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CR News – Novembre 2013  •  Volume XIV, n. 19

Lo Spirito come una colomba al battesimo di Cristo

Circa sei settimane dopo aver battezzato Gesù Cristo presso il fiume Giordano, Giovanni Battista ci da la seguente testimonianza riguardo questo evento altamente significativo: “Io ho visto lo Spirito scendere dal cielo come una colomba e fermarsi su di lui” (Giovanni 1:31). Tutti e quattro gli evangelisti parlano dello Spirito Santo discendere “come una colomba” sul Messia al Suo battesimo (Matteo 3:16; Marco1:10: Luca 3:22; Giovanni 1:31). Perché proprio la colomba?

Primo, la colomba è un uccello. Voglio dire che Dio scelse come segno dello Spirito al battesimo di Cristo non un animale che si muove sulla terra ne un pesce che nuota nel mare, ma un uccello che vola nel cielo (Genesi 1:20). Il motivo è facile da afferrare. Lo Spirito è Dio che dimora in cielo; gli uccelli volano nei cieli sopra di noi. Lo Spirito di Dio, rappresentato da un uccello del cielo, proclamò la chiamata divina del Signore Gesù e lo equipaggiò nella sua natura umana con doni divini per il suo ministero pubblico di Messia. Giovanni Battista, nella sua testimonianza al Suo battesimo, dichiarò di vedere lo spirito “scendere dal cielo” (Giovanni 1:32-33) come una colomba.

Secondo, Dio scelse la colomba come simbolo dello Spirito perché le colombe sono animali inoffensivi e innocenti (a differenza, per esempio, di una gazza ladra). Usando una frase che è da allora divenuta proverbiale, Cristo disse ai Suoi discepoli di essere “semplici come colombe” (Matteo 10:16) in quanto Egli stesso era “santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori” (Ebrei 7:26). Per il potere di questo Spirito simboleggiato dalla colomba, il signore Gesù era semplice, innocente, puro e santo nella Sua natura umana e nel Suo ufficio quale nostro Salvatore. Qui vediamo l’unità della colomba in quanto simbolismo con la voce dal cielo: “Questi è il mio amato Figlio, nel quale mi sono compiaciuto” (Matteo 3:17; Marco 1:11; Luca 3:22). Dio è compiaciuto con Suo Figlio in quanto quest’ultimo è semplice ed innocente come una colomba.

Terzo, Dio scelse la colomba come simbolo perché le colombe sono belle, amorevoli e benvolute (a differenza, per esempio, di un rognoso avvoltoio). Viene in mente specialmente l’immagine della colomba presente nel Cantico dei Cantici dove sono rappresentate come dolci, con bellissime piume e occhi, affezionate e fedeli ai loro compagni (Cantico dei Cantici 1:15; 2:14; 4:1; 5:2,12; 6:9). La colomba dal cielo e la voce di Dio dal cielo dicono essenzialmente la stessa cosa: “Questi è il mio amato figlio.”

Quarto, lo Spirito Santo, nella forma di una colomba, non solo discese dal cielo su Cristo al Suo battesimo ma inoltrerimase su di Lui. Questo colpì Giovanni Battista il quale affermò di aver visto lo Spirito “fermarsi su di lui” e rimanere con Lui (Giovanni 1:32). L’idea è che lo Spirito chiama ed equipaggia permanentemente il Messia per il Suo ministero pubblico, dispensando sulla sua natura umana i doni e le grazie divine in quanto semplice e amabile figlio di Dio. Con lo Spirito dimorante presso di Lui, Cristo iniziò sia a predicare che a fare miracoli, cose che non fece prima del Suo battesimo, cioè prima della sua installazione quale grande profeta, sacerdote e re di Dio.

Si ricordi, inoltre, la frequenza e l’importanza dei concetti di “rimanere” e “dimorare” presenti nel Vangelo Secondo Giovanni. Questo libro biblico parla di comunione interiore, duratura e personale. L’Iddio Trino, per il Suo Spirito Santo, dimora in una comunione interiore, personale e pattale con il Suo semplice e amato Figlio. Tutto ciò è meraviglioso!

Quinto, Dio scelse la colomba perché nella Bibbia le colombe sono tra tutti gli uccelli quelli per il sacrificio (Genesi 15:9; Levitico 1:14-17; 5:7-10; 12:6-8; 14:22, 30-31; 15:14-15, 29-20; Luke 2:24; Giovanni 2:14, 16). È facile capire perché docili e innocenti colombe venivano scelte da Dio come sacrificio prefigurativo della rimozione del peccato.

