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I Tre Punti della Grazia Comune

(Con Brevi Risposte)

Robert Harbach

In un incontro sinodale della Christian Reformed Church (CRC), avuto inizio il 18 Giugno 1924 a Kalamazoo, Michigan (USA), dopo una lunga controversia, la CRC adottò quelli che vennero poi conosciuti come “I Tre Punti della Grazia Comune.”

Siccome alcuni ministri all’interno della CRC si rifiutarono di sottoscrivere quei “Tre Punti,” essi (con la maggioranza dei loro concistori) furono sospesi, oppure deposti dall’ufficio. Questo fu l’inizio delle Protestant Reformed Churches in America. Questi ministri, ed altri dopo di loro, scrissero delle risposte alla decisione che fu presa. A quel tempo, e fin da allora, le Protestant Reformed Churches hanno messo in guardia sul fatto che questi “Tre Punti” non soltanto erano contrari alla Scrittura e alle Confessioni Riformate, ma che servivano anche da ponte nel mondo e avrebbero fornito scuse per introdurre la mondanità nella chiesa.1

Citiamo qui i tre punti letteralmente (intervallati da alcune brevi risposte—N. d. T.):

Il Primo Punto:

Relativamente al primo punto, che concerne l’attitudine favorevole di Dio nei confronti dell’umanità in generale e non soltanto verso gli eletti, il Sinodo dichiara essere stabilito in accordo con la Scrittura e le Confessioni che, a parte la grazia salvifica di Dio mostrata solo a quelli che sono eletti a vita eterna, vi è anche un certo favore o grazia di Dio che Egli mostra alle Sue creature in generale. Ciò è evidente dai passaggi scritturali citati e dai Canoni di Dordrecht, II:5, e III/IV:8-9, che trattano dell’offerta generale del Vangelo; e d’altro canto è evidente anche dalle citazioni dagli scrittori Riformati del più fiorente periodo della Teologia Riformata che i nostri padri Riformati del passato hanno favorito questa veduta.

Prove Scritturali: Salmo 145:9; Matteo 5:44-45; Luca 6:35-36; Atti 14:16-17; I Timoteo 4:10; Romani 2:4; Ezechiele 33:11; Ezechiele 18:23.

Breve Risposta al Primo Punto della Grazia Comune:

A.  Nel primo punto, la Christian Reformed Church ha adottato due dogmi:

1.  Il primo possiamo chiamarlo il dogma della Grazia Comune. Esso insegna che Dio è grazioso verso tutti gli uomini nel conferire loro le cose del tempo presente, come pioggia e sole, e ogni cosa terrena. Questo è quanto il Sinodo intendeva quando parlava di una grazia di Dio verso “le Sue creature in generale.”

2.  Il secondo possiamo chiamarlo il dogma della Grazia Universale. Secondo quest’ultimo, Dio è grazioso nella predicazione del vangelo verso tutti quelli che odono. Questo è quanto il Sinodo intendeva quando faceva riferimento a Canoni II:5, e III/IV:8-9, e l’”offerta generale” del Vangelo.

B.  Per quanto riguarda il dogma della Grazia Comune:

1.  Le Confessioni non si esprimono su questo punto, anche se attribuiscono l’espressione “grazia comune” agli Arminiani in Canoni III/IV:5.2

2.  E’, tuttavia, contrario alle Scritture, che insegnano chiaramente che Dio odia i reprobi malvagi e che Egli usa perfino le cose del tempo presente per la loro distruzione. Si vedano i seguenti versi:

• Salmo 5:5: Quelli che si gloriano, non potranno reggere davanti ai tuoi occhi; tu hai in odio tutti gli operatori d’iniquità.

• Salmo 11:5: Il Signore prova il giusto; ma l’anima sua odia l’empio e colui che ama la violenza.

• Salmo 73:17-20: Finché sono entrato nel santuario di DIO e ho considerato la fine di costoro. Certo, tu li metti in luoghi sdrucciolevoli e così li fai cadere in rovina. Come sono distrutti in un momento, spazzati via consumati con improvvisi terrori! Come un sogno al risveglio, così tu, o Signore, quando ti risveglierai, disprezzerai la loro vana apparenza.

• Salmo 92:5-7: Quanto sono grandi le tue opere, o Signore, come sono profondi i tuoi pensieri! L’uomo insensato non conosce e lo stolto non intende questo: che gli empi germogliano come l’erba, e tutti gli operatori d’iniquità fioriscono per essere distrutti in eterno.

