Rev. Gise VanBaren
In quanto dottrina della chiesa l’elezione è spesso o poco compresa, o enfaticamente contraddetta. A riguardo di essa o vi è ignoranza o un deliberato fraintendimento.
Cosa è la verità Scritturale dell’elezione? Possiamo definire l’elezione come l’eterno, sovrano, grazioso decreto di Dio con il quale Egli sceglie una chiesa come il corpo di Cristo, con tutti i suoi singoli membri, ognuno nella sua propria posizione, per la gloria e la salvezza eterna.
Esaminiamo le varie parti di questa definizione più da vicino.
In primo luogo, l’elezione è quel decreto di Dio con il quale Egli sceglie un numero definito di individui per la salvezza e la gloria eterna. Dio non è incerto su chi sarà salvato e su chi spenderà l’eternità con Lui in paradiso. Egli conosce il Suo popolo individualmente per nome, perchè ha scelto ognuno di loro; e questi nomi Egli li ha scritti nel Libro della Vita. La Scrittura parla dell’elezione in questo modo in Atti 13:48: “tutti coloro che erano preordinati alla vita eterna credettero.” Ancora, riguardo a Geremia leggiamo: “Prima che io ti formassi nel grembo, ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal grembo, ti ho santificato e ti ho ordinato profeta alle nazioni” (1:5). Ora so che questo vale per Geremia in particolare, ma è molto evidente in questo passaggio che Dio lo santificò e lo preparò prima ancora che fosse nato. Dio scelse Geremia. Ancora, leggiamo in Romani 9:13: “come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù».” Questo non è un numero indefinito, ma Dio rimarca individui definiti. Prima che essi fossero ancora nati, Dio disse: “Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù.”
In secondo luogo, la dottrina dell’elezione insegna che i membri della chiesa sono scelti come corpo di Gesù Cristo, con ogni membro al suo posto unico. Ci sono illustrazioni nella Scrittura le quali presentano la chiesa come un corpo. L’apostolo Paolo parla di questa chiesa in I Corinzi 12:12: “Come infatti il corpo è uno, ed ha molte membra, e tutte le membra di quell’unico corpo, pur essendo molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo.” Ora, un corpo è un organismo vivente. Non si può aggiungere membra a questo corpo o portarne via alcune. Non appena uno tenta di farlo, si ha un corpo incompleto o una mostruosità. Un corpo normale ha dieci dita, due mani, due braccia, due occhi, un naso—questo è tutto. Porta via alcune di queste membra, o ne si aggiunga qualcuna, e non si ha più un corpo completo. Così anche Dio sceglie per Se Stesso una chiesa come corpo di Cristo, ovvero, come membra individuali ognuno nel suo posto peculiare nel corpo. Dio ha un posto per ogni membro, per ogni eletto di Dio, in questo corpo. Il posto di qualcuno non sembra sempre molto importante agli occhi umani, ma è il suo posto unico. Proprio come il mignolo è un membro insignificante, esso è tuttavia necessario al fine di rendere completo il corpo; questo dito ha un posto ed una funzione. Così anche, la verità dell’elezione sottolinea il fatto che Dio sceglie ogni singolo membro per uno specifico ruolo nel corpo di Cristo—e questo posto egli deve ricoprire e lo ricoprirà di fatto.
In terzo luogo, l’elezione è centrata in Gesù Cristo. Non si può mai parlare dell’elezione a prescindere da Lui. Leggiamo in Efesini 1:4: “allorché in lui [Cristo] ci ha eletti prima della fondazione del mondo …” Questa è la verità che si trova in tutta la Scrittura. Dio sceglie il Suo popolo come membra di Cristo.
In quarto luogo, l’elezione insegna che Dio sceglie un popolo a eterna salvezza e gloria. Dio non sceglie semplicemente, ma Egli ha un fine e uno scopo in mente. Lo scopo eterno fu che Egli avrebbe portato il Suo popolo in paradiso. Cito, per esempio, da Romani 8:29-10: “Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.” Così lo scopo finale di questa eterna elezione in base alla quale Dio sceglie il Suo popolo è che Egli possa glorificarli attraverso Cristo per l’onore del Suo proprio Nome.
Infine, l’elezione avviene nell’eternità. Non è un’ azione compiuta solo nel tempo. E’ un atto di Dio che ha avuto luogo nel Suo consiglio o piano perfino prima che il tempo avesse inizio. Consideriamo ancora una volta questo passaggio di Efesini 1:4: “allorché in lui [Cristo] ci ha eletti prima della fondazione del mondo …” Cosa significa? Questa frase suggerisce che Dio sceglie prima che vi sia alcuna creazione, prima che vi sia il tempo o lo spazio. Prima della fondazione della terra, c’è solo Dio. Egli ha scelto, quindi, un popolo in Cristo da tutta l’eternità nel Suo consiglio. Questa è la testimonianza della Scrittura.
