Rev. Martyn McGeown
Molti pensano che lo Stato di Israele sia l’adempimento delle profezie dell’Antico Testamento. Ma si ricordi questo: Abrahamo non possedette mai la terra, “neppure lo spazio per posarvi un piede” (Atti 7:5). I patriarchi ereditarono la Canaan celeste (“Ma ora ne desiderano una migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non si vergogna di essere chiamato il loro Dio, perché ha preparato loro una città” Ebrei 11:16), della quale quella terrena non è nulla se non un tipo, una figura.
Ebrei 3:19 insegna che gli israeliti “non vi poterono entrare per l’incredulità.” In Ezechiele 33:25-26, Dio pone la domanda retorica, ” Perciò, di’ loro: Così parla il Signore, DIO: “Voi mangiate la carne con il sangue, alzate gli occhi verso i vostri idoli, spargete il sangue, e dovreste possedere il paese?Voi v’appoggiate sulla vostra spada, commettete abominazioni, ciascuno di voi contamina la moglie del prossimo, e dovreste possedere il paese?” Chiaramente, impenitenza e incredulità erano ostacoli per l’ereditare la terra, perciò come può essere un adempimento delle profezie il fatto che dei giudei miscredenti hanno avuto la Palestina nel 1948?
Interpretare le profezie con crudo letteralismo richiede coerenza. Davvero i Gentili celebreranno la festa dei tabernacoli a Gerusalemme (Zaccaria 14:16-19)? Gesù indica che l’adorazione geograficamente stabilita cesserà: ” …credimi; l’ora viene che né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre” (Giovanni 4:21). Un ritorno alla festa dei tabernacoli non sarebbe un passo indietro nelle ombre (Colossesi 2:17), non sarebbe un ritorno ai “deboli e poveri elementi” della legge (Galati 4:9-11)? Isaia profetizza che “in quel giorno avverrà che il Signore stenderà la sua mano una seconda volta per riscattare il residuo del suo popolo superstite” (Isaia 11:11). Se, come alcuni sostengono, la gloriosa promessa fu realizzata nel 1948 con lo stabilimento della nazione d’Israele, dove sta la restaurazione dei Palestinesi, di Edom, di Moab e dei figli di Ammon che dovrebbero essere i suoi vassalli? Queste nazioni sono scomparse e non furono restaurate nel 1498. Un adempimento letterale di Isaia 11 richiede che gli Israeliti “piomberanno a volo sulle spalle dei Filistei verso occidente … metteranno le loro mani su Edom e su Moab, e i figli di Ammon saranno loro sudditi” (v. 14). Dio odiava gli edomiti, Egli dice, “ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto” (Malachia 1:3). E sebbene gli edomiti cercarono di riedificare, Dio li demolì di nuovo (v. 4). Infatti, per amore di Giacobbe, in quale Dio amò, Dio è indignato contro gli edomiti per sempre (v. 4). Questo di certo esclude una restaurazione letterale di Edom! Un futuro adempimento letterale di Isaia 11 richiede la restaurazione degli edomiti e di altre nazioni obsolete (v. 14). Per capire cosa Isaia intende quando dice che Dio farà ritornare “una seconda volta” il Suo popolo dalla cattività (v. 11), dovremmo comprendere che la prima volta fu l’Esodo dall’Egitto (v. 16). Di conseguenza, il secondo ritorno consiste nel ritorno da Babilonia, e non consiste nel 1948.
Il Nuovo Testamento sparge luce sulle profezie dell’Antico Testamento. Ma come possiamo comprendere queste profezie se l’interpretazione letteralista ci conduce a queste assurdità?
Il Nuovo Testamento, come d’altronde anche l’Antico, è primariamente interessato all’Israele spirituale. La più ampia nazione consiste di eletti, “i figli della promessa” i quali erano “considerati come progenie” (Romani 9:8), e i reprobi, “i figli della carne” (Romani 9:8) i quali spesso condussero la nazione nell’idolatria. In ogni era, Dio ha voluto salvare l’Israele spirituale. Nell’Antico Testamento, l’Israele spirituale si trovava principalmente nella nazione di Israele. Se non giudei erano salvati, come Ruth e Rahab, costoro si univano alla nazione d’Israele. Nel Nuovo Testamento, l’Israele spirituale consiste in tutti i credenti in Gesù Cristo. I Cristiani del Nuovo Testamento, sebbene per la maggior parte Gentili, sono Giudei “interiormente” e hanno una circoncisione che “è quella del cuore” (Romani 2:28-29; cf. Deuteronomio 30:6; Geremia 4:4). Paolo dice ai credenti di Filippi, per lo più Gentili, che essi sono “i veri circoncisi” (Filippesi 3:3). Inoltre, i Cristiani sono cittadini della Gerusalemme celeste (Galati 4:26), sono coloro che si sono “accostati al monte Sion” (Ebrei 12:22).
