Rev. Angus Stewart
Elezione, la Sorgente della Chiesa (3)
La conoscenza dell’elezione della chiesa (che include conoscere noi stessi come membri viventi di Cristo) è vitale, non per ultimo, per il nostro senso di appartenenza. Credente, tu appartieni al Dio Triuno interamente e completamente, ora, e dalla tua rigenerazione alla fine dei tuoi giorni, qui e per tutta l’eternità nei nuovi cieli e nella nuova terra. Tu appartenevi a Cristo quando Egli era sulla croce, perché tu eri in Lui e moristi al peccato con Lui (Romani 6:2-6). Inoltre, tu appartenevi al Padre nell’eternità, perché fosti scelto in Cristo prima della fondazione del mondo (Efesini 1:4). Tu sei amato in Lui e posseduto eternamente dal Dio Triuno! Cantiamo le Sue lodi!
Tu ed io, e tutti i santi sulla terra, e tutti i fedeli che sono morti prima di noi, e tutti gli eletti che devono ancora essere chiamati efficacemente nel futuro, appartengono insieme a Dio in Cristo. Lo stato eterno ci rivelerà la meravigliosa beatitudine di ciò. Nell’eternità passata, tutta la chiesa fu eletta insieme in Cristo. Nell’eternità futura, tutta la chiesa godrà insieme in modo perfetto dei frutti della nostra elezione fatta prima della fondazione del mondo.
Dunque i santi eletti in questi ultimi giorni fanno parte insieme di vere chiese Riformate. Quelli che sono scelti come parte dell’organismo della chiesa appartengono a fedeli congregazioni istituite. Ciò include i nostri figli eletti. La chiesa di Efeso, a cui ci si rivolge come “benedetti” ed eletti (3-4), include la discendenza dei credenti (6:1-4). Ovviamente, non tutti i figli della carne sono eletti: “Ho amato Giacobbe, ma ho odiato Esaù” (Romani 9:13). I figli eletti del patto appartengono eternamente alla chiesa di Dio e, quindi, ad una congregazione Riformata, che manifesta i tre distintivi di una vera chiesa. Famiglie con i loro figli ed individui devono rimanere o cercare ed unirsi ad una chiesa biblica e lì udire ed ubbidire la predicazione della Parola di Dio, partecipare ai sacramenti Cristiani e sottomettersi al governo ecclesiastico e (dove necessario) alla disciplina ecclesiastica (cf. Confessione Belga 28-29).
La conoscenza dell’elezione della chiesa è vitale anche per l’evangelismo. La vera chiesa è convinta che il mezzo principale per la conversione dei non credenti è la predicazione della Parola di Dio, e non marionette, “messaggi in forma di canzone,” o altre simili trovate. Noi siamo convinti che Dio usa e benedice il mezzo che Egli ha ordinato per raccogliere la Sua chiesa eletta. In questa fiducia, noi testimoniamo di Cristo ai non credenti e cerchiamo di portarli sotto la proclamazione del Suo vangelo, che è “la potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede” (Romani 1:16), ovvero, gli eletti.
Quando i non credenti si ravvedono, quindi, non è per la gloria del predicatore o della chiesa. La gloria appartiene al Dio Triuno, che chiama irresistibilmente e tuttavia dolcemente coloro che Egli ha scelto in Cristo prima della fondazione della terra.
Se pochi si ravvedono, non bisogna disperare, “perché molti sono [esternamente] chiamati, ma pochi sono eletti” (Matteo 22:14). Anche Noè, un “predicatore di giustizia,” (II Pietro 2:5), e Geremia, avevano pochi convertiti. Il Signore dichiara: “la mia parola … non ritornerà a me vuota, ma realizzerà ciò che mi piace, e prospererà in ciò a cui la mando” (Isaia 55:11). Le Scritture spiegano che “quanti erano ordinati a vita eterna credettero” (Atti 13:48), e quanti non erano ordinati a vita eterna non credono ma sono induriti (Esodo 4:21; Romani 9:18).
Se la chiesa è molto piccola o perfino minuscola, dobbiamo ricordare che la verità di Dio concernente la chiesa non è confessata sulla base di ciò che si vede. “Io credo una santa, cattolica chiesa” perché la Bibbia dice così. Non è una questione di esperienza o di osservazione, ma di rivelazione. Questo è quanto Elia dovette imparare in un periodo di apostasia e persecuzione (I Re 19): “Ho riservato a me stesso settemila uomini, che non hanno piegato il ginocchio all’idolo di Baal. Così anche in questo tempo presente vi è un residuo secondo l’elezione della grazia” (Romani 11:4-5).
