Rev. Angus Stewart
1. Il Matrimonio è l’unione di due, un uomo ed una donna (Genesi 2:24), in “una sola carne,” “finchè morte non ci separi” (Romani 7:2-3; I Corinzi 7:39), così che il risposalizio mentre il proprio sposo è in vita è adulterio (Matteo 5:32; Marco 10:2-12; Luca 16:18; Romani 7:2-3). Questa è la posizione storica della chiesa Cristiana per i suoi primi 1500 anni circa, con appena qualche eccezione isolata. Essa è la veduta tradizionale dell’Anglicanesimo e dei “Fratelli” come anche delle Chiese Protestante Riformate (in America, Canada, Nord Irlanda e Filippine) e di molti all’interno delle chiese Riformate di tradizione olandese. E’ anche la convinzione di persone all’interno delle chiese Presbiteriane, Congregazionaliste, Battiste, ed altre.
2. Matteo 19:9 è il solo verso biblico che, preso a sè, potrebbe permettere il risposalizio della “parte innocente” mentre il suo o la sua sposa/o è ancora in vita. Tuttavia, questa interpretazione del testo è esclusa dalle seguenti tre considerazioni:
a. Contraddirebbe molti altri passaggi chiari della Parola di Dio:
… chiunque metterà via sua moglie, eccetto a motivo di fornicazione, le fa commettere adulterio, e chiunque sposerà colei che è divorziata commette adulterio (Matteo 5:32).
Chiunque metterà via sua moglie, e sposa un’altra, commette adulterio contro di lei. E se una donna metterà via suo marito, e si sposa ad un altro, commette adulterio (Marco 10:11-12).
Chiunque mette via sua moglie, e sposa un’altra, commette adulterio, e chiunque sposa colei che è messa via da suo marito commette adulterio (Luca 16:18).
Perchè la donna che ha un marito è vincolata dalla legge a suo marito fintanto che egli vive, ma se il marito è morto, ella è sciolta dalla legge di suo marito. Così allora se, mentre suo marito vive, ella si sposa ad un altro uomo, sarà chiamata adultera, ma se suo marito è morto, ella è libera da quella legge, in modo che non è adultera, anche se si sposa ad un altro uomo (Romani 7:2-3).
E agli sposati comando, tuttavia non io, ma il Signore: Che la moglie non si separi da suo marito. Ma se si separa, che rimanga senza sposarsi, o sia riconciliata a suo marito, e che il marito non metta via sua moglie (I Corinzi 7:10-11).
La moglie è vincolata dalla legge fintanto che suo marito vive, ma se suo marito è morto, ella è libera di sposarsi con chi vuole, purché nel Signore (I Corinzi 7:39).
b. Non si adatta al contesto. Non ho mai sentito nessuno rispondere all’insegnamento che la “parte innocente” può risposarsi mentre il suo sposo o sposa è ancora in vita nel modo in cui risposero i discepoli immediatamente dopo aver udito l’insegnamento di Gesù: “Se è così la condizione dell’uomo con sua moglie, non è buono sposarsi” (Matteo 19:10). La posizione che non vi può essere risposalizio (nemmeno per la “parte innocente”) mentre il suo sposo o sposa è ancora in vita, invece, di frequente provoca esattamente questa reazione. Similmente, la risposta di Cristo alla protesta dei discepoli ha perfettamente senso considerando la dottrina che nessuno si può sposare di nuovo mentre il proprio sposo o sposa è ancora in vita, ma non ha senso se la “parte innocente” può risposarsi mentre lo sposo o sposa è ancora in vita. Gesù afferma: “… vi sono eunuchi che hanno fatto se stessi eunuchi a motivo del regno dei cieli” (v. 12). Il Figlio di Dio indica che è l’illuminazione divina che mette in grado a qualcuno di “ricevere” il Suo insegnamento: “Ma egli disse loro, Non tutti possono ricevere questa parola, eccetto coloro a cui è dato … Chi è in grado di riceverla, la riceva” (vv. 11-12). Ciò spiega perché alcuni hanno difficoltà nell’accettare questa verità della Parola di Dio. Ciò è specialmente vero oggi per la nostra “adultera generazione” (Matteo 12:39; 16:4), simile a quella che seguiva gli Scribi e i Farisei nel primo secolo, molti dei quali insegnavano a divorziare per ogni motivo (Matteo 5:31-32; 19:3-9).
c. Essa è esclusa da I Corinzi 7:10-11, dove l’apostolo Paolo riassume ed afferma l’insegnamento di Gesù Cristo durante il Suo ministero terreno: “E agli sposati comando, tuttavia non io, ma il Signore, che la moglie non si separi da suo marito, ma se si separa che rimanga senza sposarsi, o sia riconciliata a suo marito …” La Scrittura ispirata qui insegna due, e solo due opzioni per una donna (o uomo) divorziata: (1) Rimanere senza sposarsi o (2) essere riconciliata al proprio sposo. Non è menzionata alcuna terza opzione, ovvero il risposalizio. Fedele all’insegnamento di Gesù in Matteo 5, Marco 10, Luca 16, e Matteo 19, Paolo non permette di risposarsi mentre il proprio sposo è ancora in vita.
Dunque la clausola eccettuativa (“eccetto che sia per fornicazione”) non è un’eccezione che mette in grado di risposarsi (mentre il proprio sposo è ancora in vita) ma è un’eccezione che permette il divorzio (è dopo di esso infatti che è aggiunta la seguente clausola): “Chiunque metterà via sua moglie, eccetto che sia per fornicazione, e ne sposerà un’altra, commette adulterio, e chiunque sposa colei che è messa via commette adulterio” (Matteo 19:9).
3. Il vincolo infrangibile del matrimonio è l’insegnamento biblico, stabilito da Dio alla creazione (Genesi 2:24), dichiarato dai profeti dell’Antico Testamento (Malachia 2:10-16), e riaffermato da Cristo (Marco 10:2-12; Luca 16:18), e gli apostoli del Nuovo Testamento (Romani 7:2-3; I Corinzi 7:39). Esso è una figura del “grande mistero” dell’unione di Cristo e la Sua chiesa eletta (Efesini 5:32).