Robert C. Harbach
(Traduzione italiana di: Francesco De Lucia)
In un certo senso, non ci sarebbe bisogno di parlare di battesimo “cristiano,” perché non c’è n’è mai stato uno di qualche altro tipo. In questo senso l’intera Bibbia è “cristiana.” In un altro senso, “battesimo cristiano” è la corretta terminologia nella misura in cui il battesimo è distintivamente biblico.
Niente illustra in maniera più bella la purificazione degli eletti di Dio da tutti i loro peccati attraverso il sangue di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che il sacramento del battesimo con acqua. Ciò è specialmente chiaro a chiunque abbia familiarità con i modelli biblici per il battesimo. Questi esemplari, o modelli, naturalmente denotano il modo del battesimo. Il proposito di questo opuscolo è determinare quale modo battesimale è insegnato nella Parola di Dio. Ciò è fatto nella ferma convinzione che la Bibbia è molto chiara e coerente su questo punto. In altre parole, il punto non è né indifferente, né in qualche modo indistinto. La luce della Scrittura sul soggetto non è fioca, ma risplendente come la luce del sole.
Vi sono alcuni che non hanno difficoltà nel ricevere le dottrine della grazia, la verità del Calvinismo e la dottrina del patto di Dio, ma che hanno problemi col soggetto del modo del battesimo. E’ per loro, anche, che scriviamo, affinchè essi possano leggere attentamente questo trattato e vedere se l’evidenza della tesi sopra menzionata non è, come noi crediamo, provata dalla Bibbia, e quindi inconfutabile ed irresistibile.
Le chiese Riformate e Presbiteriane non ribattezzano membri già precedentemente battezzati per immersione. Il loro battesimo è considerato valido, anche se non scritturale. Per esempio, si è verificato che un candidato per il ministero ricevette la sua ordinazione senza aver avuto l’imposizione delle mani. Per una strana svista nessuno vi pose mente, essa fu dimenticata ed omessa. Non poteva esservi aggiunta successivamente come un atto separato, ma al contrario fu considerata un’ordinazione valida, anche se non scritturale. Abbiamo anche udito di un battesimo dove il soggetto non giunse in contatto con nemmeno una goccia d’acqua. La usuale formula battesimale nel nome del Dio triuno fu pronunciata, ma in qualche modo l’acqua non giunse a contatto col candidato. Questo non fu giudicato un battesimo nullo, da doversi rifare, ma fu considerato valido, anche se non scritturale. Quella che segue, allora, è la risposta alla domanda: qual è il modo biblico del battesimo?
Vari Battesimi
Per gli ebrei che vivevano in un periodo di transizione tra la fine dell’Antico e l’inizio del Nuovo Testamento non sarebbe risultata una cosa sorprendente leggere le seguenti parole rivolte a loro dall’autore dell’epistola: “il primo tabernacolo … consisteva solo di cibi, di bevande, di varie abluzioni” (Ebrei 9:8, 10), cioè, in vari lavaggi, o più letteralmente, “vari battesimi.” Per loro non era una sorpresa che la dispensazione dell’Antico Testamento era costellata di “vari battesimi.” Nessuna sorpresa, perché essi, fin dal tempo di Mosè erano abbastanza familiari con il tabernacolo ed i suoi molti battesimi. Quindi, quando nel giorno di Pentecoste tremila giudei da sedici nazioni si convertirono, le parole con cui Pietro li esortò non risultarono come la proclamazione di qualche stranezza o novità: “Ravvedetevi e siate battezzati, ognuno di voi, nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati … perché la promessa è per voi e per i vostri figli.” Essi sapevano molto bene cosa era il battesimo, cioè una purificazione, e chi erano coloro che dovevano essere battezzati, cioè un popolo che erano sacerdoti a Dio e la loro discendenza. Né essi temevano che nella Nuova Dispensazione il cambiamento sarebbe stato tale che i loro infanti non avrebbero avuto niente a che fare col battesimo. Da entrambi l’Antico Testamento e le parole di Pietro, essi sapevano qualcosa di meglio.
E’ questo che intendiamo provare dalla Legge, dai Profeti e dai Salmi.
Il battesimo, come il vangelo, è inteso per il popolo di Dio in ogni regione, che sia polare o tropicale, che sia per le genti che vivono nel circolo polare artico o nel Sahara. Il battesimo, proprio come il vangelo, si adatta ad una regione proprio come un’altra, ciò perchè nel battesimo il Signore ha stabilito un simbolismo molto semplice e facile per la chiesa in ogni clima. Né il Signore, né la Sua Parola, rendono l’amministrazione del battesimo più difficile nella terra di Baffin o nella Valle della Morte, di quanto lo sia nei nostri climi temperati, o in terre dove è sempre estate, come per esempio in Giamaica, o forse più confortevole e conveniente di come lo amministriamo noi in tutte le nostre chiese. La Parola di Dio parla del battesimo in termini di “varie abluzioni.” Paolo testimoniò, in accordo con questo, che gli fu comandato: “essendoti alzato, sii battezzato e lava via i tuoi peccati …” (greco) Qui si verificò un altro dei “vari battesimi” registrati nella Scrittura. Il lavaggio è qualcosa di semplice. Anche in paesi dove l’acqua è scarsa il corpo è lavato, purificato e mollificato con olio di oliva. Infatti l’olio era stato un elemento adatto per il battesimo, particolarmente per ungere i sacerdoti.
Ciò non è difficile da provare. Alcuni, che renderebbero invece questo soggetto controverso, mettono in discussione questa affermazione, sfidandoci a provare il nostro punto dalle nostre confessioni e standard liturgici, come se fossero convinti che a confronto con esse noi incappassimo in qualche difficoltà. Prima di tutto, essi indicano la nostra forma battesimale, dove “la dottrina del santo battesimo” è descritta nella sua azione sacramentale come “l’immersione o aspersione con acqua …” Qui ci viene detto che i Riformati non possono decidersi riguardo al fatto se il battesimo è immersione o aspersione, o forse noi immaginiamo sia, o possa essere, entrambi. Alla luce della Scrittura, la verità dei fatti è che quando una tale disgiunzione è fatta, con immersione messa in contrasto con aspersione, ci si ritrova non con due metodi di battesimo contemporanei o egualmente antichi, ma piuttosto con un esempio di abitudine umana accanto ad un modello biblico.