In connessione alla verità dell’elezione, spesso è posta la domanda: “L’elezione è condizionata o incondizionata?” Cioè, Dio ha scelto il Suo popolo sulla base di qualche azione che essi devono prima compiere, o li sceglie liberamente e indipendentemente? L’elezione è stata condizionata da qualcosa che l’uomo deve fare prima, o Dio ha scelto alcune persone semplicemente perché è stato il Suo beneplacito fare così? La Scrittura stessa insegna che l’elezione si basa solamente sul decreto di un Dio sovrano, e non ha niente a che fare con alcuna azione che l’uomo deve prima compiere.
Tuttavia, triste a dirsi questo non è il pensiero di molti oggi. La veduta che sembra aver travolto il mondo ecclesiastico dei nostri giorni è che l’elezione è dipendente dalla volontà dell’uomo e non da Dio. L’elezione dipende dall’atto dell’uomo nell’accettare Cristo. Dio sceglie quelli che per primi scelgono Lui. Questo punto di vista ha le sue radici in Olanda, e fu promosso per la prima volta nel 1610. Il suo più influente propugnatore del tempo fu un uomo chiamato Giacomo Arminio. Da allora questo errore riguardante l’elezione è diventato sinonimo del suo nome. Esso è chiamato Arminianesimo.
Arminio stesso scrisse riguardo a questa veduta dell’elezione: “Ma essa (l’elezione) significa il decreto con il quale Dio decide di conferire la salvezza a qualcuno, quindi la Fede prevista è precedente all’elezione. Perché siccome solo i credenti sono salvati, quindi solo i credenti sono predestinati alla salvezza. Ma la Scrittura non conoscono Elezione, con la quale Dio ha determinato in modo preciso ed assoluto di salvare alcuno senza aver prima considerato questi un credente. Perchè un Elezione del genere sarebbe in contrasto con il decreto con il quale egli ha determinato di salvare nessuno se non che i credenti” (Scritti di Arminio, vol. 1, pagina 380).
Ovviamente l’Arminianesimo, quando si parla di elezione, ne parla come condizionata. L’Arminianesimo non dirà che Dio elegge, e per questo noi crediamo; ma egli dice che Dio elegge quelli che prevede crederanno. L’Arminianesimo sostiene che l’elezione è dipendente fondamentalmente da una risposta positiva dell’uomo. Quando l’uomo accetta Cristo, e persevera in questo, allora Dio dice: “Io ti eleggerò.” Forse questa idea dell’Arminianesimo può essere illustrata. Supponiamo che uno avesse messo davanti a te un peso di 100 chili e che ti avesse comandato di sollevare questo peso di sulla tua testa. Tu giustamente dirai: “Non posso farlo.” Ma se uno erigesse un sistema di carrucole con una fune, attaccasse la fune fermamente a questo peso, e poi dicesse: “Solleva questo peso,” ora tu non sarai più in grado di dire “Non posso.” Piuttosto, ora tu devi dire “Lo farò” o “Non voglio.” Ovviamente, ora è in tuo potere alzare tale peso. E’ in questo modo che l’Arminiano vede il peccatore. Quando l’uomo cadde, non poteva fare nulla. Non poteva accettare Cristo. No poteva credere. Ma poi Dio ha conferito a tutti gli uomini una certa grazia (paragonabile al sistema di carrucole dell’illustrazione), così che tutti gli uomini hanno in se stessi la capacità di credere se essi vogliono. Ma se essi rifiutano, sono per sempre perduti.
Cosa si deve dire di questo insegnamento dell’Arminianesimo? Dovrebbe essere chiaro che l’Arminianesimo sostanzialmente nega la sovranità di Dio. Che Dio è Sovrano significa semplicemente che Dio è Dio: Egli domina sopra il cielo e la terra. Egli non potrà mai rilasciare la Sua potenza da alcuna creatura. Egli dirigerà tutte le cose secondo il Suo sovrano proposito. Dio regna. La concezione dell’Arminianesimo lo nega. Un Arminiano insisterà che anche egli crede che il peccatore è salvato solo per grazia. Ma non si trascuri di notare il fatto che, secondo l’Arminianesimo, ogni peccatore ha questa grazia di Dio. Quindi cosa è che rende un uomo diverso da un altro? Non la grazia di Dio, ma la volontà dell’uomo con la quale impiega o rifiuta la grazia di Dio. Si esercita in questo senso la propria volontà per o contro Cristo. Ciò che in ultima analisi determina chi è eletto si trova nell’atto dell’uomo. Un tale insegnamento nega la sovranità di Dio, perché quindi il Sovrano, infinito, eterno Dio deve sedere nel Suo cielo ed aspettare la decisione dell’uomo al fine di scoprire chi vuole e chi non vuole ereditare il Suo Regno. Questo è un terribile errore.