• Proverbi 3:33: La maledizione dell’Eterno è nella casa dell’empio, ma egli benedice la dimora dei giusti.

• Malachia:1:2-4: «Io v’ho amati», dice l’Eterno. Ma voi dite: «In che cosa ci hai amati?». «Esaù non era forse fratello di Giacobbe?», dice l’Eterno. «Tuttavia io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù; ho fatto dei suoi monti una desolazione e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto. Anche se Edom, dicesse: “Noi siamo stati distrutti, ma torneremo a ricostruire i luoghi desolati”», così dice l’Eterno degli eserciti. «Essi ricostruiranno, ma io demolirò; e saranno chiamati il Territorio dell’iniquità e il popolo contro il quale l’Eterno sarà per sempre indignato.

• Romani 9:13: come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù».

• I Pietro 3:12: perché gli occhi del Signore sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti alla loro preghiera, ma la faccia del Signore è contro quelli che fanno il male.

3.  La verità è che la grazia non è nelle cose in sè.3 Tutte le cose non sono che mezzi che Dio usa per la salvezza dei giusti (eletti) mentre Egli le usa per la distruzione e dannazione dei malvagi (reprobi). E, siccome gli uomini usano questi mezzi come creature razionali e morali, essi sono responsabili. Le cose sono certamente comuni, ma la grazia non è mai comune.

C. Per quanto riguarda la teoria della Grazia Universale:

1.  Essa non è certamente provata dai passaggi dalla Confessione al quale il Sinodo fa riferimento. Canoni II:5 insegna meramente la predicazione generale del vangelo che è particolare per quanto riguarda i contenuti.4 Canoni III/IV:8 insegna che ciò che Dio proclama nel Vangelo non è finto, che cioè a Lui è gradito che i chiamato vadano a Lui e che Egli promette vita eterna a quelli che vanno (gli eletti).5 Canoni III/IV:9 enfatizza che la colpa del non andare è interamente del peccatore.

2.  Né essa è dimostrata dai testi che il Sinodo cita. Romani 2:4 insegna meramente che il malvagio disprezza la bontà di Dio che conduce l’uomo al ravvedimento.6 Ed Ezechiele 18:23 e 33:11 insegnano che Dio non ha piacere nella morte dell’empio che si ravvede, ed essi sono sempre gli eletti.7

3.  La dottrina che Dio è grazioso nella predicazione del Vangelo a tutti quelli che odono la predicazione, è tuttavia:

a. Contraria alle Confessioni Riformate che insegnano chiaramente che Dio è grazioso solo nei confronti degli eletti, vedi Canoni I:6, II:8, III/IV:10, V:8, e Reiezione degli Errori II:6.

b. Contraria alla Scrittura:

• Romani 8:29-30: Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. E quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati, quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.

• Romani 9:13: come sta scritto: «Io ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù».

• Romani 9:16: Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia.

• II Corinzi 2:15-16: Perché noi siamo per Dio il buon odore di Cristo fra quelli che sono salvati, e fra quelli che periscono; per questi un odore di morte a morte, ma per quelli un odore di vita a vita. E chi è sufficiente a queste cose?

• Marco 4:11-12: Ed egli disse loro: «A voi è dato di conoscere il mistero del regno di Dio; ma a coloro che sono di fuori tutte queste cose si propongono in parabole, affinché: “Vedendo, vedano ma non intendano, udendo, odano ma non comprendano, che talora non si convertano e i peccati non siano loro perdonati”».

• Matteo 11:25-26: In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto.

• Giovanni 12:39-40: Perciò non potevano credere, perché Isaia disse ancora: «Egli ha accecato i loro occhi e ha indurito il loro cuore, perché non vedano con gli occhi, non intendano col cuore, non si convertano e io non li guarisca».

Il Secondo Punto

Relativamente al secondo punto, che riguarda la restrizione del peccato nella vita dell’individuo e della comunità, il Sinodo dichiara che vi è una restrizione del peccato secondo la Scrittura e la Confessione. Ciò è evidente dalle citazioni dalla Scrittura e dalla Confessione Belga, articoli 13 e 26, che insegnano che Dio per le operazioni generali del Suo Spirito, senza rinnovare il cuore dell’uomo, impedisce la libera eruzione del peccato, per mezzo delle quali la vita umana nella società rimane possibile; e d’altro canto è anche evidente dalle citazioni dagli scrittori Riformati del più fiorente periodo della Teologia Riformata, che da tempi antichi i nostri padri Riformati erano della stessa opinione.

