(Da: CR News, Marzo-Aprile 2006, Volume X, n. 23-24)
Rev. Angus Stewart
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I Corinzi 7:12-16 parla di una situazione a cui Cristo non fece riferimento nel Suo ministero pubblico (10-11), e cioè un matrimonio misto tra un credente ed un non credente. E’ il divorzio ottenibile più facilmente in questo caso? In che modo si deve considerare il proprio sposo o sposa non credente? In che modo guardare ai figli nati da questa unione?
Alcuni matrimoni misti avvengono quando un credente peccaminosamente sposa una non credente. Il credente ha disubbidito al comando di Dio di sposarsi “solo nel Signore” (39) e ha posto sulle sue spalle un giogo che non è per lui (II Corinzi 6:14). La Confessione di Fede di Westminster proibisce ai santi di sposare “non credenti, papisti, o altri idolatri … [o] … chi è notoriamente malvagio nella propria vita, o sostiene dannabili eresie” (24:3). A volte i Cristiani sposano un non credente perché erano giovani e stolti (o non tanto giovani e stolti). Essi sono stati “abbindolati” da un non credente “carino.” Forse essi hanno ricevuto un insegnamento misero in una chiesa debole o sono stati sottoposti alla pressione dei loro genitori non credenti affinchè si sposassero per ragioni mondane.
A volte due Cristiani professanti si sposano e in seguito uno dei due apostata, mostrando di non essere mai stato veramente un figlio di Dio. Ci sono casi di non credenti che fingono di essere credenti per sposare un Cristiano o poi, quando il nodo è stretto, rivelano che si sono comportati in quel modo soltanto per sposarsi. Questo è un doppio inganno: contro Dio e contro il proprio sposo.
Tuttavia, a volte due non credenti si sposano ed in seguito uno si converte ma l’altro no. Ciò è più frequente in uno scenario missionario o in una chiesa relativamente giovane come quella di Corinto.
Vi sono molti fattori che potrebbero suggerire che è più facile ottenere un divorzio in un matrimonio misto. Alcuni hanno argomentato: “Il mio sposo non è pio, è totalmente depravato in intelletto e volontà, pecca sempre in corpo ed anima, e trasgredisce con bocca, mani e piedi (Romani 3:10-18). E’ un nemico di Dio e Lo odia. E che dire dell’antitesi tra giustizia ed ingiustizia, luce e tenebre, Cristo e Belial, ed il tempio di Dio e gli idoli (II Corinzi 6:14-16)? Giacomo dice che ‘l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio’ (Giacomo 4:4). Devo forse rimanere sposato ad uno sposo mondano ed empio?”
Si pensi anche alla natura del matrimonio quale vincolo di una sola carne, l’unione più intima tra due esseri umani! Dovrebbe il figlio di Dio vivere, dimorare, mangiare e bere, andare in vacanza, parlare, condividere il letto, ed avere ed allevare dei figli con un non credente? Il marito, in quanto il capo di sua moglie, deve amarla come Cristo ha amato la chiesa (Efesini 5:25-29, 33). La moglie deve sottomettere se stessa a suo marito come al Signore (22-24, 33). “Come posso ubbidire a questo nel nostro matrimonio misto? Non dovrei semplicemente divorziare?” hanno chiesto alcuni.
Vi sono altre difficoltà pratiche. Che dire se sei sposato ad una Buddista o Satanista o un Cattolico Romano o un liberale o un ecumenico o un Arminiano? E se il tuo sposo semplicemente disprezza ogni “religione?” Cosa fare nel Giorno del Signore? Andare alla sua chiesa apostatante o apostata? La tua moglie non credente potrebbe volere che la famiglia vada alla spiaggia o a visitare i suoi parenti. Il tuo sposo non credente potrebbe opporre il fatto che tu prendi parte ai servizi di adorazione di Dio, specialmente se vuoi portarci i tuoi figli. Per lui, o lei, sei meramente un fanatico religioso.
