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CR News – Aprile 2013  •  Volume XIV, n. 12

La Via di Dio È nel Mare (1)

Negli ultimi due numeri delle News, abbiamo seguito Asaf nel Salmo 77 attraverso i suoi dubbi e le sue difficoltà, passando per le sue notti insonni e i giorni senza conforto, fino al momento in cui riprende la sua lucidità spirituale. Il verso 11 costituisce il suo punto di svolta: “Ricorderò le opere dell’Eterno, sì, ricorderò le tue meraviglie dei tempi passati.” Il verso 13 è la sua grande confessione: “O Dio, le tue vie si veggono nel Santuario; Chi è dio grande, come Iddio?” Non importa cosa Asaf abbia potuto follemente pensare precedentemente, la via di Dio con lui è stata santa e irreprensibile. Anche la via di Dio con noi è nel santuario, dove Egli tabernacola con noi in Gesù Cristo. Riposate e siate in pace!

Ora ci rivolgiamo ad un’altra simile confessione di Asaf, sempre nel Salmo 77: “La tua via in mezzo al mare, il tuo sentiero in mezzo alle grandi acque, e le tue orme non furono riconosciute.” (19). Così, la via di Dio è sia nel “Santuario” (13) e anche nel “mare” (19). Con la via di Dio in entrambi i versi, si intende, ci si riferisce al Suo rapporto provvidenziale che ha con noi nelle nostre vite.

La fede di Asaf è in trionfo nell’ultima parte del Salmo 77. I versi 11-20 sono pieni dell’incomparabile maestà del nostro Dio. È scomparsa l’autocommiserazione della sezione iniziale. Ora Asaf confida in Geova e nelle Sue vie.

Anche noi abbiamo bisogno di vedere ciò al fine di comprendere le vie di Dio con l’uomo, e le Sue vie con voi, con la vostra famiglia e con la Sua chiesa. Riguardo la “via,” il “sentiero” e le “orme” di Dio – parole che significano essenzialmente la stessa cosa – ci viene detto che sono “in mezzo al mare,” “in mezzo alle grandi acque,” e non “riconosciute.”

Pensate alle vostre impronte sulla spiaggia, con le onde che si avvicinano. Quando vi girate per tornare indietro, vedete le onde raggiungere le vostre impronte e cancellarle, ed esse vanno via.

Il nostro testo è anche più forte. Non si tratta neanche di orme che potevano essere viste una volta e che ora sono coperte dalle acque. Piuttosto, le orme di Dio sono prodotte sotto le acque. Appena Egli solleva il piede, le acque ne cancellano l’impronta, così che non possiamo vederla. Anche se l’orma fosse la giù, noi comunque non potremmo vederla a causa della profondità delle acque. Non stiamo guardano in una pozzanghera. Stiamo parlando del “mare” e delle “grandi acque.” Come dice il verso 19, “le tue orme non furono riconosciute,” perché esse scomparivano continuamente tramite l’azione dell’acqua essendo molti scandagli sotto, sul fondo del mare. Questa è un’immagine biblica della via di Dio con noi nelle nostre vite.

Tutto ciò si vede qui e molte alter volte nei Salmi. “Perché?” e “Fino a quando?” sono due domande importanti e ripetutamente poste all’Altissimo. Nessuna sorpresa! “La tua via in mezzo al mare, il tuo sentiero in mezzo alle grandi acque, e le tue orme non furono riconosciute” (19)!

Asaf, nel Salmo 77, è affranto, sopraffatto e sconfortato (1-6). Nel dolore chiede, “Mi rigetterà il Signore per sempre? E non mi gradirà mai più? È la sua benignità cessata per sempre e la sua parola venuta meno per le generazioni future? Ha DIO forse dimenticato di aver pietà e ha nell’ira posto fine alle sue compassioni?” (7-9). Egli sta sperimentando dolorosamente che la via di Dio è “in mezzo al mare” (19).

Anche la vita di Giuseppe è un buon esempio. Egli fu gettato in un pozzo a Dothan dai suoi fratelli gelosi – “La tua via in mezzo al mare”! Egli fu portato via dalla terra promessa da mercanti Ismaeliti – “il tuo sentiero in mezzo alle grandi acque”! Egli fu incatenato in prigione in Egitto (Salmo 105:18) – “le tue orme non furono riconosciute”! Ma Dio intendeva tutto ciò per il bene (Genesi 45:5, 7; 50:20), per salvare la famiglia d’Israele dalla futura carestia, come tutti capirono anni dopo (ma non in quel momento).

Considerate la “pazienza di Giobbe” (Giacomo 5:11). Improvvisamente, egli perse tutti i suoi dieci figli, tutto il suo bestiame, la sua reputazione, i suoi amici e la sua salute. Cosa sta mai accadendo?Cosa succede in cielo? La via di Dio è nel mare! Sebbene Giobbe fu in seguito giustificato e ricompensato abbondantemente, egli non sapeva delle macchinazioni del diavolo in cielo (e non lo avrebbe mai saputo in questo mondo).

