La Caparra dello Spirito (1)
Rev. Angus Stewart
Dopo aver fatto riferimento allo Spirito Santo in quanto Colui Che ci ha “sigillato” (Efesini 1:13), l’apostolo Paolo Lo chiama “caparra:” “la caparra della nostra eredità fino alla redenzione dell’acquistata possessione, alla lode della sua gloria” (14). II Corinzi 1:22, come anche Efesini 1:13-14, parla dello Spirito congiuntamente come sigillo e caparra. Questi due aspetti dello Spirito dovrebbero essere collegati, compresi e goduti insieme da tutti coloro che sono giusti in Gesù Cristo. Ma cosa è una caparra? Stabiliamo tre punti a riguardo.
Primo, una caparra o pagamento anticipato o deposito è una garanzia di pieno pagamento a suo tempo. Questa è l’idea nella sfera degli scambi umani e finanziari: un uomo deve ad un altro una certa somma e così paga una caparra (o pagamento anticipato o deposito) promettendo di pagare in pieno a suo tempo. Efesini 1:14 ci insegna che Dio vuole darci le vaste ricchezze della gloria celeste nella Sua meravigliosa grazia, ed Egli vuole che siamo sicuri, assolutamente fiduciosi, che Egli ce le conferirà.
Così Egli fa due cose. Egli ci dà le promesse nelle Scritture, come ad esempio le parole di Cristo: “Beati sono i miti, perché essi erediteranno la terra” (Matteo 5:5) e “A colui che vince gli concederò di sedere con me nel mio trono” (Apocalisse 3:21). Queste promesse sono vere e certe; esse sono “sì” ed “amen” in Cristo Gesù (II Corinzi 1:20). Ma noi siamo deboli, dubitanti e peccaminosi, e la promessa oggettiva, considerata in sé, è al di fuori di noi. Così Dio fa qualcosa di più. Egli non soltanto ci dà delle promesse nella Sacra Scrittura, ma dà anche ad ogni credente la caparra dello Spirito nel suo cuore, garantendogli la gloria futura nel tempo di Dio, ed assicurandolo attraverso la Parola che la Sua promessa è vera e che è per lui. Credente, il glorioso mondo a venire con tutta la sua beatitudine è tuo! Mentre tu leggi questi, lo Spirito testimonia in te, personalmente ed internamente: “Tu hai un posto nei nuovi cieli e nella nuova terra. Tu vedrai il volto di Gesù Cristo, il tuo redentore, e ti unirai all’intera chiesa ed angeli eletti nel celebrare le Sue lodi!”
Ora possiamo vedere perchè due dei tre riferimenti allo Spirito Santo come caparra (l’altro è in II Corinzi 5:5) giungono immediatamente dopo che Egli è chiamato sigillo (II Corinzi 1:22; Efesini 1:13-14). Lo Spirito in quanto sigillo ci marchia come proprietà di Dio, e dice: “Tu sei di Dio! Tu appartieni a Lui!” Lo Spirito in quanto caparra dice: “Il cielo è tuo! Esso appartiene a te in Gesù Cristo!” Lo Spirito come sigillo ci assicura che apparteniamo a Dio, prima della fondazione del mondo nell’eterna elezione in Cristo, ora e per sempre. Lo Spirito in quanto caparra ci assicura, per quanto riguarda il futuro, che la gloria eterna è nostra. Riesci a vederlo? Lo Spirito, sia come sigillo che come caparra è la Sua testimonianza interna, personale, nei nostri cuori, attraverso la Parola. La differenza è che lo Spirito come sigillo testimonia che apparteniamo a Dio (passato, presente e futuro), mentre lo Spirito come caparra testimonia che il cielo appartiene a noi (futuro).
Secondo, una caparra è non soltanto una garanzia di pieno pagamento, è anche una parte stessa del pagamento. Ciò aggiunge qualcos’altro a quanto detto. Non soltanto abbiamo le promesse oggettive di Dio e lo Spirito che ci garantisce che esse sono vere e che si applicano a noi personalmente, ma ci viene data anche una parte stessa del pagamento già ora. La nostra “eredità” (14) non è tutta futura. Dio ci dà un assaggio della gloria già ora, per assicurarci, per incoraggiarci e farcene desiderare di più. Se quello che abbiamo ora è soltanto una parte, una minuscola frazione, quanto maggiore deve essere la piena eredità?
