Prof. David J. Engelsma
(Da: The Standard Bearer, Vol. 80, n.8)
La certezza di cui parla la Scrittura, che i credenti ed i loro figli hanno e dovrebbero avere, è sicurezza. E’ sicurezza su Dio, sulle cose spirituali rese note nella Bibbia, e sulla salvezza. Un’altra parola per descrivere questo stato spirituale dell’anima del credente è “fiducia.”
Questa certezza è assolutamente sicura. Non vi sono gradi di certezza, come se vi potesse essere certezza che è sicura al 75%, ma insicura al 25%, che è sicura al 90%, ma insicura al 10%. Se la certezza non è sicura al 100% non è più certezza, ma incertezza, e cioè dubbio.
L’opposto della certezza non è una certezza parziale, ma dubbio. Il dubbio è incertezza.
Se voi ed io stiamo camminando su una montagna che mi è familiare, e giungiamo su un ponte di legno al di sopra di un profondo burrone, e voi mi chiedete: “Sei certo che il ponte è forte abbastanza da sostenere il nostro peso?” voi non intendete dire: “Sei sicuro al 75%?” ma: “Se del tutto fiducioso?” E se io rispondo, “Sono sicuro al 75% che il ponte tiene,” voi non camminerete sopra il ponte con esultanti “osanna” per la mia certezza parziale, ma ve ne terrete lontani a motivo del mio dubbio.
Vi sono delle ragioni per cui un credente a volte è incerto della sua salvezza, per le quali egli si trova a dubitare miserevolmente, ma la ragione non è che la certezza stessa è incerta. Piuttosto, l’incertezza della sua natura peccaminosa, o il dubbio instillato nella sua anima dal diavolo, o perfino una mancanza di certezza che è un giudizio di Dio su di lui, ha temporaneamente eclissato la sua certezza.
Piena Certezza
Quando leggiamo in Ebrei 10:22 di “piena certezza,” non dobbiamo supporre che ci si riferisca ad una certezza che alla fine diviene completa al 100% mentre precedentemente era tale solo al 50% perché era accompagnata da un 50% di dubbio. L’apostolo esorta noi che crediamo il vangelo dal profondo del cuore ad avvicinarci a Dio in certezza, che è sempre piena certezza, e non può essere nient’altro che piena certezza. E questa certezza, che è per sua natura stessa certezza piena, appartiene alla fede: “piena certezza di fede.” La Bibbia di Ginevra, grande predecessora della meravigliosa versione King James, non usava nemmeno la parola “piena” nel tradurre Ebrei 10:22, ma parlava semplicemente di “certezza:” “Let vs drawe nere with a true heart in affurance of faith,” che tradotto è: “Avviciniamoci con un cuore sincero in certezza di fede.” I traduttori della King James scelsero di rendere esplicito ciò che è implicito nella parola “certezza” ed aggiunsero “piena.”
Questa certezza è sicurezza della più grande importanza pratica. I Puritani di cui ho parlato nell’articolo editoriale precedente, e coloro che sono influenzati da loro, sono confusi su questo punto. Essi parlano di “piena certezza” e della ricerca della piena certezza come se si potesse avere una certezza parziale che poi, mediante un’ardente ricerca, può divenire certezza piena. Le conseguenze di questa confusione sono disastrose. Essa riempie chiese Riformate di nome e per confessione di membri che, anche se professano di credere il vangelo, hanno soltanto una “certezza parziale,” cioè, membri che vivono nel dubbio profondo.
L’opposto della piena certezza è nessuna certezza.
Contrastare la certezza piena con la certezza parziale, è erroneo tanto quanto contrastare la fede piena con la fede parziale.
La certezza può e deve crescere in noi, proprio come la nostra fede può e deve crescere. Ma la crescita non è da parziale a piena, da 10% a 100%. Piuttosto, la certezza, come la fede di cui essa è una parte integrale, si sviluppa (sotto la predicazione buona, sana, salutare, dottrinale, espositiva, Riformata!) da un principio, un inizio, alla maturità. L’esempio appropriato non è quello del riempimento di un bicchiere di acqua che precedentemente era mezzo pieno e mezzo vuoto. Ma è quello della crescita di una pianta, che fin dall’inizio contiene in essa ogni cosa che la pianta sarà, fino a poi diventare una pianta matura.
