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CR News – Agosto 2012 • Volume XIV, numero 4

La Spiritualita’ di Dio (1)

Il problema con la donna Samaritana, almeno nella prima meta’ di Giovanni 4, e’ che lei non ha afferrato la spiritualita’ di Dio. Il signore Gesu’ le parla di “acqua viva” (10), e lei pensa che Cristo abbia bisogno di un secchio per raggiungere il fondo del pozzo (11). Non ha capito che e’ Cristo l’acqua viva! Egli le dice che questa acqua “zampilla in vita eterna” (14), ma lei lo considera come un qualcosa che non le fara’ mai piu’ avere sete e quindi evitare di fare camminate verso il pozzo (15). La donna e’ eccessivamente innamorata di luoghi connessi con figure religiose e della storia: il pozzo di Giacobbe (12) e il monte Gherizim dove “i nostri padri hanno adorato” (20). Ma Gesu’ afferma che lei e i Samaritani in generale nemmeno conoscevano quello che stavano adorando (22)! Questa donna ha divorziato e si e’ risposata diverse volte, ha avuto cinque mariti diversi e quello con il quale al momento sta vivendo non ha nemmeno avuto la briga di sposarlo (17-18). Nonostante cio’ pensa di poter adorare il Dio vero e santo presso il monte Gherizim! E’ in tale contesto, e al fine di correggere le sue idee errate, che il Signore Gesu’ fa la piu’ grande affermazione di tutta la Bibbia riguardo la spiritualita’ di Dio e riguardo la Sua adorazione: “Dio è Spirito, e quelli che lo adorano devono adorarlo in spirito e verità” (24).

Cosa si intende con il dire che Dio e’ “spirito” o con la Sua spiritualita’? Molto semplicemente, significa che egli non e’ materiale ne fisico, nemmeno nel piu’ piccolo grado. Egli non conssiste di alcuna parte fisica o materiale – non ci sono pati in Dio ad ogni modo! – perche’ Dio e’ interamente immateriale e non fisico. Egli e’ interamente spirituale, puro spirito.

Dio non e’ un solido ne’ un liquido (ovviamente); non e’ nemmeno gassoso. Egli e’ puro spirito (da non confondersi con alcuno spirito o gas inteso in senso materiale).

Cosa dire riguardo la spiritualita’ di Dio e i cinque sensi dell’uomo? Tu non puoi percepire Geova con le tue dita oppure odorarlo con il tuo naso. Non puoi vedere Dio con i tuoi occhi; Egli e’ invisibile. Non puoi ascoltare l’Altissimo con le tue orecchie; egli e’ inaudibile. Anche la voce che dichiarava i dieci comandamenti presso il monte Sinai e che Israele ascoltava era una voce creata. Infine, nemmeno puoi assaggiare Dio. Ma, qualcuno obietta, cosa dire del salmo 34:8: “Gustate e vedete quanto l’Eterno è buono”? Questo passo non si riferisce al gustare Dio con la bocca al vederlo con gli occhi. Piuttosto si riferisce al percepirlo e al conoscerlo per fede attraverso la Parola in modo ad avere comunione con Lui, amorlo e godere di Lui. Dio e’ spirito, puro spirito, infinitamente esaltato al di sopra dei nostri gracili cinque sensi, e tuttavia conosciuto con grande sicurezza e benedizione da credenti nel Cristo crocifisso e risorto.

Ma cosa dire ancora di altre entita’ chiamate come “spiriti” nella Bibbia? L’uomo ha uno spirito, essendo sia corpo che anima (spirito, mente, cuore). L’anima o spirito dell’uomo e’ creato, finito (esistente in questo mondo nel suo corpo e non al di fuori di esso) e peccatore (almeno in questo mondo), mentre l’Altissimo e’ uno spirito increato, infinito, puro e senza macchia.

Gli angeli sono spiriti, come Ebrei 1:14 chiede retoricamente, “Non sono essi tutti spiriti servitori …?” (cf. Salmo 104:4). Come spiriti e puri spiriti, gli angeli non condividono un corpo fisico, a differenza degli uomini; gli angeli sono molto piu’ sapienti, potenti e veloci degli uomini. Gli angeli eletti e non caduti sono senza peccato (1 Timoteo 5:21). Ma anche i potenti angeli, sia angeli eletti che angeli reprobi, sono spiriti creati e finiti.

Diversamente dagli uomini e dagli angeli, Dio e’ spirito increato. Egli e’ spirito infinito, eterno, immutabile, onnipotente; lo spirito perfettamente santo, giusto e buono. Non esiste una piu’ larga categoria di “spirito” la quale si addice a Dio. L’anima dell’uomo e’ spirito e gli angeli sono spiriti, entrambi finiti e creati. Tuttavia, Geova e’ lo spirito infinitamente alto perche’ lui solo e’ lo spirito increato, eterno e assolutamente giusto.

