I Salmi Contro la Grazia Comune (1)
Rev. Angus Stewart
La grazia comune è, secondo i suoi teorizzatori, una grazia di Dio per ognuno individualmente, nessuno escluso, inclusi i reprobi, quelli che non sono nè eletti, nè redenti, nè chiamati efficacemente in Gesù Cristo. Gli avvocati della grazia comune reclamano che Dio ha grazia, amore e misericordia per i reprobi, quelli che Dio ha eternamente decretato di non salvare ma di punire nella via dei loro peccati.
Vi sono molte versioni della dottrina della grazia comune, ma tutte le forme della grazia comune sostengono due punti fondamentali. Primo, Dio ha un’attitudine favorevole nei confronti dei reprobi empi, guardandoli con grazia e pietà come oggetti della Sua benignità e misericordia. Secondo, tutte le buone cose che i reprobi ricevono da Dio in questa vita giungono a loro dall’amore di Dio per loro, come prove della Sua grazia e favore per loro e come esempi della Sua benedizione su di essi.
Altri avvocati della grazia comune andrebbero oltre ed affermerebbero che Dio restringe il peccato dei reprobi al loro interno e con un’operazione di grazia (contrariamente all’insegnamento biblico che l’uomo è totalmente depravato). Quarto, Dio in modo interiore e grazioso li mette in grado di fare opere che in parte sono buone ai Suoi occhi (contrariamente a Genesi 6:5; Romani 3:12).
Ancora altri procederebbero oltre dicendo che, quinto, i credenti devono essere amici con i non credenti (contrariamente alla verità dell’antitesi; Genesi 3:15; II Corinzi 6:14-18). Sesto, i Cristiani dovrebbero cooperare con i non Cristiani nell’edificare il regno di Dio sulla terra (contrariamente a II Cronache 19:2; Giovanni 3:3).
Altri aggiungono, settimo, che Dio ha compassione degli empi, e Si immedesima entrando nei loro pensieri, come se li condividesse (contrariamente a Giosuè 11:20; Lamentazioni 2:2). Ottavo, la maggior parte dei difensori della grazia comune la connettono alla libera offerta, ovvero un supposto desiderio di Dio che è serio, appassionato, e tuttavia sempre resistito, di salvare i reprobi (contrariamente a Matteo 11:25-27; Romani 9:17-18, 21-23).
Nei prossimi numeri delle Covenant Reformed News, considereremo i due più basilari elementi della grazia comune (Dio ama i reprobi e a motivo di questo amore dà loro buone cose), perchè essi sono fondamentali a tutte le forme della grazia comune, e quando questi due elementi sono provati falsi, tutte le varie teorie della grazia comune cadono a terra. Piuttosto che esplorare l’intera Scrittura, considereremo soltanto l’insegnamento dei Salmi ispirati, per restringere in qualche modo il quadro.
Cominceremo con Salmo 5:4-6: “[4] Perchè tu non sei un Dio che ha piacere nell’iniquità, nè il male dimorerà con te. [5] Lo stolto non reggerà dinanzi a te, tu odi tutti gli operatori di iniquità. [6] Tu distruggerai quelli che pronunciano falsità, il Signore aborrirà l’uomo di sangue e d’inganno.”
Si noti l’attitudine di Dio nei confronti degli empi: odio (5) aborrimento (6). L’odio e l’aborrimento di Jehovah non sono meramente diretti al peccato ma anche al peccatore: “tu odi tutti gli operatori di iniquità” (5) e “il Signore aborrirà l’uomo di sangue e d’inganno” (6). Inoltre, non sono soltanti alcuni peccatori particolarmente cattivi che Dio odia, ma “tutti gli operatori di iniquità” (5). La verità non è che Dio ama il peccatore reprobo ma odia il suo peccato; Egli odia il peccato e il peccatore (5-6).
La base dell’odio e dell’aborrimento di Dio dei peccatori reprobi è la loro completa corruzione morale o totale depravazione. Il Salmo 5 usa le parole “empietà,” “male,” “stolti,” “iniquità,” “sanguinario” e “ingannevole” (4-6) per descrivere gli empi. Salmo 5:9, citato in Romani 3:13 come prova della totale depravazione di tutti i peccatori perduti al di fuori di Gesù Cristo, aggiunge: “non vi è fedeltà nella loro bocca, la loro parte interiore è l’empietà stessa; la loro gola è un sepolcro aperto.” Siccome Dio è il Dio Che è, ovvero retto, santo e giusto, e siccome l’uomo è totalmente depravato, Dio odia l’empio che non è in Cristo: “Perchè tu non sei un Dio che ha piacere nell’empietà, nè il male dimorerà presso di te. L’empio non reggerà dinanzi a te, tu odi tutti gli operatori di iniquità” (Salmo 5:4-5).