E che dire degli amici? I suoi amici sono empi, i tuoi sono credenti. I tuoi amici ed i suoi amici non vanno d’accordo. Vi potrebbero essere differenze in preferenze in attività sociali tra un marito credente e sua moglie non credente, ma le differenze sono molto maggiori nei matrimoni misti, specialmente se lo sposo non credente vuole fare cose che sono in se stesse peccaminose.
E poi che dire dell’uso della TV, o delle preghiere nei momenti dei pasti, o della disciplina dei figli, e così via? Spesso, ed è comprensibile, il credente in un matrimonio misto si lamenterà: “E’ tutto una battaglia!” E si avverte che il proprio sposo non credente molto presto accusa di ipocrisia (che tristemente può essere un’accusa fondata) o di “fargli/le la predica.”
“Di certo, in tutto questo,” potrebbe pensare il credente appesantito, “ho delle basi per divorziare! Una di queste cose, o, almeno, tutte esse insieme, devono costituire una ragione valida. Inoltre, non penso che posso più affrontare questa situazione. Di sicuro Dio non può essere così crudele e la vita Cristiana non può essere così dura! E vi sono molte chiese che mi permetterebbero di ottenere il divorzio …”
Ma cosa dice la sacra Scrittura? “Se un fratello ha una moglie che non crede, ed ella si compiace di dimorare con lui, che non la metta via. E la donna che ha un marito che non crede, ed egli si compiace di dimorare con lei, che non lo lasci” (I Corinzi 7:12-13). Dio conosce tutte le difficoltà (e senza dubbio Paolo anche aveva udito queste proteste), tuttavia nessuna di queste cose, e nemmeno tutte esse insieme, costituiscono base per il divorzio. La sola base per il divorzio è la fornicazione (Matteo 5:32; 19:9).
Ciò esclude varie basi per il divorzio addotte spesso come valide. Incredulità, apostasia, “incompatibilità” e “differenze irreconciliabili” non sono base per il divorzio. Perché? Perché il matrimonio è un vincolo infrangibile, che sia tra due credenti o tra due non credenti o tra un credente ed un non credente. Apostasia, incredulità, etc., non rompono il vincolo, e nemmeno la fornicazione rompe il vincolo, anche se fornisce una base per il divorzio legale. Un uomo ed una donna uniti in una sola carne sono sposati fino a che morte non li separi (Romani 7:2-3; I Corinzi 7:39).
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Vi è un altro argomento, non menzionato nel precedente articolo, che è usato da alcuni Cristiani professanti in favore del risposalizio. “Ma quando ho divorziato io ero un non credente,” essi protestano, o, “Ma quando mi sono risposato ero un non credente,” come se la loro incredulità in quel momento li abbia messi in grado di risposarsi mentre il loro sposo o sposa era ancora in vita. Tuttavia, il matrimonio è un’ordinanza di creazione, esso non è un sacramento, qualcosa soltanto designato per la chiesa. Il matrimonio era nel mondo prima della caduta e prima del raduno della chiesa. Attraverso questa ordinanza creazionale, Dio rende due credenti o due non credenti o un credente ed un non credente una sola carne. Questo è un punto vitale per i Cristiani professanti che sono divorziati e risposati. Il matrimonio è un vincolo infrangibile per credenti e per non credenti, in quanto è una ordinanza creazionale divina. Dunque il risposalizio mentre il proprio marito o moglie è in vita—che tu eri un credente o meno nel giorno del tuo risposalizio—è continuo adulterio (Matteo 19:9; Marco 10:11-12; Luca 16:18; Romani 7:2-3). Dunque le Scritture comandano a tutti i divorziati di “rimanere senza sposarsi, o di essere riconciliati a[l loro sposo]” (I Corinzi 7:11). Cristo chiama questo farsi eunuchi “per il regno dei cieli” (Matteo 19:12). I discepoli, come molti oggi, rimasero sconcertati (10). Gesù rispose: “Non tutti possono ricevere questa parola, tranne coloro a cui è dato … Chi è in grado di riceverla, la riceva” (11-12). Agli eletti di Dio è “data” questa grazia ed è così che sono in grado di “ricevere” “questa parola.” Tuttavia, “non tutti possono ricevere questa parola,” e così stoltamente si risposano e commettono il peccato di continuo adulterio (Matteo 19:9; Marco 10:11-12; Luca 16:18; Romani 7:2-3).