Ora parliamo di Dio come spirito e dello Spirito Santo. Il Suo essere spirito riguarda la sua essenza, o il suo essere, o natura. Dio e’ spirito e quindi il Padre e’ spirito, il Figlio e’ spirito e lo Spirito Santo e’ spirito. Tuttavia, quando parliamo dello Spirito Santo, non stiamo parlando della essenza divina, o della natura di Dio in quanto tale. Stiamo parlando della Terza Persona della Santa Trinita’ con riguardo alla sua caratteristica personale. Esso e’ mandato o soffiato dal Padre verso il Figlio e dal Figlio verso il Padre in quanto eterno, divino e personale soffio della Prima e della Seconda Persona.

La gloriosa perfezone di Dio come puro spirito si accorda, come e’ logico, specialmente con alcuni dei Suoi altri attributi. Primo, la spiritualita’ di Dio procede mano nella mano con la sua unita’. Se Dio fosse in qualche maniera materiale o fisico, allora Egli dovrebbe consistere di parti e percio’ Egli non potrebbe essere assolutamente uno, o semplice, o unito. Ma siccome Dio e’ puro spirito e non materiale, Egli puo’ essere ed e’ assolutamente semplice, uno e unito. Probabilmente questo e’ il motivo per cui l’unita’ di Dio e’ intimamente connessa alla spiritualita’ di Dio nella Confessione Belga 1: “”Noi tutti crediamo con il cuore, e confessiamo con la bocca, che vi è una solo e semplice Essere spirituale, che noi chiamiamo Dio.”

In secondo luogo, la spiritualita’ di Dio implica la Sua invisibilita’. Siccome Dio e’ puro spirito, Egli deve essere ed e’ invisibile. Nessuna meraviglia tecnologica puo’ mai sapere se Dio, che e’ spirito, possa essere visto da una creatura. Si ricordi l’astronauta russo che affermo’ dallo spazio che Dio non si vedeva da nessuna parte, come se non esistesse. Questa era una pura e semplice instanza di propaganda anti cristiana da parte di un portavoce del comunismo ateo. Dio, per definizione, e’ spirito e invisibile; e’ ovvio che non puo’ essere visto!

Terzo, in quanto spirito, Dio e’ onnipresente. Si pensi solo per un momento se Dio fosse sia onnipresente che materiale (cioe’, non spirito). In tal caso Egli riempirebbe l’universo cosi’ che niente altro possa esistere, e siccome la materia riempie il suo proprio spazio, se Dio fosse fisico e ovunque allora non ci sarebbe alcun luogo per la materia! Tuttavia, essendo spirito increato e immateriale, l’Altissimo e’ presente ovunque e tuttavia non occupa luogo!

Quarto, la spiritualita’ di Dio e’ necessaria per la Sua onnipotenza. La si pensi in quasto modo: l’uomo e’ corpo e spirito e cosi’ possiede capacita’ fisiche e mentali; gli angeli, in quanto spiriti, solo molto piu’ potenti ed intelligenti; come spirito increato, Geova e’ onnipotente.

Tutto questo e altro e’ incluso nella profonda affermazione di Cristo che Dio e’ Spirito! Considereremo meglio questa grande verita’ nel prossimo numero. Rev. Stewart


La Sovranita’ di Dio nella Santificazione

Domanda: “La santificazione e’ in generale monergistica o sinergistica? Possiamo credere che essa sia monergistica in un senso definito e sinergistica nella sua prograssiva attivita’? Sono in errore se credo che la santificazione sia monergistica? Oppure sto scivolando nell’Arminianesimo se credo che la santificazione sia sinergistica? Definisco i termini: se il monergimo intende che Dio solo e’ la causa sovrana della salvezza e il sinergismo dice che noi cooperiamo/partecipiamo a questa causa, secondo voi questi termini sono anche solo appropriati per essere usati nella dottrina della santificazione?”

Il testo al quale il nostro lettore si riferisce e’ Filippesi 2:12-13: “… compite la vostra salvezza con timore e tremore, poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.”

La risposta al nostro lettore e’ la seguente: la Santificazione e’ assolutamente monergistica sia nel suo senzo definito che in quello progressivo. Mi spiego.

Ci sono coloro, ai quali il nostro lettore chiaramente si riferisce, che insegnano che, sebbene Dio inizi l’opera di santificazione nel cuore dell’eletto peccatore graziosamente e senza alcuno aiuto umano, tuttavia successivamente Egli lascia il peccatore sostenere questa opera di santificazione e lo lascia incrementare la sua influenza sulla sua vita. Dio inizia l’opera; l’uomo santificato effettua questo lavoro con i suoi sforzi.

La giustificazione di questa posizione dovrebbe essere il fatto che il testo ammonisce chi e’ salvato di compiere la sua salvezza. E siccome una ammonizione implica la capacita’ dell’uomo di fare cio’ che e’ comandato, cio’ significherebbe che l’opera in corso di santificazione (il compiere la propria salvezza) e’ un’opera dell’uomo. Dio ottiene l’inizio; l’uomo deve completarlo. Questo e’ nell’effettivo Arminianesimo della peggior specie.

La santificazione e’ l’opera di Dio per mezzo della quale, attraverso il potere dello Spirito Santo di Cristo, Geova purifica il Suo popolo dalla loro totale depravazione e lo rende santo come Lui e’ santo.