E che dire allora della teoria della grazia comune? Secondo la grazia comune Dio ama i reprobi empi.. Secondo il Salmo 5 Dio odia i reprobi empi. Quale delle due crederai?
Forse penserete che questo è troppo forte, un “detto duro,” ma il Salmo 5 è la voce di Dio. E’ la Sacra Scrittura ispirata dallo Spirito Santo, e la Parola di Gesù Cristo Che ha parlato mediante i profeti dell’Antico Testamento (I Pietro 1:11). Il Salmo 5, secondo il suo titolo, fu scritto da Davide, il dolce Salmista di Israele (II Samuele 23:1) e l’uomo secondo il cuore di Dio (I Samuele 13:14). Il Salmo 5:4-6 è immediatamente preceduto dalle sentite petizioni di Davide al suo Dio (1-3) ed immediatamente seguito dalla sua risoluzione ad adorare: “Ma quanto a me, io verrò nella tua casa nella moltitudine della tua misericordia, e nel tuo timore adorerò verso il tuo santo tempio” (7). La verità dell’odio di Dio per gli empi (4-6) non impedisce a Davide di pregare o adorare, ma lo aiuta nella preghiera (1-3) e nell’adorazione (7).
Davide, l’uomo secondo il cuore di Dio, professa la grazia particolare, “misericordia” per lui e tutti i santi (7), ma non agli empi che Dio odia (5). Dio vede con “favore” e promette di “benedire” il “giusto” (12), mentre Egli aborre gli empi (6). Il Salmo 5 non insegna un amore universale di Dio per tutti, ma un amore particolare di Dio per il Suo popolo eletto ed un santo odio per gli empi reprobi (4-6). Il Salmo 5 nega la grazia comune ed insegna la grazia incomune.
La prossima volta considereremo altri Salmi che sono contro la grazia comune (DV).
Il Luogo dei Figli nel Patto (3)
Prof. Herman Hanko
Domanda: ” Sono i figli nel patto di grazia in base al battesimo o lo sono soltanto i membri eletti dopo la conversione? Con chi è stato fatto il patto di grazia? La chiesa visibile o invisibile? Come funziona tutto questo?”
Ho trattato questa questione in articoli precedenti, ed ho enfatizzato che Dio salva il Suo popolo nella linea delle generazioni: i credenti e la loro discendenza. I figli non sono salvati (portati nel patto di Dio) mediante il battesimo, nè sono portati nel patto di Dio mediante la conversione quando raggiungono l’età adulta, essi sono portati nel patto di Dio in modo grazioso e sovrano fin dall’infanzia.
Tuttavia è anche vero che non tutti i figli dei credenti sono salvati; il sovrano decreto di Dio di elezione e riprovazione attraversa le linee del patto.. Noi abbiamo la promessa che Dio radunerà la Sua chiesa dai nostri figli, ma non abbiamo alcuna promessa che Dio salverà tutti i nostri figli.
Vi è, tuttavia, un certo senso in cui a quelli che si trovano nelle linee del patto che non sono salvati, ma che odono il vangelo e ricevono il segno del battesimo, sono dati privilegi speciali. Paolo parla di questo in Romani 9 quando fa riferimento a coloro nell’Antico Testamento che nacquero nella linea del patto. Egli scrive che egli ha grande tristezza di cuore per i suoi parenti secondo la carne che hanno rigettato Cristo, e continua col parlare di loro come “Israeliti, a cui appartiene l’adozione, e la gloria, e i patti, e la consegna della legge, e il servizio di Dio, e le promesse, da cui sono i padri, e da cui secondo la carne venne Cristo, che è sopra tutti Dio benedetto in eterno. Amen” (Romani 9:4-5).
Così anche quelli nati nella linea del patto ricevono privilegi speciali, come una casa Cristiana con genitori credenti, un’educazione Cristiana in scuole Cristiane, una chiesa in cui odono la predicazione e vengono istruiti nelle classi di catechismo, la comunione di santi fedeli, etc. Quando volgono le loro spalle a questi privilegi la loro punizione è maggiore di quella del pagano che non li ha ricevuti.