I Corinzi 7:14 fornisce una considerazione addizionale al motivo per cui un Cristiano non dovrebbe divorziare la sua sposa non credente: “Perché il marito non credente è santificato dalla moglie, e la moglie non credente è santificata dal marito, altrimenti i vostri figli sarebbero impuri, ma ora essi sono santi.” Cioè, non divorziare il tuo sposo o sposa non credente (12-13) perché egli o ella è santificato/a da te, lo sposo credente (14).
Ma che significa “santificato” qui? Santificato qui non significa vera, interiore santificazione operata dallo Spirito Santo di Gesù Cristo. Perché dello sposo si parla come “non credente” (14) e non salvato (16). Santificato qui non significa nemmeno che lo sposo non credente ha più rispetto per la fede Cristiana di molti non credenti. Questa potrebbe o non potrebbe essere la sua attitudine, ma non è il significato di “santificato.” Santificato qui non significa nemmeno che lo sposo non credente sarà più probabilmente salvato di altri non credenti. Parlando umanamente, potrebbe essere così, ma il testo dice che lo sposo non credente “è santificato,” non dice “potrebbe ben divenire (interiormente e spiritualmente) santificato” (nel futuro).
E dunque cosa significa? Ovviamente non si parla della piena salvezza biblica, o nemmeno di una salvezza parziale, perché non esiste una tal cosa. La chiave interpretativa giunge dal contesto. Un non credente ed un credente sono sposati l’uno all’altra. E quindi la questione è: il non credente contaminerà il credente? Nella legge cerimoniale dell’Antico Testamento, se quello che è puro giunge in contatto con ciò che è impuro, il puro non rende puro l’impuro. Al contrario, l’impuro rende il puro impuro. Bene, il non credente è impuro, totalmente depravato, ma è unito nella più intima unione matrimoniale con un credente, che è puro. Di sicuro allora questa unione renderà il credente impuro? Di certo in ogni altra unione o amicizia con un non credente il credente è corrotto dal non credente. Ma in un matrimonio tra un credente ed un non credente, il non credente non è impuro per lo sposo/a Cristiano. Il figlio di Dio può vivere, mangiare, bere, comunicare, dormire ed allevare figli con il suo o con la sua sposa non credente con una buona coscienza e non essere contaminati. (Ricorda, sto parlando di un matrimonio misto già esistente, non sto dicendo che i credenti dovrebbero sposare dei non credenti [39].) Il Cristiano deve sapere che il Dio Triuno non vede la sua vita matrimoniale con un non credente come impura o vergognosa. Jehovah approva il fatto che il credente continui a vivere con il proprio o propria sposa non credente in matrimonio. Dunque un Cristiano non deve divorziare la sua o il suo sposo non credente (12-13), “perché [lo sposo] non credente è santificato [da quello/a credente]” (14).
I Corinzi 7:16 adduce un’altra considerazione per cui un Cristiano non dovrebbe divorziare il suo o la sua sposa non credente: “Perché che sai tu, o moglie, se salverai tuo marito? O che sai tu, o uomo, se salverai tua moglie?” Tu dici: “Siamo stati sposati per molti anni ed ho pregato tanto spesso, ma il mio sposo non è ancora convertito.” Dio ti ha risuscitato dai morti spiritualmente; Egli può fare lo stesso per la tua sposa. Tu non sai cosa vuole fare Dio nel Suo proposito, e quindi non smettere di pregare! Dio ordinariamente usa la vita pia dello sposo credente per convertire il non credente, ma eletto, sposo (I Pietro 3:1-2). E dunque non perdere la speranza! Prega e cammina vicino al Signore, perché Dio potrebbe usare le tue preghiere e la tua vita per convertire tuo marito o tua moglie!