(Da: CR News, Marzo-Maggio 2007, Volume XI, n. 11-13)
Rev. Angus Stewart
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L’apostolo Paolo fornisce tre ragioni in I Corinzi 7:25-34 per cui è preferibile rimanere single. Primo, l’argomento dal peccato: vi sono avversità e tribolazione nel matrimonio (25-28; CR News XI:10). Secondo, l’argomento dall’escatologia o dagli ultimi tempi: “La forma di questo mondo passa via” (29-31). Terzo, l’argomento dal nostro sommo fine: “in che modo possiamo piacere al Signore” (32-34).
Tuttavia, non è preferibile rimanere single se ardi sessualmente: “Ma se non possono contenersi, si sposino, perché è meglio sposarsi che ardere” (9). Questo è un comando a coloro che non hanno il “dono” dell’autocontrollo sessuale (7), e tuttavia essi devono sposarsi “soltanto nel Signore” (39).
Dei tre argomenti forniti sopra, l’argomento riguardante l’escatologia è quello meno atteso e che più ci colpisce. Ma l’apostolo, che era imbevuto di escatologia e comprendeva l’unità della verità di Dio, il fatto cioè che tutte le dottrine bibliche sono interrelate, fu qui ispirato a trattare perfino il matrimonio alla luce dell’escatologia.
Ancora, noi vediamo che il matrimonio è un soggetto che richiede meditazione, sobria meditazione, incluso il fatto che bisogna considerarlo da varie angolazioni, perché esso consiste di due persone che divengono una sola carne, per il meglio o per il peggio, per la vita.
Le due espressioni escatologiche chiave in I Corinzi 7:29-31 sono “il tempo è breve” (29) e “la forma di questo mondo passa via” (31). Insieme queste due espressioni parlano della realtà creata da due aspetti differenti: il tempo (“il tempo è breve”) e lo spazio (“la forma di questo mondo [kosmos] passa via”).
“La forma di questo mondo passa via” fa riferimento alla trasformazione della creazione all’ultimo giorno. Similmente II Pietro 3 ci dice che il mondo sarà purgato col fuoco ed i cieli e la terra saranno rinnovati. Secondo Romani 8:19-22 la creazione sarà liberata dalla schiavitù della corruzione. Matteo 19:28 fa riferimento alla “rigenerazione” dei cieli e della terra. “Il tempo è breve” ci insegna che non sarà a lungo prima che ciò accada.
L’espressione “la forma di questo mondo passa via” ci aiuta a riconciliare delle affermazioni apparentemente contraddittorie. Alcuni versi parlano della permanenza del mondo: “il mondo anche è stabilito così che non può esser smosso” (Salmo 93:1; cf. 96:10). Altri versi predicono la distruzione del mondo: i cieli e la terra “periranno” (Salmo 102:26) o “passeranno via,” “si scioglieranno” e “saranno arsi” (II Pietro 3:10). I Corinzi 7:31 spiega che è “la forma di questo mondo [che] passa via.” Il mondo stesso è permanente; Dio ha decretato e vuole che rimanga per sempre e che l’uomo vi viva per sempre. Ma “la forma di questo mondo,” le sue circostanze esterne, passeranno via. Queste sono le cose che “periranno” (Salmo 102:26) e “saranno arse” (II Pietro 3:10).
“La forma di questo mondo” che passa via include tutto ciò che ha realizzato l’uomo su questo pianeta: civilizzazioni, città, paesi, villaggi, aeroporti, porti, strade, fabbriche, librerie, case, ed ogni cosa in essi! Perché “la terra anche e le opere che sono in essa saranno arse” (II Pietro 3:10).
Luca 20:34-36 contrasta questo mondo/epoca con il mondo/epoca a venire. In questo mondo/epoca vi è il matrimonio (e dunque famiglie e figli), la morte (e quindi il morire, l’invecchiare e l’ammalarsi) e i corpi non di risurrezione (nei quali viviamo al momento). Nel mondo/epoca a venire non vi è matrimonio (e dunque non vi sono famiglie o figli), non vi è morte (e dunque non vi è il morire, l’invecchiare e l’ammalarsi), e vi sono gloriosi corpi di risurrezione. Apocalisse 21:4 dispiega l’idea che “non vi sarà più morte” nel mondo a venire: non vi saranno nemmeno più “tristezza,” “pianto” o “dolore,” perché “le cose di prima” passeranno via.
Il nostro testo (I Corinzi 7:29-31) sviluppa l’idea del matrimonio come qualcosa che passa via, come ci si aspetterebbe da I Corinzi 7: “Ma questo io dico, fratelli, il tempo è breve, così d’ora in avanti anche coloro che hanno mogli siano come se non ne avessero” (29). “La forma di questo mondo [incluso il matrimonio] passa via” (31).
