Herman Hoeksema
Che cosa è l’uomo, ch’egli sia puro? E che cosa è chi è nato di donna, ch’egli sia giusto? Ecco, egli non si fida ne’ suoi santi, ed i cieli non son puri nel suo cospetto; Quanto più abbominevole e puzzolente è l’uomo, che beve l’iniquità come acqua? (Giobbe 15:14-16)
La chiesa di Cristo nel mondo predica la Parola di Dio per come essa si trova nelle sacre Scritture. Predicare questa Parola è la sua chiamata, ed è questa chiamata che essa adempie. Molte chiese nei nostri tempi moderni sono infedeli a questa chiamata ed hanno da lungo tempo dimenticato cosa significa predicare il vangelo, avendolo sostituito con la parola dell
’uomo ed avendo scambiato il buon pane della vita per ghiande che mangiano i porci.
La sola evidenza della Parola di Dio in molti santuari ecclesiastici è che una Bibbia è ancora sul pulpito, un silenzioso ricordo di ciò che li soleva essere proclamato. Negli anni precedenti le file erano ripiene della folla del popolo di Dio, affamato ed assetato di giustizia, che veniva per ascoltare dalle labbra del predicatore niente di meno che “Cosi dice il Signore”.
In quegli stessi luoghi oggi uno può trovare solo una manciata di uomini e donne auto-compiaciuti, per lo più donne, che aspettano di ascoltare qualche parola adulatoria riguardante la bontà dell
’uomo e la sua abilità e vocazione a creare un nuovo ordine mondiale dominato da giustizia morale e libero dagli errori e dai devastanti effetti della guerra. L’uomo è divenuto lo standard della verità. L’uomo predica la parola dell’uomo. Poca meraviglia che tali chiese sono come il sale del quale parlò il Salvatore, ovvero sale che ha perso il suo sapore ed è buono a nient’altro che ad essere gettato per le strade per essere calpestato.
Io sostengo ancora, ad ogni modo, che la chiesa predica la Parola di Dio, perché solo dove la Parola di Dio è proclamata si trova la chiesa. E dove è la vera chiesa, li è predicata la Parola di Dio. Li il mero uomo non è il criterio della verità, ma lo è la rivelazione del Dio della Scrittura, mediante la quale si devono giudicare tutte le cose. Li l
’uomo non parla su Dio per adulare la sua personale vanità, ma attraverso il ministero della Parola, Dio parla riguardo a Se Stesso ed esporne i recessi più intimi del cuore di un uomo ai penetranti raggi di luce della verità divina. Dovunque ha luogo questo miracolo, l’uomo è messo a nudo quale un peccatore morto che, a prescindere da Cristo, è dannato davanti a Dio, interamente sotto il dominio del peccato, incapace di fare alcuna buona cosa ed incline ad ogni male a meno che la grazia divina non operi in lui il radicale cambiamento della rigenerazione. La chiesa che predica la Parola di Dio non ha niente da dire sulla bontà dell’uomo; al contrario, ella deve insistere che l’uomo per natura è totalmente depravato.
La Scrittura ovunque enfatizza la totale depravazione dell
’uomo naturale:
Ora Jehovah vide che la malvagità degli uomini era grande sulla terra e che tutti i disegni dei pensieri del loro cuore non erano altro che male in ogni tempo (Genesi 6:5).
Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c’è DIO». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c’è alcuno che faccia il bene. Jehovah guarda dal cielo sui figli degli uomini per vedere se vi sia qualcuno che abbia intendimento, che cerchi DIO. Si sono tutti sviati, si sono tutti corrotti; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno (Salmo 14:1-3).
Non si raccoglie uva dalle spine o fichi dai cardi, e un albero corrotto non può portare buoni frutti (Matteo 7:16-18). Ai Giudei in Gerusalemme, il Signore disse: “Voi siete dal diavolo, che è vostro padre, e volete fare i desideri del padre vostro” (Giovanni 8:44).
E l
’apostolo scrive,
Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato, come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto, con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c’è rovina e calamità (Romani 3:9-16).
L
’uomo naturale ha una mente carnale, e perciò egli ha a mente le cose della carne:
Infatti la mente controllata dalla carne produce morte, ma la mente controllata dallo Spirito produce vita e pace. Per questo la mente controllata dalla carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomessa alla legge di Dio e neppure può esserlo (Romani 8:6-7).
Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio (Galati 5:19-21).
