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Patrizio Missionario in Irlanda

Prof. Herman Hanko

  

Introduzione

Nostro Signore assegnò alla chiesa il suo compito quando, poco prima della sua ascensione al cielo, disse ai suoi discepoli: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8). La prima storia della chiesa di Cristo è una storia emozionante e commovente della sua impresa missionaria. Le Scritture stesse registrano per noi come il Vangelo fu portato in Giudea, Samaria e nell’intero mondo mediterraneo, con il risultato che la chiesa fu stabilita in ogni parte dell’Impero Romano. I primi annali della chiesa ci forniscono informazioni di coraggiosi missionari che si spostarono oltre il mondo mediterraneo nell’Europa più oscura per portare la parola di Dio alle numerose tribù barbare che si erano spostate in Europa e vi si erano stabilite.

Attraverso le fatiche della chiesa, tutta l’Europa fu cristianizzata, così che fu cambiata dal più oscuro paganesimo per diventare la culla del cristianesimo moderno. Anche se l’opera si estese per molti secoli, ebbe i suoi umili inizi per la causa del Vangelo.

Questa è la storia di uno di questi missionari: Patrizio, missionario in Irlanda.

  

Primi anni di vita

Non si sa molto della vita di Patrizio; anzi, molti sono i miti che si sono sviluppati nel corso degli anni sulle sue imprese. Ciò che è certo è ciò che lui stesso ha scritto nelle sue Confessioni. Egli nacque in Gran Bretagna intorno all’anno 389.

Anche se il luogo preciso della sua nascita non è noto, egli nacque in un piccolo villaggio da qualche parte sulla costa occidentale della Gran Bretagna, al di là del mare d’Irlanda.

Al tempo della nascita di Patrizio, il cristianesimo era già arrivato in Britannia, probabilmente attraverso i soldati cristiani dell’esercito romano, perché la Britannia costituiva il confine più settentrionale dell’Impero Romano. I Romani erano riusciti a stabilire nel sud della Gran Bretagna una civiltà piuttosto avanzata, e grazie alla diffusione del cristianesimo molti in Gran Bretagna erano diventati cristiani. All’interno della sfera di influenza del controllo romano, nacque Patrizio.

Patrizio ci dice nelle sue Confessioni che suo padre, Calpornus, era un diacono e un magistrato locale, e suo nonno era un sacerdote della chiesa di quel tempo. Egli ricevette una certa istruzione cristiana, anche se lascia l’impressione che questa istruzione fosse scarsa e insoddisfacente. Apprese i rudimenti della fede cristiana, ma la vera fede in Dio non aveva ancora trovato posto nel suo cuore. Quando Patrizio aveva sedici anni, una tragedia colpì la sua casa.

Predoni dall’altra parte del mare d’Irlanda – barbari rozzi e ignoranti – razziarono la costa dove viveva Patrizio. Possiamo solo immaginare la sofferenza e il dolore che fu la sorte degli abitanti quando migliaia di giovani, compreso Patrizio, furono catturati e venduti come schiavi in Irlanda. Nella provvidenza di Dio, tuttavia, questa prigionia, che durò circa sei anni, doveva essere la preparazione di Patrizio per la sua grande opera di missionario presso gli irlandesi. Egli fu venduto a un contadino che gli assegnò il compito di occuparsi del bestiame. Fu durante questo periodo di solitudine e sofferenza che Patrizio si convertì. Egli stesso ne parla.

Dopo il mio arrivo in Irlanda, ogni giorno davo da mangiare al bestiame, e spesso pregavo durante il giorno; e sempre più l’amore e il timore di Dio ardevano, e la mia fede e il mio spirito si rafforzavano, così che in un giorno ho recitato fino a cento preghiere, e quasi altrettante nella notte.

Anche se il tempo trascorso lì, nella solitudine e nel dolore, fu un periodo di sofferenza, diede a Patrizio una conoscenza della lingua irlandese allora in uso, ed instillò nel suo cuore un amore per questa gente rozza e pagana tra cui era costretto a vivere. Dopo sei anni di prigionia, fuggì dal suo padrone e, dopo un pericoloso viaggio per terra e per mare, arrivò sano e salvo in Gran Bretagna. Egli parla della sua prigionia come di un’interruzione della sua educazione, che ora perseguiva con una certa diligenza.

   

Lavoro Missionario

Patrizio non poteva sfuggire al pensiero degli irlandesi da cui era fuggito. Considerava l’Irlanda in cui era stato schiavo come il punto più a ovest che si potesse raggiungere e ai confini del mondo. Nella sua “Lettera a Coroticus” dichiarò di essere stato “predestinato a predicare il Vangelo fino ai confini del mondo”.

Egli promise di non lasciare mai il popolo che il Signore aveva “acquistato agli estremi confini della terra”. Riferendosi a Matteo 28:19, 20, Patrizio vide “la sua opera come il completamento dell’espansione della Fede iniziata dagli Apostoli, che sarà seguita dalla venuta della fine. Egli rende grazie a Dio, che ascoltò la sua preghiera, così che… ‘negli ultimi tempi’ egli intraprese ‘un’opera così santa e meravigliosa, imitando coloro che furono mandati a predicare il Vangelo per una testimonianza a tutte le nazioni prima della fine del mondo… Il Vangelo fu predicato dove oltre non c’è più
nessuno’”.