Pietro non poteva campire perché Cristo dovesse andare alla croce: “Signore, Dio te ne liberi; questo non ti avverrà mai” (Matteo 16:22). In quel momento, non poteva vedere la via di Dio in quanto egli stava avendo il senso delle cose degli uomini e non quelle di Dio (23). Prima della risurrezione del Signore, nessuno dei suoi discepoli poteva vedere le orme di Dio nei segni di Cristo lasciati dai chiodi.

Ci sono molte cose che oggi ci fanno chiedere “Perché?”: la nascita di un bambino gravemente disabile, o una famiglia Cristiana incapace di avere figli, oppure la morte di una persona giovane, o la perdita della salute del vostro coniuge o di un membro familiare, oppure persone che giungono in chiesa e per le quali si hanno grandi speranze ma che la lasciano follemente. Abbiamo bisogno di credere nella verità della misteriosa, ma buona, provvidenza di Dio. A meno che non teniamo ciò bene in mente, noi ci scoraggeremo e cederemo quando saremo sotto pressione. La via di Dio “è in mezzo al mare” e le Sue “orme non furono riconosciute.”

Perché la via di Dio dovrebbe essere sconosciuta nelle profondità del mare? Tutto va al decreto eterno di Dio. Noi non conosciamo il Suo piano, i Suoi fini e i Suoi mezzi, e come noi ci poniamo in essi. Noi non sappiamo cosa Egli farà con e nelle nostre vite.

Solo Cristo, in trono in cielo, può leggere l’eterno decreto di Dio; per noi esso è un libro sigillato e non siamo al corrente del suo contenuto (Apocalisse 5:1-7). Noi possiamo solo guardare (una piccola parte) dell’esecuzione del decreto di Dio, e questo perché tutto quello che succede è la realizzazione di questo Suo proposito eterno. Ma anche allora noi non afferriamo le cose in tutte le loro connessioni e relazioni. Noi non conosciamo il futuro, nemmeno ciò che accadrà domani o nel prossimo minuto. La via di Dio “è in mezzo al mare” e le Sue “orme non furono riconosciute.” Confessare e ricordare questo è essenziale, specialmente in tempi difficili! Rev. Stewart


Il Giudizio di Corazin e Betsaida

Io vi dico che in quel giorno Sodoma sarà trattata con più tolleranza di quella città. Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida! Perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le potenti opere compiute in voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, vestendosi di sacco e sedendo nella cenere. Perciò nel giorno del giudizio Tiro e Sidone saranno trattate con più tolleranza di voi” (Luca 10:12-14; cf. Matteo 11:21-24).

Un lettore chiede, in connessione con i versi citati, “È ragionevole sostenere che, se fosse stato il decreto di Dio quello di salvare Tiro e Sidone, allora Egli avrebbe compiuto opere portentose in quelle città? Il fatto che Egli non le compì in Sidone significa che Dio non decretò di salvarli?”

Tiro e Sidone erano ricche città pagane costiere e di scambio a nord d’Israele. Sodoma era una città nella piana del Giordano che fu distrutta con fuoco e zolfo dal cielo a causa della sua terribile depravazione, particolarmente per il peccato di omosessualità (Genesi 19).

Corazin e Betsaida (e Capernaum) erano città dove il Signore predicò e compì molti miracoli durante il Suo ministero terreno (Matteo 11:20-24). Esse erano parte della chiesa dell’antica dispensazione, ma rigettarono Gesù quale Messia d’Israele e pertanto furono anche più malvagie di Sodoma, Tiro e Sidone.

Ora la domanda: può questo passo essere usato per provare l’elezione sovrana ed eterna? È interessante che questo passo è usato talvolta per la posizione diametralmente opposta. Gli arminiani, che insegnano la dottrina che l’uomo abbia un arbitrio libero e che possa accettare il vangelo solo se gli venisse data una possibilità, a volte sostengono che queste città che non hanno mai avuto il vangelo avrebbero creduto se lo avessero udito e se avessero visto i grandi miracoli di Cristo.

Io non credo che Luca 10:12-14 possa essere usato per provare la verità dell’elezione (e della riprovazione) incondizionata. Tuttavia, il lettore è corretto quando chiede, “Il fatto che Egli non le compì in Sidone significa che Dio non decretò di salvarli?” A questa domanda dobbiamo rispondere con un fermo “Si.” Ma il testo in sé non prova la sovranità di Dio nell’elezione. Allo stesso tempo, il testo deve – e sottolineo con enfasi “deve” – essere interpretato alla luce dell’eterna ed incondizionata elezione di Geova.