In connessione con la sua testimonianza riguardo lo Spirito disceso dal cielo come una colomba su Cristo (Giovanni 1:32), Giovanni Battista proclamo, “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo” (29). Lo Spirito, nella forma di una colomba sacrificale, chiamo ed equipaggiò l’amato e semplice Messia per essere l’agnello sacrificale che portò la punizione dovuta a noi per le nostre trasgressioni.

Sesto, Dio scelse una colomba come segno dello Spirito al battesimo di Cristo perché la colomba, meglio di ogni altro uccello, simboleggia il nuovo mondo. Al principio della creazione “lo Spirito di DIO aleggiava sulla superficie delle acque” (Genesi 1:2). In occasione del diluvio, un’innocente e dolce colomba fu mandata fuori dall’arca tre volte e la terza non ritornò (Genesi 8:8-12)! Il messaggio è chiaro: l’ira di Dio è ora passata, il nuovo mondo aspetta! Questa è l’associazione biblica tra la colomba e la nuova creazione.

Il “mondo” (Giovanni 1:29) per il quale l’Agnello di Dio morì è il “mondo” dei credenti i cui peccati Cristo propiziò e per i quali Egli intercesse in quanto avvocato (Giovanni 3:16; 1 Giovanni 2:1-2). Non si tratta del mondo che Dio giudica alla croce e per il quale il Signore Gesù non pregò (Giovanni 12:31; 17:9).

Siccome l’Agnello di Dio morì per “il peccato del mondo” (Giovanni 1:29), redimendo il Suo popolo “da ogni tribù, lingua, popolo e nazione” (Apocalisse 5:9), anche la creazione bruta verrà “liberata dalla servitù della corruzione” (Romani 8:21). Siccome l’uomo è il capo della creazione, quando l’uomo cadde, la creazione cadde con lui. Con la redenzione dell’uomo e il rinnovamento in Cristo, il mondo è stato redento e sarà rinnovato come nuovi cieli e nuova terra. Lo Spirito, nella forma di una amabile e semplice colomba, discese e dimorò sul Signore Gesù al momento del Suo battesimo in modo che, tramite il sacrificio dell’Agnello di Dio, la nuova creazione possa giungere – un mondo glorioso, bellissimo e perfettamente sicuro dove il leone abiterà con l’agnello (Isaia 11:6-8; 65:65). Rev. Stewart


Fuoco dal Cielo

Un lettore ci ha posto la seguente domanda: “In 2 Re 1, Elia invoca fuoco dal cielo per consumare due gruppi di cinquanta uomini con i loro capitani. In Luca 9:54-56, a Giacomo e Giovanni fu proibito di fare la stessa cosa al villaggio di Samaritani dove Cristo non era stato ricevuto. La spiegazione del Signore fu questa: ‘Voi non sapete di quale spirito siete; poiché il Figlio dell’uomo non è venuto per distruggere le anime degli uomini, ma per salvarle’. Il loro desiderio appare molto vendicativo, ma non sarebbe giusto dire che lo desideravano con lo stesso spirito di Elia?”

Questa è una domanda interessante che sottolinea, a mio parere, una verità che è oggi ancora applicabile.

Per farla breve, la risposta alla domanda è che i due eventi ebbero luogo in circostanze del tutto diverse tra loro.

I due gruppi di soldati che furono arsi fino all’osso furono mandati dal malvagio Achaziah, re del Regno del Nord. Costui cadde da una finestra (2 Re 1:2) e si infortunò così gravemente da essere in pericolo di vita. Tuttavia, egli non mandò messaggeri ad Elia al fine di conoscere la volontà di Dio ma li mando a Baal-Zebub, un idolo dei filistei, nonostante sapesse che Elia era il profeta di Geova, il profeta che portava la Parola di Dio al Regno del Nord. Un peccato intollerabile, un insulto premeditato all’Altissimo e uno sprezzante rifiuto di Geova, l’Iddio d’Israele.

Achaziah sapeva bene che Geova solo era Dio. Conosceva la storia d’Israele. Essendo il figlio di Achab, conosceva Elia ed era al corrente di quello che accadde presso il monte Karmel (1 Re 18:17-46). Sapeva che Geova era un Dio geloso che visitava le iniquità dei padri sui figli, come dice il secondo comandamento. E conosceva il giudizio di Dio in tutto il suo orrore, avendo vissuto gli anni della carestia (1 Re 17:1; Giacomo 5:17). Nonostante ciò, egli ignorò tutto ciò e riferì apertamente al suo popolo che il dio dei filistei era più saggio e capace dell’Iddio d’Israele.