Prova Scritturale: Salmo 81:11-12, Genesi 6:3, Atti 7:42, Romani 1:24, Romani 1:26, 28, II Tessalonicesi 2:6-7.

Breve Risposta al Secondo Punto della Grazia Comune:

A.  Il significato del Secondo Punto:

1.  Il secondo punto del 1924 non insegna che Dio tiene il peccatore nella Sua potenza in modo che non può fare niente contro la volontà e provvidenza di Dio. Ciò è chiaramente insegnato nella Bibbia e nella Confessione Belga, art. 13.

2.  Ma il secondo punto insegna:

a.  Vi è un’operazione di grazia dello Spirito Santo che non è rigeneratrice sul cuore, la mente e la volontà del peccatore.

b.  Questa operazione cominciò immediatamente dopo la caduta e continua durante tutta la storia.

c.  Come risultato vi è nell’uomo un rimanente della sua bontà originale, in modo che non è depravato quanto sarebbe senza questa operazione.

d.  A motivo di questa operazione l’uomo naturale è capace di vivere una vita relativamente buona durante il suo tempo terrestre, e fare del bene nella sfera mondana.

B.  Obiezione al Secondo Punto:

1.  La prova addotta dal Sinodo per questo punto non proviene:

a.  Dalla Scrittura che il Sinodo ha citato: Genesi 6:3; Salmo 81:11-12; Atti 7:42; Romani 1:24, 26, 28; II Tessalonicesi 2:6-7. Riguardo a questi passaggi notiamo:

i.  Soltanto uno parla dello Spirito Santo, ed è Genesi 6:3. Tuttavia il testo non parla di una restrizione di grazia da parte dello Spirito, ma di un contendere. Ciò ebbe luogo attraverso la Parola di Dio per mezzo dei profeti.8

ii.  Nessuno di essi parla di una restrizione di grazia del peccato.

iii.  Tre di essi parlano dell’esatto opposto della restrizione, e cioè di un consegnarli al peccato per mezzo dell’ira di Dio, vedasi Salmo 81:11-12; Romani 1:24, 26, 28; Atti 7:42.

iv.  II Tessalonicesi 2:6-7 non fa riferimento allo Spirito Santo come dal testo stesso è chiaro.

b. Per quanto concerne la prova addotta dalle Confessioni:

i.  La Confessione Belga, art. 13, non parla di un’influenza graziosa dello Spirito Santo, ma della potenza Provvidenziale di Dio, né parla di una restrizione di grazia interna del peccato, ma della restrizione di peccatori e diavoli.9

ii.  L’articolo 36 non parla di un’influenza graziosa dello Spirito, ma di potenza della polizia o del magistrato.10

2.  Il Secondo Punto stesso è contrario alla Scrittura e alle Confessioni:

a.  Alla Scrittura:

i.  Esso postula un rimanente di bene nell’uomo naturale, cosa contraria a tutti quei passaggi della Sacra Scrittura che parlano della depravazione dell’uomo naturale. Vedasi la discussione del Punto III.

ii.  La Scrittura insegna direttamente l’opposto della principale idea del Secondo Punto quando dichiara che Dio consegna gli uomini in ancora più grande corruzione nella Sua ira. Vedasi:

• Romani 1:24-28: Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità nelle concupiscenze dei loro cuori, sì da vituperare i loro corpi tra loro stessi. Essi che hanno cambiato la verità di Dio in menzogna e hanno adorato e servito la creatura, al posto del Creatore che è benedetto in eterno. Amen. Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami, poiché anche le loro donne hanno mutato la relazione naturale in quella che è contro natura. Nello stesso modo gli uomini, lasciata la relazione naturale con la donna, si sono accesi nella loro libidine gli uni verso gli altri, commettendo atti indecenti uomini con uomini, ricevendo in se stessi la ricompensa dovuta al loro traviamento. E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti.

b.  Alle Confessioni: Canoni III/IV:4 parla di “rimanenti di luce naturale.” Questi rimanenti non sono dovuti ad un’operazione di Grazia Comune. Perfino con questi rimanenti, infatti, l’uomo naturale è ancora interamente depravato ed incapace di fare qualsiasi bene perfino nelle cose naturali e civili, come dice il passaggio citato dai Canoni.11

Il Terzo Punto:

