di seconda importanza. Il nostro unico compito è semplicemente quello di esporre il più chiaramente e fedelmente possibile la posizione biblica, e non c’è bisogno di preoccuparsi a riguardo, o di sopprimere qualche fatto, anche se esso può eventualmente puntare in un’altra direzione.
Nello studio precedente, che trattava il Modo del Battesimo, la nostra attenzione era rivolta a tre linee separate di evidenza.
Prima: i principali modi di purificazione cerimoniale nell’Antico Testamento erano versare, aspergere, o lavare, e questi lavaggi sono chiamati battesimi nel Nuovo Testamento.
Seconda: quando esaminiamo tutti i riferimenti ai battesimi veri e propri nel Nuovo Testamento scopriamo che individui, in piccoli o grandi numeri, sono serviti all’istante e senza disturbi o preparativi di alcun tipo. La chiara implicazione pratica è che battesimo significava aspersione o spruzzo, non immersione.
Terza: il battesimo rituale con acqua si riferisce semplicemente al battesimo reale con lo Spirito Santo: “Io vi ho battezzato con acqua, ma Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo.” Ora, lo Spirito è sempre detto “cadere,” “scendere,” o “essere sparso su,” ecc., e dunque ci aspettiamo ragionevolmente che il modo del rituale rappresenti simbolicamente il battesimo reale.
Ognuna di queste tre linee di evidenza conferma l’altra, ed una fune a tre corde non si spezza facilmente. Esse indicano che il Modo apostolico era effusione o aspersione (versamento o spruzzo), non immersione.
La sola linea di argomento significativa che ho riscontrato contro questa evidenza è che c’è qualche testimonianza storica che indica che l’immersione era praticata nel periodo sub-apostolico intorno al 150 d.C., quando la pratica usuale era quella dell’immersione triuna ricevuta nudi. Infatti lungo i secoli un vasto numero di cerimonie sono sorte, che variavano dall’immersione triuna ad estremi in cui, nel secolo 19°, ad esempio, a St. Martin, nei pressi di Birmingham, i battezzandi venivano disposti in circolo attorno al fonte battesimale e aspersi dal fonte da un ministro con una spazzola.
La risposta Riformata a questi vari modi è che la nostra autorità è semplicemente la Scrittura, non quanto può essere dedotto dall’archeologia o dalla storia, e ricordiamo ai lettori che il requisito biblico è che “ogni cosa sia fatta con decoro ed ordine.”
Ciò per noi è interessante nel momento in cui ci apprestiamo a considerare i Soggetti del Battesimo, perché c’è una ragionevole evidenza storica che ci testimonia di battesimi di alcuni bambini già nel 70 o 80 d.C., cioè nel periodo apostolico, e che continua da quel periodo senza quasi alcun dissenso per 1500 anni. In ogni caso però, ripetiamo, la nostra autorità è la Scrittura. La questione deve essere determinata con onestà da essa soltanto, per quanto delle testimonianze storiche possano o meno essere interessanti o illuminanti.
Formulazione della domanda
La chiesa cristiana è, o almeno dovrebbe essere, un’organizzazione missionaria. Man mano che i suoi confini si allargano uomini e donne saranno convertiti a Cristo. La professione di fede è ratificata dal battesimo. In Atti noi leggiamo di individui, famiglie e moltitudini che sono battezzate. Fin qui nessun problema. I nostri manuali per i servizi ecclesiastici prevedono battesimi per adulti. Noi crediamo in essi e li pratichiamo.9 Non c’è disputa tra noi e i battisti su questo!
La domanda invece è questa: dovrebbero essere battezzati i bambini di uno o entrambi i genitori professanti?
Noi Riformati, a questa domanda, rispondiamo:
“Non soltanto quelli che professano fede in Cristo ed obbedienza devono essere battezzati, ma anche gli infanti di uno od entrambi i genitori credenti.” (Confessione di fede di Westminster, Cap. XXVIII – Del Battesimo)
Questo è il solo punto in questione. A noi non interessa difendere abusi del battesimo degli infanti, o fraintendimenti di questo sacramento praticati in particolari servizi, né vogliamo qui discutere gli effetti del battesimo.
La questione può essere posta in un altro modo: I nostri infanti devono essere trattati come membri della Chiesa?
Considerazioni preliminari
Tutta la teologia sistematica è interconnessa e quindi ogni specifica dottrina dipende inevitabilmente da altre. Ve ne sono due che in modo specifico qui ci interessano: Chiesa e Patto. C’è stata ampia discussione su entrambi i punti, e non meno nella rivista dove questi articoli sono originariamente apparsi.10 Qui desideriamo considerare soltanto due punti. Anche se è usata una nuova forma nelle parole del nostro Signore, “Io edificherò la mia chiesa …,” c’è un’unità generica con la chiesa (Atti 7:38, dove l’”assemblea” veterotestamentaria è nel greco è esplicitamente chiamata dallo Spirito Santo “ecclesia,” la parola da cui noi abbiamo derivato “chiesa”) dell’Antico testamento così che Paolo in Romani 11:16-21 può parlarci di un essere innestati e di un prendere parte alla “radice e alla grassezza dell’olivo;” e ci è ricordato che “non sei tu a portare la radice, ma è la radice che porta te.“
Similmente, anche se parliamo di un Vecchio ed un Nuovo Patto, tra essi vi è un’essenziale unità, così che Galati 3 ci dice che prendiamo parte al patto stipulato con Abraamo, ed Ebrei fa riferimento a “un patto eterno.”
