Ron Hanko
Cos’è la predicazione? E’ solo un’altra forma di insegnamento, la sola differenza essendo che ciò che è insegnato è la Bibbia? Se essa è solo un’altra forma di insegnamento, perché la Scrittura enfatizza così fortemente la sua importanza? Infatti, la predicazione è qualcosa di unico.
Per comprendere perché la predicazione è di vitale importanza, dobbiamo comprendere cosa essa è ed in che modo è unica. La Bibbia ci dice molto a riguardo, specialmente nelle parole greche che il Nuovo Testamento usa per riferirsi ad essa.
Una parola ci dice qual è il contenuto della predicazione. Questa parola in realtà è la parola dalla quale proviene la nostra parola evangelizzare, e significa “portare buone notizie.” L’altra parola, quella sulla quale ci focalizzeremo, ci mostra cosa è in realtà la predicazione. Tradotta, la parola significa “essere un messaggero.” Il riferimento, tuttavia, non è ad un messaggero qualsiasi, ma al tipo di messaggero che una volta veniva chiamato “araldo.” Un araldo era un messaggero commissionato, di solito da parte di un re o grande governatore, per portare un messaggio specifico al popolo con le parole del re stesso. Ad un araldo non era permesso di aggiungere niente ad esse, o di togliere niente da esse, o di “interpretare” il messaggio. Egli semplicemente doveva dire: “Così dice il re!” Egli era, allora, molto simile ad un ambasciatore (II Corinzi 5:20; Efesini 6:20).
Applicata alla predicazione, questa parola araldo ci insegna che chiunque predichi deve essere commissionato, o mandato, dal Re dei re, Cristo Gesù. Nessuno ha alcun diritto di ordinare se stesso predicatore o di intraprendere l’opera da se stesso. Perfino Cristo non fece questo (Ebrei 5:5). Se una persona si pone come predicatore da se stesso, il suo messaggio non ha peso ufficiale, e nessuno è obbligato ad udirlo.
Un’illustrazione può qui essere d’aiuto. In quanto cittadino privato, posso avere qualche conoscenza di quali siano i piani del mio governo, e nel visitare un paese straniero, potrei intraprendere l’iniziativa di informare quel governo dei piani del mio paese. Perfino se la mia informazione è corretta in ogni particolare, cosa io dico non ha autorità, e nessuno è obbligato a prestarvi alcuna attenzione. Soltanto se è un ambasciatore o qualche altro ufficiale rappresentativo del mio governo a portare il messaggio il governo straniero è obbligato ad ascoltare.
Così la Scrittura ci dice che coloro che predicano devono essere mandati (Romani 10:15). Se non sono mandati, nessuno ha necessità di prestare alcuna attenzione ad alcuna cosa di quanto essi dicono. Questo mandare è compiuto dallo Spirito Santo attraverso la chiesa mediante l’ordinazione o l’imposizione delle mani, come Atti mostra in modo così chiaro nel caso dell’apostolo Paolo stesso (Atti 13:1-3).
Ciò implica, anche, che il ministro è responsabile non soltanto nei confronti di Dio, ma anche nei confronti della chiesa o chiese che lo mandano (Atti 14:27). Chiamata significa sempre responsabilità. Proprio come Cristo usa la chiesa per mandare un ministro, così Egli anche usa la chiesa per chiamare il ministro a dare conto del messaggio che egli porta.
Per queste ragioni noi crediamo in un ministero ordinato, e non crediamo che la predicazione da parte di laici sia biblica. Uomini che non sono mandati da nessuno e non sono responsabili verso nessuno non sono veri ambasciatori o araldi di Cristo.
(“Preaching,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 250-251)