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Il Regno del Suo Amato Figlio

David J. Engelsma

Il Quale … ci ha traslato nel regno del Suo Amato Figlio” (Colossesi 1:13).

Nel mezzo nostro il regno di Dio non è conosciuto quanto lo sono il patto e la chiesa di Dio, non ne riceve la medesima attenzione. Ciò è una debolezza, perché il regno è di centrale importanza nella rivelazione della Sacra Scrittura.

Se il regno di Dio è visto non come qualcosa di differente dal patto ma come la forma distintiva del patto, il teologo Riformato olandese Herman Ridderbos aveva ragione quando disse che il regno di Dio è “il tema centrale dell’intera rivelazione di Dio nel Nuovo Testamento” (The Coming of the Kingdom [La Venuta del Regno]). Marco ci dice che Gesù cominciò il Suo ministero “predicando il vangelo del regno di Dio, e dicendo: ‘il tempo è compiuto, ed il regno di Dio è vicino, ravvedetevi e credete il vangelo’” (Marco 1:14-15). Tutti sanno che la forma preferita di predicazione di Gesù era la parabola, e le parabole espongono il regno di Dio. Nello spiegare questa forma di insegnamento, Gesù Stesso ha descritto il contenuto delle parabole come “i misteri del regno dei cieli” (Matteo 13:11). Di solito, la parabola è introdotta dalle parole: “Il regno è simile a …” In Luca 4:43 Gesù disse che predicare “il regno di Dio” era il proposito stesso del Suo ministero. Questa era la Sua missione: “Per questo sono mandato.”

L’importanza del regno di Dio, specialmente per questi ultimi giorni, è chiara dal libro di Apocalisse. Il tema del libro è la vittoria del regno di Dio e del suo re nella grande guerra tra il regno di Dio e il regno del dragone.

Come Gesù indicò in Marco 1, quando disse che la venuta del regno era giunta, il regno di Dio era centrale anche nell’Antico Testamento. Al cuore dell’Antico Testamento vi era la storia di Israele, che era il regno di Dio. Al centro stesso di quel cuore era la venuta del Messia, il re.

La verità biblica del regno di Dio è di grande interesse per noi anche a motivo delle controversie che turbinano intorno ad essa. La Chiesa Cattolica Romana identifica il regno di Dio con la sua organizzazione papale. Il Protestantismo liberale rende il regno di Dio la pacifica e prosperosa condizione della società che risulta dal diffondere l’insegnamento di Gesù riguardante l’amore e la fratellanza. Il Concilio Mondiale delle Chiese e agenzie simili stanno combattendo per il regno di Dio, che per loro è un mondo composto di nazioni unite, l’assenza di guerra, di povertà, di malattia, e di discriminazione, e del benessere terreno.

Per molti fondamentalisti ed evangelici in tutto il mondo il regno di Dio è una nazione giudaica in Palestina governata nel futuro da Gesù, e che continuerà per 1000 anni. Questi sono i dispensazionalisti premilleniali. Questa concezione del regno di Dio esercita molta influenza sulla popolazione religiosa. Al giorno d’oggi essa si fa strada nel mondo secolare, almeno negli Stati Uniti. Alcuni libri, la serie “Left Behind” occupano i primi posto nell’elenco di bestseller pubblicato dal New York Times. Questi libri sono la presentazione fictionalizzata e popolarizzata della nozione dottrinale che il regno di Dio deve essere una nazione di Israele ristorata.

Parlando di chi ci è più vicino dottrinalmente, alcuni teologi Riformati e Presbiteriani insegnano che il regno di Dio è principalmente un governo della chiesa terreno su tutte le nazioni, e ciò nel futuro prima della seconda venuta di Cristo.

Non possiamo tralasciare di notare che il regno di Dio per noi ha una rilevanza pratica. Noi siamo cittadini del regno di Dio, secondo l’apostolo in Colossesi 1:13. Implicate sono la nostra beatitudine e la nostra chiamata.

