Robert C. Harbach
Comprendere il Piano di Dio: Un Falso Punto di Partenza nell’Uomo
Il piano di Dio per le epoche non è il mero dispiegarsi e succedersi di periodi di tempo fino a quando sia introdotta l’eternità. I periodi del mondo sono diretti nella provvidenza di Dio attraverso il loro inizio, la loro continuazione, e il loro fine secondo la volontà di Dio per tutte le cose. Ogni periodo è marcato da uno sviluppo progressivo particolare riguardante il proposito divino, col fine che la promessa gradualmente rivelata sia vista in una luce sempre più chiara fino a quando sia realizzata nel suo adempimento più pieno. Le dispensazioni iniziano allora non con l’uomo, ma con la promessa. Esse sono tutti dispieghi e rivelazioni gradualmente sempre più piene della ‘promessa di Dio’. La promessa è la promessa del patto. E’ il patto che si trova alla base di tutto questo. Le varie dispensazioni non sono che dispensazioni del patto. Il solo grande scopo che Dio ha in mente è l’amicizia e la comunione di patto con il Suo popolo. Tutto il resto non sono che mezzi per eseguire ed assicurare quel fine. La glorificazione di un popolo in amicizia pattale con il Dio triuno è stata ordinata dall’eternità. La redenzione dell’uomo è stata ordinata per questa glorificazione. Il peccato dell’uomo è stato ordinato con in vista la sua redenzione. La creazione del cielo e della terra è stata decretata con in vista l’eterna dimora dei redenti. La creazione dei cieli e della terra è stata ordinata come la via per raggiungere il tabernacolo celeste di Dio. Le opere di provvidenza sono state ordinate per assicurare le rivoluzioni dell’universo fino alla manifestazione dei Figli di Dio. Il centro delle Sue operazioni provvidenziali è il Mediatore glorificato che dimora nel mezzo di un popolo glorificato scelto in Lui prima della fondazione dell’universo.
Il dispensazionalismo non ha una base altrettanto solida. Esso si basa su un test dell’uomo e la sua ubbidienza ad una specifica rivelazione della volontà di Dio, il cui test e rivelazione in ogni epoca successiva possono essere antitetici a quelli delle precedenti epoche. Dunque, non vi è molto sviluppo nel movimento da una dispensazione all’altra poiché vi è contrasto. Per esempio, nella dispensazione della legge, l’uomo fu messo alla prova secondo le opere. Prima di allora, era messo alla prova secondo una promessa, una dispensazione piuttosto evangelica. Ora egli sta essendo messo alla prova non con la legge ma con la grazia. Così è creata una falsa antitesi tra legge e grazia. Perché l’antitesi scritturale è tra peccato e grazia. Il dispensazionalismo, quindi, produce una veduta della storia che è centrata sull’uomo, e, a motivo delle sue varie parti, è senza connessione e sviluppo. Il sistema enfatizza costantemente che ogni dispensazione termina in fallimento. Infatti, l’insegnamento è che ogni dispensazione inizia con l’uomo. La dispensazione dell’innocenza iniziò con Adamo, quella della coscienza con Adamo caduto, quella del governo umano con Noè, quella della promessa con Abraamo, e quella della legge con Mosè. Questa enfasi sull’uomo è abbastanza offensiva, ma che “l’epoca della grazia” e “l’epoca del regno” inizino con l’uomo è particolarmente offensivo. Ciò perché la grazia è sovrana, e non la volontà dell’uomo, ed il regno di Cristo è supremo, non l’uomo. Ma siccome ogni dispensazione inizia con l’uomo, ognuna termina col fallimento dell’uomo. Ciò lascia un’ulteriore senso di offesa perché “l’uomo fallisce sotto la grazia.” Che speranza c’è, quindi, per l’uomo, se fallisce perfino sotto la grazia? Cosa lo tratterrà dal fallire e cadere se la grazia non lo fa? Vero, ogni uomo, inclusi gli eletti, cadrà sotto la grazia e dalla grazia finchè la grazia regni meramente sopra ed attorno a lui. Ma quando la grazia sovrana, irresistibile regna in lui, non può fallire e difatti non fallirà, nè cadrà. Ma il Dispensazionalismo non va molto lontano per quanto riguarda il peccato e la grazia nel piano di Dio.