Certezza sulla Scrittura
Ciò di cui il figlio di Dio può essere, è, e dovrebbe essere certo, assolutamente certo, include varie cose. Primo, egli è assicurato che la Sacra Scrittura è la Parola di Dio ispirata. Siccome la Scrittura è l’ispirata Parola di Dio, essa è affidabile. Su di essa il credente può dipendere e di fatto dipende. Questa certezza è fondamentale a tutti gli altri aspetti della certezza. Se non conosco e confido nella Sacra Scrittura quale l’interamente divina, inerrante Parola di Dio, se ho dubbi sulla Scrittura, allora devo avere dubbi su tutto ciò che insegna, incluso Gesù Cristo il Salvatore, la fede in Lui come la sola via di salvezza, la mia propria salvezza, e la futura salvezza che la Scrittura promette.
La ragione per la quale il dubbio è diffuso nei circoli Protestanti liberali, come nelle chiese e seminari evangelicali che hanno soccombuto alla medesima malattia modernista ma non si trovano ancora molto lontano lungo il processo di morte, è il criticismo incredulo della Bibbia quale un mero documento storico, umano, ovvero le fallibili parole dell’uomo.
Non dico altro su questo aspetto della certezza, perchè non è la mia principale preoccupazione in questi editoriali. Ma voglio ricordare che la certezza a riguardo della Bibbia è la fondazione di ogni certezza, incluso quell’aspetto della certezza che il punto principale di questi articoli, ovvero la certezza della salvezza. “Ogni scrittura è ispirata da Dio” (II Timoteo 3:16).
Certezza su Gesù Cristo
Secondo, i credenti ed i loro figli sono assicurati che Gesù Cristo è il Salvatore, il solo Salvatore dal peccato e dalla morte e dalla spaventosa rovina attraverso la Sua incarnazione, la Sua morte espiatoria, e la Sua risurrezione corporale. Implicita è la nostra certezza che la nostra miseria è la colpa del nostro peccato nel giusto giudizio del Dio santo.
Anche questo aspetto della certezza del figlio di Dio è, e deve essere, un’indubbia certezza. Di certo nessun Cristiano sosterrà che la sua certezza che Cristo è il solo ed unico Salvatore ordinato da Dio è al 75% certezza e al 25% incertezza. Il Cristiano è assolutamente certo che Gesù Cristo, quale il Figlio di Dio in carne umana, è il solo Salvatore dei peccatori.
Talmente basilare è la certezza che Gesù è il solo Salvatore, che senza di essa non vi può essere alcuna certezza di essere salvati personalmente. Inoltre, a chi manca la certezza che Gesù è il Salvatore in realtà manca la certezza che la Bibbia è l’ispirata Parola di Dio, perché il messaggio della Bibbia è che Gesù è il Salvatore.
Tuttavia, dubitare che Gesù è il Salvatore è qualcosa che può farsi strada in una chiesa. Era contro questo dubbio che stava combattendo l’autore dell’epistola agli Ebrei. Alcuni dei membri giudaici della chiesa primitiva erano inclinati ad osservare di nuovo i sacrifici, le cerimonie, e la forma di adorazione dell’Antico Testamento come cose necessarie per la loro salvezza. Questo è il “vacillare” e il “tirarsi indietro” notato con allarme in Ebrei 10. Dei Cristiani professanti, membri di chiese, stavano vacillando a riguardo di Gesù Cristo e si stavano tirando indietro da Lui. Stavano cominciando a dubitare che Egli è l’unico e il solo Salvatore.
Ancora oggi, dovunque penetri in una chiesa l’insegnamento che afferma che in aggiunta all’opera di Cristo è necessaria un’opera del peccatore stesso per la salvezza, vi è dubbio a riguardo di Gesù il solo Salvatore. L’insegnamento nega che Gesù è un completo Salvatore e così pone dubbio sulla verità che Egli è il solo Salvatore. L’effetto immediato dell’insegnamento è che coloro che lo credono sono dubbiosi a riguardo della loro salvezza, perché l’insegnamento li ha convinti che la loro salvezza dipende da loro stessi. Se questo dubbio su Gesù come il solo Salvatore non è rimosso dalla chiesa mediante la condanna dell’eresia e la deposizione del falso insegnante, se il dubbio è tollerato, esso si svilupperà nel dubbio che Gesù sia Dio incarnato e che la Scrittura sia la Parola di Dio.