Nello stampare i nostri standard Riformati, alcuni errori tipografici sono divenuti evidenti. Alcuni, non tutti, sono stati corretti. Un errore appare in un posto che contiene la Confessione Apostolica, omettendo la parola “generato” da “e in Gesù Cristo il Suo unigenito Figlio, nostro Signore.” Inoltre, vi sono certe espressioni nelle Confessioni che preferiamo non usare, come quella nei Canoni di Dordt V, 7, dove è fatto riferimento ad un “Dio riconciliato.” Noi preferiamo pensare che Dio non ha mai avuto bisogno di alcuna riconciliazione, e che l’uomo, il peccatore soltanto, è riconciliato, che “Dio era in Cristo, riconciliando il mondo a sé;” che l’amore di Israele si estraniò da Dio, ma mai quello di Dio da Israele. I Canoni parlano anche del “permesso” di Dio riguardo alla caduta, mentre noi piuttosto concordiamo con Calvino che l’idea di permesso divino è un diniego della provvidenza divina ed è un dualismo pagano. A questi punti nei nostri standard noi vi apportiamo correzioni mentali, non vi abbiamo riserve mentali, e allo stesso tempo li riteniamo in tutta la loro completezza come la più perfetta espressione e dichiarazione della verità per come umanamente possa essere. Questi punti minori in nessun modo deturpano la perfetta dottrina della salvezza che vi è indisputatamente dichiarata con grande perspicuità. E così, pure, la frase: “L’immersione in o l’aspersione con acqua,” il presente scrittore la preferisce leggere (qualsiasi sia il modo in cui doverlo leggere nell’originale), come “L’immersione in e l’aspersione con acqua.” Perché solo la seconda si accorda col suo contesto nella forma battesimale, con la Confessione Belga, e con l’abbondante, costante e ripetitiva enfasi della Scrittura.
Primo, diamo uno sguardo ad Esodo 12:22, dove il comandamento è “Poi prenderete un mazzetto d’issopo, lo intingerete nel sangue … e spruzzerete (vedi anche Ebrei 11:28) l’architrave e i due stipiti delle porte.” Secondo, abbiamo Esodo 24:6-8, il passaggio a cui si fa riferimento in Ebrei 9 come “vari battesimi,” dove Mosè “prese il sangue … con … acqua … e asperse il libro e tutto il popolo.” Inoltre, egli asperse con sangue il tabernacolo, e tutti gli utensili, e questi battesimi (secondo Ebrei 9:10, o “aspersioni,” secondo Ebrei 9:13, 19, 21) significavano espiazione e purificazione, secondo Ebrei 9:13-14, 22. Mosè effettuò tutti questi battesimi intingendo l’issopo nel sangue e susseguentemente spruzzando (o aspergendo). Terzo, in Levitico 4:6 leggiamo che “il sacerdote intingerà il suo dito nel sangue e spruzzerà …” L’azione dell’intingere il dito non era il battesimo. Il sacerdote nel fare questo non battezzava il suo dito! L’azione di intinzione, o immersione, era meramente preparatoria al battesimo, che era poi effettuato per aspersione. Quarto, al verso 17 di questo capitolo troviamo espressa la stessa idea: “intingere e aspergere.” Quinto, in Levitico 9:9 Aaronne “intinse il suo dito nel sangue e lo mise sui corni dell’altare.” Sesto, in Levitico 14:6-7 leggiamo: “li immergerà … nel sangue … lo spruzzerà quindi sette volte su colui che deve essere purificato.” Settimo, al verso 16 “intingerà il dito della sua mano destra nell’olio che ha nella sua mano sinistra e col dito spruzzerà.” Ottavo, al verso 26 e 27 abbiamo “Il sacerdote verserà un po’ di olio sulla palma della sua mano sinistra … e col dito della sua mano destra il sacerdote spruzzerà …” Nono, al verso 51, c’è un battesimo di una casa che è ancora “immergere e aspergere.” Decimo, in Numeri 19:18-21, “un uomo puro prenderà dell’issopo, lo intingerà nell’acqua e la spruzzerà” sulla tenda di un israelita, gli utensili della sua casa, e la persona stessa, in questo modo battezzandoli e purificandoli. Voglio sottolineare anche che in questo capitolo troviamo 6 volte la parola “spruzzare,” 5 volte “lavare,” 4 volte “purificare,” ed “essere puri,” ognuna delle quali puntano direttamente al significato centrale del battesimo, che è la purificazione.
Da questi dieci passaggi è abbondantemente evidente che la Scrittura non permette due metodi di battesimo, e cioè o un’immersione in acqua, o un’aspersione con acqua. Né essa usa le sue preposizioni in una maniera così indifferente rispetto al battesimo. Inoltre, se la parola “o” deve essere compresa nel riferimento alla frase liturgica nella nostra forma battesimale, anche la parola “oppure” deve essere intesa così. E ciò rende l’espressione così: “o l’immersione in acqua, o l’aspersione con acqua ci insegnano …” Ma la frase nella forma battesimale non è una combinazione di una consuetudine adottata più o meno gradualmente ed una pratica biblica evidentemente ordinata da Dio. L’evidenza biblica è notevole a favore di questa lettura: “l’immersione in e aspersione con acqua.”
“Vari battesimi” sono anche registrati non solo come praticati per mezzo di lavaggio con acqua, come in Esodo 29:4, ma anche con olio versato sul capo (v. 7), e per aspersione dell’olio ed il sangue sui figli di Aaronne (vv. 20-21). Anche qui il battesimo era effettuato meramente ungendo il lobo dell’orecchio destro col sangue, e così anche il pollice della mano destra e del piede destro. I sacerdoti erano visti come coperti da capo a piedi col sangue senza alcuna necessità di immergervi il loro corpo interamente. In questo modo essi erano visti come coperti col sangue della croce. Il sangue sull’orecchio significava la consacrazione di tutte le facoltà intellettuali, mentali e spirituali del credente. Il sangue sul pollice della mano destra gli ricordava la dedicazione di tutte le sue opere a Dio, mentre il sangue sul pollice del piede destro denotava la santificazione del suo cammino. Deve essere notato, al verso 12, che c’è un battesimo dell’altare di bronzo per mezzo del versamento di sangue. Questo stesso lavare, versare e aspergere è di nuovo trattato in Levitico 8. Si noti anche Levitico 16, ed espressioni come “aspersione del sangue a causa dell’impurità dei figli di Israele,” o come “lavare,” “bagnare” e “espiazione per il santo santuario … per l’altare, i sacerdoti e tutto il popolo.” Tutte queste persone e cose menzionate erano battezzate. Per purificarle, l’acqua della purificazione era ordinata affinchè fosse aspersa su di loro (Numeri 8:7). Quando qualsiasi immersione è menzionata, non è della persona o della cosa battezzata, ma è un atto effettuato dal battezzatore per amministrare il suo battesimo.