Relativamente al terzo punto, che riguarda la questione della giustizia civile compiuta dai non rigenerati, il Sinodo dichiara che secondo la Scrittura e le Confessioni, i non rigenerati, anche se incapaci di fare qualsiasi bene salvifico, possono fare del bene civico. Ciò è evidente dalle citazioni dalla Scrittura e dai Canoni di Dordrecht, III-IV:4, e dalla Confessione Belga, art. 36, che insegnano che Dio, senza rinnovare il cuore, influenza in tal modo l’uomo che egli è capace di fare del bene civico; e d’altro canto ciò è evidente dalle citazioni dei padri Riformati del più fiorente periodo della Teologia Riformata che da tempi antichi essi erano della stessa opinione.

Prove scritturali: II Re 10:29-30; 12:2; 14:3; Luca 6:33; Romani 2:14.

Breve Risposta al Terzo Punto:

A.  Il significato del Terzo Punto:

1.  Il significato del terzo punto del 1924 non è:

a. Che l’uomo naturale attraverso i rimanenti della luce naturale presenti in lui dopo la caduta è capace di distinguere tra il bene e il male, ed ha qualche conoscenza di Dio e delle cose naturali.

b. Che l’uomo naturale è capace di vedere che la legge di Dio è buona per se stesso, e che, quindi, vi è da parte sua un tentativo di vivere conformandosi esteriormente con quella legge.

c. Che il terzo punto non intende esprimere queste cose è evidente da:

i.  il fatto che i ministri che furono deposti insegnarono esattamente questo prima del 1924. Questa fu la veduta che il Sinodo condannò.

ii.  Il fatto che nessuna influenza di grazia da parte di Dio è necessaria per spiegare queste cose nell’uomo naturale. Le confessioni le spiegano come rimanenti della luce naturale. Il Sinodo, invece, parla di un’influenza graziosa di Dio sull’uomo naturale per mezzo della quale egli sarebbe capace di compiere bene civile.

iii.  Dall’evidente connessione tra il secondo e il terzo punto.

2.  Ma il terzo punto insegna:

a.  Che vi è un’influenza di Dio, dello Spirito Santo, sulla mente e la volontà dell’uomo naturale, che non è rigenerante, ma lo rende migliore.

b.  Che a motivo di questa influenza egli è capace di vivere una vita relativamente buona in questo mondo, e le sue opere non sono sempre peccaminose davanti a Dio.

B. Obiezioni al terzo punto:

1.  E’ contrario alle Confessioni Riformate:

a.  La prova dalle confessioni a cui il Sinodo fa riferimento sono inappropriate:

i.  Canoni III/IV:4:

1.  Parla di un rimanente di luce naturale e non di un’influenza graziosa di Dio sull’uomo naturale.

2.  Enfatizza che perfino nelle cose naturali e civili l’uomo naturale contamina interamente questa luce naturale e la trattiene nell’ingiustizia.

ii.  Confessione Belga, art. 36:

1.  Non parla di alcun bene che l’uomo naturale può fare, ma di un buon ordine e di decenza che Dio stabilisce tra gli uomini.

2.  Né essa fa riferimento ad un’influenza graziosa di Dio sull’uomo naturale, ma al potere dei magistrati.

b.  Per prove che le confessioni dicono il contrario, vedasi: Catechismo di Heidelberg D&R 8; D&R. 91; Confessione Belga, art. 14; Canoni III/IV:1-4.

2.  Essa è contraria alla Scrittura:

a.  Il Sinodo ha provato a sostenere il Terzo Punto coi seguenti passaggi:

i.  II Re 10:29-30: Jehu vedeva nel comandamento di Dio un mezzo per soddisfare la propria ambizione, ed esegue molto bene il comandamento; nel fare questo però diviene colpevole di aver sparso del sangue e non si allontana dalle vie di Geroboamo (vedi Osea 1).12

ii.  II Re 12:2 e 14:3: Al meglio, gli esempi di Jehoash ed Amaziah provano un tentativo di vivere in conformità esterna alla legge. Nel caso di Jehoash ciò accadde sotto l’influenza di un pio sacerdote.

iii.  Luca 6:33: Una prova che i peccatori non fanno del bene e non hanno alcuna redarguizione.

iv.  Romani 2:14: L’opera della legge nei cuori dei Gentili—non la legge stessa.

b.  Per prova del contrario, cioè, per una prova positiva dalla Scrittura che i non rigenerati non possono fare alcun bene, vedasi:

• Salmo 14:1-3: Lo stolto ha detto nel suo cuore: «Non c’è DIO». Sono corrotti, fanno cose abominevoli; non c’è alcuno che faccia il bene. L’Eterno guarda dal cielo sui figli degli uomini per vedere se vi sia qualcuno che abbia intendimento, che cerchi DIO. Si sono tutti sviati, si sono tutti corrotti; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno.