Il Calvinismo insiste sulla verità Scritturale che Dio elegge incondizionatamente un popolo per Se Stesso da tutta l’eternità. Non solo Giovanni Calvino, ma anche i primi padri della chiesa insistettero sulla stessa cosa. Agostino (354-430) sostenne che: “La fede, quindi, dal suo inizio alla sua perfezione è il dono di Dio. E che questo dono sia elargito ad alcuni e non ad altri, chi potrà negarlo se non colui che vorrebbe lottare contro le chiarissime testimonianze della Scrittura? Ma il motivo per cui la fede non è donata a tutti non dovrebbe interessare al credente, il quale sa che tutti gli uomini per il peccato di uno vanno in giustissima condanna. Ma il perché Dio liberi uno dalla condanna e non un altro appartiene ai Suoi imperscrutabili giudizi. E “Le sue vie sono impenetrabili.” E se si investighi e si chieda in che modo sia ritenuto degno di ricevere un tal dono di fede da parte di Dio, non mancano quelli che diranno: “è a motivo della loro volontà umana.” Ma noi diciamo che è per grazia, o Divina predestinazione.”
Il punto di vista di Agostino era fermamente fondato sulla Scrittura. Ovunque, la Scrittura insegna che l’elezione non è condizionata da alcun opera o dell’uomo. Atti 13:48 dichiara: “tutti coloro che erano preordinati alla vita eterna credettero.” Ora, quale viene prima: il credere o l’ordinazione? Chiaramente la seconda. Oppure leggiamo in Giovanni 15:16: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi; e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto …” E in I Giovanni 4:10: “In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere la propiziazione per i nostri peccati.” L’elezione è certamente incondizionata secondo l’intero insegnamento della Scrittura.
Trovi conforto in una tale verità? Alcuni hanno insistito che questa dottrina non fornisce conforto. Perché, dicono alcuni, se uno crede nell’elezione, poi il risultato sarà che diviene molto inavveduto e profano su questa terra. Se Dio ha eternamente determinato che una persona andrà in cielo, allora che differenza fa ciò che si compie? Se egli vuole peccare, sarà comunque salvato. Anche se non compie buone opere, sarà salvato in ogni caso. E’ in questo modo che molti hanno falsamente presentato questa verità dell’elezione!
Ma ciò è una distorsione di questa dottrina. E’ vero: Dio ha liberamente, eternamente, sovranamente determinato che il Suo popolo entrerà nella gloria. Tra queste persone è compreso il ladro sulla croce , un orribile peccatore. Tra di loro è compreso Pietro che rinnegò Cristo tre volte. Tra di loro siamo compresi noi stessi, anche terribili peccatori. Ma la dottrina dell’elezione permette ad uno di peccare se così gli piace? La Scrittura insegna che Dio ci ha scelti così che noi dovessimo essere santi e senza colpa (Efesini 1:4). Vedasi anche Efesini 2:10. L’elezione produce frutto: dove non c’è frutto di giustizia, non c’è evidenza dell’elezione. Guai alla persone che osa dire: “Io pecco perché non fa alcuna differenza, io sono già eletto o reprobo.” Per parafrasare le parole di Cristo, sarà più tollerabile nel giorno del giudizio per uno che non ha conosciuto la verità dell’elezione che per uno che la ha conosciuta e la ha usata come scusa per peccare!
La triste situazione oggi è che molti Riformati vogliono nascondere questa dottrina. Insistono è troppo difficile per le persone comuni e di sicuro poi si deve parlarne sul campo missionario. Ma la Scrittura non nasconde mai la verità dell’elezione—essa è chiaramente insegnata. Infatti, Paolo scrive in dettaglio a questo riguardo specialmente alle chiese di Roma e di Efeso. Queste chiese erano composte per lo più da Gentili i quali prima non avevano mai avuto contatto con la Parola di Dio. Essi furono istruisti sull’elezione. Se non era troppo difficile allora, dovrebbe essere troppo difficile oggi per le persone della nostra istruita società?
E tu? Sei uno degli eletti di Dio? Questa domanda ha turbato molte persone. Sei preoccupato della tua elezione, realmente preoccupato? I reprobi malvagi non si preoccupano mai se sono o non sono eletti. Essi non fanno altro che negare tutta la Parola di Dio. Ma se sei preoccupato riguardo alla tua elezione, allora tu dai prova già nella tua vita e nel tuo cuore del frutto dell’elezione.
Solo poche altre domande. Credi nel Signore Gesù Cristo? Ami la Sua chiesa e la Sua verità? Odi tutto ciò che riguarda il tuo proprio peccato? Allora non ci sono dubbi, no? Tu vedi dentro te il frutto e la prova dell’elezione. Tu sei ancora un peccatore come lo è tutto il popolo di Dio. A volte ci si chiede: “Come potrebbe Dio scegliere uno come me?” Tuttavia i frutti dell’elezione sono evidenti. Se tu credi, tu hai la prova che Dio ti ha eternamente scelto in Cristo. Egli non ti ha scelto perché hai creduto, ma il tuo credere è l’evidenza e la prova che Egli ti ha scelto. Credi? Allora sei beato, perché il regno dei cielo è anche tuo.