Ma il suo peccato si spinse anche più in là. Quando il suo piano di invocare Baal-Zebub venne frustrato, egli decise di uccidere Elia, colui il quale gli ricordava costantemente della sua chiamata davanti al Dio d’Israele. Achaziah mandò dei soldati per catturarlo e per condurlo all’esecuzione. Questo suo peccato è un perfetto esempio della misura raggiunta dalla terribile apostasia nel Regno del Nord, apostasia iniziata con Geroboamo figlio di Nebat, che portò Israele a peccare, e culminata con la cattività che distrusse per sempre il Regno del Nord.

Il peccato dei samaritani in Luca 9, invece, era assai differente. Costoro non erano israeliti. Si trattava di persone da altre nazioni che erano state trasferite nella terra di Canaan dal generale delle armate assire, colui che distrusse Israele. Essi non conoscevano Geova, sebbene erano a conoscenza di alcuni elementi della religione dei giudei (2 Re 17:24-41). La Samaria era popolata da genti che non erano mai state nel patto di Dio lungo le generazioni. Il loro peccato era di gran lunga minore di quello di Achaziah.

Infatti, quando nella nuova dispensazione Dio ordinò che il vangelo doveva ormai essere portato anche ai gentili, la Samaria fu il primo paese verso il quale si sarebbe diretto (Atti 1:8; 8:5-24).

Dio opera per la salvezza della Sua chiesa con ordine. Israele era i Suo popolo del patto. Essi rigettarono Geova Dio loro e adorarono i vitelli d’oro. Il giudizio di Dio giunse su di una nazione che lo aveva conosciuto, confessato e poi rigettato peccando. Dio aveva stabilito un giudizio sopra Israele. Elia, nome che significa “Il mio Dio è Geova,” rimase solo nella nazione per proclamare, con la sua opera e con il suo nome, che “il mio Dio è Geova,” anche se l’intero Israele sosteneva piuttosto “Baal è il nostro Dio.” E quando Israele rigettò tale testimonianza, ciò significava che sarebbero stati distrutti.

Ricordiamoci che Dio non ritorna in continuazione presso una nazione che lo ha rigettato. L’Europa e l’America avevano il vangelo, lo confessavano e lo sostenevano. Ora, invece lo stanno rigettando tramite i loro mostruosi peccati e con odio feroce verso Dio, verso il Suo Cristo e verso il Suo popolo. Le preghiere per un risveglio sono vani suoni dispersi nell’aria e sono fatte ignorando l’opera organica di Dio. Dio si sta dirigendo verso l’oriente dove si stanno aprendo molte porte alla predicazione del vangelo. Dopotutto, non solo l’elezione ma anche la riprovazione è nella linea delle generazioni. C’è un tempo quando Dio pone un tetto sul Suo tempio, tempio che è costruito sul fondamento dei profeti con Gesù Cristo come pietra angolare (Efesini 2:20-22).

Dopo Pentecoste, il vangelo andò da Gerusalemme e via da Gerusalemme per non tornarci più. Andò in Giudea, e poi in Samaria per poi giungere fino ai confini della terra (Atti 1:8). Progredendo, si è mosso verso l’ovest. Ha conquistato l’Europa e l’America. Ma ora queste nazioni stanno rigettando Cristo. Il vangelo si muoverà presto verso i confini della terra, come già sta facendo. Ma il giudizio della furia dell’ira di Dio che divorerà i disubbidienti non verrà su queste nazioni fino a quando queste nazioni non avranno ricevuto il vangelo per poi rigettarlo.

Quando Gesù e I Suoi discepoli erano sulla terra, Samaria non poteva essere distrutta perché gli eletti li presenti dovevano ancora essere salvati. Il tempo sarebbe giunto – come già giunse in passato, quando la Samaria era pronta per la distruzione. Ma anche l’Europa e l’America! L’Europa e l’America forse pensano, nella loro alterigia, di essere una nazione migliore d’Israele? Oh, si che lo pensano! Si illudono che il giudizio non verrà mai. Ma fuoco sarà versato dal cielo per distruggerli così come accadde ai capitani di Achaziah e ai loro soldati.

Tuttavia, gli eletti sono al sicuro e saranno liberati, così come fu liberato Lot. Geova è nostro rifugio e nostro scudo in Gesù Cristo. Prof. Hanko


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