Elezione, la Fonte delle Benedizioni della Chiesa (1)
Rev. Angus Stewart
Negli ultimi tre numeri delle News abbiamo visto che l’elezione è la sorgente della chiesa (Efesini 1:4). Per questo i Riformatori chiamarono l’elezione il cor ecclesiae, il cuore o sorgente della chiesa, e Wycliffe ed Hus parlarono della chiesa di Cristo come della “compagnia dei predestinati.”
Ora vedremo che l’elezione non è soltanto la sorgente della chiesa; essa è anche la fonte di tutte le sue benedizioni. Il nostro Catechismo di Heidelberg dichiara che la chiesa è “eletta a vita eterna” (D&R 54). I Canoni di Dordt affermano che “l’elezione è la fonte di ogni bene salvifico, da cui profluiscono la fede, la santità e gli altri doni salvifici, e infine la vita eterna stessa, come suoi frutti ed effetti, secondo le parole dell’Apostolo: Ci ha eletti [non perché eravamo, ma] affinché fossimo santi e senza colpa dinanzi a lui nell’amore (Efesini 1:4)” [I:9]. “Fonte,” la parola usata qui nei Canoni e nella tradizione Riformata in generale, ci presenta una figura molto attraente. Dobbiamo raffigurarci le molte e ricche benedizioni della chiesa come sgorganti e profluenti dall’eterna e graziosa fonte dell’elezione di Dio. Questa meravigliosa fonte porta a te, credente, e ad ogni membro della chiesa di Cristo, ogni benedizione!
Questo è l’insegnamento di Efesini 1:3-4, che afferma che tutte le benedizioni della chiesa (3) giungono a noi “poiché [Dio] ci ha scelti in lui [Cristo] prima della fondazione del mondo” (4). La prima benedizione qui elencata è la santità (4). Infallibilmente, Dio rende santo ogni vero membro della chiesa secondo la Sua eterna elezione. Dunque ogni credente eletto è spiritualmente separato dal mondo empio e consacrato a Dio in anima e corpo. Dio realizza la santità degli eletti nella chiamata efficace, traslandoli dalle tenebre alla Sua luce meravigliosa; nella progressiva santificazione attraverso questa vita; e nell’intera santificazione alla morte o al ritorno corporale di Cristo. La santità non è la condizione o la causa della nostra elezione! Dio non ci ha eletti perché Egli vide che saremmo stati santi, come insegna l’Arminianesimo. Piuttosto, Egli ci ha scelti affinchè ci rendesse santi. Dio “ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo, così che fossimo santi” (4). La santità è il proposito e il risultato della nostra eterna ed incondizionata elezione in Cristo.
La seconda benedizione registrata in Efesini 1:4 è essere senza colpa davanti a Dio. Alcuni comprendono ciò essere una vita retta e pia (senza escludere che Dio perdoni graziosamente tutte le nostre molte rimanenti trasgressioni). Altri dicono che ciò fa riferimento alla nostra assoluzione davanti a Dio in quanto nostro giudice, basata solamente sulla giustizia di Gesù Cristo, il nostro sostituto. In ogni modo, questo è un grande beneficio datoci solo secondo la nostra elezione.
L’adozione è la terza benedizione qui elencata: “avendoci predestinati all’adozione di figli mediante Gesù Cristo a se stesso, secondo il beneplacito della sua volontà” (5). Noi abbiamo tutti i diritti e i privilegi legali dei figli e figlie di Dio, in quanto membri della Sua famiglia spirituale, avendo il nostro Signore Gesù come nostro fratello maggiore. Nessuno che non sia stato eternamente eletto è mai stato o sarà mai adottato da Dio.
Il verso 6 ascrive a noi una quarta benedizione: accettazione in Cristo, il benamato di Dio. Se sei tentato di pensare a questo come un beneficio piccolo, pensa a quelli che non lo ricevono mai. A loro il Figlio di Dio dirà nel giorno del giudizio: “Non vi ho mai conosciuti: dipartitevi da me, voi che operate iniquità” (Matteo 7:23).
Efesini 1 elenca altre benedizioni: redenzione attraverso il sangue di Cristo (7), il perdono dei peccati (7), la conoscenza del proposito di Dio di unire tutte le cose in cielo e sulla terra in Cristo (9-10), la nostra eterna eredità (11), il sigillo dello Spirito Santo (13), e la risurrezione del corpo all’ultimo giorno (14). Inoltre, noi siamo i recipienti di molte altre benedizioni, non elencate in Efesini 1, ma trovate altrove nella Parola di Dio.
Non dovremmo dimenticare, inoltre, la benedizione apostolica: “Grazia a voi, e pace, da Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù Cristo” (2). Grazia, misericordia e pace non sono date ai reprobi. Queste benedizioni spirituali (3) sono date soltanto agli eletti “poiché ci ha scelti in [Cristo] prima della fondazione del mondo” (4).
Correliamo ora queste benedizioni che riceviamo dalla sorgente sovrabbondante dell’elezione ai cinque punti del Calvinismo (TULIP). “T,” Totale Depravazione, non è una benedizione, né è peculiare agli eletti perché è comune a tutti gli uomini caduti, e quindi non appartiene a questa discussione. Gli ultimi tre punti del Calvinismo (Limitata Espiazione, Irresistibile Grazia e Perseveranza dei Santi) sono in conformità al e profluiscono dal secondo punto del Calvinismo, “U” Unconditional Election, ovvero, Elezione Incondizionata.