A meno che l
’uomo sia vivificato dallo Spirito di Dio, egli è “morto nei falli e nei peccati,” nei quali egli cammina “seguendo il corso di questo mondo, secondo il principe della potestà dell’aria, dello spirito che al presente opera nei figli della disubbidienza” (Efesini 2:1-2).
Perché citare altro? Chiunque abbia anche solo una minima familiarità con la Bibbia sa che è molto esplicita nell
’insegnare che l’uomo è per natura interamente depravato, così che egli è incapace di fare alcun bene.
Sulla base della Scrittura, la chiesa attraverso i secoli ha sempre proclamato la verità della depravazione dell
’uomo e l’ha enfatizzata nelle sue confessioni come una delle dottrine fondamentali. I suoi più abili e spirituali rappresentanti e leader la hanno difesa e le hanno conferito una formulazione definita e marcata. Fin dal principio del quinto secolo, la dottrina della depravazione dell’uomo in tutte le sue implicazioni fu sviluppata da Agostino. I leader della Riforma Protestante del sedicesimo secolo le assegnarono un luogo prominente nel loro insegnamento e nella loro predicazione. Questo è vero di Calvino e dei suoi colleghi, ma non meno di Martin Lutero, come chiunque può verificare da sè esaminando le pagine del suo libro De Servo Arbitrio. La depravazione dell’uomo fu sostenuta e reiterata con enfasi dai padri Riformati nell’Olanda del Sinodo di Dordrecht (1618-1619), il quale espose la verità Riformata in contrasto ai Rimostranti (il partito Arminiano) nei Canoni di Dordt.
L
’affermazione della dottrina della totale depravazione nei Canoni occupa ancora un posto importante un posto importante nelle negli standard delle chiese Riformate in tutto il mondo. Tuttavia, la dichiarazione chiara e senza compromessi di questa verità della depravazione dell’uomo storicamente ha incontrato opposizione e perfino amaro risentimento. Siccome l’orgoglio è una delle più rilevanti caratteristiche dell’uomo naturale, e siccome la verità della depravazione dell’uomo è molto umiliante per la carne, non dovremmo essere sorpresi di questa opposizione e questo risentimento.
Tuttavia, il credente il cui cuore è stato rinnovato e la cui mente illuminata dallo Spirito di Dio non ha difficoltà nell
’accettare questa verità. Egli conosce il suo peccato. Egli contempla la sua corruzione nella luce del giudizio di Dio Stesso. Egli umilia se stesso nella polvere e nella cenere e confessa il suo peccato davanti a Dio.
Ciò non è vero per l
’uomo naturale, carnale. A lui la verità che l’uomo è interamente incapace di fare alcun bene, e che la sua giustizia non è che un panno sudicio davanti a Dio, gli risulta repellente e assurda. Egli punterà a tutte le buone opere dell’uomo, alle potenti e nobili gesta di tutta l’umanità, all’umanitarismo e alla filantropia, la carità e l’auto-sacrificio degli uomini, e vi sfiderà ad etichettare poi tutte queste buone opere come niente altro che dorati peccati. Egli non si offenderà se si evidenziano le iniquità dell’uomo, l’avarizia e la concussione, le condizioni malvagie e le ingiuste relazioni che esistono nel mondo, se solo gli si lascia il potere di riformare se stesso e il mondo. Ma si predichi la verità non adulterata e si neghi all’uomo la volontà o la capacità di fare alcun bene, e l’incapacità dell’uomo di stendere una mano per la sua propria salvezza, e l’uomo naturale giudicherà che la dottrina della totale depravazione è una dottrina dura, che non vorrà ascoltare.
La chiesa non deve mai cedere alla pressione di questa opposizione. Ella deve predicare la Parola di Dio e nient
’altro, e predicando questa Parola, proclamerà di certo che senza la grazia di Cristo, l’uomo è incapace di fare alcun bene. Egli è per natura totalmente depravato.
Quali sono le implicazioni di questa verità? Qual è il significato delle affermazioni scritturali che non c
’è nessuno che fa alcun bene? Significa forse che per la caduta di Adamo, l’uomo è stato cambiato in qualche altro tipo di essere: che egli divenne un diavolo o forse che fu degradato al livello di un animale? Chiaramente no. L’uomo fu creato come essere razionale e morale. Il peccato non poteva cambiare e non cambiò l’essere dell’uomo, perché il peccato è corruzione morale ed etica. Dopo la caduta, l’uomo ancora aveva una mente ed una volontà. Egli rimaneva un essere razionale e morale. Egli non divenne squilibrato mentalmente o incapacitato intellettualmente.