Deve essere ora abbastanza chiaro che tutti questi “vari battesimi,” con cui i giudei, di entrambi i testamenti, erano così familiari, non sono che tipi del vero e reale battesimo effettuato con l’aspersione del sangue di Cristo e lo spargimento (o versamento) del Suo Spirito. Chi non realizza che Gesù insegnò che la Sua morte sulla croce fu un battesimo? Infatti, quello è il battesimo (Marco 10:38) di cui il battesimo d’acqua non è che il segno. Chi non realizza che lo spargimento dello Spirito Santo fu un battesimo? Infatti, esso è un aspetto dell’unico vero battesimo. Il Catechismo di Heidelberg è in accordo con questo, perché insegna che il battesimo ideale e reale è nell’”unico sacrificio di Cristo sulla croce,” e che il battesimo con acqua è un segno d’esso, significante il nostro essere stati “lavati dal Suo sangue e dal Suo Spirito.” Così ci è insegnato che il battesimo è una figura di rigenerazione, come se noi fossimo lavati nel sangue di Cristo, che Egli versò, sparse per noi col Suo sacrificio sulla croce e ci rinnovò con lo Spirito Santo. Così questi “vari battesimi” erano le ombre veterotestamentarie del “solo battesimo” neotestamentario (Efesini 4:5). Quindi, il Nuovo Testamento, ne possiamo essere sicuri, sarà in perfetta armonia con l’Antico Testamento appena esaminato.
Vari Battesimi che Esemplificano Un Battesimo
Secondo Ebrei 9:10 (nel greco), la dispensazione dell’Antico testamento e la sua forma di adorazione in connessione col primo tabernacolo consisteva di ordinanze esterne e di “vari battesimi,” che erano chiari tipi del “solo battesimo” del Nuovo Testamento. L’Antico Testamento, inoltre, rivela che questi battesimi erano lavaggi, o abluzioni, come le versioni italiane della Scrittura Diodati, Nuova Diodati e Nuova Riveduta correttamente traducono da Ebrei 9:10. Abbiamo considerato dieci passaggi nel pentateuco che mostrano che questi battesimi erano amministrati “immergendo in e aspergendo con acqua …” L’amministrazione del battesimo non è “o/o,” cioè o per immersione, o per aspersione con acqua, né è “sia/sia,” cioè, sia per immersione che per aspersione. Non ci sono due modi permissibili per il battesimo, né il battezzato, in questi battesimi, era immerso, mai. L’atto di immergere, o intingere, non era l’atto del battesimo, ma lo era invece l’atto di aspergere, o spruzzare, (o anche versare, in alcuni casi). I battesimi del vecchio patto erano effettuati ungendo con sangue, e versando olio sul capo. Il battesimo era anche effettuato quando le persone si lavavano cerimonialmente, si bagnavano, purificavano e pulivano.
Nessuno mette in dubbio seriamente il fatto che la circoncisione fosse un segno del patto di Dio. La circoncisione, inoltre, rivelava chiaramente chi apparteneva al patto di Dio, cioè, i veri Israeliti (Romani 2:28-29) e la loro discendenza.
Ma anche questi vari lavaggi e battesimi erano segni del patto di Dio, e di certo niente altro oltre a questo o meno di questo, ed essi rivelano che i bambini non meno che i genitori appartengono al patto di Dio. Ciò significa che essi come i genitori vi sono inclusi ed accolti nel Suo amore eterno. Ciò è chiaro da Deuteronomio 29:9-17, dove il patto è detto includere “i vostri capi, le vostre tribù, i vostri anziani, i vostri ufficiali, tutti gli uomini d’Israele, i vostri bambini, le vostre mogli e lo straniero che è in mezzo al tuo accampamento, da colui che spacca la tua legna a colui che attinge la tua acqua, per entrare nel patto dell’Eterno, il tuo DIO, e nel suo giuramento che l’Eterno, il tuo DIO, fa oggi con te, per stabilirti oggi come suo popolo e per essere tuo DIO.” Il popolo del patto è chiaramente identificato come “la discendenza di Abraamo,” “tutto Giuda con i loro piccoli, le loro mogli e i loro bambini” (II Cronache 20:7, 13).
Noi sappiamo dal Nuovo Testamento che passando attraverso il Mar Rosso, gli israeliti furono battezzati. Essi furono anche battezzati nel deserto, e ciò come famiglie. Un battesimo di famiglia ebbe luogo in una terra desolata, quando “i cieli stillarono acqua alla presenza di DIO, lo stesso Sinai tremò alla presenza di DIO, al DIO d’Israele. Tu hai riversato un’abbondante pioggia o DIO, e hai ridato vigore alla tua eredità. Il tuo gregge vi trovò una dimora” (Salmo 68:6-10). Le famiglie di Israele, attraverso una pioggia nel deserto, furono battezzati e dimorarono (vissero) in quel battesimo, proprio come noi ora nel nostro. Riferendosi al battesimo che ebbe luogo nell’attraversare il Mar Rosso il salmista loda Dio che Egli ebbe in questo modo redento il Suo popolo. Poi egli dice: “le acque ti videro o Dio, e furono spaventate … le nuvole versarono acqua, i cieli mandarono un suono, le tue frecce guizzarono … tu conducesti il tuo popolo come un gregge” (Salmo 77:14-20). Questo fa luce su I Corinzi 10:1-2, con implicazione perspicue e potenti.