Entrambi questi aspetti sono racchiusi e sommati nelle parole della promessa ad Abraamo: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra,” Gen. 12:3. L’unità di entrambi è ulteriormente confermata dalla promessa di Dio ripetuta ad Abraamo: “Io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo.”
Argomenti a favore del Battesimo degli Infanti
1. Cominciamo ricordando ai nostri lettori che “La salvezza appartiene all’Eterno.” Chi è salvato, e quindi chi è perduto, è deciso dal Decreto eterno di Dio. Ma Dio praticamente usa dei mezzi, e noi ci accorgiamo dalla Scrittura che normalmente a Dio piace salvare lungo la linea delle generazioni.
All’inizio del volume sacro, in Genesi 4 e 5, notiamo che vengono tracciate due linee.
Prima abbiamo la linea di Caino. In essa notiamo lo sviluppo dell’agricoltura, della meccanica e della musica, come anche della poligamia e della guerra. Ma della grazia non ci è detto niente.
Quindi c’è la linea di Set. Qui possiamo notare questo: “quindi gli uomini cominciarono ad invocare il nome dell’Eterno.” Anche se non possiamo sapere se tutti i discendenti di Set che sono nominati erano salvati, tuttavia nella settima generazione leggiamo: “ed Enoc camminò con Dio, e non fu più trovato, perché Dio lo prese.” Dopo di lui Lamec e Noè furono uomini giusti. Ora, chiaramente non tutti i discendenti di Set erano rigenerati, perché leggiamo in Genesi 6 di matrimoni misti tra le due linee, e nonostante molti figli e figlie fossero nati, al tempo di Noè, dopo sole dieci generazioni, soltanto lui e la sua famiglia erano rimasti pii.
2. Dalla linea di Noè venne a suo tempo Abraamo, ma notiamo, durante questa transizione, una profezia significativa: “Dio allargherà Iafet, e dimorerà nelle tende di Sem.” Abbiamo già notato che in Abraamo tutte le nazioni devono essere benedette, ma quando leggiamo la storia vediamo lo sviluppo della promessa del Patto significata dalla circoncisione per l’adulto Abraamo e gli uomini della sua casa e tutti gli infanti maschi di otto giorni: “Poi DIO disse ad Abrahamo: Da parte tua, tu osserverai il mio patto, tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione.” Genesi 17:9. Abraamo “ricevette il segno della circoncisione, come sigillo della giustizia della fede che aveva ottenuto…” Ma Isacco è circonciso quando aveva otto giorni. La chiesa infante conteneva non soltanto credenti, cioè Abraamo, ma anche la loro discendenza: Isacco.
3. Un po’ dopo leggiamo di Abraamo che il Signore disse: “Io infatti l’ho scelto, perché ordini ai suoi figli e alla sua casa dopo di lui di seguire la via dell’Eterno, mettendo in pratica la giustizia e l’equità, perché l’Eterno possa compiere per Abrahamo ciò che gli ha promesso.” Doveva esserci una pia istruzione nelle vie del Signore, o, come dice il Nuovo Testamento a riguardo: “E voi, padri, non provocate ad ira i vostri figli, ma allevateli nella disciplina e nell’ammonizione del Signore.”
4. Al tempo di Mosè fu aggiunto un secondo sacramento: la Pasqua. Ora, entrambi i sacramenti includevano lo spargimento di sangue e naturalmente raffiguravano il solo grande e finale sacrificio del nostro Salvatore, il Signore Gesù Cristo. “Cristo, la nostra Pasqua, è stato immolato per noi.” Ma, se guardiamo indietro, lo spargimento di sangue non è più appropriato, e così il battesimo rimpiazza la circoncisione: “In Lui foste anche circoncisi … seppelliti con Lui nel battesimo …,” e la Cena del Signore prende il posto della Pasqua.
5. La posizione dunque è questa: per 2000 anni Chiesa e Patto hanno incluso non soltanto i credenti ma anche la loro discendenza di infanti. Tutti i maschi erano circoncisi all’età di otto giorni, altrimenti erano trattati come tagliati fuori dal patto. Membri proseliti adulti erano circoncisi per essere ammessi. Ciò continuò nella Chiesa fino al 60 d.C., perché leggiamo di quelli che continuavano a circoncidere i loro bambini al tempo dell’ultima visita di Paolo a Gerusalemme.