Inoltre, l
’uomo non ha perso la sua posizione di re nel mondo; egli ancora possiede ed esercita dominio sopra la creazione terrestre. Anche se non ha più il potere e l’abilità che Adamo aveva prima della caduta, l’uomo non è in alcun modo interamente destituito dei doni e dei talenti per mantenere la sua posizione a capo delle cose create. Il risultato è che l’uomo naturale è capace di compiere molte cose che sono formalmente corrette, e quasi perfette da un punto di vista meccanico, naturale. L’uomo fa oggetto della sua investigazione scientifica il mondo che lo circonda. Egli scopre le ordinanze di Dio nella creazione e predispone la sua propria vita per trarre da essa dei vantaggi. Egli porta alla luce le potenze nascoste e le meraviglie della creazione e le indirizza al suo servizio. Egli può costruire una buona casa e costruire un meccanismo quasi perfetto. Egli comprende le leggi della terra e delle stagioni e fa in modo che la terra produca il miglior raccolto possibile. L’uomo studia le leggi della gravità e della gravitazione, del vapore e dell’elettricità, dei raggi di luce e delle onde sonore, e inventa il telefono e il telegrafo, la radio e il cinematografo. Egli costruisce aeroplani e vola nello spazio. Egli inoltre produce strumenti di distruzione: sottomarini e torpedinieri, cannoni e fucili, bombe e proiettili. Egli studia le leggi del copro umano e combatte la malattia e la morte. Egli preserva la vita umana finche è possibile ed allevia la sofferenza umana. L’uomo inoltre può fare molto per arricchire la sua vita terrena. Egli si circonda di mezzi per rendere la sua vita confortevole e piacevole. Egli mangia e beve e riempie il suo cuore di gioia. Il peccatore caduto è capace di realizzare molto bene tutte queste cose; l’uomo non ha bisogno della grazia per essere in grado di fare queste cose.
Il peccato non distrusse l
’essenza delle cose; il peccato è corruzione morale ed etica. Cosa allora? La verità della totale depravazione significa forse che l’uomo caduto è moralmente incompetente nel senso che egli non può più discernere la differenza tra il bene e il male? Non sia mai! Se questo fosse il risultato della caduta, l’uomo non sarebbe più un essere responsabile. Il peccato non è un errore nel giudicare a riguardo delle cose morali. La depravazione non implica che l’uomo caduto considera giusto il male e ingiusto il bene. Al contrario, egli ha una certa conoscenza di Dio e sa che Dio deve essere servito e glorificato con ringraziamento. Inoltre egli è capace di vedere la differenza tra il bene e il male, perchè i Gentili, che non hanno la legge, fanno per natura le cose della legge; vale a dire, essi discernono e determinano abbastanza correttamente cosa è bene e cosa è male, e in conformità a ciò creano le loro proprie leggi. Così essi “dimostrano che l’opera della legge è scritta nei loro cuori per la testimonianza che rende la loro coscienza, e perché i loro pensieri si scusano o anche si accusano a vicenda” (Romani 2:15).
Possiamo perfino spingerci un passo oltre e dire che in una certa misura l
’uomo fa un tentativo di conformare la sua vita e la vita sociale alla legge morale di Dio. L’uomo discerne chiaramente che osservare la legge di Dio è buono per lui, mentre il peccato porta distruzione. Troppo adulterio e ubriachezza hanno un effetto devastante sul corpo. Troppa avarizia e cupidigia causano rivoluzioni e guerre. Un troppo grande lassismo a riguardo del matrimonio e delle leggi sul divorzio minano la casa e la nazione. Praticare in modo troppo coerente pubblico l’inganno e la disonestà negli affari distrugge la fiducia, e gli omicidi e i furti sono a detrimento della società. L’uomo naturale discerne tutto ciò molto chiaramente. Riconoscendo che osservare i comandamenti di Dio è salutare, l’uomo cerca di moderare la sua concupiscenza e fare in modo che la corruzione non prorompa ma sia contenuta entro certi limiti in modo che anche nel mondo degli uomini caduti c’è un certo riguardo per la virtù ed un portamento esteriormente ordinato, sebbene assolutamente nessuna operazione di qualsiasi tipo di grazia è necessaria per questo. In ultima analisi, ovviamente, l’uomo fallisce in tali sforzi morali, perché non è motivato dall’amore di Dio.