Tuttavia questi vari battesimi puntavano tutti ad un solo battesimo, ancora da venire. “Questo lavaggio esterno con acqua” puntava al fatto, ora realizzato, del nostro essere stati “lavati dal sangue e dallo Spirito di Cristo.” Il battesimo è una realtà ed ha il segno della realtà. Il segno del battesimo reale è il lavaggio con acqua. Così che, il battesimo reale, meramente significato con acqua, è attualmente e soltanto quello col sangue e lo Spirito di Cristo. Questo unico battesimo, allora ancora da venire, era continuamente posto davanti alle menti del popolo di Dio, specialmente dai profeti. Abbiamo una profezia intorno a ciò, primo, in Proverbi 1:23: “Volgetevi alla mia riprensione; ecco, io verserò il mio Spirito su di voi e vi farò conoscere le mie parole.” Secondo, Isaia profetizzò che Israele avrebbe avuto problemi nel suo cuore “finché su di noi sia sparso lo Spirito dall’alto” (32:15). Terzo, attraverso Isaia il Signore promise: “Poiché io spanderò acqua sull’assetato e ruscelli sulla terra arida; spanderò il mio Spirito sulla tua progenie, e la mia benedizione sui tuoi discendenti” (44:3). Quarto, “Stillate, o cieli, dall’alto e le nuvole facciano piovere la giustizia. Si apra la terra, produca la salvezza e faccia germogliare insieme la giustizia” (45:8). Quinto, è anche profetizzato come Cristo stesso sarebbe stato il battezzatore, e come Egli avrebbe effettuato il Suo battesimo: “Così egli aspergerà molte nazioni” (52:15). Ciò fu adempiuto nell’esecuzione della Sua grande commissione: “Andate (lett. “essendo andati”), fate discepoli di tutte le nazioni, battezzandoli ed insegnando loro …” Sesto, Dio attraverso Ezechiele promise: “Spanderò quindi su di voi acqua pura e sarete puri; vi purificherò da tutte le vostre impurità e da tutti i vostri idoli. Metterò dentro di voi il mio Spirito …” (36:25, 27). Settimo, nella visione il Signore parla del battesimo promesso: “spanderò il mio Spirito sulla casa d’Israele” (39:29). Ottavo, ad Israele fu insegnato che questo battesimo promesso includeva non soltanto “il popolo, la congregazione, gli anziani, i sacerdoti ed i ministri, ma i bambini, quelli che poppano dal seno materno,” così che tutti essi, inclusi gli infanti della congregazione, erano “la tua eredità.” Ad essi era rivolta la promessa: “Io spanderò il mio Spirito su ogni carne,” inclusi figli e figlie. “In quei giorni io spanderò il mio Spirito” (Gioele 2:16-17, 28-29). Nono, “Io spanderò sulla casa di Davide, e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia …” (Zaccaria 12:10). Si vede, dunque, quanto severo il Catechismo di Heidelberg è sul battesimo. E’ piuttosto concorde con la Legge, i Profeti ed i Salmi.
Il tema che stiamo trattando è: “Il Battesimo col Sangue e lo Spirito di Cristo” (CdH, D. 70). Sotto questo titolo vi sono le seguenti divisioni: I. L’Antico Testamento sui Vari Battesimi, e II. Il Nuovo Testamento sul Solo Battesimo. Ciò ci porta al punto in cui consideriamo il battesimo alla luce del Nuovo Testamento. Accanto alla bellissima espressione sulla dottrina del battesimo nel Catechismo di Heidelberg, sopra messa in evidenza, ne abbiamo una altrettanto bella nella Confessione di Fede Belga: “il nostro grazioso Dio e Padre ha comandato a tutti quelli che sono Suoi di essere battezzati con acqua pura … significando per noi che come l’acqua lava via la sporcizia del corpo quando essa è versata su di esso, ed è visto sul corpo del battezzato quando aspersa su di lui, così il sangue di Cristo, per la potenza dello Spirito Santo, asperge internamente l’anima, la purifica dai suoi peccati, e ci rigenera da figli d’ira a figli di Dio. Non che questo sia effettuato dall’acqua esterna, ma per mezzo dell’aspersione del prezioso sangue del Figlio di Dio, che è il nostro Mar Rosso, per mezzo del quale dobbiamo passare per sfuggire alla tirannia di Faraone, che è il diavolo … Quindi, il nostro Signore lava, purifica, e il purga le nostre anime da tutta la sporcizia … Né questo battesimo ci vale solo al tempo quando l’acqua è versata su noi e ricevuta da noi, ma anche per tutto il corso della nostra vita” (Art. 34).
Quando si considera il battesimo per come è insegnato nel Nuovo Testamento, ci si può aspettare che la dottrina del Nuovo Testamento sia in perfetta armonia con quanto abbiamo già visto nel suo contesto ed esemplificazione veterotestamentaria. Semplicemente, non potrebbe essere altrimenti! Secondo il Nuovo Testamento, ci furono due grandi vittorie storiche che erano battesimi tipici, prefigurazioni del battesimo col sangue (Marco 10:38) e lo Spirito di Cristo. Questi eventi furono il Diluvio (I Pietro 3:21) ed il passaggio attraverso il Mar Rosso (I Corinzi 10:1-2). Col Diluvio ci fu un battesimo della chiesa in forma seminale, il battesimo di una famiglia, e questo sulla base della fede di Genesi 7:1, che ora consideriamo. In questo esempio, non ci poteva essere insegnato in un modo più chiaro che anche se “il mondo degli empi” (II Pietro 2:5) fu immerso, esso non fu battezzato, e che anche se Noè e la sua famiglia furono battezzati, essi non furono immersi. Paolo, scrivendo dell’altra vittoria battesimale, afferma: “tutti i nostri padri furono sotto la nuvola,” ma non al di sotto di essa, perché la nuvola era alle loro spalle, separandoli dagli Egiziani. Essi furono sotto la nuvola nel senso che furono sotto il dominio della sua Presenza, sotto la guida delle Facce, Persone che dimoravano nella nuvola. “E tutti passarono attraverso il mare,” certamente non sotto il mare, e nemmeno nel mare, come vedremo, perché essi passarono attraverso il mare prosciugato, su terra asciutta. Essi “furono tutti battezzati in Mosè,” cioè in riferimento a Mosè, che come un tipo di Cristo li condusse attraverso il Mar Rosso nella Sua potenza redentrice. Essi furono battezzati “nella nuvola e nel mare.” La preposizione greca è en, usata col dativo. Essa è propriamente tradotta in quando è un dativo di luogo, come “nel Giordano.” Ma quando è un dativo di mezzo, indicante strumentalità, essa è propriamente tradotta con. Quindi il verso deve essere tradotto così: “essi furono battezzati con la nuvola e con il mare.” E così è nel Nuovo Testamento greco. Una versione della Bibbia olandese, riporta esattamente il significato letterale del Nuovo Testamento greco, ma quella tedesca lo traduce correttamente con “mit der wolche and mit der meer,” cioè, “con la nuvola e con il mare.” Non è il luogo, ma il mezzo del battesimo di cui qui si parla. Secondo il testo essi non furono né nella nuvola né nel mare. Essi furono sotto (nel senso prima chiarito) la nuvola e attraverso il mare. Qui avvenne il battesimo di una nazione, una delle molte nazioni a cui si fa riferimento in Isaia 52:15. Gli Egiziani furono immersi, ma non battezzati, mentre gli Israeliti furono battezzati, ma non immersi. Secondo la Scrittura, c’è una gran bella differenza tra l’immersione ed il battesimo.