6. Ora, Cristo è “il messaggero del patto,” Malachia 3:1, il Patto fatto con Abraamo, e Lui è “un ministro della circoncisione per la verità di Dio, per confermare le promesse fatte ai padri, e affinché i Gentili glorifichino Dio per la Sua misericordia.” Romani 15:8, 9. Ora, quali erano i termini del Patto? Solo questi: che Egli sarebbe stato “un Dio per Abraamo e la sua discendenza.” C’è dunque qualche comandamento che abroga questa posizione privilegiata dei bambini nei termini del Nuovo Patto?11
7. Cerchiamo dunque di rivedere i vari riferimenti con questa domanda in mente.
Matteo 19:13-15
Qui vediamo l’attitudine del nostro Signore a confronto con quella dei discepoli.
“Lasciate i piccoli fanciulli venire a me, perché di tali è il regno dei cieli.”
Atti 2:37-39
Pietro sta predicando nel giorno di Pentecoste e in risposta alla domanda, “Fratelli, che dobbiamo fare?” egli disse: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo … Poiché la promessa è per voi e per i vostri figli ….”12
Atti 16:14, 15
Qui leggiamo di una certa Lidia alla quale “il Signore aprì il [suo] cuore per dare ascolto alle cose dette da Paolo. Dopo essere stata battezzata con la sua famiglia ….”
Atti 16:30-34
Nella storia del carceriere di Filippi vediamo che quest’ultimo chiede a Paolo: “Signori, cosa devo fare per essere salvato?». Ed essi dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua». Poi essi annunziarono la parola del Signore a lui e a tutti coloro che erano in casa sua … E lui e tutti i suoi furono subito battezzati … e si rallegrava con tutta la sua famiglia di aver creduto in Dio.” Si noti: il carceriere chiese cosa lui deve fare, ma la risposta che riceve include la sua casa, così vediamo che tutta la famiglia fu battezzata, ma fu lui, singolo, che aveva creduto.
I Corinzi 1:16
“Ho battezzato anche la famiglia di Stefana.” Abbiamo qui un terzo esempio di battesimo di una famiglia.
I Corinzi 7:14
“…altrimenti i vostri figli sarebbero immondi; ora invece sono santi.”
I bambini del Patto si trovano in una posizione speciale davanti a Dio. C’è dibattito su cosa significhi esattamente “santi” in questo passaggio, ma io suggerisco che i testi che seguono fanno un po’ di luce a riguardo. In Ezechiele 16:21 Dio esprime malcontento: “che tu dovresti scannare i miei figli…?” ed in Malachia 2:13-15 rifiuta il divorzio, “Poiché egli cercava una discendenza da DIO.”13
Efesini 6:1-3
“Figli, ubbidite nel Signore ai vostri genitori, perché ciò è giusto. «Onora tuo padre e tua madre», questo è il primo comandamento con promessa, «affinché tu stia bene e abbia lunga vita sopra la terra».”
Colossesi 3:20
“Figli, ubbidite ai genitori in ogni cosa, poiché questo è accettevole al Signore.”
Ora, a chi ci si sta rivolgendo in queste due Epistole? Nella prima, “Ai santi che sono in Efeso ed ai fedeli in Cristo Gesù,” e nella seconda, “Ai santi ed ai fratelli fedeli in Cristo, che sono a Colosse.” Noi vediamo che istruzioni sono date a mariti, mogli, padroni, servi e bambini. Tutti sono egualmente trattati come membri della Chiesa!14
Discussione
Cerchiamo ora di essere chiari: non stiamo dicendo che questi testi provano il battesimo degli infanti. Noi non sappiamo se le famiglie di Stefana, Lidia o il carceriere di Filippi contenessero dei bambini, anche se c’è una buona probabilità che una, o più di una, ne avessero al loro interno.
Ciò che stiamo affermando è questo: i bambini dei membri della Chiesa sotto l’Antico Patto erano trattati come membri della Chiesa e i maschi ricevevano il sacramento della circoncisione. Non c’è evidenza che questo privilegio è stato ritirato sotto il Nuovo Patto, e le parti del Nuovo Testamento che abbiamo notato sono del tutto coerenti con il fatto che i bambini continuarono ad essere considerati come membri della chiesa e quindi di conseguenza battezzati. Ponendo la questione negativamente, potremmo ragionevolmente chiedere ai nostri fratelli Battisti, con la loro enfasi sul ravvedimento e la fede individuale per essere considerati soggetti degni di ricevere il battesimo, di dirci cosa nel loro sistema e nella loro pratica corrisponde ai tre battesimi di famiglie sopra menzionati?
