David J. Engelsma
The Case for Covenantal Infant Baptism [Il Caso per il Battesimo di Patto degli Infanti], ed. Greg Strawbridge (Phillipsburg, N.J.:P&R, 2003), 330 pagine; a seguire una revisione di David J. Engelsma.
Un numero di prominenti teologi Riformati e Presbiteriani, che rappresentano quasi (ma non proprio) tutte le chiese di reputazione conservatrice, intendono argomentare per il battesimo degli infanti sulla base del patto.
Una Cerimonia di Dedicazione (Esteriore)
Il rapporto di maggioranza, di nuovo, che presenta quasi (ma non proprio) tutte le chiese conservatrici, è che il battesimo degli infanti non significa nient
’altro che un appartare formalmente la figliolanza dei genitori credenti a Dio. Esso è meramente una cerimonia di dedicazione. Esso non significa niente per quanto riguarda la salvezza degli infanti da parte di Dio nella loro infanzia. La maggior parte di ministri Riformati e Presbiteriani che contribuiscono a questo libro considerano i figli battezzati come membri irrigenerati della chiesa. Il significato del battesimo è che esso pone i figli in una posizione privilegiata nella chiesa visibile. Attraverso l’opera evangelistica dei loro genitori e di altri, essi hanno più probabilità di adempiere le condizioni dalle quali la loro salvezza è detta dipendere, ovvero il ravvedimento e la fede:
[I figli battezzati] sono differenti dai figli che non sono da genitori credenti. Essi sono membri del patto, e in quanto tali sono più privilegiati (considerando la loro vita all
’interno del patto), ma essi non sono salvati automaticamente in virtù del fatto di essere membri del patto (107).
Il battesimo di un figlio di patto è la dichiarazione da parte dei genitori che il loro figlio appartiene a Dio: “Quando un figlio è battezzato i suoi genitori dichiarano che egli appartiene a Dio” (40).
Una Promessa di Grazia Universale e Condizionale
Per quanto riguarda qualche parola da parte di Dio nel battesimo degli infanti, il libro afferma che la Sua parola è una promessa condizionale ad ogni figlio che è battezzato. Dio promette che Egli salverà il figlio a condizione che egli un giorno si ravveda e creda.
Il sigillo [della circoncisione nell
’Antico Testamento e del battesimo nel Nuovo Testamento] era semplicemente il pegno visibile di Dio che quando le condizioni del Suo patto erano adempiute, le benedizioni che Egli prometteva sarebbero state applicate (15).
Descrivere la parola di Dio nel battesimo degli infanti come una promessa condizionale di salvezza rafforza la veduta che bisogna considerare i figli come irrigenerati. Non ci si può aspettare che essi siano salvati fino a che siano sufficientemente maturi da essere in grado di adempiere le condizioni della salvezza di patto. Al battesimo, Dio “ci assicura che quando tali figli come questo esprimono fede in Cristo, tutte le promesse del Suo patto di grazia gli saranno applicate” (28).
Tale è ora l
’infelice vita di patto in una casa Riformata o Presbiteriana: genitori pii sono posti in strettissimo contatto, giorno e notte, con figli e giovani spiritualmente morti. I genitori non possono né adorare con i figli, né allevarli nel nutrimento e ammonizione del Signore. L’adorazione e l’istruzione richiedono vita spirituale. Tutto quello che i genitori possono fare è evangelizzare i piccoli irrigenerati, scongiurandoli di adempiere le condizioni della salvezza.
Dal momento che gli autori di questo studio professano il Cristianesimo Riformato, il lettore potrà essere scusato se chiede cosa ne è stato del vangelo della grazia sovrana e incondizionale in tutta questa esposizione del patto per come esso si applica ai figli dei credenti. Forse che la verità esposta nei Canoni di Dordt non si applica alla salvezza operata nel patto? Forse che i teologi Riformati, i quali tutti mostrano impressionanti credenziali di istruzione accademica Riformata e risultati nella comunità Riformata, davvero suppongono sia soddisfacente spiegare il battesimo degli infanti come una promessa di grazia universale dipendente quanto al suo adempimento da condizioni da essere adempiute da parte di figli irrigenerati?
