Ron Hanko
Abbiamo confrontato una varietà di postmillenialismo piu’ antica con una piu’ recente , e abbiamo detto che la seconda è parte integrale del movimento del Ricostruzionismo Cristiano. Questo tipo di postmillenialismo è molto differente dal piu’ antico, quello cioè dei Puritani, ed è molto piu’ pericoloso.
Primo, questo tipo di postmillenialismo svaluta la predicazione del vangelo. Secondo i suoi aderenti, agire nella politica e nell’economia è almeno tanto importante quanto il vangelo affinchè il regno di Dio venga. Per loro la vittoria del regno non è tanto nella salvezza degli uomini attraverso il vangelo quanto piuttosto nel fatto che i Cristiani debbano prendere dominio dell’intera società.
Secondo, questo postmillenialismo svaluta e trivializza la chiesa. Credendo che il regno è qualcosa che va oltre ed è piu’ grande della chiesa, non la concepisce come l’oggetto principale, dopo Cristo Stesso, dell’affezione di un Cristiano. Ciò è confutato, tuttavia, dal Salmo 122:6 e da Efesini 1:17-23. Nè il raduno e la preservazione della chiesa sono l’obiettivo principale della vita e dell’opera Cristiana, secondo questa veduta, contrariamente a Salmo 122:9 ed Efesini 1:17-23. Per molti, la chiesa è soltanto una base di allenamento affinchè il Cristiano sia coinvolto in politica, nell’economia, ed in altre aree della vita sociale.
Questa trivializzazione della chiesa conduce ad un grande disinteresse nelle questioni del governo della chiesa, dell’adorazione, e della dottrina, come anche ad un certo tipo di ecumenismo—l’intenzione di unirsi a chi potrebbe insegnare cose non bibliche. Dopo tutto, la cosa principale non è la chiesa ma il regno, secondo loro.
Coloro che sposano questa forma di postmillenialismo, quindi, spesso accusano la chiesa di fallire nella sua chiamata, cosa che si sarebbe peraltro verificata fin dalla sua storia primitiva, perchè anche se la chiesa ha fedelmente predicato il vangelo e ha cercato la salvezza dei peccatori non ha preso dominio su tutta la società. In questo, essi dicono, la chiesa ha fallito miseramente.
Terzo, questo tipo di postmillenialismo mina alla base una fedele testimonianza Cristiana. Con la sua enfasi sulla necessità dell’azione politica e del coinvolgimento in varie aree della società, sottovaluta la testimonianza del Cristiano ordinario mentre egli vive la sua vita onestamente e fedelmente nel posto assegnatogli da Dio. La cosa piu’ importante non è essere un buon testimone, perfino mentre si lavano i piatti, perchè sia sia usati da Dio per la salvezza di altri, ma è conquistare la società.
Quarto, i proponenti di questa concezione postmillenialista, rappresentano in molti casi un nuovo tipo di legalismo, data la loro enfasi sulla legge. Chi si aspetta che il regno sia realizzato portando tutti gli uomini sotto il dominio della legge in realtà pensa che la legge avrà successo in ciò in cui il vangelo fallisce. Essi dimenticano la debolezza della legge per come descritta in Romani 8:3: “Perchè ciò che la legge non poteva fare, in quanto essa era debole attraverso la carne, Dio mandando il suo proprio Figlio in similitudine di carne umana, e per il peccato, ha condannato il peccato nella carne.”
Infine, il postmillenialismo di questo tipo, con la sua enfasi su un regno milleniale che avrà la sua primaria realizzazione in questo mondo, tende a divenire una religione che “ha a mente le cose terrene,” qualcosa contro la quale Paolo ci avverte Filippesi 3:19: “ll cui fine è la distruzione, il cui Dio è il loro ventre, e la cui gloria è nella loro vergogna, che hanno a mente le cose terrene.” Dunque, nelle file dei suoi aderenti si trovano dinieghi della risurrezione del corpo, del paradiso come un luogo reale e la dimora finale dei credenti, e perfino dell’ascensione di Cristo al cielo, che è, ovviamente, la garanzia di ogni speranza celeste del credente.
(“Postmillennialism’s Errors,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 303-305)