Possiamo riassumere quello che abbiamo detto riconoscendo che Dio è Sovrano nella salvezza. Ma piace a Dio di usare mezzi per i Suoi fini ed è la Sua graziosa e misericordiosa provvisione di chiamare normalmente i Suoi eletti lungo la linea del Patto. Vediamo ciò nella linea di Set a differenza di quella di Caino. Non vediamo l’elezione operare apparentemente a caso tra le due linee. Ciò naturalmente non vuol dire che tutti quelli che si trovano nella linea del Patto sono salvati; tra i discendenti di Set sembrerebbe che la maggioranza si sviò. Né significa che Dio non può cominciare una nuova linea di patto in qualsiasi momento; perché questo è precisamente quanto noi vediamo accadere nell’opera missionaria. Io ho sentito di persone Riformate olandesi che possono far risalire i loro antenati 400 o 450 anni fa e dicono che in ogni generazione ci sono stati quelli che hanno invocato il nome del Signore. Sotto l’antica dispensazione il segno del Patto era la circoncisione, ma durante la nuova lo è il battesimo. E’ interamente in linea con questo che dovremmo aspettarci di battezzare i nostri infanti, e tutta l’evidenza che abbiamo indica questa direzione. La linea di Sem giunse fino ad Abraamo, ai Patriarchi e quindi a tutto Israele. Molti di noi nell’Ovest sono discendenti di Iafet. Riguardo a questo, come per altro, per noi è appropriato dimorare nelle tende di Sem!
Conclusione
Abbiamo cercato, fino ad ora, di presentare la verità in un modo positivo. Rimane soltanto considerare le obiezioni al pedobattesimo e di tirare alcune conclusioni pratiche per l’intera discussione.
Obiezioni al Pedobattesimo
Nelle pagine precedenti abbiamo cercato di presentare positivamente la verità che la discendenza infantile dei genitori credenti deve essere battezzata. “L’argomento in poche parole è semplicemente questo: Dio stabilì la Sua Chiesa nei giorni di Abraamo e vi pose bambini al suo interno. Essi devono rimanerci finchè Egli non li toglie via. Egli non li ha mai tolti via. Essi sono ancora membri della Sua Chiesa e in quanto tali hanno diritto alle sue ordinanze. Tra queste ordinanze vi è il battesimo, che, trovandosi in una posizione simile nel Nuovo Testamento a quella che aveva durante la dispensazione del Vecchio, come quella deve essere amministrata ai bambini.”
La citazione è presa dalla conclusione di un affascinante articolo di B.B. Warfield intitolato: “La Polemica sul Battesimo degli Infanti” in cui lui considera sei obiezioni al Battesimo degli Infanti elencate da A. H. Strong nella sua Teologia Sistematica, e mostra che nemmeno una di esse è valida.15 Vale la pena di leggere l’intero articolo. Qui, in una risposta molto più breve, desidero semplicemente considerare tre obiezioni che vengono regolarmente poste.
Obiezione I.
“Non c’è alcun comandamento nel Nuovo Testamento per il Battesimo degli Infanti.”
La prima risposta deve sicuramente essere che è l’argomento dell’esclusione degli infanti dalla chiesa che deve essere provato dai nostri oppositori! Che la circoncisione degli infanti come quella degli adulti era praticata per espresso comandamento di Dio nell’Antico Testamento è ammesso da tutti. Dove, sotto la Nuova Dispensazione esso è stato abrogato? E perché, sotto la più piena, chiara e splendente luce del Vangelo i nostri bambini devono essere spiritualmente svantaggiati in confronto alla loro posizione nell’Antico Testamento?
Secondo, quando il nostro obiettore afferma, come di solito accade, che ha bisogno di un comandamento positivo, egli mostra sicuramente una certa misura di arroganza. Dio ci istruisce nella Sua Parola in prosa: “Nel principio Dio creò i cieli e la terra.” In Poesia: “I cieli dichiarano la gloria di Dio.” In Parabole: “Un seminatore uscì a seminare.” C’è l’allegoria: “e queste sono un’allegoria,” e anche stile apocalittico: “Rivelazione di Gesù Cristo…”Una dottrina può essere “o espressamente stabilita nella Scrittura, o per buona e necessaria conseguenza dedotta dalla Scrittura.”
[Confessione di fede di Westminster, Cap. I. VI] Non è appropriato per la creatura mettersi a giudicare il modo in cui il Creatore dovrebbe istruirci, accettiamo riverentemente quello che Egli fa.
Terzo, può essere obiettato che “Personalmente non me ne importa niente del tuo ‘buona e necessaria conseguenza.’ Dammi un esplicito comandamento della Scrittura ed obbedirò!” Non te ne importa niente? Ogni chiesa cristiana che conosco giustamente ammette le donne credenti alla Cena del Signore. Ma non c’è né un comandamento esplicito per questo nel Nuovo Testamento, né un solo esempio a riguardo. Noi ammettiamo le donne alla Cena, e giustamente, per “buona e necessaria conseguenza.”
Considerando questo vediamo che questa prima obiezione semplicemente crolla.