In questo e nei successivi articoli in questa serie, con “regno di Dio” noi abbiamo in mente il regno di Dio attraverso Gesù Cristo, e lo distinguiamo dal governo di Dio su tutte le cose per mezzo della Sua onnipotente potenza. Il regno di Dio che è centrale nel vangelo delle Scritture è il regno di grazia per mezzo dello Spirito e la Parola dell’incarnato, crocifisso e risorto Figlio di Dio. Ciò è dimostrato dall’annunzio di Gesù al principio del Suo ministero: “Il regno di Dio è vicino” (Marco 1:15). Il regno era allora vicino da essere stabilito. Il sovrano governo di Dio in quanto Creatore, ovviamente, era stato già e sempre una realtà fino ad allora.

Che il regno di Dio sia il regno della grazia di Dio in Cristo è provato anche dalla seconda petizione della preghiera modello: “Venga il tuo regno.” La venuta del regno implica una progressiva realizzazione del regno di Dio. Un giorno, nel futuro, come spiega il Catechismo di Heidelberg nel Giorno del Signore 48: “la piena perfezione del regno [di Dio] avrà luogo.” Ciò non può essere detto dell’onnipotente governo di Dio per mezzo della Sua potenza su tutte le cose. Il governo della potenza di Dio non viene, ma è. Ma ciò è vero del regno di grazia di Dio in Gesù Cristo.

Il regno di Dio è lo stesso che il regno di Cristo. A volte il Nuovo Testamento parla del regno di Dio, altre volte parla del regno di Cristo. In vista vi è un solo e medesimo regno. “Regno di Dio” enfatizza che il Dio triuno ha concepito e stabilito questo regno e che il regno esiste a motivo Suo. “Regno di Cristo” esplica il concetto che Dio ha concepito e stabilito questo regno in Gesù Cristo e che Cristo governa questo regno da parte di Dio, come il servo di Dio.

Dal momento che alcuni negano che il regno di Dio e il regno di Cristo sono identici, e li spiegano come due regni differenti, e dal momento che ciò risulta in un serio errore riguardante il regno di Dio, questa identità dovrebbe essere dimostrata. In Colossesi 1:13 l’apostolo ci dice che siamo stati traslati nel “regno del Suo amato Figlio,” cioè il regno di Cristo. In I Tessalonicesi 2:12 lo stesso apostolo ci dice che Dio ci ha chiamati nel “suo regno,” cioè il regno di Dio. Il regno dell’amato Figlio di Dio e il regno di Dio sono un solo e medesimo regno. Efesini 5:5 chiama il regno con entrambi i nomi: “il regno di Cristo e di Dio.”

Il regno di Dio, quindi, �� il regno Messianico della salvezza e della gloria. Nel suo commentario alla seconda petizione della preghiera modello, Herman Hoeksema lo descrive come: “il commonwealth dove Dio è Re, in cui Egli è conosciuto e riconosciuto, amato e liberamente ubbidito, da soggetti volontari, in quanto solo Sovrano di tutti, la Cui Parola è legge, scritta nei cuori di tutti i cittadini del regno” (The Triple Knowledge, vol. 3, p. 518). Esso è il regno tipizzato e profetizzato nell’Antico Testamento dalla nazione di Israele, specialmente in connessione con i regni di Davide e Salomone. Esso è il regno stabilito in quanto realtà nel mondo per mezzo dell’incarnazione e ministero di Gesù Cristo ed esteso attraverso tutto il mondo per mezzo della predicazione del vangelo, prima dagli apostoli e poi da una chiesa fedele al grande mandato.