Il Nuovo Testamento registra undici casi di battesimo, esattamente in Matteo 3, Atti 2, 8-9, 11, 16, 18-19, e I Corinzi 1. E’ particolarmente significativo notare che cinque di questi casi furono battesimi di famiglie, quella di Cornelio, Lidia, il carceriere di Filippi, Crispo e Stefano. Possiamo introdurre a questo punto, anche se può essere argomentato, contro la nostra posizione, che non c’erano infanti in queste famiglie, la domanda: come mai quelli che dicono questo non praticano il battesimo di famiglie? Continuando, tra questi undici casi di battesimo, tre di essi erano puramente battesimi individuali, e la ragione ovvia è che essi erano il battesimo di Gesù, di Paolo e di un eunuco etiope.
Il Modo del Solo Battesimo
Vi erano “vari battesimi” nella dispensazione dell’Antico Testamento. Il Diluvio fu, per la famiglia di Noè, un battesimo; così, per la congregazione di Israele, il passaggio attraverso il Mar Rosso e le nuvole che versarono acqua sull’eredità del Signore nel deserto furono battesimi. Questi battesimi erano delle prime figure poi perpetrate nelle frequenti profezie dello spargimento dello Spirito. Il soggetto, per come anche è trattato negli standard riformati, è chiaramente definito sia riguardo al modo che al soggetto. Il modo vi è espresso con termini quali “versato” e “asperso,” implicando anche i termini che li accompagnano, esprimendone il significato, e cioè “purgare,” “pulire,” “purificare,” ed “essere lavati col sangue e lo Spirito di Cristo.” I casi di battesimi veri e propri nel Nuovo Testamento sono undici, e non sono in conflitto con questa interpretazione, ma anzi provano se stessi essere irremovibilmente in accordo con essa.
Il battesimo del Signore è il primo caso registrato nel Nuovo Testamento. Comunemente si assume che fu per immersione. Ma se procediamo sulla base di quanto abbiamo già trovato nella nostra investigazione del Vecchio Testamento, e crediamo nell’unità dei due testamenti, diremmo che questo deve essere impossibile. L’Antico Testamento non permette questa veduta. Ma tuttavia una lettura superficiale del racconto di Matteo potrebbe condurre qualcuno a presupporre l’immersione, come anche un fallimento nell’interpretare il passaggio condurrebbe ad un tale errore. Uno potrebbe appigliarsi ad una inaccuratezza minore nella nostra confessione e quindi giungere a supporre questo. L’ultima affermazione non è fatta per sedere in giudizio dei padri riformati e delle loro espressioni confessionali altamente stimate. E’ per suggerire un’affermazione più accurata. Questo è lo sviluppo della verità, cioè, una più accurata definizione di essa. Quindi, quando la Confessione (Art. 9) dice: “il Figlio fu visto nell’acqua,” sarebbe più accurato dire che fu visto “all’acqua,” “presso l’acqua.” Ciò è specialmente vero quando si comprende l’uso proprio delle preposizioni nel Nuovo Testamento greco. Lo stesso articolo nella Confessione afferma anche che “il nostro Signore fu battezzato nel Giordano.” Questo è supportato da Marco 1:9. Ma non segue necessariamente dal Suo essere battezzato in una certa area del fiume che Egli “fu visto nell’acqua.” Che fu realmente visto nell’acqua non è né una testimonianza oculare né un’affermazione della Scrittura, nè esplicita e nè implicita. Nessuno può provare che Egli fu nell’acqua, figuriamoci “visto nell’acqua.” Giovanni dice che egli vide lo Spirito discendere su di Lui. Solo da questo, e cioè dalla maniera con la quale fu battezzato con lo Spirito Santo, potrebbe essere legittimamente concluso che anche l’acqua del battesimo fu vista discendere su di Lui. Perché c’è sempre qualcosa di perfettamente visibile in ogni caso di battesimo, e ciò è: “acqua … vista sul corpo del battezzato” (Art. 34), e perché Matteo in questo racconto dice non che essendo stato battezzato Egli “venne fuori dall’”acqua, ma che “salì,” che “venne dall’”acqua.
Qui, dunque, abbiamo due parole interessanti, la prima è apo, ovvero da (v. 16). In base a questo Gesù non fu affatto nell’acqua, ma presso l’acqua. Né è in alcun luogo detto nella Scrittura che fu battezzato in acqua, ma piuttosto con acqua. La differenza tra queste due preposizioni non soltanto deve essere mantenuta, ma anche apprezzata. La preposizione greca en o si riferisce al luogo o al mezzo. Quando si riferisce a luogo, come in Matteo 3:6, è propriamente tradotta in. Quando l’idea è quella di mezzo o strumento, allora è propriamente tradotta con. Le versioni Protestanti italiane, ad esclusione della Nuova Diodati, traducono correttamente “con acqua” e “con lo Spirito Santo” (3:11). In Marco denotano luogo: “Giovanni battezzò nel deserto,” “battezzò nel fiume Giordano.” In Marco 1:23 troviamo en tradotto correttamente due volte in tutte le versioni italiane: “nella (en) loro sinagoga … un uomo con (en) uno spirito immondo.” Egli era nella sinagoga, ma non nello spirito immondo, piuttosto lo spirito immondo era in lui! Troviamo anche: “facendolo sedere alla (en) sua destra nei (en) luoghi celesti” (Efesini 1:20), e: “si è posto a sedere alla (en) destra del trono di Dio.” E così, sarebbe meglio: “il Figlio fu visto presso l’/all’acqua.” La Confessione (Art. 9) menziona questo. La cosa importante che fu vista non fu il Figlio all’acqua, ma “acqua … vista sul corpo del battezzato …” (Art. 34).