Gesù stesso lo prova oltre ogni ombra di dubbio nel contest del passaggio parallelo in Matteo. Immediatamente dopo il Suo pronunciarsi su Corazin, Betsaida e Capernaum, Egli prega. Non prega, “Signore, mi dispiace che non ci siano stati missionari per Sodoma.” Oppure, “Signore, sii mite con quelle persone di Tiro e Sidone, perché non hanno mai avuto un’opportunità per credere. Infatti, essi avrebbero creduto se fossi andato da loro per compiere miracoli.” Ascoltate piuttosto cosa Egli pregò “in quel tempo”: “In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto.” (Matteo 11:25-26)!

Il Signore ringraziò Suo Padre per non aver salvato i Giudei increduli in quelle città della Galilea! Questo insegna certamente che Dio non salvò Tiro e Sodoma e questo perché non era sua volontà salvarli. Dio salva quelli che vuole e riprova coloro che vuole. Egli salva sovranamente e incondizionatamente i Suoi eletti. La preghiera del Signore in Matteo 11:25-26 ci mostra che il proposito sovrano di Dio giace dietro ogni incredulità – e dietro ogni fede. Ma Luca 10:12-14 non prova la predestinazione sovrana.

Il punto qui è che Dio realizzò la Sua sovrana riprovazione nella via del peccato. Cristo proclama sciagura su queste città dei Giudei a causa della loro terribile malvagità.

Primo, l’uomo non va mai all’inferno perché è un reprobo. Egli va all’inferno perché lo merita giustamente per i suoi grandi peccati. Si potrebbe rispondere che egli non può fare alcunché se non peccare siccome è totalmente depravato, ma ha la colpa per la usa depravazione in quanto peccò in Adamo.

Secondo, specialmente gli Israeliti avevano tutte le ragioni per credere in Cristo. Come nazione, avevano ricevuto speciali privilegi da Dio (Romani 9:4-5). Avevano le Scritture e gli erano insegnate dalla fanciullezza. La speranza del Messia era nell’antico patto ed essi professavano di attendere un salvatore e re che doveva venire. Essi andavano in chiesa (la sinagoga e il tempio) regolarmente. Essi ascoltavano i sermoni di Gesù i quali erano ampiamente migliori di quelli che qualsiasi predicatore terreno potesse mai predicare. Videro i miracoli che dimostrarono definitivamente che Gesù era il Figlio di Dio nella nostra carne. Dio donò agli Israeliti ogni cosa esteriore che potesse possibilmente convincere un uomo che Gesù fosse il Messia. Per tutto il tempo, Dio stese le Sue mani verso un popolo disubbidiente e contraddicente (Romani 10:21). Nella parabola della vigna sterile di Isaia 5:1-7, Dio chiede la domanda retorica, “che cosa si sarebbe potuto ancora fare alla mia vigna che io non vi abbia già fatto?”

Dio nella sua via non esprime un debole e frustrato desiderio di salvare ogni uomo. Il Suo consiglio è sempre fermo ed Egli compie tutto il Suo beneplacito (Isaia 46:10). Ma deve essere chiaramente e inconfondibilmente detto che l’uomo va all’inferno a causa del suo terribile peccato, così che l’Iddio perfettamente santo è giustificato in ogni Suo avere a che fare con lui.

Terzo, l’uomo è punito secondo la misura della sua comprensione delle cose di Dio. Gesù rende ciò chiaro in Luca 12:48: “Ma colui che non l’ha conosciuta, se fa cose che meritano le battiture, ne riceverà poche. A chiunque è stato dato molto, sarà domandato molto; e a chi molto è stato affidato, molto più sarà richiesto.” A Sodoma, Tiro e Sidone non fu dato molto, e non molto fu richiesto. Il loro peccato è minore di quello d’Israele. Il loro giudizio nell’ultimo giorno (sebbene terribile) sarà più tollerabile di quello dei Giudei increduli. Ai Giudei fu dato molto ma essi rifiutarono di credere e così crocifissero Cristo. Il Signore Gesù venne a chiamare i peccatori a ravvedimento ma costoro non avevano peccato ai loro stessi occhi. La loro compiaciuta auto-giustizia li accecava alla giustizia di Dio nel Messia (Romani 10:3-4).

Indubitabilmente, colui che ha posto la domanda ha ragione. Dietro tutto ciò c’è l’eterno decreto dell’Iddio sovrano il cui consiglio rimane fermo per sempre (Salmo 33:11), Colui che avrà misericordia di quelli a cui mostrerà misericordia – e il resto li indurisce (Romani 9:18).

Paolo, il grande insegnante dell’elezione e della riprovazione, ci da un serio avvertimento: “Forse dunque dirai: «I rami sono stati troncati, affinché io fossi innestato». Bene; essi sono stati troncati per l’incredulità e tu stai ritto per la fede; non insuperbirti, ma temi. Se Dio infatti non ha risparmiato i rami naturali, guarda che talora non risparmi neanche te” (Romani 11:19-21). Prof. Hanko


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