Nell’espressione “il tempo è breve” il tempo non è semplicemente la successione di momenti fino al ritorno di Cristo, ma è il tempo designato, il tempo stabilito per la salvezza ed il servizio di Dio in questa vita. La parola “breve” letteralmente è “abbreviato” o compresso o contratto. Ma cosa significa che “il tempo è breve” quando sono passati quasi 2000 anni dall’ascensione di Cristo al cielo?
Qui dovremmo mettere in evidenza varie cose. Primo, il tempo è breve dalla prospettiva di Dio, perché con Colui che è senza tempo 1000 anni sono come 1 giorno (II Pietro 3:8). Secondo, il tempo è breve dalla prospettiva delle infinite epoche della gloria eterna. Terzo, la prossima grande meraviglia divina è la seconda venuta di Cristo ed il rinnovamento di tutte le cose. Nessun grande atto redentivo e nessun’altra epoca o dispensazione devono avvenire tra ora ed il ritorno di Cristo. Quarto, i segni della fine del mondo, incluse le guerre, le carestie, le pestilenze e i terremoti (Matteo 24:6-7), puntano a e prefigurano la grande verità che “la forma di questo mondo passa via.” Quinto, il tempo è “abbreviato” poiché ogni cosa che accade in questo mondo serve l’obiettivo ed il fine in un modo tale che tutti i propositi di Dio sono adempiuti in modo che Cristo ritorna per la Sua sposa, la chiesa, il più presto possibile.
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I Corinzi 7:29-31 mostra quanto sia importante la propria comprensione dell’escatologia (o le ultime cose) nel matrimonio. Proprio come l’unità della chiesa richiede non soltanto “una sola fede” ma anche “una sola speranza” (Efesini 4:4-5), così le coppie Cristiane dovrebbero condividere “una sola speranza” in Cristo per come essa è esposta nelle Scritture.
Se la speranza della moglie è il rapimento della chiesa (così che i credenti eviteranno la grande tribolazione) seguita 7 anni dopo dal regno di 1000 anni di Cristo sulla terra, ma la speranza del marito è il ritorno corporale di Cristo per rinnovare cielo e terra, vi è disunità nel matrimonio, perché non hanno la medesima speranza. O se un marito spera per la Cristianizzazione di tutti i paesi del mondo in modo che i credenti predomineranno ed i governi civili stenderanno e faranno rispettare delle leggi basate sulla Bibbia, mentre sua moglie sostiene che la perfezione del mondo viene col glorioso ritorno di Cristo, essi sono divisi dalle loro differenti speranze. Nei matrimoni misti, il credente veglia ed attende il ritorno di Cristo, mentre il non credente non ha un tale interesse e preferisce non pensarci. Qui la disunità spirituale tra di loro si mostra nel fatto che lo sposo credente vive in speranza mentre il non credente “non ha speranza” (Efesini 2:12).
Secondo il Ricostruzionismo Cristiano, “la forma di questo mondo passa via” (I Corinzi 7:31) si riferisce alla distruzione di Gerusalemme nell’anno 70 d.C. Dunque Ken Gentry fa riferimento alla seconda venuta di Cristo come nel futuro “distante” (He Shall Have Dominion, p. 331). Ciò rende il requisito apostolico per i Corinzi (nella Grecia del primo secolo) e per noi (nel ventunesimo secolo) di non essere troppo attaccati al matrimonio (e al piangere, gioire, comprare, e vendere) di poco senso. A riguardo del matrimonio, il Dispensazionalismo Premillenialista sostiene che esso passa via al rapimento per i credenti, che continua per i non rapiti nella grande tribolazione, e che ritorna in un millennio terrestre di 1000 anni di Cristo sulla terra, prima che passi via di nuovo alla fine del millennio. L’Amillenialista Riformato, tuttavia, crede che il matrimonio appartiene a questa epoca/mondo presente, e che esso passa via con questa epoca/mondo, perché nell’epoca/mondo a venire non vi è matrimonio (Luca 20:34-36). Nei nuovi cieli e nuova terra la realtà a cui i nostri matrimoni puntano, ovvero l’unione tra Cristo e la Sua sposa, la chiesa, è compiuta per sempre (cf. Apocalisse 19:7-9).
Dunque due Cristiani che contemplano di sposarsi dovrebbero essere d’accordo sull’escatologia (come anche sulle altre dottrine della fede) prima che si sposino. Quale futuro avrebbe il tuo matrimonio se non concordate nemmeno sul futuro del matrimonio? Coloro che considerano di divenire “una sola carne” (Genesi 2:24) dovrebbero avere “una sola speranza” (Efesini 4:4), che è parte dell’essere della “stessa mente” (I Corinzi 1:10). Inoltre, essi non devono meramente avere “una sola speranza” oggettivamente ma essa dovrebbe essere una speranza vivente, in modo che entrambi desiderano il ritorno di Cristo e pregano (individualmente ed insieme): “Sì, vieni, Signor Gesù” (Apocalisse 22:20).