Ancora una volta chiediamo, cosa, allora, è inteso per totale depravazione? Cosa è implicato nell
’affermazione che l’uomo è incapace di fare alcun bene? Al fine di rispondere in modo appropriato a queste domande, dobbiamo ricordare cosa abbiamo detto in precedenza in questo libro a riguardo della bontà morale. Cosa è buono nel senso etico? E’ l’osservanza della legge di Dio. Cos’è la legge di Dio? E’ forse un codice esterno di precetti che un uomo può osservare col conformarsi esteriormente ad essi? No. Essa è la vivente e immutabile volontà di Dio che l’uomo dovrebbe amarlo. E’, quindi, una questione del cuore. Amare il Signore nostro Dio con tutto il nostro cuore e mente e anima e forza è buono, e nient’altro è buono. Tutto ciò che non è motivato dall’amore di Dio, non importa quanto buono e nobile possa apparire agli occhi dell’uomo, è peccato. Quanto alla sua essenza, la verità della totale depravazione significa che la natura umana è divenuta così corrotta che l’uomo non ama, non vuole amare e non può amare Dio. Egli odia Dio. A meno che non sia rigenerato, non può fare alcun bene; egli pecca sempre. E’ un ribelle.
Mi si lasci chiarire ciò mediante un
’illustrazione. Si supponga vi sia un sovraintendente di una certa fabbrica che espelle il proprietario e propone di condurre lo stabilimento per il suo proprio profitto. Egli è un manager capace, e conduce gli affari in modo molto efficiente. La produzione aumenta sotto la sua amministrazione, ed egli produce una merce di qualità. Inoltre, egli tratta i suoi impiegati con gentilezza e paga loro un buono stipendio. Forse che questo sovraintendente ribelle che conduce questa fabbrica per se stesso compie alcun bene nel fare ciò? Ovviamente no, per la semplice ragione che in tutto ciò che fa egli pecca contro il proprietario della fabbrica.
Un tale ribelle sovrintendente è l
’uomo per natura. Dio lo pose al di sopra delle opere delle Sue mani per sottometterle e governare su di esse nel servizio di Dio, in modo che l’intera sua vita e con tutte le cose potesse glorificare il nome dell’Altissimo. Ma l’uomo ha rigettato la Parola di Dio, divenne il nemico di Dio, e si propose di condurre il mondo di Dio per se stesso al servizio del peccato e del diavolo. Egli può anche amministrare le cose in un modo efficiente come non mai, ma fa in questo alcun bene? No affatto. Tutto ciò che l’uomo fa è peccato, perché non ama e glorifica il Signore della creazione. Il fatto che l’uomo è incapace di fare alcun bene ed è prono ad ogni male significa, basilarmente, che non può amare Dio. La sua natura è contraria alla legge di Dio.
Non si fraintenda questo. L
’uomo non può odiare Dio e comunque ancora amare il prossimo. Egli non può calpestare la prima tavola della legge e tuttavia osservare ancora la seconda tavola. Non può espellere Dio dalla sua vita e poi vivere in rettitudine morale in tutti gli altri aspetti. E’ concepibile che il sovraintendente nella mia illustrazione possa spodestare il proprietario e, a prescindere da questo, essere un buon manager. Ma questo esempio non è applicabile alla relazione dell’uomo con Dio. Dio non può essere beffato. Egli è terribilmente dispiaciuto dell’empietà dell’uomo. Egli circonda l’uomo empio nella Sua santa ira, lo consegna alla concupiscenza della carne, e lo punisce con la morte e la corruzione. “Perché l’ira di Dio è rivelata dal cielo contro ogni empietà ed ingiustizia degli uomini, che trattengono la verità nell’ingiustizia” (Romani 1:18). Una delle manifestazioni dell’operazione di questa ira è raffigurata nelle seguenti parole:
E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità, ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti, al genitori, senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati. Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono (Romani 1:28-32).
Mediante questa ribellione e disubbidienza, l
’uomo ruppe la relazione di patto. Egli si separò nel suo cuore, mente, volontà, e desideri dal Dio vivente, Che solo è la fonte della vita, della bontà, della luce, della verità, della giustizia, e della santità. Avendo rotto il patto, l’uomo stabilì una connessione col diavolo, il menzognero e l’omicida fin dal principio.