La santificazione e’, d’altronde, un’opera che Dio svolge solo in maniera principiale nella nostra vita nel mondo. Cioe’, i nostri cuori sono resi santi. I nostri cuori sono il centro morale della nostra intera natura (Proverbi 4:23). Le nostre nature rimangono depravate, mentre i nostri cuori sono purificati dal peccato. Tuttavia, la santita’ che ora caratterizza i nostri cuori ha una grande influenza sulle nostre nature, perche’ lo spirito opera santificazione nei nostri cuori e dona alla santificazione il suo potere di avere dominio sopra le attivita’ delle nostre nature.

Forse una rozza e inadeguata analogia sarebbe quella della relazione tra il proprietario di un pit bull e il put bull stesso. Il padrone, con un lungo guinzaglio, puo’ tenere il cane sotto controllo, proprio come lo Spirito Santo, attraverso il cuore santificato, controlla le nostre nature dal commettere molti peccati. Il proprietario di un pit bull puo’ anche addestrare l’animale ad obbedire ai suoi ocmandi, proprio come lo Spirito Santo rende capace le nostre nature ad obbedire a Dio, contrariamente alla loro depravazione.

Tuttavia rimane vero che, come il Cathechismo di Heidelberg dice, noi abbiamo “un piccolo inizio di questa nuova ubbidienza” (A. 114) e “le nostre migliori opere in questa vita sono tutte imperfette e contaminate col peccato” (A. 62). Dobbiamo attendere le nostre morti affinche’ la santificazione possa essere completata nelle nostre anime, e attendere il ritorno di Cristo alla fine di questa era affinche’ la santificazione possa essere completata nei nostri corpi.

Tutto questo e’ l’opera di Dio attraverso lo Spirito di Cristo. Nemmeno una cosa e’ lasciata a noi.

Ma allora perche’ c’e’ l’ammonizione: “Compite la vostra salvezza”?

Dobbiamo notare prima di tutto la piccola parola “poiche'” con la quale il verso 13 comincia. Se il testo dicesse “Compite la vostra salvezza…nonostanteDio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito,” allora il testo supporterebbe l’antinomianismo, cioe’ l’idea che noi non possiamo prendere le ammonizioni seriamente perche’ siamo incapaci di obbedirle.

Se il testo dicesse, “Compite la vostra salvezza…ed eDio colui che opera in voi,” il testo allora sarebbe Arminiano perche’ insegnerebbe il sinergismo, cioe’, l’eresia secondo la quale Dio e l’uomo operano insieme per compiere la salvezza. Cio’ mi ricorda di un liceo che si definiva Cristiano il quale aveva come motto per il diploma dei piu’ grandi, “Fai il meglio e lascia Dio fare il resto.”

Ma il testo recita, “Compite la vostra salvezza…poiche’Dio è colui che opera in voi.” La parola “poiche'” significa “perche'”: noi dobbiamo compiere la nostra salvezza perche’ Dio opera in noi. Cioe’, dobiamo compiere la nostra salvezza perche’ Dio ci dona tutto quello di cui abbiamo bisogno e ci rende capaci di farlo.

A tale riguardo il testo e’ chiaro. Dio opera in noi il volere; noi siamo resi volenterosi di compiere la nostra salvezza. Noi lo vogliamo fare. Lo vogliamo fare, talvolta disperatamente. E il volere deve essere li prima di ogni altra cosa.

Ma Dio fa di piu’; Egli opera in noi anche l’operare. Questo linguaggio e’ forte. Dio stesso compie l’operare effettivo. Egli non lascia a noi l’opera del compimento della nostra salvezza, ma anche questa la realizza Lui. Non c’e’ altro in piu’ da fare. Dio fa tutto.

E tuttavia noi siamo esortati a farlo, e noi effetticamente facciamo cio’ che Egli comanda. Come e’ possibile? La risposta si trova nell’ultima parte di Filippes 2:13: “per il suo beneplacito.” Cioe’, Dio ha uno scopo nel salvarci. Questo proposito e’ la gloria del Suo nome. Egli realizza questo proposito rendendoci capaci di fare opere buone – compiere la nostra salvezza. Egli opera il volere e l’operare. Ma egli lo opera tramite noi. Egli lo opera tramite noi cosi’ che noi lo facciamo. Egli lo opera tramite noi come una madre istruisce il suo bambino a camminare: donando al bimbo il desiderio di camminare, mantenendolo alzato tenendogli le sue piccole mani e muovendo avanti un piede alla volta, passo dopo passo.

Abbiamo il privilegio di essere usati da Dio per compiere il Suo proposito nella nostra salvezza operando Egli stesso quello che noi dobbiamo fare, ma sempre in noi e attraverso di noi.

E’ come il mio pastore di tempi passati di solito diceva, “Non non andiamo in cielo nella cuccetta inferiore di un Pullman.” Oppure, come Agostino molti, molti secoli addietro disse, “Da cio’ che comandi, e comanda cio’ che vuoi.” Prof. Hanko


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