Un Caso per la Posizione Battista
Il caso ne “Il Caso
” non è affatto, di fatto, un caso per il battesimo di patto Riformato degli infanti, ma un caso per la reiezione Battista del battesimo degli infanti, ed una reiezione Battista Arminiana se è per questo. E’ dottrina Battista che tutti gli infanti sono, e devono essere considerati come, irrigenerati. E’ dottrina Battista che la salvezza è esclusivamente una questione di “esperienza di conversione.” E’ dottrina Battista che il sacramento (o ordinanza, come lo chiamano i Battisti) significa una decisione ed atto dell’uomo, piuttosto che una decisione ed atto di Dio. Ed è dottrina Battista Arminiana che rende la salvezza promessa nel vangelo e i sacramenti dipendenti da condizioni che il peccatore deve adempiere.
Se Dio non salva gli infanti dei genitori pii nella loro infanzia, e se l
’aspersione con acqua significa meramente che i genitori dichiarano che essi dedicano il loro figlio a Dio, e se il coinvolgimento da parte di Dio non è nient’altro che una promessa graziosa ad ogni figlio che Egli un giorno salverà il bambino a condizione che egli creda ed ubbidisca, i Battisti hanno ragione. Svolgiamo pure una cerimonia umana di dedicazione per i nostri figli, diamoci da fare per evangelizzarli, e, quando un giorno rendono chiaro che essi hanno adempiuto le condizioni, battezziamoli come credenti. La base del battesimo, in questo caso (e Caso) non è il patto di Dio, ma la fede ed ubbidienza del battezzato.
Un Terrore Mortale dell’Elezione
La ragione per cui questi uomini Riformati difendono la veduta Battista degli infanti e del modo di trattarli è il loro terrore mortale dell
’elezione divina. La parola può essere menzionata occasionalmente, ma essa non determina la promessa del patto e la salvezza, e non entra in modo decisivo, se pure ci entra affatto, nella spiegazione del battesimo degli infanti dei credenti (come, ovviamente, avviene nella spiegazione da parte di Paolo della circoncisione, la promessa di patto, e la salvezza di patto in Romani 9).
Dopo quarant
’anni e più di studio del trattamento del patto da parte dei teologi Riformati, sono convinto che niente li terrorizza maggiormente dell’elezione. Per spaventare i bambini piccoli, specialmente nel buio, uno gli dice ad alta voce “Buh!” Se qualcuno volesse terrificare la maggior parte dei teologi Riformati e Presbiteriani, specialmente ad una conferenza sul patto, dovrebbe pronunciare, con voce moderatamente soffusa: “Elezione.”
Torcere le Scritture
Rifiutarsi di riconoscere la grazia sovrana e particolare nel patto di Dio con gli infanti dei credenti risulta in un torcere oltraggioso delle Scritture. Uno scrittore ne “Il Caso
” è amaramente turbato da Geremia 31:31-34, come difatti dovrebbe esserlo. Lo scrittore sostiene che tutti i figli battezzati sono allo stesso modo nel patto. Dio al battesimo fa il Suo patto con tutti loro allo stesso modo mediante la Sua promessa di patto a tutti loro. Ma il patto con tutti loro è condizionale: l’atto di Dio di salvarli dipende dal loro atto di ubbidirgli. Quindi, il patto è eminentemente frangibile, non nel senso che qualcuno che è nella sfera del patto disprezza e trasgredisce il patto, ma nel senso che Dio rompe, o permette agli uomini di rompere, il patto che Egli molto realmente aveva stabilito con loro, tanto quanto lo aveva stabilito con quelli che perseverano.
Geremia 31:31-34 contraddice questa dottrina del patto in ogni punto. Il patto è infrangibile. Ognuno di coloro con cui Dio stabilisce il nuovo patto è salvato in esso e mediante esso. Tanto lontano è dall
’essere vero che il patto dipende da qualche atto di quelli a cui esso è promesso, che il patto steso consiste del fatto che Dio mette la Sua legge nelle parti interiori e scrive la Sua legge nei cuori dei membri del patto. Cioè, il nuovo patto in Cristo, perché questo è il grandioso soggetto di Geremia 31, non è stabilito mediante una promessa divina condizionata dall’ubbidienza umana. Ma esso è stabilito da una promessa divina di ubbidienza umana. Dio non promette di salvare i membri del nuovo patto a condizione che essi Gli ubbidiscono. Ma Egli promette loro, tutti loro, che Egli li renderà ubbidienti. “Questo sarà il patto che io stabilirò con la casa di Israele, Dopo quei giorni, dice il Signore, io porrò la mia legge nelle loro parti interiori, e la scriverò nei loro cuori, e sarò il loro Dio, ed essi saranno il mio popolo” (Geremia 31:33).
