Ron Hanko
Abbiamo spiegato che l’intera epoca del Nuovo Testamento è l’ultima epoca, secondo la Scrittura. L’ultimo giorno o tempo—la fine—non è soltanto qualcosa futura, ma anche presente, qualcosa di cui ognuno di noi deve prendere coscienza, non importa dove viva.
La venuta di Cristo deve essere compresa alla luce di questo fatto. Essa è, ovviamente, il grande evento della storia attraverso il quale tutte le cose sono condotte al loro fine stabilito. Essa non è soltanto qualcosa nel futuro, ma anche presente.
La venuta di Cristo è descritta nella Scrittura come un evento, inclusa la Sua nascita a Betlemme, il Suo ritorno per il giudizio, e tutto ciò che accade nel frattempo. Questo è il motivo per cui i profeti nell’Antico Testamento sembrano mischiare eventi che per noi sono separati da migliaia di anni di storia. Essi lo videro come un solo evento, e non avevano torto.
Sia dal punto di vista del proposito di Dio che da quello dell’eternità stessa (II Pietro 3:8), la venuta di Cristo è un unico evento che pone fine alla storia, realizza il proposito sovrano di Dio, ed inaugura l’eterno e celeste regno di Dio (Daniele 9:24). Questo è quanto videro i profeti dell’Antico Testamento, sotto l’ispirazione dello Spirito.
La verità che tutto questo in realtà è un solo evento significa che Cristo sta già venendo. Questo è il modo in cui parla la Scrittura. Benchè essa parli anche della Sua venuta come un evento futuro, guardando in avanti al suo ritorno personale e corporale, piu’ spesso parla nel tempo presente per mostrare che egli sta ritornando attraverso tutta la storia. Egli è sulla via, e la Sua apparizione personale alla fine è soltanto la fase finale di qualcosa che iniziò a Betlemme.
La Scrittura, quindi, parla non soltanto della nascita di Cristo come parte della Sua “venuta” ma parla anche di vari altri eventi come parte della “venuta” di Cristo. Ve ne sono specialmente tre:
Cristo viene attraverso lo Spirito (Giovanni 14:16-18). Siccome lo spargimento dello Spirito è parte della venuta di Cristo, anche l’apostolo Pietro nel suo sermone di Pentecoste non fa una chiara distinzione tra lo spargimento dello Spirito e quelle cose che noi connettiamo con la fine del mondo: sangue e fuoco, fumo e tenebre (Atti 2:16-21).
Cristo viene per i credenti alla morte. Egli Stesso viene, anche se non personalmente e corporalmente. Egli ci assicura di questo in Giovanni 14:2-3: “Nella casa di mio Padre vi sono molte dimore, se non fosse così non ve lo avrei detto. Io vado a prepare un posto per voi. E se io vado e preparo un posto per voi, io ritornerò, e vi riceverò a me; così che dove io sono lì possiate essere anche voi.” Questo, ovviamente, è il nostro conforto nel morire. Anche se Cristo non viene personalmente e visibilmente durante il tempo delle nostre vite, tuttavia noi udiamo la Sua voce nel vangelo e Lo seguiamo (Giovanni 10:27). Noi crediamo, anche, che Cristo viene a noi per il Suo Spirito, il Consolatore, e che quando noi muoriamo, Egli viene e ci riceve a Sè (Giovanni 14:3) così che Lo vedremo e godremo per sempre.
Cristo viene attraverso la predicazione del vangelo. Che Cristo Stesso parli attraverso il vangelo è evidente (Giovanni 10:27; Efesini 2:17). Attraverso il vangelo, quindi, Egli viene ed è presente. Questo è il punto in Matteo 28:19-20. Nella predicazione del vangelo, dobbiamo prendere coscienza della venuta di Cristo.
Tutto questo significa che la venuta di Cristo non è soltanto un evento futuro che non si ripercuote immediatamente su noi, ma anche qualcosa presente con cui dobbiamo sempre confrontarci. In verità, in uno o l’altro di questi sensi Cristo viene ogni giorno e verrà certamente durante il tempo delle nostre vite quando egli viene a prenderci a Sè.
(“Different Comings of Christ,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 284-285)