Questa radicale, nuova comprensione della fine della nostra presente modalità di esistenza implica una chiamata riguardante il matrimonio: “coloro che hanno mogli siano come se non ne avessero” (I Corinzi 7:29). Ciò non mette da parte il comando di Dio che i mariti amino le proprie mogli come Cristo ha amato la Sua chiesa (Efesini 5:25). Non significa che i mariti non devono provvedere per le loro mogli o che essi possono defraudare le loro mogli sessualmente (I Corinzi 7:3-5) o semplicemente divorziarle (10-13). Ma significa che il matrimonio non è un fine in se stesso, esso è un mezzo per servire Dio. La tua sposa e i tuoi figli ti sono soltanto dati in prestito, ed il tuo tempo con loro è relativamente breve.
Siccome “il tempo è breve” (29), “coloro che piangono [dovrebbero essere] come se non piangessero” (30). Il Signore qui non ci richiede di uccidere le nostre pie affezioni e viscere di misericordia o di non piangere mai. In verità, vi è “un tempo per piangere” (Ecclesiaste 3:4) e ci è comandato di “piangere con quelli che piangono” (Romani 12:15). Ma quando siamo tristi per dei fratelli che ci hanno lasciato, non lo facciamo “come altri che non hanno speranza” (I Tessalonicesi 4:13), ed in ogni nostro pianto dobbiamo ricordare che “la forma di questo mondo [con tutti i suoi dolori] passa via” (I Corinzi 7:31). Ogni causa della nostra tristezza sarà rimossa, che sia a casa o al lavoro o nel mondo, e gli empi che ci perseguitano non dimoreranno nella nuova terra (Salmo 104:30, 35). Tutto ciò si applica anche al piangere nel matrimonio, causato da litigi con la tua sposa o problemi con i tuoi figli o malattia o morte nella tua famiglia. Piangi come se non piangessi! Non divenire del tutto abbattuto in modo che non sei in grado di funzionare! Spera nel Signore perché tu Lo loderai ancora (Salmo 42:5, 11; 43:5)!
Siccome “la forma di questo mondo passa via” (I Corinzi 7:31), dobbiamo “gioire come se non gioissimo” (30). Ciò non significa che la gioia è qualcosa di peccaminoso e di vergognoso o che non dovremmo essere contenti nella buona creazione e nelle buone ordinanze di Dio. Ma dovremmo sapere che il nostro gioire in questo mondo è temporaneo e non può mai essere totalmente soddisfacente, così dovremmo guardare in avanti alla più grande, perfetta, eterna gioia del cielo. Molte delle cause della nostra gioia passeranno via: gioie al lavoro o a scuole, gioie in vacanza o con gli amici, e perfino le gioie del matrimonio. Ma esse saranno sostituite da qualcosa di perfino migliore e più profondo.
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Avendo considerato il matrimonio e il piangere e gioire in questo mondo che passa (I Corinzi 7:29-30) ci volgiamo ora all’uso appropriato delle nostre possessioni e del mondo stesso (30-31).
Siccome “il tempo è breve” (29) “coloro che comperano [dovrebbero essere] come se non possedessero” (30). Ciò non significa che non possediamo le cose acquistandole e per diritto legale. Ma tutte le nostre possessioni, vestiario, libri, macchina, casa, e così via, inclusa qualsiasi cosa a cui attribuiamo molto valore, passerà via. Perché “la terra anche e le opere che sono in essa saranno arse” (II Pietro 3:10). In ogni nostra compera e con ogni cosa che possediamo, dobbiamo tener conto di questo. Quelli che credono che “coloro che comperano [dovrebbero essere] come se non possedessero” non si affretteranno ad accumulare debiti rovinosi sulle loro carte di credito né tesori sulla terra (Matteo 6:19-24) né staranno in ansia e si preoccuperanno di cosa mangeranno o berranno o indosseranno (25-34).