Fu l’ardente desiderio di Patrizio di portare il vangelo agli irlandesi che probabilmente è la ragione del sogno che dice di aver avuto in cui vide un uomo che gli consegnò alcune lettere che includevano la supplica: “Santo ragazzo, ti stiamo chiedendo di tornare a casa e camminare di nuovo tra noi”. Egli considerò questa come una chiamata di Dio.

Per questo motivo Patrizio entrò nel ministero della chiesa e fu ordinato vescovo e apostolo dell’Irlanda nel 432.

Trascorse i successivi trent’anni della sua vita lavorando nella terra della sua prigionia. Trovò un’Irlanda “incontaminata dalla cultura romana che aveva contribuito a plasmare la società britannica in cui Patrizio era nato. Gli irlandesi non avevano città; il loro ordine sociale primario era la tribù, o famiglia allargata. Allevavano il bestiame, vivevano in case di legno e paglia e si riparavano in fortini, per lo più di legno, durante le incursioni e le guerre. Le loro vite erano piene di superstizione e magia, presiedute da sacerdoti druidi che erano i principali oppositori del cristianesimo irlandese”.

Era un lavoro difficile, pieno di pericoli e difficoltà. Gli avversari di Patrizio erano molti ed il popolo totalmente pagano. Eppure, il Signore si compiacque di benedire quest’opera, e migliaia di persone furono portate alla fede. La maggior parte del suo lavoro fu fatto nell’Irlanda del Nord, quella parte dell’isola che ora si chiama Ulster. Il centro delle sue opere era Armagh, e da lì il Vangelo si diffuse. Nelle sue Confessioni Patrizio scrisse:

Sono grandemente debitore a Dio, che mi ha concesso così ampiamente la sua grazia, al punto che moltitudini sono nate di nuovo a Dio attraverso di me. Gli irlandesi, che non avevano mai avuto la conoscenza di Dio e adoravano solo idoli e cose impure, ultimamente sono diventati il popolo del Signore e sono chiamati figli di Dio.

Mentre senza dubbio l’opera di Patrizio fu riccamente benedetta da Dio, molte strane tradizioni e storie sono state intessute nella storia della sua vita. Si dice che abbia convertito tutti i capitribù ed i bardi irlandesi. Si suppone che abbia fondato tra 365 e 700 chiese e consacrato 3.000 sacerdoti. Gli sono stati attribuiti persino dei miracoli: si dice che abbia guarito i ciechi, che abbia resuscitato nove persone dalla morte e che abbia espulso tutti i serpenti e le rane dell’isola. Ma egli stesso non rilascia tali dichiarazioni. Fanno parte della mitologia romana.

Tuttavia, gli scritti di Patrizio danno prova del fatto che era un devoto ed umile figlio di Dio. Una certa dolcezza di carattere traspare dai suoi scritti, e un’umiltà inconfondibile è evidente in essi. Non è mai stato un uomo molto istruito, e spesso si lamentava della sua mancanza di istruzione. In effetti, esitava a scrivere qualcosa perché il suo latino era così scarso. Ma proprio questa mancanza di istruzione gli dava una schiettezza di parola che, ancora oggi, è toccante.

Fu senza affettazione che iniziò la sua lettera a Coroticus: “Io Patrizio, un peccatore, molto male educato…” Questa lettera, in cui parla molto della sua vocazione e della sua fede, fu scritta a un certo re in Britannia che, pur professandosi cristiano, aveva sequestrato molti ragazzi e ragazze in Irlanda. La lettera fu scritta per scomunicare il re Coroticus fino a quando non si fosse pentito e avesse fatto ammenda per la sua cattiva azione.

 

Risultati delle sue opere

Patrizio stabilì un cristianesimo in Irlanda che fu lontano dal cristianesimo del cattolicesimo romano.

Fu ortodosso e biblico, essendo la Bibbia l’unico libro di Patrizio. Si trattava di un cristianesimo completamente indipendente da Roma e dall’influenza dei vescovi di Roma. Infatti, ci vollero diversi secoli prima che Roma riuscisse finalmente a portare la chiesa irlandese sotto il suo dominio papale. Fu l’inizio della chiesa in Irlanda, che continua fino ad oggi, anche se solo attraverso grandi lotte e persecuzioni. La data della morte di Patrizio non è nota, ma morì serenamente da qualche parte a cavallo tra il 461 e il 493.

Morì da fedele servitore del Signore e fu sepolto in una tomba sconosciuta in quell’Irlanda che amava.

Patrizio fu uno dei tanti uomini coraggiosi che sacrificarono tutto per portare la lucedel Vangelo nelle oscure regioni del paganesimo dove regnavano solo idolatria e superstizione. Egli è una nobile figura negli annali della chiamata missionaria della Chiesa ed è un’ispirazione per tutti coloro che sono chiamati da Dio a portare il vangelo fino alle estremità della terra.

Per altre risorse in italiano, clicca qui.

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