• Matteo 7:16-20: Voi li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie uva dalle spine o fichi dai rovi? Così, ogni albero buono produce frutti buoni; ma l’albero cattivo produce frutti cattivi. Un albero buono non può dare frutti cattivi, né un albero cattivo dare frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco. Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti.

• Romani 1:28-32: E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità, ingannatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di cose malvagie, disubbidienti, al genitori, senza intendimento, senza affidamento, senza affetto naturale, implacabili, spietati. Or essi, pur avendo riconosciuto il decreto di Dio secondo cui quelli che fanno tali cose sono degni di morte, non solo le fanno, ma approvano anche coloro che le commettono.

• Romani 3:9-18: Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato, come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. Non c’è alcuno che abbia intendimento, non c’è alcuno che ricerchi Dio. Tutti si sono sviati, tutti quanti sono divenuti inutili; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. La loro gola è un sepolcro aperto, con le loro lingue hanno tramato inganni, c’è un veleno di aspidi sotto le loro labbra; la loro bocca è piena di maledizione e di amarezza; i loro piedi sono veloci per spandere il sangue; sulle loro vie c’è rovina e calamità, e non hanno conosciuto la via della pace; non c’è il timore di Dio davanti ai loro occhi».

Per altre risorse in italiano, clicca qui.


1N. d. T. Come poi storicamente è tragicamente accaduto nelle CRC.

2

N. d. T. Sono gli Arminiani che chiamavano “grazia comune” la luce naturale rimasta nell’uomo. La stessa cosa che fece il Sinodo di Kalamazoo. Come più avanti risulterà chiaro, per il Sinodo di Dordt questa luce naturale non era grazia, né rendeva quindi l’uomo migliore in alcun senso.

3

N. d. T. Cioè, il fatto che Dio dia cose in sé buone ai reprobi, non significa che Lui le dia con un intento di grazia o favore, perché Lui le dà loro sapendo che le useranno non per dare gloria al Suo nome, ma per altri fini, con un’altra direzione etica. Per questo nel giorno del Giudizio questi doni e cose che in sé sono buone, risulteranno essere motivo di maggior giudizio, e Dio nel donarle loro sa dall’inizio che sarà così, e sa che non cambierà la loro natura affinchè loro usino quelle buone cose per dare gloria al Suo nome. L’intento di Dio nel dare queste buone cose a queste persone reprobe, quindi, evidentemente non è di grazia, ma anzi è il mezzo con cui i reprobi nel giudizio risulteranno ancora più evidentemente malvagi e depravati per il modo in cui hanno usato quelle cose buone, e per cui saranno giudicati ancora più severamente nell’ultimo giorno.

4

N. d. T. Cioè insegna che il vangelo deve essere predicato generalmente a tutti, e che il suo contenuto è particolare, ovvero che promette a chiunque crede, cioè a tutti i credenti ma anche solo ai credenti e a nessun altro, la remissione dei peccati e la vita eterna. Dio quindi desidera che si predichi il vangelo “ad ogni creatura”, ma in questo vangelo fa annunziare che Lui desidera sinceramente salvare non tutti in assoluto, ma tutti quelli che credono, che vogliono, che sono affaticati ed oppressi, che hanno sete, e solo loro (cf. Isaia 55:1; Matteo 11:28, Apocalisse 22:17, etc.). Non c’è dunque offerta universale che esprimerebbe un desiderio universale di Dio di salvare tutti senza eccezione, ma un desiderio di salvare solo i credenti, che, dal punto di vista eterno e segreto, sono solo gli eletti. Ciò non vuol dire che anche agli altri Dio comandi di credere in Cristo e ravvedersi. Vi sono due aspetti della predicazione generale, quindi: la chiamata a ravvedersi e credere, che esprime ciò che a Dio è gradito che ogni peccatore faccia (precettivamente), e la promessa particolare che esprime il Suo desiderio di salvare tutti quelli e solo quelli che credono, e quest’ultima esprime nella predicazione il Suo desiderio sincero di salvare, che è ristretto solo ai credenti, e a tutti i credenti (che dal punto di vista segreto ed eterno sono gli eletti e nessun altro).