L’altra parola interessante in Matteo 3 è katabainon, ovvero scendendo. Quando Gesù fu battezzato con lo Spirito Santo, lo Spirito fu visto scendere su di Lui, adempiendo la promessa: “Io spanderò il mio Spirito.” Certamente il battesimo del Signore con acqua deve essere perfettamente congruente al Suo battesimo con lo Spirito. Giovanni 1:31-33 prova questo punto. Secondo le versioni italiane della Bibbia, Matteo scrive che Gesù salì fuori dall’acqua, e Marco che Egli venne fuori dall’acqua. Matteo usa apo, “dall’”acqua, e Marco usa ek, anche propriamente, “dall’”acqua. Marco non può contraddire Matteo.
Ci si è appellati molto, inoltre, ad altre due preposizioni greche, ek ed eis, per supportare l’idea che significhino quasi esclusivamente fuori da e dentro, e questo per insegnare che il battezzato andò giù nell’acqua e venne fuori dall’acqua, e ciò nello stesso atto del battesimo. Ma quando si esamina l’uso di eis ed ek nella Scrittura, si trova qualcosa di diverso da questa pretesa. In Giovanni 20, Maria Maddalena viene “al (eis) sepolcro” e trova la piena rimossa “dal (ek) sepolcro.” Qui è chiaro che Maria venne al sepolcro, non dentro di esso, e che la pietra fu rimossa dalla tomba, ma non fuori da essa. Poi Pietro e Giovanni “vennero al (eis) sepolcro” e Giovanni “arrivò per primo al sepolcro … ma non vi entrò.” Essendo arrivato Pietro “entrò nel sepolcro … poi entrò l’altro discepolo” (vv. 1-8). Qui è dimostrata la distinzione tra “andare a, presso” e “andare dentro.” La parola stessa eis esprime mozione verso, come in Giovanni 20:1, 3-4. Per esprimere mozione dentro la preposizione è di solito sia prefissata al verbo che aggiunta dopo il verbo, come al verso 6, eiselthen eis (vedasi Atti 9:6, 8, 17; Matteo 18:3; Giovanni 3:5; Marco 2:1; Matteo 6:20). E dunque, Marco 1:10, 11 dovrebbe essere tradotto “venendo, salendo dall’ (ek) acqua,” e anche: “una voce venne dal (ek) cielo,” come in Giovanni 20:1, “dal (ek) sepolcro.”
Il prossimo caso di battesimo nel Nuovo Testamento è quello dei tremila nel giorno di Pentecoste. Mentre nel caso di Gesù il Suo battesimo con acqua (il simbolo) ebbe luogo prima del Suo battesimo con il Suo Spirito (la realtà), ai discepoli a Pentecoste accade esattamente il contrario. Essi prima ebbero l’esperienza del battesimo reale, poi ricevettero il battesimo simbolico. Che essi furono “tutti riempiti con lo Spirito Santo” (2:4) non significa che furono in qualche maniera posti nello Spirito, ma che lo Spirito fu posto in loro (Ezechiele 36:27). Lo Spirito venne su di loro, apparendo come lingue di fuoco ognuna posantesi “su ognuno di loro.” In questo modo la chiesa fu “battezzata con lo Spirito Santo” (Atti 1:5). Quindi Pietro comandò loro di essere battezzati con acqua, e quindi vi fu anche quest’altro battesimo (2:38, 41). Sul modo in cui fu effettuato non c’è dubbio. Che il modo del battesimo non possa essere determinato da questi casi di battesimo è una contenzione che non può essere sostenuta alla luce di Atti 1:5, 8; 2:3-4, 17-18, 33, 38f. Pietro spiega il battesimo soprannaturale con lo Spirito nelle parole: “dice Dio, ‘Io spanderò il mio Spirito su ogni carne,’ e, “In quei giorni io spanderò il mio Spirito’.” Dio attraverso Cristo “ha sparso” (o “versato,” la stessa parola dei versi 17 e 18) lo Spirito. Quando Pietro pronunciò questa esortazione: “Ravvedetevi e siate battezzati” ed “essi furono battezzati” (v. 41), non potrebbe essere stato effettuato in qualsiasi altra maniera che quella graficamente delineataci in questo intero contesto, e come anche in ogni luogo dove si trova la promessa dello Spirito che viene sparso.
Il prossimo caso è il battesimo delle persone in Samaria (Atti 8:12-16). E’ notevole, quanto meno, che qui abbiamo un battesimo ma non è menzionata l’acqua, e tuttavia è indicato il modo (8:16)! Segue poi il battesimo dell’eunuco etiope. Specialmente i versi 38 e 39 devono essere certamente enfatizzati. Voglio richiamare l’attenzione su “giù nell’acqua … fuori dall’acqua.” La domanda è: chi fece esperienza di questa azione? Inoltre, cosa viene prima nel racconto, l’azione di andare giù o quella di venire fuori? In risposta, noi facciamo notare che Filippo, come comandato, si unì all’eunuco mentre stava viaggiando su un carro nel deserto. Procedendo di fianco al veicolo, egli udì l’uomo che leggeva ad alta voce la profezia di Isaia. Continuando a camminare accanto al carro che avanzava a passo d’uomo, Filippo salutò l’uomo con l’improvviso: “Ma (ara) stai comprendendo quanto leggi?” (greco) Allora l’uomo “volle che Filippo salisse sul carro e sedesse accanto a lui.” Quindi Filippo lo istruì riguardo alla Scrittura che stava leggendo, Isaia 53. E’ probabile che Filippo gli diede qualche spiegazione anche sul contesto immediatamente precedente (52:13-15) perché, siccome l’uomo richiese il battesimo, noi naturalmente penseremmo che si stia facendo riferimento al battesimo di Isaia 52:15: “Così egli aspergerà molte nazioni.” Filippo accolse la richiesta, l’uomo “comandò che il carro si fermasse, ed entrambi andarono giù nell’acqua, sia Filippo che l’eunuco, ed egli lo battezzò. E quando essi vennero fuori dall’acqua lo Spirito del Signore portò via Filippo.” Qui accaddero tre cose: 1. entrambi andarono giù nell’acqua, sia Filippo che l’eunuco; 2. egli lo battezzò; 3. entrambi vennero fuori dall’acqua. Deve essere attentamente notato che l’andare giù nell’acqua e il venirne fuori non costituiscono il battesimo. Il battesimo ebbe luogo tra l’andare giù ed il venirne fuori. Siccome l’andare giù ed il venirne fuori sono riferiti ad entrambi gli uomini, le parole non possono implicare immersione, perchè Filippo ovviamente non immerse se stesso insieme all’eunuco. Quell’andare giù entrambi, sia Filippo che l’eunuco, quell’azione, li vede scendere dal carro dove poi sono immediatamente a confronto con l’acqua.