Obiezione 2.
“Le Scritture richiedono fede e ravvedimento prima del battesimo.”
Questo argomento naturalmente si sviluppa in questo modo: gli infanti sono incapaci di esercitare sia fede che ravvedimento e quindi non sono soggetti appropriati per il battesimo. Ma se spingiamo l’argomento un pò oltre notiamo che è un sofisma. Ciò che si sta implicando è questo:
Le Scritture richiedono fede e ravvedimento dagli adulti perché possano essere battezzati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli non possono essere battezzati.
La fallacia di questo ragionamento sta nel fatto che la premessa riguarda gli adulti, ma la conclusione riguarda gli infanti.
Forse potremmo essere più chiari ancora sostituendo il testo precedente con questo: “Chi crede ed è battezzato sarà salvato, ma chi non crede sarà condannato.” E così: le Scritture richiedono fede ed il battesimo dagli adulti perché essi siano salvati, ma siccome gli infanti non possono esercitarli saranno condannati.
E ancora: “Se qualcuno non vuole lavorare non deve neppure mangiare.” E così: le Scritture richiedono che gli adulti lavorino perché mangino, ma siccome gli infanti non possono lavorare essi non possono mangiare né essere nutriti!
Il sofisma, un argomento specioso ma fallace, è ora sicuramente chiaro. Noi non crediamo che tutti gli infanti sono perduti, né crediamo che non dovrebbero non mangiare. L’errore sorge semplicemente perché si applica agli infanti ciò che è inteso per gli adulti, e chiaramente dunque anche questo argomento crolla completamente.
Obiezione 3
Questa serie si concentra primariamente sull’analisi e sul commento dei dati biblici. Ma c’è un’obiezione storica che piuttosto regolarmente è posta. I Riformatori, e quelli tra noi che adottiamo la posizione Riformata, sono accusati di essersi portati dietro il Battesimo degli infanti da Roma. Ora, se dovessi far notare ai Battisti che nel praticare l’immersione essi stanno semplicemente seguendo i Testimoni di Geova, essi giustamente risponderebbero in modo indignato che essi hanno seguito questa pratica da molto prima che Testimoni di Geova esistessero.
Precisamente la stessa considerazione possiamo fare noi. La storia del battesimo degli infanti ha le sue radici, non, come qualcuno suggerisce, solo dopo l’anno 400, ma molto prima nel passato, fino a dove abbiamo reperti storici. I primi sviluppi del sacerdotalismo ci furono intorno all’anno 250 d.C. con Cipriano. Lungo i secoli la sede di Roma aumentò le sue pretese con fermezza, man mano che il braccio frenante dei Cesari si indebolì, e così la potenza dell’uomo del peccato si accrebbe, II Tessalonicesi 2. Ma dovette passare un millennio prima che il sistema Romano fosse pienamente sviluppato.
Uno potrebbe allo stesso modo argomentare che cantare i Salmi non è biblico perché Roma canta i Salmi.
Noi li cantiamo perché vediamo che il Signore ed i Suoi apostoli li cantavano. Sono quelli che non li cantano che non seguono la Bibbia. La pratica Riformata non deve niente a Roma, ma il fatto che questa cantilena è così prontamente ripetuta suggerisce la disperazione del caso Battista.
Implicazioni
Quali conclusioni possiamo trarre da quanto abbiamo detto fin qui?
I. Quando una persona è stata battezzata nel nome della Trinità questo battesimo non deve mai essere ripetuto. Non sarà qualche commento sull’”aspersione degli infanti” che giustificherà questa pratica. Il ministro che svolge questa ripetizione dovrebbe saperlo bene, ed il candidato potrebbe saperlo meglio se solo si fosse informato adeguatamente. So che la parola anabattista ha dei cattivi connotati, e nessuno difenderebbe mai gli incidenti terribili che si verificarono nei secoli scorsi, ma sembra ancora che questa sia l’unica parola da poter essere applicata a questa pratica della ripetizione. Ma, dirà qualcuno, i miei genitori erano soltanto cristiani nominali. Io fui battezzato perché “così si usava fare.” Così Dio nella Sua misericordia ti ha dato la realtà che corrisponde a ciò che, forse nell’ignoranza, fu dato nel rituale da bambino. Gioisci, ma non ripetere il battesimo. Ma, dirà qualcun altro, la chiesa in cui fui battezzato è largamente apostata ed il ministro era un uomo empio. Se ciò è vero, queste cose sono comuni e deplorevoli, ma non invalidano le azioni ufficiali, non più di quanto il carattere di un ufficiale di stato civile che celebra matrimoni influisce sulla loro validità. La sola eccezione a questa regola concerne i culti, come i Testimoni di Geova, i Mormoni, gli Unitariani, ecc., dove il Dio Triuno è rinnegato. In questi casi il battesimo cristiano dovrebbe essere richiesto.
