Rev. Ron Hanko
I doni apostolici includono cose come il parlare in lingue, miracoli e guarigioni (quelli che promuovono la cosiddetta “Benedizione di Toronto” rivendicano inoltre l’autorità apostolica per aberrazioni tali come la santa risata e il cadere nello Spirito). Dovremmo noi oggi aspettarci e pregare per la manifestazione di tali doni?
Noi crediamo che tali doni, doni dello Spirito di Dio, sono cessati dalla morte degli apostoli e dalla chiusura del canone delle Scritture. Se tali cose continuano oggi, e non sono pura frode o meri fenomeni psicologici, allora esse sono le opere di altri spiriti diversi dallo Spirito Santo (II Tessalonicesi 2:9).
Affermiamo questo sulla base della Scrittura stessa.
La Scrittura chiama tutti questi doni “i segni di un apostolo” in II Corinzi 12:12. Ciò significa che essi appartenevano solo ai giorni in cui vivevano gli apostoli. Infatti, non c’è testimonianza nelle Scritture di questi doni come conferiti da qualcun altro oltre gli apostoli (cf. soprattutto Atti 8:14-17). Solo questo dovrebbe essere una prova sufficiente che essi sono cessati con la morte dell’ultimo degli apostoli.
In ogni caso, credere in essi e cercare la loro continuazione è negare la sufficienza delle Scritture (II Timoteo 3:16-17; Apocalisse 22:18-19).
La Confessione di Fede di Westminister afferma: “L’intero consiglio di Dio concernente tutte le cose necessarie alla sua propria gloria, la salvezza, la fede e la vita dell’uomo, o è espressamente depositato nella Scrittura, o può come buona e necessaria conseguenza essere dedotto dalla Scrittura, alla quale nulla in alcun tempo deve essere aggiunto, sia per nuove rivelazioni dello Spirito, o per tradizioni di uomini” (I:VI).
Questi doni sono stati sempre e solo dati come segni per accompagnare e dare testimonianza all’insegnamento e alla predicazione degli apostoli mentre le Scritture erano ancora incomplete (Ebrei 2:3-4). Ora che abbiamo la completa Parola di Dio, ispirata e infallibile, noi non solo non abbiamo bisogno di questi segni, ma chiedere il loro ritorno sarebbe mostrare il nostro rifiuto di ricevere e credere alla Scrittura come la pienamente sufficiente Parola di Dio.
Non solo questo, ma la Scrittura stessa ci dice di essere migliore di tutte queste cose. A paragone col vedere realmente Gesù, perfino quando Egli fu trasfigurato sul monte, la Scrittura è “più certa” (II Pietro 1:19). Diamo ascolto ad essa, quindi, e non cerchiamo il ritorno dei doni apostolici. Le Scritture sono capaci di “rendere savio a salvezza, per mezzo della fede che è in Cristo Gesù” (II Tim. 3:15). Di cosa più abbiamo bisogno?