Ron Hanko
Nel parlare del paradiso, dobbiamo stare attenti a rimanere aderenti a ciò che insegna la Bibbia. Vi è così tanto che la Bibbia non ci dice, e quindi è facile indulgere in speculazioni da cui non si trae alcun profitto e sviarsi da quanto invece veramente sappiamo.
Il perché vi sia mancanza di informazioni riguardanti il paradiso è che esso è così meraviglioso che non può essere adeguatamente descritto in termini terreni. Ne abbiamo qualche assaggio quando leggiamo di alcune descrizioni d’esso: non vi è notte, sole o luna, non vi è mare, matrimoni, o templi. Il paradiso appartiene a quelle cose che “occhio non ha visto, né orecchio udito, né sono entrate nel cuore dell’uomo” così da poter essere comprese (I Corinzi 2:9).
Per questa stessa ragione, molto di quanto la Bibbia ci dice a riguardo del paradiso è dato in simboli e figure. Esse ci insegnano che il paradiso sarà davvero meraviglioso, ma non ci dicono esattamente come sarà. La descrizione della Nuova Gerusalemme in Apocalisse 21 è un buon esempio. Se concludiamo dalla figura lì presentataci che il paradiso è realmente una città lunga, larga e alta 1500 miglia, con strade d’oro, porte fatte di enormi perle, e fondazioni fatte di pietre preziose, ci sbagliamo. Apocalisse 21 stesso ci dice che quella città è “la sposa, la moglie dell’Agnello,” cioè, la chiesa glorificata (vedasi anche Efesini 5:25-32; Apocalisse 19:7-9).
Noi non vogliamo dire, tuttavia, che nella Scrittura manchi qualcosa che abbiamo bisogno di sapere a riguardo del paradiso. La Bibbia ci dice tutto ciò che è necessario, anche se non soddisfa la nostra curiosità.
Alcune delle cose che la Bibbia dice sul paradiso sono molto confortanti per noi nel mondo. Lì non vi saranno più lacrime, dolore, o morte (Apocalisse 21:4). Avremo riposo (Apocalisse 14:13), gioia (Matteo 25:23), e gloriosa libertà (Romani 8:21). Saremo come Cristo (I Giovanni 3:2). Perfino i nostri vili corpi saranno mutati a somiglianza del corpo di Cristo (Filippesi 3:21). Il peccato, la tentazione, e tutti gli uomini malvagi saranno banditi per sempre (Apocalisse 21:27). Saremo in compagnia dei santi e degli angeli (Ebrei 12:22-23).
Tuttavia perfino queste cose non descrivono la reale gloria e la beatitudine del paradiso, e cioè il fatto che Dio e Cristo sono lì: “Ecco, il tabernacolo di Dio è con gli uomini, ed egli dimorerà con loro, ed essi saranno il suo popolo, e Dio stesso sarà con loro, e sarà il loro Dio.” Questo è il paradiso (Apocalisse 21:3). La beatitudine del paradiso per i credenti è che “essi vedranno il volto di Cristo, ed il suo nome sarà sulle loro fronti” (Apocalisse 22:4).
Così tanti passaggi parlano di questa beatitudine celeste che è impossibile non notarlo (Giobbe 19:26-27; Salmo 16:11; Salmo 17:15; I Corinzi 13:12; Filippesi 1:23). Né possiamo non notarlo. Se non desideriamo il paradiso perché Dio è lì e Cristo è lì, non lo desideriamo affatto. Nello sperare per il paradiso, quindi, la nostra preghiera dovrebbe essere quella di Filippo: “Signore, mostraci il Padre, e questo ci basta” (Giovanni 14:8).
(“Heaven,” un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 326-327)