Siccome “la forma di questo mondo passa via,” noi dobbiamo “usare questo mondo come non abusandone” (I Corinzi 7:31). Abusare del mondo include inquinarlo e sfruttarlo peccaminosamente per egoismo e concupiscenza. Anche se non ne “abusiamo,” noi dobbiamo “usare” questo mondo. Qui il monachesimo e la fuga dal mondo Anabattista sono condannati (5:10). Noi dobbiamo usare il mondo per i propositi per i quali l’Altissimo lo ha dato, riempendolo ed esercitando un pio dominio su di esso (Genesi 1:26-28; 9:1-7), come profeti, sacerdoti e re che glorificano Jehovah. Perfino mangiare e bere devono essere fatti “alla gloria di Dio” (I Corinzi 10:31; Genesi 1:29-30; 9:2-3; I Timoteo 4:1-6). In questa vita, la nostra chiamata è servire il Signore Gesù Cristo come Suoi amministratori, nel celibato o nel matrimonio ed in ogni nostra relazione, in ogni sfera ed istituzione in cui Dio ci ha posti. Usare questo mondo come un fine a se stesso—ovvero essere mondani!—è “abusarne.” In contrasto a questo la creazione stessa protesta indignantemente: “Dio mi ha fatto per la Sua gloria, tu devi usarmi per servire Lui!” (cf. Romani 8:18-22). Il corretto uso del mondo ed ogni cosa in esso è usarlo per cercare il regno di Dio (Matteo 6:33); qualsiasi altra cosa è abusare del mondo.
Questa istruzione che “il tempo è breve” e che “la forma di questo mondo passa via” e la sua chiamata riguardante il matrimonio, il piangere, il gioire, il comprare, e l’usare di questo mondo (I Corinzi 7:29-31) dovrebbero caratterizzare la visione Cristiana del mondo. Noi dobbiamo usare passaggi come questi per pensare biblicamente sul tempo, la storia e l’escatologia; la creazione, le sue istituzioni ed ogni cosa in essa; e la cultura del credente nella casa, sul mercato, sul posto di lavoro e nello stato.
La zelante ed attiva vita del Cristiano nella creazione di Dio fluisce dalla grazia elettiva, rigenerante e santificante di Gesù Cristo ed è guidata dalle sacre Scritture. Obbedienza alla Parola in un mondo empio, anche se benedetta da Dio, porta persecuzione da parte degli empi.
I veri figli di Abraamo, sia ai tempi dell’Antico che del Nuovo Testamento, sono “eredi con lui della medesima promessa” (Ebrei 11:9) della città e paese celeste. Dunque, come lui, noi cerchiamo “una città che ha le fondamenta, il cui costruttore e fattore è Dio” (10) e “desideriamo un paese migliore, cioè, uno celeste” (16). Emulando padre Abraamo, noi “soggiorniamo” in questo mondo (9) e confessiamo che siamo “stranieri e pellegrini sulla terra” (13) e “dichiariamo chiaramente che cerchiamo un paese [celeste]” (14). Quelli senza questa speranza e confessione non sono la discendenza di Abraamo, perché Dio “si vergogna di essere chiamato loro Dio” (16).
Dunque una concezione del mondo veramente Cristiana non nega la cittadinanza celeste dei credenti (Filippesi 3:20). E’ precisamente come uno che è “morto,” la cui “vita è nascosta con Cristo in Dio,” che cerca “quelle cose che sono di sopra, dove Cristo siede alla destra di Dio” e pone la sua “affezione sulle cose di sopra [e] non sulle cose sulla terra” (Colossesi 3:1-3), che il credente è vivificato e motivato a vivere in ogni sfera della vita in cui l’Altissimo lo ha chiamato nella coscienza, conforto e servizio del Signore Gesù Cristo. Noi dobbiamo fare tutto alla gloria di Dio ora, “mentre è giorno,” perché “la notte viene quando nessuno può operare” (Giovanni 9:4). “La fine di tutte le cose è vicina, siate dunque sobri” (I Pietro 4:7).
Per quanto riguarda il “Celibato e Matrimonio Cristiano” (il nostro tema per I Corinzi 7), questo insegnamento sulla brevità del tempo e il passar via della forma di questo mondo ha almeno due ulteriori applicazioni. Primo, essa è di conforto per coloro che sono in un cattivo matrimonio (inclusi coloro in un matrimonio misto). Gli sposi Cristiano possono crescere in ubbidienza nei ruoli dati loro da Dio, con il marito che ama sua moglie come se stesso e la moglie che riverisce suo marito (Efesini 5:33). Attraverso le tue preghiere e il tuo pio esempio, il comportamento della tua sposa può ben migliorare. Il comportamento sottomesso, casto di una moglie—e non irritante!—, può perfino essere usato per convertire il suo marito non credente (I Pietro 3:1-6). Ma anche se non vi è miglioramento, tu devi servire il Signore nel tuo matrimonio, ricordando che Cristo viene presto per redarguire il Suo popolo (Apocalisse 22:12). Secondo, I Corinzi 7:29-31 è un avvertimento a coloro (sposati o che desiderano il matrimonio) che fanno del matrimonio un idolo. Il matrimonio è un buon dono di Dio, una benedetta unione tra un uomo ed una donna, ed una figura di Cristo e la Sua chiesa. Ma nonostante tutto questo, esso è temporaneo e sarà soprasseduto da una consumazione molto più grande nel mondo a venire.