Certezza sulla Propria Salvezza
Per quanto di vitale importanza siano questi aspetti della certezza, essi non sono l’argomento di questi editoriali. Il soggetto di questi editoriali è la certezza del credente figlio di Dio a riguardo della sua personale salvezza. Essa è certezza non solo che Gesù Cristo è il Salvatore dei peccatori, ma anche che Egli è il Salvatore di me personalmente. E’ certezza non soltanto che la Bibbia è l’ispirata Parola di Dio, ma anche che la Bibbia è la Parola di Dio quale buona novella di grazia e salvezza in Cristo per me personalmente. E’ la certezza della mia propria salvezza.
La certezza della salvezza è certezza che io sono salvato ora. “Queste cose vi ho scritto a voi che credete nel nome del Figlio di Dio affinchè sappiate che avete la vita eterna” (I Giovanni 5:13).
Essa è certezza che io sarò salvato eternamente. Essere sicuro della salvezza oggi, ma temere che posso perire domani e in eterno, non è certezza della salvezza. Certezza della salvezza include che sono sicuro del mio perseverare, secondo la Parola del Salvatore a tutti i Suoi: “Le mie pecore odono la mia voce, ed io le conosco, ed esse mi seguono, ed io dò loro la vita eterna, ed esse non periranno mai, né alcuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti, e nessuno è in grado di strapparle dalla mano di mio Padre” (Giovanni 10:27-29).
Certezza della salvezza è anche certezza che ero salvato dall’eternità passata, nel decreto dell’elezione divina. “Conoscendo, fratelli amati, la vostra elezione da Dio” (I Tessalonicesi 1:4).
Inclusa nel conforto di questa ricca e piena certezza della salvezza è la certezza che la mia vita terrena è in tal modo nella mano del mio Padre celeste, e così preziosa per Lui, che Egli mi provvederà ogni cosa necessaria e farà sì che tutte le cose cooperino per il mio bene. “Io sono sicuro,” esclama ogni credente (Riformato), bambino ed adulto: “[io] non dubito che Egli [Dio mio Padre a motivo di Cristo] mi provvederà tutto il necessario per il corpo e per l’anima, e che ogni male, che mi manda in questa valle di lacrime, lo volgerà al mio bene” (Catechismo di Heidelberg, D&R 26).
La certezza della salvezza è sicurezza, sicurezza assoluta, tanto quanto si è certi che la Bibbia è la Parola di Dio e che Gesù è il solo Salvatore. E’ assurdo parlare di una “certezza incerta.” Una “certezza incerta” non è affatto certezza, ma dubbio.
Senza la sicurezza della salvezza, la certezza su Cristo come Salvatore e la certezza sulla Bibbia quale Parola di Dio non mi sarebbero di alcuna utilità. Positivamente, la certezza della salvezza è strettamente correlata alla certezza che la Bibbia è la Parola di Dio e che il Cristo rivelato nella Bibbia è il solo Salvatore. Perché la Bibbia promette che ognuno che conosce e confida in Gesù Cristo soltanto per la salvezza è salvato, è stato salvato dall’eternità, e sarà salvato eternamente.
Sulla certezza della salvezza abbiamo le nostre domande.
E’ essa possibile?
E’ essa possibile per tutti i credenti?
Possiamo noi credenti ed i figli dei credenti essere certi con certezza assoluta?
In che modo ciò è possibile?
Che dire dei dubbi nell’esperienza di alcuni credenti?
Che dire se io ho dubbi? Perfino dubbi forti?
Il Vangelo rettamente compreso ed insegnato dalla fede Riformata ha delle risposte alle nostre domande.
Risposte che non incoraggiano, nutrono e perfino generano dubbio.
Ma risposte che assicurano.