Un giudeo etnico non credente, anche se dovesse vivere nella stessa Gerusalemme, non è un figlio spirituale di Abramo (Galati 3:7) perché “non tutti quelli che sono d’Israele sono Israele” (Romani 9:6). Giovanni il Battista, Cristo e gli apostoli, i quali erano Israeliti “secondo la carne” (Romani 9:5; Filippesi 3:5), più volte sottolinearono questo fatto ai non credenti in Palestina, ed essi di certo non erano antisemiti (Matteo 3:9; Giovanni 8:39; Atti 7:51; Romani 9:7). In Cristo non vi è “né Giudeo né Greco” (Galati 3:28-29), e questo “poiché in Cristo Gesù né la circoncisione né l’incirconcisione hanno alcun valore, ma la fede che opera mediante l’amore” (Galati 5:6).
Israele” non cesserà mai di essere una “nazione” (Geremia 31:36), ma la “gente santa” intesa è la chiesa (1 Pietro 2:9) costituita da Giudei e Gentili, la chiesa descritta in Matteo 21:43 che doveva prendere il posto dell’antica teocrazia della nazione di Israele. Dio ha sempre avuto una “gente santa.” Nell’Antico Testamento essa era composta principalmente da Giudei, ma nel Nuovo Testamento, la stessa “gente santa” è diventata cattolica, o universale. Tutti i popoli, tribù e lingue sono incluse, sebbene ci sia sempre un residuo di Giudei salvati con i Gentili (Romani 11:5).
Molti evangelici credono in un futuro per la nazione d’Israele perché tante profezie dell’Antico Testamento, lette superficialmente, sembrano parlare di questa nazione. Per esempio, Amos 9:11-15 promette che “il tabernacolo di Davide sarà rialzato e ricostruito “come nei giorni antichi,” e che Dio farà “tornare dalla cattività” Israele.
Ma, non a caso, è fatta anche la promessa che Israele possiederà “il resto di Edom e tutte le nazioni” (Amos 9:12). Ma abbiamo visto che il profeta Malachia esclude ogni restaurazione di Edom. Ed è anche assurdo immaginare che re Davide sarà risuscitato per regnare in Gerusalemme, ed è incoerente da parte del letteralista dire che Davide si riferisce a Cristo perché, come abbiamo già detto, una interpretazione letterale chiede coerenza, cioè deve essere letterale sempre!
D’altronde, Atti 15:14-18 provvede l’interpretazione autorevole ed apostolica della profezia di Amos. Essa non ha niente a che fare con lo stabilimento di un Israele nazionale, e hainteramente a che vedere con il raduno dei Gentili nella Chiesa del Nuovo testamento. Isaia 54 è simile: “Allarga il luogo della tua tenda e i teli delle tue dimore si distendino senza risparmio; allunga le tue corde e rinforza i tuoi piuoli, perché ti espanderai a destra e a sinistra; la tua discendenza possederà le nazioni e popolerà le città deserte” (vv. 2-3). Perché la tenda deve essere allargata? Affinché i Gentili possano entrarci! Infatti, Giacomo (in atti 15) usa la profezia di Amos per spiegare la stessa cosa.
Similmente, Osea promette che i figli di Giuda e Israele “si riuniranno insieme” e che “il numero dei figli d’Israele sarà come la sabbia del mare” (Osea 1:10-11; 2:14-23), ma questo ha il suo adempimento in Romani 9:25-28 e in 1 Pietro 2:9-10, e non nel 1948 quando l’odierno stato di Israele fu fondato. Ancora, il nuoco patto fatto “con la casa d’Israele e con la casa di Giuda” (Geremia 31:31-34) fu adempiuto nel Nuovo Testamento con la salvezza della chiesa di Gesù Cristo (Ebrei 8:8-12; 10:16-17).
Ma perché I profeti non lo hanno semplicemente detto? La chiesa dell’Antico Testamento era sotto un “precettore” (Galati 3:24). Essa era istruita tramite l’uso di un linguaggiofigurato (la terra, il tempio, la riunificazione della nazione sotto Davide, ecc). Tutti i tipi o figure e le ombre della Legge dovevano istruire la chiesa dell’Antico Testamento su Cristo. “Se i profeti avessero parlato chiaramente dell’era del Nuovo Testamento senza usare figure, i santi dell’Antico Testamento non avrebbero potuto reggere un tale eccesso di luce” (W. J. Grier, The Momentous Event, Banner, p. 39).1 Questo significa che il Nuovo Testamento ci da la chiave per interpretare le profezie dell’Antico Testamento: le profezie sono spirituali (per un popolo spirituale), e non letterali.
E niente di tutto ciò (cioè niente della negazione di un futuro terreno per il popolo Giudeo) è antisemitismo. I Giudei saranno salvati alla stessa maniera dei gentili, cioè per sola grazia tramite la sola fede in Cristo solo. Non c’è alcuna altra via di salvezza sia che Giudei che per Gentili. Non fa parte del dovere di un Cristiano supportare il moderno stato d’Israele, o aspettarsi per esso un futuro di benedizioni, ma è comando di Cristo quello di amare il prossimo e cercare la sua salvezza, a prescindere dalla sua appartenenza etnica.