Geremia 31 pone un enorme problema al nostro scrittore. Egli ammette il suo problema. Il modo in cui egli vede il suo problema è significativo: Geremia 31 sembra escludere il battesimo degli infanti. Dal momento che, in base alla dottrina di patto dello scrittore, il battesimo degli infanti significa che Dio stabilisce il patto con tutti gli infanti condizionalmente, che qualche figlio fallisce nell
’adempiere le condizioni, e quindi che il patto è rotto con molti, Geremia 31 sembra escludere il battesimo degli infanti. Ovviamente, in base a questo modo di pensare esso esclude anche il battesimo degli adulti, perché anche molti adulti battezzati da adulti si dimostrano infedeli e periscono.
Sembra non attraversi mai la mente dello scrittore che Geremia 31 insegni che Dio stabilisce il nuovo patto con Gesù Cristo quale capo del patto di grazia e con gli eletti in Lui, inclusi gli infanti eletti. Geremia 31 non esclude il battesimo degli infanti. Geremia 31 esclude la falsa dottrina del patto dello scrittore.
Ignorando l
’elezione e dedicato alla sua dottrina del patto condizionale e frangibile, lo scrittore si affatica esegeticamente su Geremia 31:31-34. Quando ha finito, il passaggio insegna l’esatto opposto di quanto ispirato dallo Spirito Santo e scritto dal profeta. Il nuovo patto è fatto con molti più di quelli che sono salvati in esso, è in larga parte soltanto esteriore, è condizionale, ed è frangibile. “Il nuovo patto … continua ad includere persone che divengono trasgressori del patto, che beneficiano solo degli aspetti esteriori del nuovo patto, e che non sono mai stati rigenerati” (173-174). Soltanto in cielo il nuovo patto sarà quanto Geremia profetizzò. Fino ad allora il patto è come descritto nell’esegesi dello scrittore di Geremia, cioè, completamente differente da quanto sarà in cielo. Fatale alla spiegazione dello scrittore è l’insegnamento di Ebrei 8-10 che il nuovo patto profetizzato da Geremia è una realtà ora.
Un Errore Eguale ma Opposto
Come per bilanciare un grave errore con un altro opposto, il penultimo capitolo “Battesimo e Figli: il Loro Luogo nell
’Antico e nel Nuovo Testamento,” è scritto da un indipendente che proclama che tutti i figli battezzati allo stesso modo sono uniti a Cristo. Tutti prendono parte alla salvezza del patto. L’implicazione è che molti cadono via da Cristo, il patto, e la salvezza. Un volume che si fa passare come una difesa Riformata e Presbiteriana del patto, in particolar modo per quanto riguarda l’inclusione dei figli di patto, nega la preservazione dei santi.
Questo diniego della preservazione dei santi è sbalorditivo, ma non inaspettato. La dottrina che tutti i figli battezzati sono uniti a Cristo è essenzialmente la stessa di quella che insegna che tutti i figli battezzati sono oggetti della promessa di grazia di Dio. Entrambe le dottrine insegnano che molti figli scadono dalla grazia. Di fatto, la dottrina corrente che insegna che i figli che una volta erano uniti nel patto a Cristo periscono è lo sviluppo logico ed inevitabile della più antica dottrina che Dio graziosamente, anche se condizionalmente, promette di salvare tutti i figli dei credenti.
Nel corso del suo contributo, all
’indipendente è permesso di difendere la comunione degli infanti. Egli castiga le chiese Riformate che rigettano la comunione degli infanti con l’accusa che essi distruggono i figli. Egli minaccia di dannazione coloro che ammettono i figli alla tavola soltanto nella via della confessione di fede (298-301).