5

N. d. T. Ovvero, l’articolo 8 dice che a Dio è veramente gradito, precettivamente, che quelli che odono, tutti, vadano a Lui. E’ un comando serio, che Lui gradisce precettivamente che venga ubbidito, e non disubbidito. L’articolo 9 usa la parola “obfero” nel Latino originale. Questa parola è stata oggetto di fraintendimenti e malintesi. Essa nel suo significato etimologico letterale significa “portare” (fero) “davanti” (ob), secondo Merriam-Webster online (digita “to offer” e vedi il significato etimologico). “Obfero” etimologicamente significa quindi “presentare.” Esso può anche significare “offrire” nel senso di mettere a disposizione e poi lasciare all’interessato di rigettare o meno qualcosa, implicando che egli lo può fare; ma nei Canoni è usato con un’accezione diversa e più etimologicamente letterale, ovvero quella di presentare semplicemente, esporre, esibire, mettere davanti, senza l’implicazione che chi riceve questa presentazione sia in grado di poterla accettare o meno. L’”offerta” quindi, così intesa, è una presentazione di Cristo come l’unico Salvatore e Signore, e un comando serio a tutti di credere in Lui quale unico Signore e via di salvezza. La promessa poi, particolare solo per chi crede, è che chi crede in Lui e solo chi crede, sarà salvato. Il restante dell’articolo 9 parla del fatto che la colpa etica del non credere risiede nel peccatore, e non in Dio in alcun modo. Chi è a non voler credere, cioè, non è Dio, ma il peccatore. E’ lui che compie la scelta in completo accordo con se stesso, volendo non credere per motivi a lui sufficienti e che percepisce per lui buoni (senza qui indagare nella causa ultima di questa sua decisione).

6

N. d. T. Vedi questo articolo per una spiegazione più approfondita a riguardo di Romani 2:4.

7

N. d. T. Per quanto riguarda i passaggi citati dal Sinodo (Salmo 145:9; Matteo 5:44-45; Luca 6:35-36; Atti 14:16-17; I Timoteo 4:10), e non trattati in queste brevi risposte, vedasi i seguenti articoli: 1) Salmo 145:9; 2) Matteo 5:44-45; 3) Deuteronomio 10:18 ed Atti 14:16-17; 4) I Timoteo 4:10.

8

N. d. T. A riguardo di questo contendere da parte dello Spirito Santo per mezzo dei profeti, vedi questo approfondimento (cap. 11, par. 6), da parte di A. W. Pink.

9

N. d. T. Cioè della restrizione di creature che rimangono peccatori durante tutto il tempo che vengono trattenuti dalla potenza della provvidenza—e non grazia—di Dio. Il risultato è che esse fanno meno male quantitativamente, ma non che per questo fanno qualcosa di buono. Come dire: invece di fare male che si esprime e manifesta al livello 10 e bene al livello 0, fanno male che si esprime e manifesta al livello 8, o 7, o 6, o 5 (etc.) e bene al livello 0, e quell’8, o 7, o 6 (etc.) rimane sempre tutto e solo male.

10

N. d. T. Un altro aspetto della provvidenza, e non grazia, di Dio.

11

N. d. T. E’ chiaro che per il Sinodo di Dordt i rimanenti della luce naturale non sono grazia, né che quindi migliorino in qualche modo quelli che li hanno: il Sinodo dice che anzi l’uomo naturale, lontano dall’essere migliorato da questi rimanenti, li ritiene nell’ingiustizia e li contamina completamente! Ciò è in perfetta conformità a quanto il passaggio di Romani 1 citato dice riguardo ad essa, e cioè che è un segno, una testimonianza che Dio dà affinchè gli uomini siano inescusabili davanti a Lui nel giorno del giudizio. Egli, cioè, lascia in loro quella luce sapendo che gli uomini mediante la loro empietà ed ingiustizia la sopprimeranno, e ciò già sapendo che per questo Lui, secondo il Suo incondizionato decreto di riprovazione, li consegnerà, nella Sua ira, e non grazia, ad una maggiore corruzione. Il Sinodo di Dordt, ed il testo citato, dicono l’opposto del Sinodo di Kalamazoo, come è evidente. 12N. d. T. Per un’esegesi più approfondita di questo testo vedi La Redarguizione di Maledizione del Benefattore Malvagio.

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