Il Piano di Grazia di Dio e la Redenzione alla Sua Gloria
Tuttavia, l’entrata del peccato fu ordinata e pianificata per effettuare l’opera di redenzione. Proprio come la gloria del sole, della luna e delle stelle si apprezza in maniera speciale sullo sfondo della cortina nera della notte, così il peccato era necessario come uno sfondo nero per mettere in più acuta evidenza le glorie della grazia di Dio nella redenzione del Suo popolo. Come poteva essere apprezzata la grazia senza peccato? Come poteva essere conosciuta la misericordia senza miseria? Come poteva la potenza di Dio onnipotente essere vista senza ostacoli umanamente insormontabili da essere superati? Dio ha ordinato il peccato, la sua entrata nel mondo, le sue operazioni ed effetto, per rivelare più grandemente i Suoi meravigliosi attributi, che si riassumono tutti in uno: gloria!
Il governo di questo mondo nella provvidenza di Dio è ordinato e controllato a motivo dell’opera di redenzione. Noi sappiamo che tutte le cose cooperano insieme per il bene di coloro che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il Suo proposito. Per illustrare: la rivista su cui scrivo è pubblicata nell’interesse di quel sistema di dottrina ricavato interamente dalla Scrittura chiamato Fede Riformata. Vi sono molte provvidenze di Dio che rendono questo possibile. Gli alberi crescono per molte generazioni di uomini, per poi essere tagliati, resi pasta di legno e poi lavorati per diventare carta. L’acciaio è stato manifatturato affinchè essa poi si stampasse, tagliasse e piegasse. L’inchiostro è necessario, e quindi ecco il sistema postale, ferroviario, marittimo, aereo, informatico, per far giungere questa rivista in paesi stranieri. Il capitano o la flotta di una nave che trasporta anche questi materiali ad un isola remota nel mare, ci crederebbero poco che essi sono strumenti di Dio per mettere una copia di questa pubblicazione nelle mani di uno dei Suoi eletti che abita lì.
No, nel piano di Dio delle epoche il punto di partenza non è l’uomo, nemmeno la creazione del mondo. Il Suo piano non inizia nel tempo, ma prima di esso, nell’eternità. Vero, la Bibbia inizia col Libro di Genesi, e così può essere detto che inizia con la dispensazione adamitica, ma non è così in realtà. Vero, la Scrittura inizia con la creazione, inclusa la creazione dell’uomo per come fatto ad immagine di Dio. Tuttavia non ci è detto in Genesi cosa è l’immagine di Dio. Noi ci volgiamo al Libro di Efesini per sapere questo (4:24). Noi ci volgiamo allo stesso libro nel suo primo capitolo per fondare il nostro studio e il nostro pensiero, per ottenere la chiave del piano di Dio delle epoche. Per il carattere e il contenuto del piano eterno di Dio realizzati attraverso i periodi della storia, dobbiamo volgerci ad Efesini 1. Non in Genesi, ma in Efesini, col quale interpretiamo Genesi, impariamo che il centro del consiglio di Dio è la Sua gloria in Cristo attraverso la redenzione della Sua scelta ed acquistata possessione. Quindi leggiamo: “Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo, allorchè ci ha scelti in Lui prima della fondazione del mondo, così che fossimo santi e senza colpa dinanzi a Lui” (Efesini 1:3-4). La base di tutti i modi di trattare di Dio con gli uomini non si trova nell’uomo, né nel tempo, né nello scenario delle attività dell’uomo, ma in ciò che è affermato nella Scrittura appena citata. Né questa verità può essere limitata ai santi del Nuovo Testamento, perché essa si applica all’intera elezione di grazia.