Terzo, una caparra non è soltanto una garanzia di pieno pagamento e non soltanto è una parte del pieno pagamento, ma è anche dello stesso tipo del pieno pagamento. Lasciate che spieghi ciò con un’illustrazione. Diciamo che avete un debito di 100 euro. Potete garantire di ripagare l’intera somma dando parte del totale ma non in contanti. Per esempio, potreste dare al vostro creditore il vostro stereo, che egli accetta come 40 euro. Così il vostro stereo è una garanzia e parte del pagamento, e poi pagate i rimanenti 60 euro in seguito. Tuttavia, lo Spirito Santo Che è in noi è Egli Stesso una caparra dello stesso tipo del pieno pagamento. Egli non è, come se fosse, l’equivalente dello stereo nel nostro esempio, che ci viene dato in anticipo, e poi il resto ci verrà dato in contanti più tardi. La caparra dello Spirito in noi ora è la piena eredità in miniatura. Egli è un assaggio della gloria perché sia la caparra che l’eredità sono dello stesso tipo. Ma noi abbiamo soltanto le “primizie dello Spirito” ora, mentre avremo la pienezza dello Spirito nel mondo a venire (Romani 8:23).
Ciò ci insegna che la nostra eredità è spirituale. Il nostro stato eterno è uno in cui il frutto dello Spirito sarà perfettamente manifestato in tutto il popolo di Dio (cf. Galati 5:22-23) e “ogni [nostra] benedizione spirituale” splenderà con un lustro glorioso.
Siccome lo Spirito Santo, la caparra, è lo Spirito di Cristo, ed il Suo ruolo è di glorificare il Signore Gesù (Giovanni 16:14), la nostra eredità è Cristo Stesso e tutte le cose in Lui (I Corinzi 3:21-23). Ciò è anche il contesto in Efesini “noi abbiamo ottenuto un’eredità,” perché abbiamo “ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo” (3). Colossesi 1:27 afferma che “Cristo in [noi mediante lo Spirito Santo è] speranza di gloria.” Dunque lo Spirito di Cristo in noi ci assicura che vedremo il volto di Cristo e così saremo come Lui. Tutta la terra sarà piena della Sua gloria e noi saremo i servi dell’Agnello nella terra di Immanuele!
E’ Lecito Bere Vino?
Prof. Herman Hanko
Domanda: “Paolo parlò di prendere del vino perché il sistema acquifero era difettoso. Col nostro efficiente sistema acquifero, non è forse inescusabile bere del vino?”
Il testo a cui il lettore fa riferimento è I Timoteo 5:23: “Non bere più acqua, ma prendi un pò di vino a motivo del tuo stomaco e delle tue spesse infermità.”
Tuttavia, il lettore si sbaglia quando spiega l’ammonizione di Paolo a Timoteo di bere del vino invece di acqua perché il sistema acquifero era difettoso. Non vi è menzione di ciò nel testo. Al contrario, Paolo fornisce la sua propria ragione per il fatto di aver consigliato a Timoteo di bere del vino: “a motivo del tuo stomaco e delle tue spesse infermità.”
Questa ammonizione a Timoteo è parte delle Scritture ispirate. Non vi può essere dubbio a riguardo che vi sono certe infermità che una persona può avere che possono essere alleviate con l’uso di “un po’ di vino.” Il mio dottore di famiglia, non un forte credente nell’infallibilità della Parola di Dio, mi ha consigliato di bere un bicchiere di vino ogni sera per ragioni di salute. Egli non ha raccomandato ciò perché era al corrente di questa ammonizione nella Bibbia, ma mi ha dato questo avviso perché è una buona pratica medica. I dottori sono al corrente del fatto che il vino ha degli effetti benefici. La ragione per cui era in qualche modo riluttante nel raccomandare l’uso del vino era perché aveva paura di un uso eccessivo che conduce ad essere dipendenti. Per un numero di anni dopo che mi diede questo avviso, mi chiese, ogni volta che mi vedeva: “Quanto vino stai bevendo?”
Lo Spirito Santo raccomanda il vino per motivi di salute, perché il vino è un dono di Dio, il Quale non dà dei doni che sono dannosi. “Ogni buon dono ed ogni perfetto dono è dall’alto, e viene giù dal Padre dei lumi” (Giacomo 1:17). Il significato del testo è questo: ogni cosa che Dio dà è un dono buono e perfetto; è l’uomo che prende i buoni doni di Dio e li corrompe usandoli al servizio del peccato.
Paolo echeggia la medesima verità poco prima in I Timoteo quando mette in guardia contro chi proibisce ai santi di usare certi doni di Dio. Egli scrive: “Ora lo Spirito parla espressamente, che negli ultimi tempi alcuni si dipartiranno dalla fede, dando ascolto a spiriti di seduzione, e dottrine di demoni … proibendo di sposarsi, e comandando di astenersi da carni che Dio ha creato perché siano ricevute con ringraziamento da coloro che credono e conoscono la verità. Perché ogni creatura di Dio è buona, e niente da essere rifiutato, se sia ricevuta con ringraziamento, perché è santificata dalla parola di Dio e la preghiera” (I Timoteo 4:1, 3-5).
