Ron Hanko
La risurrezione dei morti è un miracolo, una meraviglia di Dio che è compresa e ricevuta soltanto per fede. I non credenti scherniscono quando ne sentono parlare (Atti 17:32), e gli eretici la negano (I Corinzi 15:12; II Timoteo 2:18), ma a coloro che credono la promessa della risurrezione dei morti essa è prova ulteriore che Dio è veramente il vero Dio, l’Onnipotente, Colui che compie “grandi cose ed inscrutabili; meravigliose cose innumerevoli” (Giobbe 5:9).
Non ultima tra le meraviglie riguardanti la risurrezione è il fatto che il corpo di ogni persona sarà risuscitato. I corpi di alcuni sono divenuti polvere tanto tempo fa, così che non se ne può trovare una sola traccia. Altri sono stati sbranati da bestie selvagge, e dai pesci del mare. I corpi di alcuni, come ad esempio John Wycliffe, sono stati bruciati e le loro ceneri gettate dai loro nemici nei fiumi dei mari. Tuttavia Dio, che conosce tutte le cose, ha presente il corpo di ogni persona mai vissuta e lo dà dietro ad ogni proprietario nella risurrezione. La risurrezione è una testimonianza, quindi, alla fedeltà di Dio, che non dimentica nemmeno la nostra polvere.
Che ciò sia vero è chiaro da Giobbe 19:25-26, dove Giobbe, confessando la sua fede nella risurrezione, non dice: “Io vedrò Dio nella carne,” ma “nella mia carne.” Anche in II Corinzi 5:10 ci è ricordato questo. Qui leggiamo che ognuno riceverà nel suo corpo ciò che ha fatto. Anche se la parola suo non è presente nel greco, si può tradurre correttamente il passaggio aggiungendola. Di certo il passaggio significa che gli uomini riceveranno la loro punizione o redarguizione; la redarguizione nel corpo in cui hanno fatto bene, o la punizione nel corpo in cui hanno fatto il male.
Che la risurrezione sia una risurrezione generale è parte di questa meraviglia. Il pensiero che ognuno verrà risuscitato lascia quasi senza fiato, perché vi sono miliardi che sono vissuti e sono morti. Stare in un cimitero e credere che tutti quelli che vi sono seppelliti verranno fuori dalle loro tombe per la potenza di Dio per poi trovarsi davanti a Lui (Giovanni 5:28-29) può soltanto lasciare stupiti alla grandezza di Dio e di tutte le Sue opere.
Per i credenti la cosa più meravigliosa di tutte è che sarà visto già alla risurrezione che essi appartengono a Cristo e che andranno con Lui nella gloria eterna. Essi avranno ancora da passare attraverso il giudizio, ma con un corpo che è già risuscitato incorruttibile e glorioso (I Corinzi 15:42-44), che è già mutato a somiglianza del corpo glorioso di Cristo (Filippesi 3:21). Che grande speranza che ciò darà loro nel giudizio!
Quelli che credono la risurrezione vi credono solo perché è promessa nella Scrittura e perché Cristo, nella nostra carne, è stato già risuscitato (I Corinzi 15:19-20), ma anche perché la potenza della risurrezione è stata già rivelata in loro. Già nell’anima e nello spirito essi sono risuscitati dalla morte spirituale per la potenza della risurrezione di Gesù Cristo, ed ora essi stanno aspettando che Dio completi quell’opera di risurrezione, in corpo ed anima. La risurrezione è già cominciata per loro! Vi è un’ora a venire in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e vivranno (Giovanni 5:28-29), ma vi è un’ora che è già venuta in cui i morti odono la Sua voce attraverso il vangelo e vivono in Lui per fede (Giovanni 5:25). Essendo vissuti per la Sua voce nell’ora della loro risurrezione spirituale, che è la loro rigenerazione, essi ora attendono l’ora della loro risurrezione corporale.
(“The Wonder of the Resurrection,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 314-315)