A questo punto siamo in una posizione adatta per poter vedere la stoltezza di ministri e chiese che ignorano l’elezione della chiesa. Essi non conoscono da dove la chiesa viene, perché è grande quanto è grande, o perché deve essere raccolta nel modo in cui la Bibbia richiede! Così nel loro evangelismo sono aperti ad ogni sorta di innovazione non biblica, cercando di persuadere le persone a “lasciar che Gesù sia il tuo Salvatore.”
Inoltre, ministri e chiese che negano l’elezione della chiesa portano via dalla chiesa il suo cuore stesso, perché l’elezione è il cor ecclesiae (il cuore della chiesa). Tali falsi insegnanti attaccano la chiesa; essi attaccano la chiesa alla sua sorgente stessa: l’elezione. Se si nega l’elezione incondizionata di Dio, la chiesa può soltanto essere una raccolta di persone che hanno usato il loro libero arbitrio rettamente, e non il tempio e corpo di Cristo eternamente pianificato e graziosamente formato esclusivamente dall’Altissimo. La chiesa di Gesù Cristo fu eletta prima della fondazione del mondo e non dopo le decisioni a buon mercato dei peccatori.
Riceviamo quindi la verità della Parola di Dio e benediciamo Dio per la Sua elezione della Sua chiesa. Questa dottrina ci conduce ad adorarlo, perché è “alla lode della gloria della Sua grazia” (Efesini 1:6; cf. 12, 14). Tuttavia, l’elezione incondizionata porrebbe fine a molti “servizi d’adorazione” con i loro “leader d’adorazione,” “gruppi d’adorazione” e “rock Cristiano.” Calvino ha espresso ciò in tal modo: “Quelli che non vogliono parlare della predestinazione o anche quelli che sono riluttanti nel parlare della predestinazione, sono nemici mortali dell’adorazione di Dio.” Soltanto l’elezione della chiesa conduce alla vera adorazione ed umiltà davanti a Dio: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, allorchè ci ha scelti in lui prima della fondazione del mondo, così che fossimo santi e senza colpa davanti a lui nell’amore” (3-4).
Con il numero di Maggio delle CR News è disponibile, sulla Sezione Italiana CPRC, il documento Riformato i Canoni di Dordt (I “Cinque Punti del Calvinismo” originali, 1618-19; uno dei credi che formano la base confessionale delle News), in una versione più letterale e conforme all’originale latino di quella già esistente in italiano. Nel Capo I di questo credo si tratta appunto la dottrina dell’elezione e riprovazione. Lettura raccomandata!
Prestare Senza Aspettarsi di Essere Ripagati (1)
Prof. H. Hanko
E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, quale grazia ne avete? Perché i peccatori anche fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate di ricevere, quale grazia ne avete? Perché i peccatori anche prestano ai peccatori, per ricevere altrettanto guadagno. Ma voi amate i vostri nemici, e fate del bene, e prestate, non sperando niente di ritorno; e la vostra ricompensa sarà grande, e voi sarete i figli dell’Altissimo, perché egli è benigno verso gli ingrati e i malvagi. Siate quindi misericordiosi, come il Padre vostro anche è misericordioso (Luca 6:33-36).
Un lettore chiede: “Ho presto in prestito da altri Cristiani nel passato ma nessuno mai mi ha detto che non si aspettava di essere ripagato. Dati i versi sopra citati, pensa che un Cristiano dovrebbe aspettarsi di essere ripagato per un prestito che ha fatto?”
La classe di studio biblico del lunedì, in cui presiedo per i giovani adulti, ha studiato il Sermone sul Monte di Gesù, per come registrato però in Matteo 5-7 piuttosto che in Luca 6. Alla conclusione degli incontri di quest’anno abbiamo appena finito di leggere Matteo 5, i cui ultimi versi contengono materiale simile. Menziono questo perché la classe spesso aveva dei problemi nel prendere le parole di Gesù letteralmente. Essi non riuscivano a comprendere il fatto che Gesù richieda cose così drastiche da coloro a cui sta parlando. Prendere le parole di Gesù letteralmente nel passato sopra citato è necessario. Perché dovremmo alterare il significato di ciò che Egli dice? Vi è qualche ragione nel testo stesso per far avere a questo passaggio (come anche ad altri simili) un qualche altro significato rispetto a quello che compare in superficie? Ovviamente non vi è. Se il nostro Signore dice che non possiamo dare del denaro aspettandoci di essere ripagati, Egli intende dire esattamente quello che dice, e noi non dobbiamo cercare di alterare le Sue parole. Noi possiamo pensare che le richieste di Cristo sono oltre le nostre capacità, ma la colpa allora si trova in noi. Possiamo vivere in un mondo che richiede pieno pagamento di ogni debito, ma noi non siamo del mondo. Non cerchiamo modi e mezzi per dare alle parole di Gesù un significato che cerca forse di mettere a posto le nostre coscienze, anche quando altri Cristiani si aspettano di essere ripagati da noi.