II. Nel caso in cui una persona sia stata condotta alla vera fede in Cristo e non sia stata precedentemente battezzata dovrebbe richiedere il battesimo urgentemente. Il battesimo è l’evidenza che definisce a se stessi e al mondo che si è cristiani. Forse è ironico che i soli luoghi dove uno può incontrare credenti non battezzati sono le chiese battiste, o quelli connessi per nascita a loro. Può verificarsi che, proprio come in alcune chiese Presbiteriane ci sia una certa riluttanza a prendere la Cena del Signore perché è infrequentemente celebrata, a causa dell’enfasi che vi è posta, così nelle chiese Battiste vi è una non biblica enfasi sul battesimo, e la pretesa che sia praticato in un modo particolare (che noi giudichiamo non biblico), e spesso associato ad una grande messa in mostra, inibisce proprio le anime più sensibili ed esercitate che secondo un giudizio caritatevole sarebbero candidati propri per questa ordinanza.
III. Ma al di là delle nostre dispute e divisioni dobbiamo ricercare la realtà della fede. Ci siamo davvero ravveduti e abbiamo creduto al vangelo? Ha Dio salvato le nostre anime in Cristo? Qualsiasi conclusione possiamo raggiungere sui modi ed i soggetti, ovvero sul rituale, siamo partecipi della realtà che esso raffigura, ovvero il battesimo con lo Spirito Santo e la nuova nascita? Se no, tutta la nostra teologia sarà vana, e sarebbe meglio che non fossimo mai nati!
Conclusioni Finali
Giungendo alla fine, in qualche modo con un’attitudine di ringraziamento, voglio ancora riconoscere il pericolo menzionato all’inizio del nostro approccio a questo soggetto. La difesa della posizione Riformata e biblica è qualcosa che siamo stati costretti ad intraprendere a causa di chi considera questo soggetto così importante da istituire chiese battiste, ordinare ministri battisti, e strutturare un’intera denominazione. Storicamente questo movimento è scismatico.
Invitiamo ora tutti costoro a riconsiderare attentamente la loro posizione.
E’ comune per i Battisti vedere il battesimo come un simbolo della morte e risurrezione di Cristo. Se comunque essi considereranno quello che è stato scritto riguardo al Significato, sospetto che ci sia poco da disputare.
Per quanto riguarda il Modo, invitiamo il lettore a non appoggiarsi su pochi testi prova, ma di percorrere l’intero Nuovo Testamento e notare ogni luogo dove si parla del battesimo, compresi quei testi dove l’originale è adombrato dalla traduzione. Che egli voglia considerare le moltitudini al Giordano, i tremila nel giorno di Pentecoste, il carceriere di notte, ecc.. Poi li metta a confronto con la quantità di lavoro necessario per immergere una persona sola. Inoltre, si ricordi che il rituale deve rappresentare la realtà dello spargimento dello Spirito Santo. Io credo che la sola conclusione può essere quella di abbandonare l’insistenza sull’immersione.
Per quanto riguarda i Soggetti, siamo d’accordo che gli adulti convertiti dovrebbero battezzarsi. La sola questione reale è come trattare i loro bambini. Qui abbiamo bisogno di considerare tutti i dati della Scrittura.
Il fatto che i bambini erano inclusi nel Patto dall’inizio, l’assenza di qualsiasi indicazione di cambiamento, e le note incidentali di battesimi di intere famiglie ed i comandamenti indirizzati ad i bambini considerati come membri della chiesa, possono indicare una sola strada.
Per altre risorse in italiano, clicca qui.
Bibliografia
Il miglior libro sul Battesimo è la Bibbia! Lo scopo di questi articoli è stato semplicemente quello di far risaltare la posizione biblica, e invitiamo semplicemente i nostri lettori ad emulare i cristiani bereani e quindi ricercare da loro stessi la verità intorno a questo soggetto, e siamo fiduciosi del risultato. Ma molti di noi non conoscono il greco, ed, inoltre, se la nostra attenzione non è specificatamente attratta su un argomento, noi potremmo tendere con facilità a non interessarcene più di tanto. Di certo questi articoli non avrebbero potuto essere stati scritti senza attingere da altre fonti. Lo studente interessato può trovare nelle seguenti opere un prezioso aiuto:
Jay E. Adams …………………………………………………………….. The Meaning and Mode of Baptism
James M Chaney ………………………………………………………………………….. William the Baptist
Peter Edwards …………………………… Candid Reasons for Renouncing the Principles of Anti-Pedobaptism
Edmund B. Fairfield ……………………………………………………………………….. Letters on Baptism
W. J. Lowe …………………………………………………………………… Baptism, Its Mode and Subjects
Pierre Ch. Marcel ……………………………………………………. The Biblical Doctrine of Infant Baptism
John Murray ………………………………………………………………………………… Christian Baptism
Duane Spencer ……………………………………………………………………………….….. Holy Baptism
1N.d.T. Vedi nota numero 7 a pagina 20.
