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Il credente e la sua Bibbia

Di Robert D. Decker

La Riforma del XVI secolo proclamò tre principi fondamentali: giustificazione per sola fede, sola Scrittura e sacerdozio di tutti i credenti. I riformatori, in opposizione alla gerarchia di Roma, insistettero sul fatto che la Sacra Scrittura è l’unica autorità per la fede e la vita del popolo di Dio. Insistettero inoltre che ogni credente come profeta, sacerdote e re in Cristo potesse leggere e comprendere la Parola di Dio. Roma aveva effettivamente tolto la Bibbia dalle mani del popolo. La gerarchia di Roma, il clero e specialmente il papa, si ergevano tra il credente e la sua Bibbia. La chiesa (gerarchia clericale) interpretava la Bibbia per il popolo (laici).

Oggi una nuova gerarchia è sorta nelle chiese, vale a dire, quella dei teologi professionisti, degli archeologi e dei geologi, degli scienziati, degli studiosi eruditi. Questi ci dicono che non possiamo più capire la Bibbia. Ci stanno dicendo che la Bibbia non dice quello che abbiamo sempre pensato che dicesse.

Quindi, per questo, ci stanno dicendo che per sapere cosa dice realmente la Bibbia e come si applica oggi alle nostre vite, abbiamo bisogno di loro. Rappresentano una nuova gerarchia tra il credente e la sua Bibbia.

Secondo questa nuova gerarchia, la Bibbia contiene la testimonianza dell’uomo su Dio e su Gesù. Quello che abbiamo nella Bibbia è il resoconto delle esperienze religiose e incontri dei vari scrittori con Dio. Il Pentateuco è il resoconto dell’incontro di Mosè con Dio. Isaia testimonia su Dio al tempo in cui lui e i suoi contemporanei hanno conosciuto Dio. Gli evangelisti hanno scritto di Gesù mentre lo vedevano e l’udivano. Lo stesso vale per gli apostoli e altri scrittori del Nuovo Testamento. La chiesa primitiva adottò gradualmente questi scritti come sacra Scrittura.

La Bibbia, quindi, secondo questi esperti, è legata all’epoca. È stata scritta nel suo tempo storico, e gli scrittori erano limitati dai tempi in cui vivevano. Sono stati influenzati dalla visione primitiva dell’antico mondo delle epoche bibliche. Hanno concepito, per esempio, un universo a tre piani: il paradiso in alto, la terra in basso e l’inferno sotto terra. Pensavano che il sole ruotasse attorno a una terra piatta. Gli scrittori biblici avevano anche molte altre idee sbagliate, come, per esempio, la seguente: il mondo fu creato da Dio in sei giorni di ventiquattro ore, ci fu un diluvio universale, una scure galleggiò, Giona era nella pancia di un grande pesce, è stato fatto un sentiero asciutto attraverso il Mar Rosso, l’acqua sgorgò da una roccia nel deserto davanti ad Israele. Questi uomini hanno scritto nel loro tempo e per i loro tempi, ma ora nella nostra epoca scientifica e sofisticata conosciamo meglio le cose. Quindi o queste cose semplicemente non si sono verificate, oppure per tutto c’è una spiegazione naturale.

Questi uomini dicono inoltre che la Bibbia è culturalmente condizionata. Ogni scrittore ha scritto nel contesto della propria cultura, e ciò ha influito sulla sua testimonianza riguardo a Dio. Ad esempio, quando Paolo ha scritto sul matrimonio e il divorzio, o sulla guida del marito, o sulle donne che dovevano tacere nelle chiese e non usurpare l’autorità dell’uomo nella chiesa, Paolo era sotto l’influenza del suo addestramento rabbinico e i costumi culturali del suo tempo. Ugualmente gli altri scrittori biblici erano limitati dalle influenze culturali del proprio tempo.

Tutto questo altera radicalmente il modo in cui dobbiamo comprendere la Bibbia. La Bibbia, secondo questi studiosi, contiene miti e modelli di insegnamento. Genesi 1, 2 ci dice che Dio ha creato l’universo, ma non come e quando. Genesi 3 insegna che la razza umana cadde nel peccato e nella morte, ma non di più. La Bibbia contiene malintesi derivanti da concezioni primitive della realtà. Semplicemente abbiamo errori nella Bibbia. Uno di questi è il racconto biblico della creazione. La scienza ha dimostrato un universo molto antico. La terra chiaramente non può avere seimila anni circa come insegna la Scrittura. Adamo ed Eva non erano persone reali che vivevano in un vero giardino chiamato Eden o Paradiso. Inoltre, ciò che Paolo disse sulle donne fu applicabile ai suoi tempi in cui le donne andavano in giro con il velo e vivevano in una società dominata dagli uomini. Ma tutto questo non si applica ai nostri tempi illuminati.