Tuttavia, dobbiamo capire cosa Gesù qui sta dicendo ed il contesto in cui lo dice. Prima di tutto, il Sermone sul Monte, registrato in Matteo 5-7 (una parte del quale è ripetuta in Luca 6), qualche volta è stato chiamato “La Costituzione del Regno dei Cieli.” Questo nome è buono ed accurato. Se da un lato forse non è necessario discutere le implicazioni di questo fatto in dettaglio, certamente significa che Gesù sta stabilendo dei principi in base ai quali coloro che sono cittadini del regno dei cieli devono vivere in questo mondo. Essi fanno parte di un regno e sono cittadini di un regno che non è di questo mondo, ma appartiene al cielo. Ma essi sono chiamati a vivere in questo mondo come cittadini del regno di Cristo. In che modo devono farlo? Dopo tutto, essi sono circondati da uomini empi con i quali giungono a contatto quotidianamente. Come devono vivere in relazione alle persone empie? Questo è il problema.
La risposta a questa domanda è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Questo è il punto che Gesù sta qui stabilendo, ad iniziare da Luca 6:27. Se qualcuno chiede, come un avvocato una volta fece: Ma chi è il mio prossimo? la risposta è: La persona che Dio pone sul nostro sentiero e che ha bisogno di noi e del nostro aiuto. Un prossimo può essere un figlio di Dio, la nostra sposa, i nostri figli, nostro padre o madre, un nostro fratello in Cristo. Quel prossimo può anche essere un non credente, un collega di lavoro, l’uomo della porta accanto, un mendicante che ci avvicina, la persona alla pompa di benzina, il commesso burbero in un negozio, etc. Dio mette delle persone sulla nostra strada. Non possiamo aggirarle se non ignorandole. Noi stiamo in mezzo a loro, e dobbiamo rivolgergli la nostra attenzione, anche se solo momentaneamente.
Un’altra domanda che deve essere considerata è: Cosa significa amare il nostro prossimo? La risposta a questa domanda è: Cercare il suo bene. Cercare il bene del nostro prossimo significa donargli del cibo se non ha abbastanza da mangiare. Significa fargli usare la nostra auto se ha bisogno di spostarsi. Significa accompagnarlo dal dottore (per quanto ciò ci sia scomodo), se non può andarci da sé. Dobbiamo dirgli che lo aiutiamo nel nome di Cristo, che Cristo ci ha aiutato anche se non meritavamo nient’altro che l’inferno, che desideriamo vedere che lui vada in paradiso più di ogni altra cosa. Se il nostro prossimo è già un cittadino del regno dei cieli, noi aiutiamo un tale prossimo (nostra moglie o marito, i nostri figli o cugini, i nostri fratelli in Cristo dovunque essi siano) lungo il difficoltoso sentiero del cammino del pellegrino. Se il nostro prossimo è un non credente, gli diciamo delle gioie della salvezza, del suo bisogno di ravvedimento e di confessare il peccato, della potenza della croce di salvare coloro che credono in Cristo, e che noi lo aiutiamo perché siamo stati aiutati per grazia oltre qualsiasi cosa siamo in grado di immaginare.
Il testo sta parlando di prossimi che sono non credenti (cf. 27-29). Gesù sta parlando qui di come un cittadino del regno dovrebbe vivere in relazione ad un prossimo non credente. Egli usa illustrazioni concrete. Un prossimo ha bisogno di denaro e vi chiede di prestargli una somma. Dagli il denaro, dice Gesù. E dà senza controllare il tuo conto bancario per vedere se rimane abbastanza per comprare il cibo per la settimana. Dà e basta. E quando dai non dare aspettandoti di essere ripagato. Non chiedergli l’interesse del 6%. Non dargli una scadenza entro la quale deve ripagarti. Dagli ciò di cui ha bisogno e basta. La gente nel mondo, i “peccatori,” prestano denaro a tassi fissi di interesse e con scadenze fisse entro le quali il denaro deve essere restituito. I cittadini del regno dei cieli non agiscono così.