2
N.d.T. Misura di volume anglosassone.
3N.d. T. Francesco De Lucia, il traduttore del presente studio di M. Kimmitt, è in un certo qual modo in disaccordo con questa affermazione dell’autore, in quanto che essa presuppone che dallo studio della Scrittura non si possa ricavare con certezza il corretto modo di amministrare il battesimo. L’eresia dei Galati essenzialmente consiste nell’ aggiungere un rito, un’opera inventata dagli uomini, o un’opera fatta dagli uomini all’opera di Cristo come parte essenziale per la base della propria giustificazione dinanzi a Dio. Ora, se i Battisti intendono questo quando dicono che un battesimo che non è per immersione non è valido, cioè che quindi la persona a cui è stato amministrato non può essere salvata, allora l’osservazione di Kimmitt è pertinente, ma se da parte dei Battisti il punto è meramente determinare quale sia il corretto modo, e la Scrittura ci permette di determinarlo, allora si deve necessariamente parlare del corretto modo a discapito di un altro che non lo sarà. In questo caso quindi è lecito parlare di un modo scorretto di amministrare il battesimo confrontandolo con quello che la Scrittura ci insegna essere quello corretto.
4
N.d. T. E’ utile fare un’ulteriore precisazione. Il passaggio di Levitico 14:6, 7 è usato dai Battisti come prova che “battesimo” significhi “immersione,” facendo peraltro riferimento alla versione dei Settanta che traduce con la parola “battezzerà” la parte che al verso 6 in ebraico significa “immergerà.” Ma benché sia così, si deve fare attenzione a notare che il battesimo neo-testamentario raffigura la purificazione dal peccato, e che dunque è il verso 7 quello a cui ci si deve riferire quando si ha in mente la purificazione, non il verso 6. La parte che parla di come la purificazione viene effettuata, applicata, è il verso 7. Colui che doveva essere purificato veniva asperso, non veniva immerso. Ed è a questa fase che il battesimo neo-testamentario fa riferimento, a quella applicazionale dell’elemento purificatore, o meglio, che raffigura la purificazione. Ciò è confermato da tutti gli altri passaggi menzionati. La purificazione avviene sempre per mezzo di un’aspersione purificatrice, la pratica che nell’AT raffigurava la purificazione col sangue di Cristo, col quale veniamo “aspersi” (I Pietro 1:2). Quest’opera ci viene applicata mediante lo Spirito, col quale veniamo “aspersi,” perché Egli è sparso sui credenti. Il battesimo con acqua non fa altro che raffigurare questo.
I Battisti in sostanza fanno riferimento al verso sbagliato in Levitico 14, e ciò sempre perché partono col presupposto che “battesimo” debba significare solo “immersione,” e credono di trovare al verso 6 una conferma della loro posizione. Ma non è quello il verso che parla della purificazione, la realtà raffigurata dal battesimo con acqua, bensì il verso 7.
5
N.d. T. Cristo non ha “immerso” le sue vesti nel sangue dei Suoi nemici, ma è il sangue che è stato spruzzato sulle Sue vesti. Come risultato di questo spruzzo sulle vesti, Giovanni vede questa veste intrisa del sangue, bagnata ed impregnata del sangue spruzzato precedentemente sulle vesti. La parola greca “bapto” è usata per descrivere lo stato delle vesti già bagnate e impregnate dal sangue, e non il modo in cui quel sangue è giunto in contatto con le vesti. Questo contatto, il momento “applicazionale” del sangue alla veste, non è l’immersione, ma lo spruzzo, o aspersione.
Considerando la dottrina del modo del battesimo, il lettore deve ricordare che noi ci stiamo qui occupando proprio del momento “applicazionale” dell’elemento (l’acqua) a colui a cui esso è applicato.
6
N.d.T. Riguardo alla probabilità che Apocalisse possa supportare la probabilità che le vesti siano state in qualche modo “immerse” nel sangue, vedasi nota numero 5, in cui è chiarito bene che non lo sono state.
7N.d.T. Questo è valido solo quando ci si trova di fronte ad un’induzione chiusa, ovvero quando per stabilire una legge universalmente valida si esaminano tutti i dati possibili che conducano allo stabilimento di una legge in base a tutti i dati, e si è sicuri che non ve ne siano di ulteriori che possano confermare o disapprovare la legge. Ciò, nel caso dello studio sul significato della parola battesimo nella Scrittura è possibile, perché i dati che abbiamo da analizzare per stabilire “la legge” sono finiti, ma, in moltissimi casi riguardanti leggi naturali, è impossibile, in quanto i dati da analizzare spesso non sono compresi in un numero ed in un tempo finito. Molte, se non tutte, le leggi della scienza empirica, dunque, basandosi su una fallacia logica, quella dell’induzione, sono sempre falsificabili da ulteriori osservazioni ed esperimenti futuri, e quindi sono, in un’ultima analisi, non da doversi considerare come vere.