Vi sono alcuni in chiesa che conoscono la loro debolezza in quest’area, cioè che per loro sarebbe dannoso bere, anche in piccole quantità, delle bevande alcoliche. Saggiamente ed in ubbidienza a Dio, essi si astengono, anche dal bere il vino. Che lo facciano o meno, il vino è un soggetto che rientra nella libertà Cristiana e non deve essere posto nella sfera della violazione della legge di Dio. Come disse Martin Lutero: “Gli uomini possono peccare col vino e le donne. Allora proibiremo ed aboliremo le donne?”
Nella storia della chiesa recente sono state portate avanti delle controversie sulla questione della legittimità del bere del vino. Vi è chi sostiene che bere qualsiasi bevanda alcolica è sbagliato. Essi rifiutano di usare del vino nell’amministrazione della Cena del Signore ed insistono nell’usare del succo d’uva. Essi cercano di provare questo dalla Scrittura. Ho letto il loro materiale e l’ho trovato non convincente. Non può essere provato dalla Scrittura che bere il vino è errato, e, al contrario invece, il vino ha un posto unico nella Scrittura, perché indica la gioia e la prosperità della Canaan celeste.
In breve, e senza calarci in tutti gli argomenti, il peccato di Noè non fu quello di piantare una vigna e di ricavarne del vino., ma era l’ubriachezza (Genesi 9:20-21). Giuda ricevette la benedizione di primogenitura, parte della quale è: “Egli lega il suo asinello alla vite e il puledro della sua asina alla vite migliore; lava la sua veste nel vino e il suo manto nel sangue dell’uva.” (Genesi 49:11). Il vino era usato nei sacrifici ai tempi dell’Antico Testamento. Dio lo accettava come parte delle offerte di Israele fatte a Lui (Numeri 15:5). Il Salmo 104:15 menziona il dono del vino come parte delle benedizioni di Jehovah su Israele: “Ed il vino che rende contento il cuore dell’uomo, e l’olio per far brillare il suo volto.” Cristo descrive la bellezza della chiesa con un riferimento alla bocca della Sua sposa: “E la tua bocca sarà come il buon vino, che cola dolcemente per il mio amico, e scivola fra le labbra dei dormenti.” (Cantico 7:9).
Il Signore mutò l’acqua in vino alla festa nuziale in Cana di Galilea, perché i matrimoni sono figure del vero matrimonio di Cristo e la Sua chiesa, ed il vino è simbolico della gioia di questo matrimonio celeste.
Il Signore prese la coppa di vino usata nella Pasqua dell’Antico Testamento e la mutò nel vino della Cena del Signore del Nuovo Testamento, che Egli comandò a noi di osservare finchè Egli ritorni per prendere la Sua chiesa in gloria.
Nè può essere argomentato che il vino a cui si fa riferimento nella Scrittura è in realtà succo d’uva, perché, anche se la Scrittura usa parole differenti nella lingua ebraica per la parola “vino,” le medesime parole sono usate quando è un dono di Dio e per mettere in guardia contro l’ubriachezza, e lo stesso è vero nel Nuovo Testamento.
Tuttavia, gli avvertimenti contro l’ubriachezza sono importanti e necessari. Specialmente in quelle chiese che si trovano in culture economicamente benestanti, l’ubriachezza è un grande peccato, non soltanto tra gli adulti, ma anche tra i teenager. La dipendenza è la punizione di Dio per l’ubriachezza abituale, ma soltanto perché l’ubriachezza è peccato. Una persona pecca quando si ubriaca anche una sola volta. E’ un serio peccato, non a motivo delle sue possibili conseguenze, ma a motivo del fatto che Dio la proibisce. La predicazione della chiesa deve mettere in guardia contro questo peccato e chiamare coloro che si ubriacano a ravvedersi del loro peccato.
Ma il terribile peccato dell’ubriachezza in quanto un abuso dei doni di Dio non deve condurci alla posizione che la vita Cristiana richiede ad un santificato figlio di Dio di astenersi da ogni bevanda alcolica, inclusa il vino. Questo anche è un peccato, perché è un disprezzare i buoni doni di Dio. Paolo pronuncia delle parole piuttosto acute contro coloro che negano l’uso dei doni di Dio. Dunque: che il dono del vino sia ricevuto con ringraziamento e sia santificato dalla Parola di Dio e dalla preghiera.