Il regno di Dio porta liberazione dalla tirannia della morte e del peccato e conferisce giustizia e vita eterna. Essere nel regno è godere di Dio, mentre essere al di fuori del regno è perire sotto la Sua ira. Secondo Colossesi 1:12-13, quando Dio ci ha traslato, o trasferito, nel regno del Figlio del Suo amore, Egli ci ha benedetti in due maniere meravigliose. Ci ha liberati dalla potenza delle tenebre, e ci ha resi partecipi dell’eredità dei santi nella luce.

Apocalisse 22:15 rappresenta lo stato finale dei dannati come esclusione dalla città, che è “la piena perfezione del regno di Dio” di cui si parla nel Catechismo di Heidelberg nel Giorno del Signore 48. Al di fuori del regno vi saranno i cani, gli stregoni, i fornicatori, gli omicidi, gli idolatri, e chiunque ama e pratica la menzogna.

Il regno di Dio sarà il regno di Gesù Cristo per sempre. E’ un errore supporre che il regno di Cristo terminerà con la seconda venuta del Signore Gesù, quando Egli ha perfezionato il regno di Dio Suo Padre. Alcuni fanno questo errore sulla base di una comprensione difettata di I Corinzi 15:24-28. Il verso 25 insegna che Cristo deve regnare “finchè ha posto tutti i nemici sotto i suoi piedi.” Il verso 24 insegna che quando Cristo ha posto infine tutti i nemici sotto i Suoi piedi, Egli consegnerà il regno a Dio il Padre. Alcuni spiegano questo passaggio come significare che questa sarà la fine del regno Messianico. Cristo non sarà più re. La regalità sul regno perfezionato di Dio nell’intera creazione rinnovata sarà esercitata direttamente dal Dio triuno.

Ma la Bibbia, altrove, insegna chiaramente che Gesù Cristo è un re Eterno, e che il regno di Cristo—il regno Messianico—è eterno. Secondo Daniele 7:14 il regno che è dato al Figlio dell’Uomo dall’Antico di Giorni è “un dominio eterno, che non passerà, e il suo regno, che non sarà distrutto.” Apocalisse 22:1, 3, che raffigura il regno di Dio che Gesù Cristo ha stabilito, difeso, e perfezionato, parla, senza che ci si possa sbagliare, del “trono di Dio e dell’Agnello.” Correttamente, il Giorno del Signore 12 del Catechismo di Heidelberg chiama Gesù “nostro eterno re” [vedasi anche 2 Pietro 1:11].

In I Corinzi 15, l’apostolo non insegna che Cristo un giorno cesserà di essere il re del regno di Dio sotto Dio Suo Padre. Ma insegna che l’obiettivo del regno presente di Cristo è la sottomissione di tutti i Suoi nemici. Quando Egli ha realizzato questo alla Sua seconda venuta e quando, allo stesso momento, Egli perfeziona il regno in tutto il nuovo mondo, Egli presenterà, in una solenne cerimonia, il regno a Dio come la realizzazione dell’opera che Dio Gli ha dato da compiere.

Ciò onora Cristo e ci diletta, come William Symington afferma alla fine della sua buona difesa dell’eterna regalità di Cristo contro l’errata interpretazione di I Corinzi 15:24-28:

“Non può che essere onorevole per Cristo considerarlo come re eterno, e non può che essere piacevole ogni oltre descrizione, per i suoi santi, pensare che essi non devono mai perdere di vista che Lui è il loro Re, mai cessare di essere i Suoi soggetti, mai fare altro che arrendersi a Lui con sentito e grato omaggio. Non può che farli gioire il fatto di sapere che devono essere per sempre sotto il Suo governo, e che, anche dopo che sono presi alla gloria, continueranno a contemplarlo come l’Agnello nel mezzo del trono per sempre. Che prospetto! Come dovrebbe eccitarci a prepararci per la sua realizzazione! Felici sono coloro che, essendosi sottomessi a Lui nel tempo quale Re dei santi, saranno eternamente sotto il suo dominio quale Re della gloria!” (Messiah the Prince, p. 348).

Per altre risorse in italiano, clicca qui.

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