Molti elementi sono implicati nell’interpretazione della Bibbia. Due domande devono essere risolte nell’interpretazione biblica: che cosa intendeva lo scrittore con questo brano relativo al suo tempo e alla sua cultura, e cosa significa per noi oggi? Le risposte a queste due domande sono spesso molto diverse. Ai tempi di Paolo le donne dovevano mantenere il silenzio nelle chiese, mentre oggi possono occupare l’ufficio della chiesa. Ai tempi di Paolo l’omosessualità e il lesbismo erano considerati una manifestazione della mente reproba; mentre oggi queste persone possono occupare non solo il banco ma anche il pulpito.

Così, ci viene detto, che se vogliamo essere in grado di comprendere la Bibbia dobbiamo conoscere la storia antica, la cultura, la lingua, la mitologia, la filosofia, l’archeologia e le scienze. Certo, dobbiamo conoscere queste discipline se vogliamo esporre correttamente la Bibbia. Ma i teologi vogliono dire qualcosa di completamente diverso. Intendono dire che se c’è un conflitto tra le scoperte scientifiche e la Bibbia, bisogna riconsiderare l’interpretazione tradizionale della Bibbia ed essere disposti a cambiarla. La scienza determina il significato della Bibbia.

La conclusione è che il popolo di Dio non può veramente comprendere la Bibbia. Non siamo attrezzati per capirla correttamente. Abbiamo bisogno che teologi, linguisti e scienziati ci dicano cosa dice realmente la Bibbia.

E così è sorta una nuova gerarchia nelle chiese, quella dei teologi e degli studiosi. Questi devono dirci il significato della Scrittura. Senza di loro non possiamo capire cosa leggiamo nella Bibbia. Al pari di Roma, questi si sono posti tra il popolo di Dio e la Bibbia. Hanno effettivamente strappato la Bibbia dalle mani del popolo di Dio.

Questo è senza dubbio molto serio! La chiesa ha sempre confessato, e la Riforma ha riaffermato, queste preziose verità che la Bibbia è ispirata e quindi infallibile. La Riforma affermò anche che la Bibbia è chiara e limpida. Poiché la Bibbia è ispirata e infallibile, è l’unica regola per la nostra fede e la nostra vita. E nella Bibbia Dio ci parla in un linguaggio che possiamo capire. La domanda o il problema che dobbiamo affrontare non è se possiamo o no capire la Bibbia, ma, crediamo in ciò che dice la Bibbia? Questo è, senza dubbio, almeno uno dei motivi per cui Gesù ci ha detto che dobbiamo diventare come piccoli fanciulli per entrare nel regno di Dio. Questo scrittore insegna ad una classe di catechismo di bambini di sei anni. Questi piccoli non hanno difficoltà a capire che Gesù è nato dalla vergine, che guarì i malati e resuscitò i morti, che soffrì e morì sulla croce e resuscitò dai morti e ora siede alla destra di Dio nella gloria e sta tornando alla fine dei tempi. Le Scritture sono in grado di renderci saggi per la salvezza attraverso la fede in Cristo Gesù (II Timoteo 3:15).

La nostra chiamata è semplice! Non dobbiamo permettere a nessuno, a nessun sinodo, a nessun teologo, a nessun esperto di portarci via le nostre Bibbie. Ancora di più, dobbiamo insistere affinché la Parola di Dio sia fedelmente predicata. E fedelmente significa correttamente. La chiesa non ha bisogno di storie della Scuola Domenicale dal pulpito o di dissertazioni su questioni politiche o sociali. Il credente ha bisogno di ascoltare la voce del Buon Pastore (Giovanni 10) mediante la predicazione. Senza una fedele predicazione non possiamo invocare il nome del Signore nella fede ed essere salvati (cfr Romani 10: 13-15) La predicazione fedele è la predicazione che espone la Parola di Dio. I sermoni che ascoltiamo non devono contenere niente di più o di meno di ciò che dice la Scrittura stessa. E dobbiamo investigare quotidianamente le Scritture, per meditare religiosamente sulla Parola di Dio.

Con questi mezzi possiamo essere certi che lo Spirito di nostro Signore Gesù Cristo testimonia con i nostri spiriti che noi siamo  figli di Dio (Romani 8:16).

Ciascuno di noi, seguendo l’esempio di Martin Lutero, con la Bibbia in mano, dica alla nuova gerarchia: “Qui sto fermo, non posso fare altro, Dio mi aiuti.”

Di Decker Robert D.in The Standard Bearer

Per altre risorse in italiano, clicca qui.

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