Non è differente con la predicazione del vangelo. A quelli che giungono sotto la predicazione sono dati speciali privilegi che giungono insieme alla predicazione, perchè essi sono parte della chiesa per come manifestata qui sulla terra, fanno esperienza della comunione dei santi, sono istruiti nella verità di Dio e sono come Ebrei 6:4-5 li descrive. Ma essi, quando rigettano il vangelo, sono ritenuti più responsabili per il loro peccato del pagano che non ha mai udito il vangelo. A chi molto è dato, molto sarà richiesto (Luca 12:48).
Possiamo considerare questa cosa da due punti di vista.
Dal nostro punto di vista, se siamo nati nella linea del patto, battezzati, giungiamo sotto la predicazione, riceviamo un’educazione Cristiana in casa, chiesa e scuola, e tuttavia volgiamo le spalle a tutto questo, i giudizi di Dio sono terribili. Sarà davvero più tollerabile per Sodoma e Gomorra, e per Tiro e Sidone, che per noi (Matteo 11:21-24).
Ma dobbiamo guardare alla cosa anche dal punto di vista di Dio. Dio è sempre sovrano. E’ vero del battesimo, come della predicazione del vangelo, che è una spada a due tagli che taglia e divide. L’elezione e la riprovazione controllano e determinano chi è veramente nel patto e chi non lo è. E questa sovrana determinazione, radicata nella predestinazione, è operata da Dio attraverso la predicazione del vangelo e i sacramenti che accompagnano il vangelo. Dio salva attraverso i mezzi della Parola e dei sacramenti, ma Dio indurisce anche nella medesima maniera.
Se è vero che la Scrittura insegna che soltanto gli eletti sono veramente nel patto, è anche vero che molti di più si trovano nell’amministrazione storica del patto. Molti più degli eletti sono nella chiesa visibile e molti di più sono, quindi, nell’amministrazione storica del patto di grazia. La rete della predicazione raccoglie pesci buoni e cattivi (Matteo 13:47-50). Il campo del mondo ha in esso buon seme e zizzanie (24-30, 36-43).
Possiamo usare un paio di illustrazioni dalla creazione per rendere il punto chiaro. La manifestazione storica del patto di grazia di Dio è come un potente fiume che scorre attraverso la storia. Usiamo l’esempio concreto del Rio delle Amazzoni in Sud America. Esso illustra la manifestazione storica dell’opera di patto di Dio. Come quel fiume scorre attraverso le giungle del Brasile, altri fiumi scorrono in esso e divengono parte di esso. Questi fiumi affluenti perdono la loro identità individuale immediamente quando divengono parte del Rio delle Amazzoni. Così, attraverso la storia, nuove generazioni sono portate nel patto mediante l’opera misssionaria della chiesa. Queste generazioni perdono la loro identità precedente e divengono parte del patto di Dio.
Allo stesso tempo, molta acqua dal fiume non raggiunge mai la foce. Essa evapora col calore del sole, si deposita sulla riva, è prelevata dal fiume per irrigare, è travolta in mulinelli e vortici. E così, anche se per un tempo è parte del fiume, quest’acqua è separata dal fiume e non appartiene più ad esso. Così nel patto di Dio, molti sono nati nelle linee di patto, ma sono eliminati dal patto dalla determinazione di Dio e la loro incredulità.
Soltanto quando il fiume del patto di Dio raggiunge l’eternità gli eletti sono portati nella piena realizzazione dell’eterno patto di grazia di Dio con il Suo popolo.
Anche la figura di un campo di grano è adatta. Il campo è la manifestazione storica del patto di Dio. In essa vi sono sia grano che zizzanie. Su esso il sole splende e la pioggia cade, i nutrienti fertilizzanti fanno crescere il grano come grano, ma anche le zizzanie come zizzanie (Ebrei 6:7-8). Soltanto alla mietitura i chicchi di grano sono separati dalle zizzanie (Matteo 13:40-43). Ma soltanto un uomo del tutto ignorante dell’agricoltura chiamerebbe un campo di grano di un contadino un campo di zizzanie solo perchè ha notato che in esso vi sono delle spine! Rimane un campo di grano e chiamarlo qualsiasi altra cosa è insultorio. Così anche il patto è il patto di Dio ed il popolo in esso sono il popolo di Dio anche se in esso vi sono presenti persone malvage. Il suo nome è dato in armonia con il suo proposito. Un campo di grano è un campo di grano a motivo del proposito del contadino di coltivarvi del grano. Il patto di Dio è il patto di Dio anche se vi sono degli empi nella sua manifestazione storica, perchè il proposito di Dio è di salvare il Suo popolo eletto di patto.