8N.d. T. Malattia derivante dell’utilizzo di acqua inquinata.
9N.d. T. Ciò si verifica in ogni congregazione di confessione Riformata o Presbiteriana.
10N.d. T. Il periodico a cui qui è fatto riferimento è il già menzionato British Reformed Journal. Si visiti pure il sito web:
www.britishreformedfellowship.org.uk/ per maggiori informazioni.
11N.d. T. Cristo è ministro della circoncisione per confermare le promesse fatte ai padri. Le promesse sono sintetizzate in questa promessa fatta ad Abraamo: “Io sarò il tuo Dio e della tua discendenza.” Cristo ha dunque confermato questa promessa nell’amministrazione del Patto dell’era neo-testamentaria, e, non essendoci alcun comandamento che abroghi questa promessa per la discendenza dei figli di Abraamo, ovvero i figli dei credenti, ma anzi Cristo l’ha confermata, anche alla discendenza spirituale dei figli di Abraamo nel Nuovo Testamento la promessa rimane valida, proprio come era nell’epoca patriarcale. Il segno della promessa era ricevuto da tutta la discendenza naturale di Abraamo, benché la promessa fosse stata fatta soltanto alla discendenza spirituale che si trovava in essa, e ugualmente nell’epoca neo-testamentaria la promessa è la stessa, confermata da Cristo, ed è fatta, come nell’epoca precedente, a tutta la discendenza spirituale che si trova in mezzo a quella naturale dei figli dei credenti. Come nella vecchia amministrazione del patto di grazia tutta la discendenza naturale riceveva il segno della promessa, così questa pratica rimane invariata nell’epoca neo-testamentaria della chiesa, non essendovi stata apportata alcuna abrogazione ed essendo il patto e la promessa rimaste le stesse.
12N.d. T. Per quelli che sono eletti tra i figli dei credenti, esattamente come nell’epoca veterotestamentaria. Ciò non preclude che il segno della promessa sia applicato a tutti, esattamente come nell’epoca veterotestamentaria. Niente ha cambiato o abrogato questo stato di cose.
13N.d. T. Suggerisco che “santi” si riferisca in senso proprio solo alla discendenza eletta tra i figli dei credenti, e riferito agli altri significa “esternamente santi.” Solo ai primi appartiene il senso vero e proprio della parola, ai secondi solo uno temporale e puramente esteriore, simile a quello riguardante “il marito non credente santificato nella moglie” di 1 Corinzi 7:14 stesso, anche se è da dire che per quanto riguarda i figli dei credenti allevati nella disciplina ed ammonizione del Signore c’è da prendere in considerazione le influenze spirituali della Parola che essi ricevono durante tutto il tempo della loro istruzione in una famiglia cristiana. Anche in questo senso essi sono “santi,” perchè santificati, seppure sia solo in modo esteriore e superficiale, e non trattandosi di persone realmente rigenerate, dalla Parola e dallo Spirito che parla nella Parola, vedasi Ebrei 10:26-29.
14N.d. T. Ci si rivolge a loro nello stesso senso in cui ci si rivolge ai credenti adulti, nel bel mezzo di esortazioni alla chiesa. Essi sono dunque visti come credenti rigenerati e membri della chiesa a tutti gli effetti, benché tra loro soltanto i bambini eletti lo siano, proprio come in una congregazione ci sono adulti che sono veri credenti ed altri che non lo sono, ma comunque anch’essi ricevono esortazioni ed istruzioni essendo considerati tutti come credenti rigenerati. Come ai credenti considerati rigenerati si danno esortazioni di ubbidire “nel Signore,” così anche ai bambini si ordina di ubbidire “nel Signore.” Solo un rigenerato può essere esortato nel bel mezzo di esortazioni rivolte alla chiesa ad ubbidire ad un comandamento, perché solo un rigenerato può adempiere il comandamento di Dio (Romani 8:1-5). Solo i reprobi, manifestando persistente rifiuto di obbedire in fede, nel Signore, alla Parola rivolta al popolo del Patto, saranno considerati come probabilmente non appartenenti al popolo dei rigenerati, il popolo a cui solo appartiene la promessa, e quindi disciplinati prima con censure e poi, se vi è persistente mancanza di ravvedimento, con scomunica.
Per un approfondimento vedasi: Herman Hanko, We and Our Children Grand Rapids: Reformed Free Publishing Association, revised edition, 2004; David J. Engelsma, The Covenant of God and the Children of Believers, Grand Rapids: Reformed Free Publishing Association, 2005;
Herman Hoeksema, Believers and Their Seed: Children in the Covenant, Grand Rapids: Reformed Free Publishing Association, revised edition, 1997.
I volumi possono essere acquistati qui:
http://cprc.co.uk/bookstore.htm#Baptism, e sono altamente consigliati. 15N.d. T. Studies in Theology, pp. 389ff.