Eis non è sempre tradotto dentro. In Matteo 12:41 si legge: “essi si ravvidero alla (eis) predicazione di Giona,” e in Marco 5:19 è affermato: “Va a casa dai (eis) tuoi amici.” “Andò al (eis) sepolcro … cadde ai (eis) Suoi piedi … Gesù … venne al (eis) sepolcro” (Giov. 11:31-32, 38). Si veda anche di nuovo Giovanni 20:1, 3-4, 8. Per quanto riguarda “fuori dall’ (ek) acqua,” confronta con Giovanni 13:4: “si levò da (ek) tavola” e “Maria … vide la pietra rimossa dal (ek) sepolcro” (20:1). La pietra, non essendo nel, dentro il sepolcro, si trovava adagiata avanti ad esso, non necessitava di essere rimossa fuori da esso, ma semplicemente da esso. Entrambi Filippo e l’eunuco andarono giù presso l’acqua, all’acqua, si fermarono presso di essa, dove il battesimo fu effettuato, e poi vennero su dall’acqua (dal luogo dove c’era l’acqua). Una sana esegesi non vede nessuno dei due necessariamente nell’acqua.
Il Modo del Battesimo Stabilito
Fino ad ora abbiamo mostrato e provato che vi erano molti battesimo nell’Antico Testamento, e tutti, ognuno di essi, erano per aspersione e versamento. Nessuno per immersione. E’ stato anche mostrato che la parola “intingere,” correlata ad “aspergere” non è mai, in tale connessione: “intingere o aspergere,” ma in quest’altra: “intingere e aspergere.” Dieci istanze di questa azione mostrano che l’intinzione non era il battesimo, ma che essa era invece strumentale al battezzare per aspersione. Qualsiasi intinzione ci fosse, non avveniva al battezzato. E’ stato anche mostrato che sempre, in tutte le dispensazione del patto di Dio, i genitori credenti ed i loro infanti eletti erano inclusi in esso. I profeti, durante tutta quella dispensazione, proclamano il battesimo con lo Spirito nella promessa che Dio avrebbe sparso il Suo Spirito su ogni carne, inclusi i lattanti. La dottrina neotestamentaria è in armonia con tutto questo, e distingue nettamente l’immersione ed il battesimo. Ciò che ci premeva stabilire, durante tutto questo studio, è ora espresso nella parola “Stabilito,” e la usiamo nel senso di “senza dubbio alcuno.”
Continuando coi casi di battesimo registrati nel Nuovo Testamento, diamo uno sguardo adesso al battesimo di Paolo. In Atti 9:18 leggiamo: “Ed immediatamente caddero dai suoi occhi come delle squame, e riacquistò la vista, si alzò e fu battezzato. E quando ebbe preso cibo, fu fortificato.” Questo breve, conciso racconto non suggerisce minimamente che Paolo si cambiò i vestiti, non fa menzione del suo recarsi, insieme ad Anania, in qualche luogo al di fuori della casa, né un andare giù o venire su, nessuna menzione dei fiumi Abana o Parpar. Il suo alzarsi, pensò John Gill, è dovuto al suo dover andare fuori per essere immerso, perché non era necessario alzarsi per essere battezzato per aspersione o versamento. Ma a Paolo fu comandato di alzarsi per essere battezzato, e “lavare via i peccati” (Atti 22:16). Il testo è abbastanza chiaro. L’originale greco nel testo comunemente ricevuto rivela ad un primo sguardo, in modo semplice, la struttura grammaticale: “Ed immediatamente qualcosa come squame caddero dai suoi occhi. Egli ricuperò la vista sul momento! Ed essendosi alzato, fu battezzato; ed avendo preso cibo, fu fortificato.” I due participi nell’ultima affermazione non descrivono un atto preparatorio al battesimo, come l’andare fuori presso un fiume, ma come, in che maniera, fu battezzato, e come fu fortificato. Il significato è: “Essendosi alzato e stando in piedi, fu battezzato, e prendendo del cibo e mangiandone fu fortificato.” Proprio come fu fortificato mentre e proprio dove mangiava, così fu battezzato dove egli si alzò e rimase in piedi (Atti 5:17). Non c’è niente nel testo come “essendosi alzato, egli fu portato fuori all’Abana ed immerso.” Questa sarebbe eisegesi, non esegesi.
Poi abbiamo il caso del battesimo di Cornelio (Atti 10:44-48; 11:15-17). La domanda che facciamo è questa: “Questo caso di battesimo fa qualche luce sul modo del battesimo?” Vediamo, notando l’enfasi che vi aggiungiamo. “Mentre Pietro stava ancora dicendo queste parole, lo Spirito Santo cadde su tutti quelli che ascoltavano la parola. E quelli della circoncisione, che erano venuti con Pietro, che credevano erano meravigliati, perché anche sui gentili era sparso il dono dello Spirito Santo … Poi Pietro rispose: ‘Può qualcuno vietare l’acqua a queste persone che hanno ricevuto lo Spirito Santo proprio come noi, affinchè non siano battezzate?’ Ed egli ordinò che fossero battezzati nel nome del Signore … E come cominciai a parlare lo Spirito Santo cadde su loro, come su noi al principio. Allora mi ricordai della parola del Signore, come egli disse: ‘Giovanni vi battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo.’” Dopo aver letto questo, non è piuttosto naturale, e per niente sorprendente, concordare col fatto che il passaggio sembra gettare luce sull’argomento? Dopo tutto, cosa fu che suggerì a Pietro che questi Gentili dovessero essere battezzati? Perché fu semplicemente il fatto che anche essi avevano ricevuto lo Spirito Santo? Quale fu la maniera in cui Lo ricevettero? Egli cadde su di loro e fu sparso su di loro. Quando Pietro vide lo spargimento e il cadere dello Spirito su di loro, vide che il battesimo con lo Spirito era il battesimo reale (di cui il battesimo con acqua è il segno), e questo fu effettuato per versamento! Questo spargimento dello Spirito sulle persone suggerì alla mente di Pietro il battesimo di Giovanni. Notevole! Forse che quel versamento dello Spirito suggerirebbe il battesimo di Giovanni alla mente di un immersionista? Come battezzava Giovanni? E come furono battezzati queste persone, dopo che Pietro comandò che lo fossero? Potrebbe essere stato in qualche altra maniera che non fosse in armonia con lo spargimento e la caduta dello Spirito su loro?