Quindi, l
’inimicizia contro il Dio vivente che è nel cuore dell’uomo, secondo la quale rifiuta di glorificare Dio come Dio, è una sorgente viziata di ogni iniquità. Da questa sorgente interiore sgorgano tenebre spirituali che avviluppano la sua mente, così che l’uomo persegue la menzogna che dice che la via del peccato è una via di gioia e benedizione. Da questa inimicizia quale la sua più profonda sorgente scorrono non soltanto i peccati veri e propri direttamente contro Dio, come l’idolatria, la reiezione della Sua Parola, il Suo diniego, la profanità, il bestemmiare e lo spergiurare, ma anche quei peccati che corrompono tutte le relazioni umane, sociali, nazionali, ed internazionali, come malizia ed invidia, avarizia e concupiscenza, menzogna ed inganno, lotta e contesa, e guerra e distruzione. Questa è la realtà di cui il mondo odierno testimonia ad alta voce. Non ogni uomo commette ogni peccato, ma ogni uomo pecca nella sua propria posizione e con le sue proprie capacità e talenti e mezzi. Vi sono peccati grossolani, e peccati che sono molto raffinati. Vi sono peccati e corruzioni che sono commessi apertamente e sono perfino glorificati sullo schermo e sul palco, e vi sono peccati che sono commessi in segreto e rimangono occulti al cuore e alla mente. Vi sono peccati che sono puniti con la spada del governo, e vi sono peccati che sono commessi da quella stessa spada. Così il mondo cerca la sua propria distruzione. Il mondo non sta migliorando, al contrario, perfino quando l’uomo si sviluppa culturalmente e civicamente, egli aumenta il suo peccato. Il peccatore che si trova in inimicizia contro Dio è corrotto in tutte le sue vie.
“Ma,” voi chiederete, “non vi è alcuna via d’
uscita?” Se la vostra domanda significa: “Vi è qualche speranza per quanto riguarda l’uomo?” la mia risposta deve essere nel modo più enfatico: “No!” Se intendete chiedere se l’uomo può migliorarsi, o se l’educazione o la riforma sociale possono fare di lui un uomo migliore, di nuovo io dico: “No!” Se volete sapere se l’uomo può creare un ordine mondiale nuovo e migliore in cui la giustizia e la verità prevarranno, io rispondo: questo tentativo è disperato.
Forse ora chiederete se sono un profeta di tenebre e disperazione. La mia risposta è: No, affatto. Io sono un predicatore di Cristo. Io predico Cristo crocifisso, risuscitato, ed esaltato alla destra di Dio. Il Suo nome è Gesù, perché Egli salva il Suo popolo dal loro peccato. Un potente Salvatore è Colui Che morì per cancellare la colpa del loro peccato in modo che potesse avere il diritto di metterli in libertà dalla schiavitù della corruzione. Egli fu risuscitato per la loro giustificazione, e vive per liberarli. Egli è in grado di liberarli dal dominio e dal potere del peccato mediante la Sua irresistibile grazia, perché è il potente Figlio di Dio, la risurrezione e la vita.
Cristo viene a noi perfino prima che noi possiamo mai venire a Lui. Egli ci vivifica, illumina, ci fa vedere l
’orrore del nostro peccato, e ci mette in grado di ravvederci nella polvere e nella cenere. Così noi veniamo a Lui come il frutto e il risultato del Suo esser per primo venuto a noi con la potenza della Sua grazia. Questo è il motivo per cui è così incondizionatamente certo che non caccerà mai via l’uomo che va a Lui. Questo è il motivo per cui il pubblicano che gridò: “Dio, sii misericordioso verso di me, il peccatore” di certo andò a casa sua gioendo nel perdono del peccato, perché quella preghiera stessa era l’espressione della grazia redentrice già operata nel suo cuore.
Beati, quindi, sono coloro che fanno cordoglio, perché essi saranno confortati. E beati, oh sì beati, sono quelli che sono affamati ed assetati di giustizia, perché essi saranno di certo appagati e soddisfatti per sempre.
Questo Gesù Che noi predichiamo a breve stabilirà un nuovo ordine mondiale in cui dimorerà la giustizia: il regno eterno di Dio.
(Da: Herman Hoeksema, Knowing God and Man, Jenison: RFPA, 2006, pp. 129-140; traduzione di Marco Barone e Francesco De Lucia).