Rev. Angus Stewart
Il reprobo Caino era uno dei “figli del diavolo” (I Giovanni 3:10), colui che “uccise il proprio fratello perché le sue opere erano malvagie” (v. 12). Così Caino fu un Abominio per il Signore (Proverbi 3:23; 11:20; 16:5), così come ogni parte di lui: le sue mani (6:16-17), le sue “labbra bugiarde” (12:22), i suoi “pensieri” (15:26), il suo “sacrificio” e la sua “via” (15:8-9).
Dio parlò con Caino (Genesi 4:6-7; 9-15)—una creatura morale e razionale—ponendogli di fronte le vie della vita e della morte (6-7) e spiegandogli il suo atto malvagio di fratricidio (9-10), lasciandolo così inescusabile (Romani 1:20). Dio era così lontano dal conferire “grazia comune” su Caino che Egli non lo benedì, ma anzi lo maledì (Genesi 4:11-12)!
Dio marchiò Caino in modo che nessun uomo lo avrebbe ucciso (v. 15). La prolungata vita di Caino significa che Egli accumulò maggiore ira su se stesso (Romani 2:5). Dio volle che Caino continuasse a vivere sulla terra per alcuni anni così che la linea generazionale dei reprobi sarebbe continuata e si sarebbe sviluppata nel peccato (Genesi 4) in antitesi alla linea generazionale degli eletti (Genesi 5).
Nemmeno le città che Caino costruì (Genesi 4:17) o le ricchezze, il talento artistico e lo sviluppo tecnologico della sua discendenza (20-22) furono segni dell’amore di Dio per i reprobi. Il proposito di Dio quando “gli operatori d’iniquità fioriscono” (incluso Caino e la sua discendenza con la loro prosperità terrena) è “per essere distrutti in eterno” (Salmo 92:7). Dio non elimina subito gli empi perché Egli gli sta scavando la fossa (Salmo 94:13)—proprio come fece con Caino, quel figlio del diavolo, che uccise il primo martire, Abele, il suo stesso fratello (I Giovanni 3:10-12)!