Un Benedetto Contrasto
Un solo capitolo delinea la sana dottrina Riformata del battesimo degli infanti. In modo significativo, questo è il capitolo sul “Battesimo degli Infanti nelle Confessioni Riformate.” Sulla base dei credi, Lyle D. Bierma spiega il battesimo come “il parlare di Dio a noi, non il nostro parlare a lui” (245). Egli non ha paura di affermare, contro la sfida al battesimo degli infanti di Paul King Jewett, che “la rigenerazione degli infanti eletti di patto che è significata e sigillata nel battesimo può aver luogo prima o dopo il loro battesimo” (243). Ed in benedetto contrasto all
’enfasi delle condizioni e all’evitare l’elezione altrove nel libro, Bierma sostiene che “il battesimo degli infanti è pienamente coerente a quest’enfasi nelle confessioni Riformate sulla sovranità della grazia nella salvezza.” Egli continua:
L
’elezione divina, la base ultima della nostra salvezza, è incondizionale; cioè, non è condizionata da alcun merito o atto o reclamo da parte degli esseri umani. Similmente, è soltanto per iniziativa di Dio che la comunità di patto dei salvati è chiamata in essere e continua ad esistere. E’ adatto, quindi, che il battesimo, quale un segno e sigillo delle promesse di salvezza da parte di Dio e del suo porre il battezzato nell’arena dove porta queste promesse a fruizione, sia veduto prima di tutto come qualcosa che Dio fa. Il battesimo è primariamente il parlare di Dio a noi, non il nostro parlare a lui. E’ lì che Egli significa e sigilla un’operazione di grazia che Egli compie nel contesto di una comunità che Egli ha stabilito. In che modo questa salvezza sola gratia (“per sola grazia”) può essere dimostrata in maniera grafica in modo migliore che nel battesimo di un minuscolo figlio di patto, impotente, che non comprende, e del tutto incapace di alcuna opera meritoria? Il battesimo degli infanti pone dinanzi alla chiesa in forma di riassunto sacramentale l’intera dottrina della sovranità di Dio nella salvezza degli eletti (244-245).
A questa spiegazione del battesimo degli infanti, ogni cuore Riformato risponde: “Amen.”
Alla luce della comprensione del battesimo degli infanti che prevale ne “Il Caso,” non è sorprendente che il popolo Riformato e Presbiteriano sempre con maggior frequenza diventa Battista. Herman Hoeksema mise in guardia su questo qualcosa come settantacinque anni fa nel primo capitolo del suo trattato classico sul battesimo degli infanti, I Credenti e la Loro Discendenza: Figli nel Patto:
Vi sono molti nelle chiese Riformate che vanno ancora intorno con la domanda nelle loro anime: in che modo dobbiamo concepire il patto di Dio con riguardo ai nostri figli? Vi sono molti che rimangono nelle chiese Riformate ma che per convinzione sono interamente Battisti. E vi sono non pochi che apertamente si uniscono ai Battisti e rompono con le chiese Riformate (p. 5).
Il popolo Riformato dovrebbe leggere Il Caso per il Battesimo degli Infanti per imparare il modo di pensare sul patto e i figli del patto che prevale nelle chiese Riformate. Ma essi devono battezzare, ricevere ed allevare i loro preziosi figli, preziosi perché sono figli di Dio, già dalla concezione e nascita, sulla base del patto per come spiegato ne I Credenti e la Loro Discendenza. Ciò è richiesto dalla Formula per l
’Amministrazione del Battesimo Riformata, particolarmente la preghiera di ringraziamento dopo il battesimo degli infanti.
Dio Onnipotente e Padre misericordioso, noi Ti ringraziamo e lodiamo perchè Tu hai perdonato [
“hai perdonato,” non “forse perdonerai”] a noi e ai nostri figli [“ai nostri figli,” i nostri figli infanti appena battezzati] tutti i nostri peccati, attraverso il sangue del Tuo amato Figlio Gesù Cristo, e ci hai ricevuti [“ci hai ricevuti,” cioè, noi e i nostri figli, non “forse ci riceverai se adempiamo le condizioni”] attraverso il Tuo Santo Spirito [Che i figli infanti hanno come noi, i loro genitori] come membra del Tuo unigenito Figlio, e ci hai adottati affinchè fossimo Tuoi figli, ed hai sigillato e confermato questo mediante il santo Battesimo; noi Ti imploriamo, attraverso lo Stesso Figlio del Tuo amore, che Tu voglia compiacerti di governare in ogni tempo questi figli battezzati mediante il Tuo Santo Spirito [Che essi hanno come noi i loro genitori], affinchè essi possano essere piamente e religiosamente educati [“educati,” non evangelizzati come se fossero piccoli pagani irrigenerati], svilupparsi [“svilupparsi,” non, un giorno mediante una drammatica “esperienza di conversione” alla fine comincino nella loro vita spirituale] e crescere nel Signore Gesù Cristo.
(Da: The Covenant of God and the Children of Believers: Sovereign Grace in the Covenant, Appendix 2; David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2005, pp. 216-221; traduzione italiana: Francesco De Lucia).
Per approfondimenti a riguardo, consultare i numerosi articoli nella sezione “
Patto e Battesimo.” Per altre risorse in italiano, clicca qui.