Il Dispensazionalismo Carnalizza le Scritture
Ovviamente, il Dispensazionalismo obietterà, su questo punto, che i santi dell’Antico Testamento non erano benedetti con benedizioni spirituali nei luoghi celesti, ma piuttosto con cose temporali sulla terra. A loro erano stati promessi un’eredità materiale ed un benessere terreno. Ma il Vangelo non dà ragione a questa veduta, perché secondo esso in Abraamo e la sua discendenza Dio avrebbe benedetto non solo Israele ma tutte le nazioni (i Gentili) della terra. Questa benedizione che sarebbe giunta a Giudeo e Gentile allo stesso modo era spirituale, come Paolo ha insegnato quando ha detto: “così che la benedizione di Abraamo venisse sui Gentili attraverso Gesù Cristo, così che potessimo ricevere la promessa dello Spirito attraverso la fede” (Galati 3:8-9, 14).
Quale benedizione doveva pervenire ai Gentili (e, pensate, i Gentili che non avevano una promessa di una Canaan geografica)? La stessa promessa dei Giudei, ovvero, la promessa dello Spirito attraverso la fede! La promessa dello Spirito è l’essenza di tutte le benedizioni spirituali in Cristo. Quando ci è dato lo Spirito, allora ci sono date tutte le benedizioni spirituali. Si constaterà che è così confrontando Luca 11:13 con Matteo 7:11. In un luogo, Cristo parla del Padre che dà: “lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono,” mentre in un altro luogo ciò è spiegato come “dare buone cose a coloro che gliele chiedono.” Inoltre, la veduta veterotestamentaria non è mai stata quella di insegnare che l’uomo beato era colui le cui possessioni erano grandi, le cui terre, greggi e pascoli si in gradivano favolosamente. No, Davide piuttosto insistette, e Paolo concordava con lui, nel dire: “Beati sono coloro le cui iniquità sono perdonate, e i cui peccati sono coperti, beato è l’uomo a cui il Signore non imputerà il peccato” (Romani 4:7 e a seguire).
All’inizio della dispensazione del Nuovo Testamento Pietro si alzò in piedi e predicò ai suoi fratelli Giudei. Lui e loro erano ancora molto abituati a pensare secondo concetti veterotestamentari. Al tempio egli notò, nel rivolgersi a loro: “Voi siete i figli dei profeti, e del patto che Dio ha fatto coi nostri padri, dicendo ad Abraamo: ‘E nella tua discendenza saranno benedette tutte le nazioni della terra’” (Atti 3:25). Ora, tralasciando ciò che il popolo stesso abbia potuto supporre essere quella benedizione, cosa era essa nella mente di Pietro? La spiegò forse come un regno terreno, con benedizioni temporali e pompa e potere materiali? No, ma la spiegò nelle parole: “A voi prima Dio, avendo risuscitato il Suo Figlio Gesù, Lo ha mandato per benedirvi nel volgere via ognuno di voi dalle sue iniquità” (v. 26). Pietro, nell’introdurre la nuova dispensazione ai Giudei che emergevano da quella passata, mette loro dinanzi, come un esempio di ciò che potevano aspettarsi di trovare nella nuova, solo una singola benedizione che sta per tutto il resto del nuovo patto. La sola benedizione che introdusse è fondamentale ed è un assaggio di tutte le altre. Pietro in questo modo si rivelò ben istruito dal suo Maestro. Perché al principio del Suo ministero Egli aveva proclamato le benedizioni del regno dei cieli, le quali non erano date in uffici e benefici materiali, ma in “poveri di spirito,” in”miti” ed in “puri di cuore.”
L’accusa del Dispensazionalismo contro di noi è che noi spiritualizziamo le promesse di Dio. Bene, noi non canalizziamo le Scritture come i dispensazionalisti. La Parola di Dio stessa ha un profilo spirituale. Gerusalemme è “spiritualmente chiamata Sodoma ed Egitto” (Apocalisse 11:8). La storia di Israele, per esempio sotto Giosuè, ha un significato spirituale. Di certo i Salmi sono pieni di significato spirituale. L’uomo “beato” è uno il cui diletto è nella legge (insegnamento) del Signore (Salmo 1). I “verdi pascoli” e le “acque calme” rappresentano non realtà naturali, ma spirituali. Allora non ridicolizzino i carnalizzanti della Sacra Scrittura una interpretazione spirituale del “Monte Sion,” dei “cedri del Libano,” della “rugiada dell’Hermon,” e del bue che “trebbia il grano.” Le cose spirituali possono essere discernite soltanto spiritualmente. Le cose puramente naturali non sono nient’altro che pula.