Ciò è insegnato in Efesini 1. La redenzione di Cristo (7) è una benedizione che ci proviene “poiché ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo” (4). Questo ci insegna la Limitata Espiazione (“L”), cioè, la redenzione particolare degli eletti soltanto. L’Irresistibile Grazia di Dio (“I”), “l’eccellente grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’operazione del potere della sua forza” (19), fluisce dalla fonte dell’elezione di grazia (4). Anche la Perseveranza dei Santi (“P”), che si basa sul nostro infallibile sigillo e preservazione, entrambi da Dio, per la nostra eterna eredità (11, 13-14), è un frutto dell’elezione. Dunque l’Elezione Incondizionata, il secondo punto del Calvinismo, è la sorgente di tutte le benedizioni della chiesa, inclusi tre dei cinque punti del Calvinismo: l’espiazione limitata di Cristo, la grazia irresistibile di Dio e la perseveranza (e, quindi, preservazione) dei santi.
Prestare Senza Aspettarsi di Essere Ripagati (2)
Prof. H. Hanko
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, quale grazia ne avete? Perché i peccatori anche fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, quale grazia ne avete? Perché i peccatori anche prestano ai peccatori, per ricevere altrettanto guadagno. Ma voi amate i vostri nemici, e fate del bene, e prestate, non sperando niente di ritorno; e la vostra ricompensa sarà grande, e voi sarete i figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. Siate quindi misericordiosi, come il Padre vostro anche è misericordioso (Luca 6:33-36).
Un lettore chiede: “Ho presto in prestito da altri Cristiani nel passato ma nessuno mai mi ha detto che non si aspettava di essere ripagato. Dati i versi sopra citati, pensa che un Cristiano dovrebbe aspettarsi di essere ripagato per un prestito che ha fatto?”
Se è vero che un Cristiano aiuta il suo prossimo perché egli ama il suo prossimo, egli aiuta il suo prossimo in qualsiasi modo possibile in modo da cercare la sua salvezza. Egli cerca la salvezza del suo prossimo, quindi, dandogli ciò di cui ha bisogno e parlandogli della verità del vangelo perché egli ne ha fatto esperienza nella sua propria vita. E’ questo che lo spinge ad aiutare il suo prossimo nel suo bisogno.
(Spero che non sia necessario mettere in evidenza che se un prossimo sta per iniziare un affare e vuole che lo aiutiate con esso con un investimento di denaro, in questa transazione strettamente d’affari di solito è necessario redarre dei documenti che stipulano la somma presa in prestito, l’interesse da dover essere pagato, e il programma di pagamento. Questo è un argomento del tutto differente e che non è di interesse al Signore in Luca 6).
Se colui a cui prestate del denaro non vi ripaga mai, non andate da lui a molestarlo per il denaro. Dimenticatevi del denaro.
Se il vostro prossimo è un Cristiano ed ha bisogno di qualcosa che voi avete, non soltanto non gli fate pagare l’interesse, ma non prestate nemmeno il denaro, e piuttosto date al fratello ciò di cui ha bisogno liberamente, come dono. Non è questo ciò che Dio ha fatto a voi? Vi dà Egli un dono per cui si aspetta di essere ripagato? Vi dà Egli il denaro per comprarvi un’auto e poi vi fa pagare l’interesse? Vi dà Cristo e poi si aspetta qualcosa di ritorno da voi? E’ da un investimento che Dio fa con voi che poi Egli si aspetta di essere ripagato? No, Egli dà liberamente e graziosamente. Noi dobbiamo fare lo stesso. Dio è benigno verso di noi che siamo “ingrati” e “malvagi” (33). Non dovremmo essere altrettanto benigni noi verso il nostro prossimo?
Alle spalle di tutta questa istruzione sul come vivere in quanto cittadini del regno dei cieli vi è un altro principio, il principio dell’amministrazione Cristiana. Se da un lato amministrazione Cristiana significa un certo numero di cose, significa anche che noi “non ci attacchiamo” alle cose materiali. Esse sono necessarie (in piccole quantità) per percorrere il nostro sentiero di pellegrini, ma tutte le cose materiali non sono molto importanti. Esse sono, in un senso, mali necessari. Servono puramente un proposito temporaneo. Se abbiamo o meno cose materiali non ci deve preoccupare. Noi siamo indifferenti verso di esse. Fintanto che le abbiamo, dobbiamo usarle solamente per il proposito di avanzare la causa del regno dei cieli, in cui siamo cittadini. Se le diamo via, bene, e allora? Noi stiamo per ereditare la terra, o no? Chi si preoccuperà di quanto possediamo e di quanto grande è il nostro conto bancario? Abbiamo cose più importanti di cui preoccuparci. Se il nostro prossimo ha bisogno del denaro che abbiamo, lasciamoglielo avere. E’ di piccola importanza ed è facile darglielo quanto dargli una pala piena di terra.
Il regno dei cieli e la vita in esso richiede una certa indifferenza verso le possessioni terrene. Se abbiamo quest’attitudine di indifferenza nei riguardi delle cose terrene, non avremo problemi nell’ubbidire il comando del nostro Signore.