I casi rimanenti sono i battesimi delle famiglie, tranne uno, che riguarda qualche discepolo di Giovanni il Battista. Del carceriere di Filippi è detto che “fu battezzato lui con tutti i suoi, immediatamente.” L’ultima parola significa sul momento, all’istante! E non in qualche posto fuori della prigione, ma proprio lì dov’era, il carceriere fu battezzato sul momento. La Scrittura insegna chiaramente l’unità del modo e dell’azione del battesimo. Quello che è vero in connessione con lo Spirito Santo deve essere vero anche del battesimo con acqua. Nella Scrittura non si trovano modi differenti di battesimo. Come potrebbe essere il battesimo con lo Spirito Santo effettuato in un modo, e quello con l’acqua in un altro modo? Il battesimo con lo Spirito Santo era effettuato per mezzo dello spargimento, il versamento, la caduta dello Spirito. Niente è più positivamente chiaro nella Scrittura che il battesimo significa il lavaggio dei nostri peccati per mezzo dell’aspersione del sangue di Cristo e lo spargimento del Suo Spirito, o la purificazione dell’anima dal peccato per mezzo del Suo sangue, e la rigenerazione del cuore per mezzo del Suo Spirito.
Vi sono undici casi di battesimo nel Nuovo Testamento, tre sono di individui singoli senza bambini—Gesù, l’eunuco etiope e Paolo—altri tre includono i discepoli di Giovanni, i credenti a Pentecoste e i convertiti di Samaria. I rimanenti cinque furono battesimi di famiglie. Siccome a Pentecoste la promessa fu fatta alle famiglie di Israele ad i loro bambini (Atti 2:39), in quel caso oltre metà dei casi furono battesimi di famiglie. Questo dato in sé è significativo. E se non potessimo provare che in queste famiglie vi erano bambini? Nessuno può provare che non ve ne fossero. Nessuno proverà sulla base di essi che il modo è l’immersione. Ma se l’immersionista non può provare il suo modo da queste istanze di battesimo, come supporterà la sua posizione sull’immersione? In nessun modo. Egli ha bisogno di questi casi, per la sua “prova.” Ma l’eliminazione di undici casi dal dibattito non annulla l’argomento per il modo dell’aspersione o versamento. Quello resta intatto. Questa argomentazione non ha bisogno di queste undici istanze perché sopravviva. Come abbiamo già notato, c’è abbondanza di supporto nella Scrittura altrove. Ma se si crede nell’unità, continuità e perpetuità del patto, non si avrà bisogno di prove esplicite che gli infanti erano battezzati insieme ai genitori cristiani, come nei giorni antichi del popolo del patto.
Poi c’è il passaggio a cui ci si rifà per supportare la “teoria battesimale del seppellimento,” e cioè Romani 6:3-4 (cf. Col. 2:12), che dice: “Ignorate voi, che noi tutti che siamo stati battezzati in Gesù Cristo, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita.” L’originale potrebbe essere anche reso così: “O siete voi ignoranti del fatto che tutti quelli che furono battezzati in Cristo Gesù, nella morte di Lui furono battezzati? Noi fummo seppelliti, quindi, insieme con Lui attraverso il battesimo nella morte …” Paolo qui non sta certamente prendendo in considerazione il battesimo con acqua, un’idea che non tiene conto del reale significato del passaggio. Qui l’argomento è: “L’Incorporazione Oggettiva dell’intera Chiesa in Cristo” nella Sua crocifissione, morte, seppellimento e risurrezione. L’intera chiesa eletta è vista nella sua identificazione con Cristo crocifisso, morto, seppellito e risuscitato. Essi tutti furono battezzati in Cristo Gesù. Fu un battesimo nella Sua morte. Non può essere più chiaro il fatto che la Sua morte fu un battesimo di sangue (cf. Matteo 20:22-23; Marco 19:38-39; Luca 12:50 con Luca 22:20). Quando Egli morì, noi fummo incorporati, identificati con Lui, così che il fatto compiuto una volta per tutte è: “Noi morimmo! Noi fummo seppelliti!” (Si notino i tempi dei verbi.) Quando ciò accadde è perfettamente chiaro. Noi morimmo con Lui alla Croce. Noi fummo uniti con Lui in tutti i Suoi atti redentivi. La nostra posizione, quindi, è una di identificazione con Cristo. Noi fummo, quindi, posizionalmente seppelliti insieme con Lui attraverso il battesimo, cioè, il vero, storico battesimo, di cui il battesimo d’acqua è il segno. E’ un fatto del tutto già realizzato per la chiesa attraverso il battesimo (c’è soltanto il “solo battesimo”) nella morte (c’è soltanto una morte espiatoria). E così, dunque, Paolo qui scrisse non del battesimo d’acqua individuale, nemmeno della rigenerazione, ma del battesimo corporativo nella morte. L’obiettivo delle parole di Paolo non è mostrare che i cristiani dovrebbero camminare in novità di vita perché essi risuscitarono figurativamente da una tomba d’acqua in un rituale simbolico, ma piuttosto perché essi risuscitarono dalla tomba passando per mezzo della morte spiritualmente, oggettivamente, storicamente, unitamente a, corporativamente, e rappresentativamente. Qui non si parla affatto del modo, ed introdurlo è indebolire l’idea della nostra identità corporativa con Cristo, centrale e importantissima nel passaggio. Noi fummo seppelliti con Lui nel battesimo nella morte. Pietro descrive quel battesimo quando parla di esso come “l’aspersione del sangue di Gesù Cristo” (I Pietro 1:2) e lo spargimento del Suo Spirito (Atti 2:17-18). Il battesimo è un simbolo, non di morte, ma di VITA.
Il battesimo fu sempre per aspersione o versamento. I “vari battesimi” dell’antico patto furono sempre effettuati con acqua, non in acqua, perché l’acqua era aspersa o versata sul corpo, e mai invece il corpo immerso nell’acqua. Il nuovo patto, non conosce niente di diverso, e possiede la reale purificazione dal peccato nel sangue dell’Agnello (Ebrei 10:22; 12:24) rappresentata nel battesimo per aspersione. Inoltre, il Signore ci ha dato un modo per il battesimo simbolico che corrisponde perfettamente al modo del battesimo reale. Questo lo abbiamo provato.
Voglia il Signore usare questo studio per liberare dal fraintendimento e dall’errore, ed illuminare e benedire, il serio studente della Parola di Dio!